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DECRETO LEGISLATIVO:
Atto che il governo adotta sulla base di una delega che ha ricevuto dal parlamento. Il
parlamento si spoglia del suo potere e lo delega al governo con legge. Di regola il Governo
non può esercitare il potere che lo porta ad approvare norme che hanno la stessa forza
della legge. è un potere eccezionale.
→
Art. 76 Cost.: questa legge di delega non può essere in bianco, ma deve essere con
determinazione di principi e criteri direttivi, per un tempo limitato e oggetti definiti il
→
Parlamento deve dare precise istruzioni al Governo. Può essere anche stabilita una delega
ulteriore, per eventuali emendamenti correttivi.
È anche possibile articolare la procedura, quindi il Parlamento specifica quale tipo di
procedura è tenuto a seguire il Governo.
Se la delega è generica, i termini o gli oggetti non vengono rispettati, allora il decreto
legislativo è incostituzionale. la dichiarazione di incostituzionalità ovviamente agisce
→
anche retroattivamente.
DECRETO LEGGE:
In casi straordinari di necessità e di urgenza. anch’esso costituisce una eccezione.
→
Il Governo può, in casi straordinari di necessità e urgenza, adottare atti aventi forza di
legge, con un’efficacia limitata. Per far sì che la durata di tale decreto sia maggiore, il
Parlamento lo deve convertire in legge, entro 60 giorni dalla sua pubblicazione.
Es. terremoto: interviene il Governo per derogare l’ordinaria disciplina per la costruzione
delle opere pubbliche. Sulla base di questi decreti vengono stipulati dei contratti. Il
Parlamento non approva il decreto. I contratti perdono di validità.
Reiterazione dei decreti-legge: i Governi adottavano il decreto, pochi giorni prima
della scadenza dei 60 giorni, sapendo che il Parlamento non avrebbe approvato,
emanavano nuovi decreti cambiando solo qualche parola. Corte costituzionale: i decreti-
→
legge reiterati sono illegittimi.
Altra prassi: la maggioranza che sostiene il Governo, fa degli emendamenti al disegno di
legge del Governo. è legittimo? No, perché la legge di conversione deve avere un
→
contenuto omogeneo al decreto-legge.
Vi è quindi una tendenza dell’esecutivo ad utilizzare il decreto-legge perché gli consente di
avere un procedimento legislativo più rapido.
La Corte costituzionale ha affermato che essa stessa può sindacare la sussistenza dei
presupposti.
La Costituzione non prevede la revisione da parte del Presidente della Repubblica per
decreto legislativo e decreto-legge, ma per la prassi si usa farlo. vedi caso Englaro
→ 66
L’abuso del decreto legislativo e del decreto-legge è una tendenza molto forte dai tempi
della crisi della prima repubblica, in generale è molto forte in tutti gli esecutivi dei paesi
europei. Il governo tende ad impadronirsi di determinate prerogative ad es. per l’esigenza
di mutare rapidamente la legislazione.
Si ricorre al decreto legislativo anche quando si tratta di disciplinare materie complesse e
molto tecniche, su cui il parlamento non è in grado di discutere articolo per articolo
Il decreto legislativo diventa comodo ed efficiente quando si ha l’esigenza di dare
attuazione al diritto dell’UE non direttamente applicabile.
Legge comunitaria/europea = legge con cui il Parlamento ogni anno da attuazione al
diritto dell’UE non direttamente applicabile che necessita dell’intervento degli stati. →
Questa legge è invenzione di Lapergola, giurista che ha ritenuto che con una sola legge il
Parlamento possa smaltire tutto l’arretrato del diritto dell’unione, per mezzo di delega al
Governo.
NB nella legge europea, il Parlamento statale non può coprire le competenze delle Regioni,
che hanno titolo ad attuare il diritto dell’UE non direttamente applicabile per le loro
materie.
REFERENDUM ABROGATIVO
Disciplinato da: Art. 75 Cost. e legge 352/1970 (richiamata all’ultimo comma)
Non è una consultazione popolare (cioè, non si chiede ai cittadini di esprimere
un’opinione) ma ha efficacia costitutiva, cioè se il voto è positivo determina direttamente
l’abrogazione di una legge o di un atto avente forza di legge.
Comma 4 quorum strutturale deve partecipare la maggioranza degli aventi diritto
→ →
al voto.
Comma 2 ammissibilità del referendum Non è ammesso il referendum per alcune
→ →
leggi (sull’inammissibilità del referendum giudica la Corte Costituzionale) come le leggi
tributarie e di bilancio. Leggi di amnistia e di indulto (art. 79): non possono essere
abrogate con referendum perché sarebbero i cittadini a decidere come si fa giustizia.
La Corte costituzionale ha chiarito che ci sono leggi costituzionalmente necessarie che
anche se non sono scritte nella costituzione, sono tali per il loro contenuto.
Es. legge di procreazione medicalmente assistita. viene proposto un referendum
→
abrogativo totale su questa legge. La Corte costituzionale dichiara l’inammissibilità di
questo referendum perché non è ammissibile un’abrogazione totale di una legge che va a
incidere su diritti e libertà fondamentali inviolabili per l’art. 2 Cost.
