Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ESERCITAZIONI!!!
A partire da mercoledì 4 novembre per alcuni blocchi di 2/3 ore, come ci aveva detto all'inizio del corso, quest'anno per la prima volta il prof ha ritenuto che fosse importante e molto utile che ci fossero anche delle esercitazioni formali di corporate governance, dove per esercitazioni si intende sostanzialmente la partecipazione di un altro practitioner, in questo caso si tratta del dottor Marco Seracini che è sindaco di Eni, al terzo mandato su designazione del MEF. A Marco il prof ha chiesto anche a lui concretamente di parlarvi (Peter è più su un contesto internazionale visto da una grande società di consulenza, mentre il dottor Seracini è più su un contesto nazionale all'interno dell'organo di controllo, quindi di una carica, di una delle imprese, in passato era la più grande, adesso no, per capitalizzazione, ma sicuramente una multinazionale), di affiancare il prof Bellavite nella
spiegazione concreta della funzionalità della governance dal vivo e dal vero di una grande impresa. Anche per quanto riguarda Marco Seracini valgono esattamente le stesse cose che il prof ci ha detto per Peter Parry: sempre pur nella difficoltà estrema di fare lezione con una qualche forma di normalità didattica, nonché accademica in questo periodo invita a fare domande (magari in questo caso è anche più semplice perché è in italiano) e vediamo di stabilire un rapporto che può essere molto utile. Tra l'altro Seracini è anche membro del comitato scientifico dello CSEA, che è il Centro Studi di Economia Applicata della Cattolica che Bellavite dirige una consuetudine che diciamo può dal nostro punto di vista tradursi anche in ed è una persona con cui c'è future tesi, stage presso Eni e così via massima disponibilità. La stessa cosa vale per Bain. Board of Directors Vediamoun attimo di dire qualcosa sul successivo argomento che ci troviamo davanti. Nell'altra lezione della settimana scorsa avevamo parlato dell'assemblea, adesso parliamo del consiglio d'amministrazione, quindi entriamo proprio nella ultima parte del corso nel vivo della corporate governance entriamo nel vivo della corporate governance perché il CdA è veramente stato quello che viene definito come il fulcro della corporate governance. Buona parte dei problemi che abbiamo delineato come i costi di agenzia del capitale proprio e i costi di agenzia del capitale di debito, problemi legati ai conflitti di interesse e ai benefici privati vengono storicamente (fa un po' sorridere dire storicamente perché erano cose che erano assolutamente consolidate fino a 15 anni adesso non lo sono più) "risolte" all'interno del CdA. Questo significa sostanzialmente che per lungo tempo la corporate governance ha individuato nella struttura ottima,
Composizione ottima, funzionamento ottimo del CdA il luogo che era in qualche modo atto, adeguato per risolvere buona parte dei temi di conflitti di interesse di benefici privati che sono stati messi in luce durante le nostre lezioni. Quindi, la risposta tipicamente alla domanda: come facciamo a massimizzare per esempio l'efficienza corporate governance? Come facciamo a minimizzare la dimensione dei benefici privati? Come facciamo almeno rendere minimi i conflitti di interesse? La risposta storica che ha trovato ampia eco nella letteratura fino alla crisi del 2008/2009 è stata per l'appunto quella di dire: il CdA rappresenta un luogo adibito alla corporate governance. Mentre abbiamo fatto lo stesso ragionamento per quanto riguarda l'assemblea e siamo arrivati a una conclusione dubitativa: dopo avere analizzato il funzionamento dell'assemblea, la presenza degli investitori istituzionali, la presenza dei professionisti in assemblea, la durata e altre cose.
