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CUSCINETTI:
Si definisce cuscinetto la parte di un supporto che è a contatto con l’elemento rotante. I cuscinetti
sono quindi dispositivi interposti tra albero e supporto con lo scopo di ridurre le perdite di potenza
legate all’attrito sviluppato dall’elemento rotante rispetto al supporto (che è fermo).
In base al tipo di attrito che sfruttano nel loro funzionamento, se ne distinguono due tipi:
• cuscinetti radenti o a strisciamento;
• cuscinetti volventi a rotolamento;
In base alla direzione su cui preme il carico si possono distinguere:
cuscinetti radiali;
o cuscinetti assiali;
o cuscinetti obliqui (solo di tipo volvente).
o
Cuscinetti radenti radiali:
I cuscinetti radenti radiali possono essere
costituiti da un solo pezzo (boccole) o da
due parti semicilindriche (gusci o
bronzine).
I materiali utilizzati sono diversi,
caratterizzati da bassi attriti (rispetto al
contatto acciaio/acciaio), per raggiungere
lo scopo prefissato. Se il materiale
designato non è in grado di sopportare
tali carichi, si possono frapporre, tra
boccola (o bronzine) e supporto strati di
materiale più resistente.
Una diminuzione dell’attrito può essere
ottenuta mediante lubrificazione, con olio
o grasso, migliorando anche la
dissipazione di calore e diminuendo
l’usura dovuta al contatto diretto fra le
superfici.
I cuscinetti radenti possono lavorare a secco o con lubrificante (in questo caso necessitano di
tenute, cioè guarnizioni che ne evitano la dispersione). 52
Cuscinetti idrostatici:
Il lubrificante è iniettato fra perno e
supporto da una pompa, che fa si che si
mantenga una pressione adeguata a
sostenere il carico.
Cuscinetti idrodinamici:
Lo strato di lubrificante assume la
funzione di cuscinetto.
Cuscinetti volventi:
I cuscinetti volventi presentano alcune
caratteristiche spesso favorevoli:
− riduzione della potenza consumata per
attrito (cioè minore perdita di potenza);
− lubrificazione richiesta minima;
− riduzione della possibilità di grippaggio;
− semplicità di calcolo;
− minore usura.
D’altra parte essi impediscono l’impiego in carichi
elevati e mostrano limiti di velocità di rotazione, a
causa dell’inerzia delle masse rotanti. Inoltre hanno
un ingombro radiale maggiore a parità di carico
con i cuscinetti radenti. Nei cuscinetti volventi
l’albero ruota con l’anello interno, i corpi volventi
ruotano su se stessi e seguono il moto dell’anello
interno e l’anello esterno è fermo (mentre in quelli
radenti vi è lo strisciamento dell’albero all’interno
della boccola o delle bronzine, con maggior attrito).
La divisione in base alla direzione dei carichi
prevede:
radiale assiale obliquo
E’ inoltre possibile distinguere cuscinetti rigidi e
(hanno la parte interna dell’anello esterno curva)i.
I primi prevedono la coassialità degli anelli, i
secondi concedono lievi angolazioni. 53
Cuscinetti volventi radiali: Cuscinetti volventi obliqui:
Cuscinetti assiali: 54
In genere i cuscinetti a rulli sopportano carichi superiori (con i rullini è inferiore).
Montaggio dei cuscinetti:
Generalmente un albero è guidato da due supporti.
Dei rispettivi cuscinetti radiali, se essi sono chiusi,
uno va bloccato assialmente (i suoi anelli saranno
entrambi bloccati da spallamenti o ghiere), mentre
l’altro deve essere libero, in modo tale da seguire
dilatazioni o contrazioni longitudinali dell’albero.
Se invece sono entrambi aperti, lo spostamento
avviene all’interno dei cuscinetti, quindi andranno
bloccati entrambi gli anelli. In assenza di carico
assiale o se esso è di piccola entità in una sola
direzione, gli anelli interni di entrambi i cuscinetti
possono essere liberi. Un accoppiamento di un
cuscinetto a sfere e uno a rulli cilindrici permette il
bloccaggio di tutti gli anelli (la dilatazione è
consentita al rullo). L’anello interno, solidale
all’albero, deve sporgere rispetto alla battuta di
arresto dell’albero (per garantire lo smontaggio),
che però non deve mai toccare l’anello superiore
(produrrebbe attrito). Il raggio di raccordo del
cuscinetto deve essere più ampio di quello
dell’albero. Sarà pertanto presente uno smusso nel
diametro interno del cuscinetto.
Per bilanciare le forze assiali, i cuscinetti obliqui a sfere e
a rulli conici si montano in coppia a “X” oppure a “O”. E’
inoltre importante registrare i giochi di funzionamento,
rispettivamente, nell’anello interno, nell’anello esterno.
Nei cuscinetti obliqui le spinte passano dall’anello esterno
a quello interno (attraverso i corpi volventi). Pertanto tali
anelli saranno vincolati su spallamenti diagonalmente
opposti (che possono anche essere ottenuti da elementi
aggiunti). Le estremità che premono sul corpo volvente,
prendono il nome di spalle. I cuscinetti a rulli conici si
montano in coppia, a specchio, per reagire in tutte le
direzioni.
Rappresentazione dei cuscinetti:
Nella rappresentazione i cuscinetti sono considerati come assiemi, pertanto, nelle sezioni, sarà
necessario campire in modo opportuno ogni parte (eccetto l’elemento volvente, se presente).