Es. 2 legge elettorale: tendenzialmente non può essere soggetta a referendum abrogativo
non si può restare senza legge elettorale. La Corte costituzionale ammette un
→
referendum abrogativo sulle leggi elettorali, purché esso sia parziale e lasci un qualsiasi
tipo di disciplina ancora in vigore, perché è costituzionalmente necessario.
La Corte Costituzionale ha elaborato altre cause di inammissibilità legate non
al tipo di legge ma al quesito referendario: esso deve essere chiaro, unito e
intellegibile per far sì che l’elettore comprenda ciò su cui si sta pronunciando.
67
Vincolo del risultato del referendum: cosa accade se un referendum ha
successo e subito dopo il Parlamento o il Governo reintroducono la stessa
norma? La Corte costituzionale si è occupata di questo tema a riguardo del referendum
sull’acqua come bene comune.
Il Governo, con un decreto-legge poi convertito in legge dal parlamento, adotta una
riforma sui servizi pubblici locali, che competono ai comuni. Secondo la legge i comuni
devono individuare un soggetto gestore di questi servizi, che solitamente ha la forma di
una società in cui i soci sono enti locali. Il Governo riforma questa disciplina prevedendo
che entro una data per tutte queste società sono obbligate a cedere almeno il 40% delle loro
azioni ad un investitore privato e che all’investitore privato deve essere garantito un certo
guadagno.
Problema dell’acqua: ci sono perdite enormi dell’acqua disponibile perché la rete del
servizio è piena di buchi. I proprietari del servizio sono i comuni, che non hanno i soldi per
sistemarla. Il Governo pensa allora di introdurre un investitore privato al fine che egli
sistemi la situazione, ma ad egli deve anche essere garantito un margine di guadagno. →
questo porterebbe ad un aumento delle tariffe per l’acqua. Si promuove quindi un
referendum in cui i cittadini vanno a votare con la convinzione di impedire la
privatizzazione dell’acqua.
Ciò che viene abrogato però non è la singola norma sull’acqua, ma l’intera norma che
disciplina i servizi pubblici.
Il Governo, a seguito del referendum, reintroduce la stessa norma, tralasciando ciò che
riguarda l’acqua.
La Corte costituzionale ritiene che la nuova norma del Governo è incostituzionale, afferma
però che il vincolo non è assoluto ed eterno il legislatore ha un margine di
→
discrezionalità che si amplia con il passare del tempo e con il sopravvenire di nuovi fatti.
procedura:
- raccolta delle firme di 500000 elettori
- deposito delle firme alla corte di cassazione che controlla l’autenticità delle firme
- il quesito referendario passa alla Corte costituzionale che ne valuta l’ammissibilità
- in caso di ammissibilità il Presidente della Repubblica può indire il referendum, in intesa
con il Governo, in un arco temporale ben preciso
- se si raggiunge il quorum si procede allo spoglio dei voti
- se vince il sì la norma è abrogata
Il referendum viene disciplinato dalla legge n° 352/1970 perché nel 1970?
→
La classe politica sente il bisogno di disciplinare il referendum abrogativo perché nasce
come oggetto di un accordo politico: ad un certo punto in Parlamento matura
trasversalmente una sensibilità rispetto al tema del divorzio e il Parlamento decide di fare
una legge, alla quale la democrazia cristiana inizialmente si oppone. La democristiana
consentirebbe all’approvazione della legge se però i cittadini sono d’accordo. 68
Quindi il referendum abrogativo è nato perché era utile alle forze politiche per trovare un
determinato accordo.
Fonti primarie regionali statuti delle Regioni ordinarie disciplinati dall’art. 123
→
della Costituzione.
Art. 123: “Ciascuna Regione ha uno statuto che, in armonia con la Costituzione, ne
determina la forma di governo e i principi fondamentali di organizzazione e
funzionamento. Lo statuto regola l'esercizio del diritto di iniziativa e del referendum su
leggi e provvedimenti amministrativi della Regione e la pubblicazione delle leggi e dei
regolamenti regionali.
Lo statuto è approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a
maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni successive adottate ad
intervallo non minore di due mesi. Per tale legge non è richiesta l'apposizione del visto da
parte del Commissario di Governo. Il Governo della Repubblica può promuovere la
questione di legittimità costituzionale sugli statuti regionali dinanzi alla Corte
costituzionale entro trenta giorni dalla loro pubblicazione.”
Gli statuti sono leggi regionali (non vanno confusi con gli statuti delle regioni speciali che
sono leggi costituzionali) è come se fossero delle piccole costituzioni regionali. Sono leggi
regionali approvate con una procedura aggravata rispetto a quella per le normali leggi
regionali. È una approvazione molto simile a quella per quanto riguarda la modifica della
Costituzione ed è disciplinata dal II comma dell’art. 123.
Nello statuto ci deve essere la forma di governo e i principi fondamentali di organizzazione
e funzionamento.
Forma di governo la Costituzione lascia alle Regioni uno spazio per definire quale è la
→
forma di governo. La forma di governo regionale più diffusa è una forma di governo
diversa rispetto quella del circuito