siamo arrivati a una conclusione di governance, ma del tipo: l'assemblea è un po' come il Parlamento, può essere ragionevolmente un luogo soprattutto nei momenti in cui in qualche modo ci troviamo davanti prospetticamente a un possibile momento di default non tanto un momento di default a livello corporate, ma quanto a un indirizzo diverso. Tanto è vero che veniva fuori che l'assemblea poteva essere un luogo di governance effettiva, per esempio nel momento in cui ci trovavamo davanti delle strutture proprietarie che erano meno ferree, meno concentrate o più frammentate rispetto alle evidenze empiriche che il prof ci ha proposto. Per quanto riguarda l'Italia, quanto riguarda il CdA non è così: questo è stato il luogo principe della corporate governance fino almeno alla crisi del 2008/2009. Dopo vedremo e seguiremo piano piano proseguendo il corso un luogo rilevante per quanto riguarda la corporate governance è.diventato il sistema dei controlli perché si immaginò che fosse stata effettivamente una mancanza, delle debolezze nel sistema dei controlli non ad avere scaturito ma a non essere riuscito adeguatamente ad arginare la crisi finanziaria globale del 2008/2009. Poi come abbiamo già visto nella parte introduttiva del corso in anni più recenti si è progressivamente focalizzata l'attenzione sui temi della sostenibilità, dell'ambiente, ESG e su questo diremo più avanti.
Una cosa importante da dire è che mentre come noi abbiamo visto quando abbiamo parlato del TUF dove gli art. 148, 149, 150 (lo vedremo bene con il dott. Seracini nei dettagli) viene ordinato per legge, quindi da codice collegio sindacale di una quotata, non esiste da nessuna parte a livello quella che deve essere l'attività di un giuridico, se non a livello di codice di autodisciplina, una normativa specifica per quanto riguarda il CdA. Vengono statuiti
realtà a volte è molto difficile: pensiamo ad esempio ad un caso ce ne sono stati anche di uno molto bello che si è chiuso qualche mese fa nel contesto del mondo creditizio recente, ce n’è stato italiano: come può essere difficile riuscire a valutare adeguatamente nei confronti sempre degli azionisti noi siamo quella che è la correttezza per esempio di un’offerta di acquisto o di un’offerta di fusione consiglieri di amministrazione di una società che si trova essere oggetto di un’operazione di merger piuttosto che di una proposta di acquisto, dobbiamo valutare correttamente questa proposta: è una proposta che esprime un prezzo equo a seconda del diverso contesto in cui questo avviene (chi ha fatto corporate finance si ricorda che nel mondo delle valutazioni la finalità valutativa non è indipendente dal valore, ovvero la premessa metodologica sulla motivazione per cui io faccio una valutazione.
d'azienda incide sul valore). Prezzo congruo per chi? Ovviamente per gli azionisti e quindi capiamo che possiamo avere un conflitto di interessi tra il fatto di consigliare (che è il nostro dovere) correttamente gli azionisti su cosa fare: vendere piuttosto che tenere, andare avanti o quant'altro e quello che potrebbe essere il nostro comprensibile obiettivo magari di continuare ad avere una carica; il secondo tema è duty of care: chi fa il consigliere di amministrazione deve avere Duty of care- innanzitutto una formazione delle capacità e da questo punto di vista per esempio nasce il merito creditizio il tema del fit and proper, cioè il fatto che ci sia una verifica che gli amministratori per esempio nelle banche siano fit e non unfit, cioè che siano adeguati e non inadeguati, quindi propriamente equipaggiati delle conoscenze base per fare questo lavoro. È molto importante, soprattutto è portato davanti alla BCE, il fatto che unoità e risorse per raccogliere tutte le informazioni necessarie prima di prendere una decisione. Questo implica la consultazione di fonti affidabili, l'analisi dei dati disponibili e la valutazione delle possibili conseguenze delle proprie azioni. Inoltre, agire informato richiede anche la consapevolezza dei propri limiti e delle proprie competenze. Non si può pretendere di essere esperti su ogni argomento, ma è importante essere consapevoli delle proprie conoscenze e capacità e, se necessario, cercare l'aiuto di esperti o consulenti. Infine, agire informato implica anche considerare le diverse prospettive e opinioni. Non bisogna limitarsi a una sola fonte di informazione, ma cercare di ottenere una visione più completa e obiettiva della situazione. In conclusione, agire informato è fondamentale per prendere decisioni consapevoli e responsabili. Richiede tempo, impegno e una mente aperta, ma ne vale sicuramente la pena.