Secondo la norma UNI EN ISO 8826, i cuscinetti si rappresentano come un generico cuscinetto
volvente, privo di gabbie e di altri componenti: sono mostrate solo le estremità e il corpo volvente
(nella sezione).
Nell’accoppiamento perno-cuscinetto, a seconda del materiale, il coefficiente di attrito varia:
− da 0.01 a 0.1 a secco;
− da 0.003 a 0.015 con lubrificazione a meato. 55
DISPOSITIVI ANTISVITAMENTO SPONTANEO:
A causa delle tolleranze di lavorazione, fra i filetti della vite e quelli della madrevite, c’è un certo
gioco, che potrebbe portare ad uno svitamento spontaneo. Per impedire che ciò avvenga si può
agire in due modi:
• mantenere sempre a contatto i filetti di vite e madrevite (SICUREZZA RELATIVA), in questo
modo si diminuisce il rischio di allentamento, ma non impedirlo del tutto;
• impedire la rotazione relativa fra vite e madrevite (SICUREZZZA ASSOLUTA), tramite un
bloccaggio elastico, che però dà una sicurezza relativa, o tramite dispositivo di arresto
meccanico. In quest’ultimo caso lo svitamento può avvenire solo in seguito a rimozione del
suddetto pezzo.
Tra i dispositivi di supporto al contatto, di tipo elastico, vi sono:
1. rosette elastiche, che assicurano una
spinta elastica diretta assialmente, spesso
utilizzate nel montaggio di cuscinetti
volventi: il dente interno si impegna in
una scanalatura dell’albero,
impedendone la rotazione, mentre uno o
più di quelli esterni, a serraggio
effettuato, vengono ripiegati all’interno
della ghiera, impedendo a quest’ultima
ogni movimento;
2. controdadi: si realizza il serraggio di un
primo dado contro il pezzo da bloccare,
in modo tale da avere vite tesa e
contatto tra i filetti della vite e del dado
dal lato del pezzo. A questo punto si
serra un secondo dado contro il primo,
in modo tale che i filetti siano in
contatto dalla parte opposta. Il tratto di
vite tra i due dadi risulta quindi in
duplice tensione e reagisce premendo i
dadi l’uno contro l’altro (se uno dei due
dadi è più basso, deve essere il primo
da serrare);
3. ancoraggi; 56
4. dadi elastici a filetto singolo (i più comuni presentano un
anello torico in nailon o simili, montato in un alloggiamento
opposto alla faccia d’appoggio, con duplice azione, sia la
resistenza e all’avanzamento in senso assiale, che spinge
verso l’alto il dado, aumentando la pressione sui filetti e
l’efficienza del collegamento, sia impedendo la rotazione).
L’unico difetto è la stabilità nel tempo, minata dal
deterioramento del materiale inserito.
Tra i dispositivi di impedimento alla rotazione, di tipo elastico, vi sono:
1. dadi frenati (o con inserto elastico);
2. dadi elastici autobloccanti, utilizzati
ad elevate temperature, grazie ai sei
intagli leggermente piegati verso
l’interno, che si distendono con la
dilatazione e la spinta della vite e
reagendo elasticamente producono
una spinta radiale sul filetto della
vite, impedendone la rotazione;
3. dadi tagliati, che presentano un taglio
perpendicolare all’asse e parallelo
alle superfici di appoggio dei dadi,
che interessa il filetto.
L’allontanamento o l’avvicinamento
delle due estremità tagliate del dado,
fa si che il filetto della vite sia
premuto contro quello della madrevite (si usa nelle ghiere per le presse).
Tra i dispositivi di impedimento alla rotazione, non elastici, vi sono:
1. rosette (figura sotto) e piastrine (figura a lato) di sicurezza, con
eventuali linguette;
2. copiglie, dispositivo costituito da un filo a sezione
semicircolare, ripiegato in modo tale che le due sezioni a
contatto formino un cerchio. Il divaricamento viene effettuato
dopo l’inserimento, per impedire lo sfilamento;
(possono essere di tipo A, o B, a seconda che le estremità
abbiano la stessa lunghezza o meno; oppure a divaricazione
elastica). 57
3. dadi ad intagli: si tratta di dadi
esagonali con sei intagli radiali (dieci
per diametri di filettatura da 42 mm in
poi), nei quali si inserisce una copiglia o
una spina, che si infilano su un foro
diametrale praticato sulla vite,
impedendone la rotazione;
4. spine (affrontate in seguito);
5. legature, tramite fili metallici passanti per appositi fori praticati negli elementi interessati.
DISTANZIALE:
Componente meccanico che ha lo scopo di bloccare movimenti assiali di altri componenti montati
su alberi di trasmissione. Si usa per fornire battute ai supporti montati sugli alberi, quando queste
non sono disponibili.
FILETTATURA:
Lavorazione che crea sulla superficie esterna di un corpo
cilindrico o conico, un profilo elicoidale di creste e fondi,
detto filetto, formando una vite (elemento maschio), o sulla
superficie interna, formando una madrevite (elemento
femmina).
Una filettatura è caratterizzata dai seguenti elementi
principali:
La sezione, o il profilo (relativi all’uso specifico della
▪ vite):
− profilo triangolare (filettature di
collegamento);
− profilo trapezioidale (viti di manovra);
− profilo a dente di sega (viti di manovra);
− profilo tondo (viti di manovra).
Nella filettatura si distingue profilo ideale (che la
caratterizza, vedi H) e profilo nominale, che pu&ogr