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DURATA DELL'ESECUTIVO

In una forma di governo di tipo maggioritario da una parte l'esecutivo dovrebbe essere di durata e il presidente del consiglio dei ministri viene individuato nella leader della coalizione. Da un punto di vista formale il governo cessa le funzioni con le dimissioni del presidente del consiglio dei ministri, tuttavia queste dimissioni possono essere o giuridicamente volute oppure un atto volontario da parte del presidente, distinzione utile a capire come si siano avute le molteplici crisi di governo. Tra le dimissioni obbligatorie vi è quella in cui all'indomani delle elezioni il presidente del consiglio dei ministri per consentire al presidente della repubblica di valutare i risultati delle elezioni e poter procedere a verificare che ci sia una maggioranza di governo. Siamo nella patologia quando viene meno il rapporto fiduciario, nel caso italiano avendo le camere uguali poteri (bicameralismo perfetto), basta che in una venga a mancare il rapporto fiduciario.

La costituzione italiana non ha previsto particolari meccanismi che garantiscono la stabilità dell'esecutivo rispetto alla possibilità che il parlamento voti la fiducia. Ha previsto che sia necessario approvare uno specifico atto, ovvero la mozione di sfiducia, e ha previsto che un voto contrario su una proposta del governo non determina l'obbligo di dimissioni. Per il resto, non ha previsto maggioranze particolari, come la maggioranza semplice o la sfiducia costruttiva. Anche il governo può decidere di mettere in discussione il rapporto fiduciario tramite la questione di fiducia, ovvero quando il governo decide di condizionare la sua permanenza in camera al fatto che la camera approvi un determinato atto. Con questo atto, il governo chiede al parlamento di approvare un determinato testo nella forma da lui pattuita. Si tratta di uno strumento forte che il governo ha per indirizzare i lavori parlamentari e fare in modo che il parlamentoapprovi un disegno di legge nelle modalità previste. Se propongo la questione di fiducia su un determinato disegno di legge, automaticamente tutti gli emendamenti vengono rigettati, si deve votare il testo per come proposto dall'esecutivo, in altri contesti si parla di voto bloccato proprio perché chiedono alla camera di votare per quel testo e non altro. Quindi diciamo che la questione di fiducia è piuttosto frequente proprio a causa delle conseguenze che ha sul piano procedurale dei lavori parlamentari anche perché consente all'esecutivo di costringere le due camere ad approvare il testo secondo le modalità da lui decise. Accanto a questa dimensione delle dimissioni obbligatorie abbiamo anche quella delle dimissioni volontarie, che determinano le crisi parlamentari, le crisi non sono determinate dall'approvazione di un apposito atto in parlamento ovvero la mozione di fiducia o la questione di fiducia. Si tratta di valutazioni che vengono fatte.

Dal singolo presidente del consiglio dei ministri e certamente possono essere l'esito e il frutto di un lavoro parlamentare; se il parlamento non dovesse approvare un disegno di legge particolarmente importante per l'indirizzo politico dell'esecutivo, la legge di bilancio ad esempio, o non dovesse approvare una legge di ratifica di un trattato internazionale che è stato sottoscritto dall'esecutivo è chiaro che questi sono atti politici rilevanti che plausibilmente, il presidente del consiglio può trarre la conseguenza di non avere la maggioranza però è una valutazione politica e non giuridica. Formalmente gli unici atti che costringono il presidente del consiglio alle dimissioni sono i due sopra citati. Abbiamo dunque un governo dimissionario, un governo in carica ma si dovrebbe attenere all'ordinaria amministrazione.

COME IL GOVERNO ENTRA IN FUNZIONE

Articolo 92; 93; 94.

Nell'articolo 92 la costituzione si limita a dire

composto il governo; Presidente del consiglio dei ministri (organo monocratico), ministri e consiglio dei ministri (organo collegiale). E ci dice anche come si forma; il presidente della repubblica nomina il presidente del consiglio dei ministri e su proposta di questo i ministri. L'articolo 93 dice che prima che il governo assuma le sue funzioni deve giurare nelle mani del presidente. Il giuramento è il momento in cui entra in carica il nuovo governo e se ne va il precedente governo dimissionario, il nuovo governo che giura fedeltà alla costituzione si trova nella stessa situazione del governo dimissionario perché non ha ottenuto la fiducia delle camere e quindi per prassi si ritiene che anche questo debba essere limitato dall'ordinaria amministrazione. Non tutti gli ordinamenti li prevedono ma nel nostro è richiesta una fiducia esplicita. La nomina del presidente del consiglio dei ministri da parte del presidente è un atto.discrezionale del presidente, ma è condizionata dal fatto che ci sia una figura avente la fiducia parlamentare. L'articolo 94, ci dice che entro dieci giorni dalla nomina questo deve avere la fiducia da entrambe le camere. Evidentemente se siamo in un contesto di forma di governo di tipo maggioritario abbiamo che la maggioranza viene ad essere formata all'indomani delle elezioni, la coalizione che vince ha la maggioranza dei seggi e il leader di essa diviene il presidente del consiglio dei ministri, è l'elettorato che con il suo voto ha determinato la coalzione avente la maggioranza e dunque implicitamente vota il presidente del consiglio dei ministri. Ma in un situazione come quella della prima repubblica o come quella attuale dove il sistema elettorale non è volto ad individuare la maggioranza parlamentare all'indomani delle elezioni ma di fare in modo che si favorisca la presenza di diverse forze in parlamento e successivamente queste stipulino un

Accordo per individuare la maggioranza e un programma politico, queste fasi non bastano. Le prassi della formazione di un governo di tipo collegiale sono state integrate con ulteriori passaggi e questi sono:

  1. Consultazioni; il presidente della repubblica fa delle consultazioni (colloqui) con i parlamentari e con i partiti politici allo scopo di giungere alla formazione di una maggioranza parlamentare.
  2. Incarico; al termine della consultazione vi è bisogno che il presidente dia un incarico orale e non formale, l'unica cosa formale è la nomina. L'incarico è il fatto di affidare alla personalità che emerge come in grado di formare quella che è la maggioranza e anche il compito di nominare i ministri. Se l'operazione riesce la persona riesce allora si passa all'atto formale della nomina attraverso un decreto.
  3. Nomina; dopo essa il presidente deve verificare che vi sia una maggioranza parlamentare che sostenga un qualsiasi governo.
Sedovesse verificare che ciò non esista l'unica soluzione è lo scioglimentoanticipato delle camere. Dunque essa può essere presente sia in fase diformazione del governo che dopo esso.Bisogna vedere se all'interno del governo prevale la figura monocratica del presidentedel consiglio dei ministri o se prevalga il consiglio dei ministri.Nel primo modello tendenzialmente prevale il collegio, e il consiglio dei ministri con ilruolo di decisione e il presidente come primus inter pares ha solo il compito dieleggere i ministri.Nel sistema maggioritario il presidente del consiglio dei ministri è un organomonocratico che dirige l'indirizzo politico dell'esecutivo, premiership.L'articolo 95 dice che il presidente del consiglio dei ministri, organo monocratico,dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. Sembrerebbe che ilpresidente abbia dei poteri particolari e che non sia un primus inter pares, posizionedi indirizzo politico (principio monocratico). Tuttavia, subito dopo, l'articolo dice che esso mantiene l'unità di indirizzo politico promuovendo e coordinando l'attività dei ministri, dunque la funzione di questo è quella di mantenere la funzione di indirizzo politico coordinando l'attività dei vari ministri. La costituzione dunque si mantiene particolarmente ambigua in base al fatto se il primo ministro debba avere una funzione direttiva oppure no, dunque se prevale il presidente del consiglio dei ministri o il consiglio dei ministri. Nell'articolo 92 dove si afferma che il presidente nomina il presidente del consiglio dei ministri e su proposta di questo anche i ministri, dunque ha un potere di proposta ma non c'è la possibilità di revoca nel caso in cui la condotta del ministro non sia conforme all'indirizzo politico. La costituzione tedesca è tendenza maggioritaria e con un ruolo di indirizzo politico.del cancelliere particolarmente forte. Il governo federale è composto dal cancelliere federale e dai ministri federali, manca un riferimento all'organo collegiale. Il cancelliere federale viene eletto dal Bundestag su proposta del presidente federale, è eletto chi ottiene la maggioranza assoluta. Nel caso tedesco il rapporto fiduciario viene espresso con l'elezione a maggioranza assoluta solo del cancelliere. Mentre nel caso italiano la fiducia viene espressa non solo per il presidente del consiglio dei ministri, ma anche per l'intero collegio. Questa elezione diretta che viene data solo al cancelliere non è indifferente per il fatto di attribuire ad esso una posizione di supremazia; determina le direttive politiche e ne assume la responsabilità e nel rispetto di tali direttive ogni ministro lavora autonomamente. La legge n 400/1988 ha codificato ciò che era avvenuto nella prassi e quindi ha privilegiato l'organo collegiale come quello chedetermina le scelte d'indirizzo politico, questo vuol dire che spetta al consiglio dei ministri adottare: - i disegni di legge in parlamento, che vengono preparati da un ministro competente, ma la decisione sul testo che deve assumere quel determinato disegno di legge è collegiale, dunque spetta al consiglio dei ministri adottare il testo di disegno di legge che va poi presentato alle camere. - Spetta al consiglio la delibera in merito agli atti normativi dell'esecutivo, atti primari e secondari, ovvero tanto i decreti legge e legislativi, dunque atti che una volta emanati dal presidente della repubblica hanno forza di legge, e i regolamenti dell'esecutivo, la fonte del diritto subordinata alla legge che serve a dare attuazione ad essa. - La funzione di indirizzo politico collegiale si può trovare anche per quanto riguarda le nomine di dipendenti pubblici o dello stato. - Indirizzo politico in politica estera dell'Italia. - Sempre al consiglio dei ministri ma su altre questioni di rilevanza nazionale.

Iniziativa del Presidente del Con

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
50 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marticata77 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Strazzari Davide.