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DIPOLO-DIPOLO
Due molecole dipolari interagiscono mediante interazioni dipolo-dipolo. Tali forze
dipendono dall’orientazione delle due molecole: la parte positiva di una molecola
si orienta in prossimità della parte negativa dell’altra molecola. Queste interazioni
possono influire sulle proprietà fisiche (temperatura di fusione, temperatura di
ebollizione). Un esempio è il legame idrogeno. Esso si realizza tra molecole
contenenti atomi di idrogeno legati ad atomi molto elettronegativi
e di piccole dimensioni (come F, O, N). Quindi
nell’acqua si possono stabilire diverse forze di legame.
DIPOLO-DIPOLO INDOTTO
Le sostanze polari possono indurre la formazione di un dipolo permanente nelle
sostanze apolari più facilmente polarizzabili (questo avviene più facilmente
quanto più grandi sono gli atomi).
DIPOLO INDOTTO-DIPOLO INDOTTO (FORZE DI LONDON)
Due atomi di elio, a corta distanza risentono di una debolissima forza di
interazione; anche se elettricamente neutri, i due atomi possono legarsi. Questo
perché esiste la probabilità che, in un istante di tempo, gli elettroni si concentrino
casualmente in una parte di un atomo o di una molecola, che da apolare diventa polare. Quindi
può avere istantaneamente un dipolo, che può indurre altri dipoli. Questa tendenza delle molecole
è detta polarizzabilità. L’intensità di tali interazioni aumenta con il numero degli elettroni presenti
nella molecola e quindi con la massa molare. La polarizzabilità dipende dalla grandezza del dipolo,
più è grande e più è polarizzabile. Le forze esercitate dai dipoli indotti si chiamano forze di
London, che si manifestano sulle proprietà fisiche degli elementi.
LE SOLUZIONI
Le soluzioni sono dispersioni omogenee di due o più specie chimiche una nell’altra, in proporzioni
variabili. La componente più presente è il solvente, quello meno presente si dice soluto.
I modi per esprimere la concentrazione sono:
• percentuale in peso, è il rapporto fra la massa del soluto e la somma fra la massa del soluto e
del solvente, per cento
• frazione polare, meno comune, è il rapporto fra il numero di moli del soluto e la somma fra il
numero di moli del soluto e del solvente. La somma tra il numero di moli del soluto e del
solvente deve fare 1.
• Molarità, corrisponde al rapporto tra il numero di moli del soluto e il volume della soluzione (in
[ ]
litri). Per indicare la molarità, bisogna usare le parentesi quadre, come nell’esempio: =
⁄ .
1,2
L'acqua è un solvente polare, per cui le sostanze che si sciolgono meglio sono in genere polari,
mentre quelle che si sciolgono con più difficoltà sono in genere apolari. Le sostanze si sciolgono a
causa delle forze di legame secondarie.
TENSIONE DI VAPORE Un liquido è tenuto assieme grazie alle forze di
tensione superficiale, quindi le molecole che
stanno in superficie tendono a rientrare nel
liquido. Consideriamo una temperatura
costante, le molecole possono avere energia
sufficiente per scappare da queste forze e
passare dallo stato liquido a quello gassoso ad
una certa velocità (evaporazione). Se poniamo
una campana di vetro, le molecole d'acqua inizieranno a passare alla fase vapore con una certa
velocità; mentre alcune rientreranno nella fase liquida, e la probabilità aumenta se ci sono più
molecole alla fase vapore. Se la temperatura è costante, arriva un momento nel quale la velocità
del procedimento diretto è uguale a quello inverso, di conseguenza il numero di molecole alla fase
vapore rimane costante; tale momento si chiama equilibrio dinamico ( A temperatura
= ′).
costante, anche n è costante, quindi la pressione è costante. Tale pressione è la tensione di
vapore. I liquidi con elevata tensione vengono detti volatili; se bassa vengono detti non-volatili. La
tensione di un liquido aumenta all'aumentare della temperatura in
maniera esponenziale.
La tensione dell'acqua è 23,8 mmHg. A 100 °C assume il valore di
760 mmHg, cioè la temperatura ambiente; in questo momento
avviene l'ebollizione normale. L'ebollizione avviene a pressione
ambiente.
LA TERMODINAMICA CHIMICA
La termodinamica studia i trasferimenti e le
trasformazioni di energia, sotto qualsiasi forma, in
particolare di calore in lavoro e viceversa.
Come sappiamo, una funzione o variabile di stato è una
proprietà che dipende dallo stato attuale di un sistema e
non da come esso ci è giunto. La termodinamica è interessata alla loro variazione Δ.
CALORE E TEMPERATURA
La temperatura, riflette lo stato di agitazione termica delle particelle costituenti
il sistema, ed è quindi correlata all’energia cinetica media delle molecole. Il
calore (Q) è una forma di energia “di transito”. Infatti nell’interazione
termodinamica tra due oggetti a temperatura differente vi è uno scambio di
calore. Esso fluisce spontaneamente da un corpo caldo ad uno freddo fino a
quando non raggiungono la stessa temperatura (equilibrio termico). RICORDA: il
calore non è una funzione di stato!
LAVORO
Il lavoro (L) è una forma di energia che può essere utilizzata per sollevare un peso o azionare un
pistone (lavoro meccanico) per far circolare corrente in un circuito (lavoro elettrico).
Il più semplice è quello meccanico di un gas ideale che aumenta il
proprio volume contro una pressione esterna costante (si espande),
oppure lo diminuisce per azione di una pressione esterna costante (si
comprime). Tale lavoro è indicato come lavoro di tipo PV (pressione
volume), ed esso è dato da: Questa uguaglianza è stata
= ∙ .
ottenuta così:
RICORDA: il lavoro non è una funzione di stato!
Osserviamo che calore e lavoro sono equivalenti. Joule, nel corso di una serie
1[ ]
di esperimenti dimostrò tale equivalenza, come: Il Joule
= 4,184 [].
è l’unità di misura dell’energia; mentre la caloria è la quantità di energia
termica richiesta per aumentare la temperatura di un grammo di acqua da
14,5 °C a 15,5 °C.
Consideriamo una vasca isolata, contenente acqua e con un sistema di pale
meccaniche legate ad un sistema di carrucole, assicurate a dei pesi. Questi
pesi vengono lasciati scendere e attraverso le carrucole, le pale ruotano.
Quando i due pesi raggiungono il suolo, le pale si fermeranno e se misuriamo
la temperatura dell’acqua notiamo che è leggermente aumentata. Questo perché l’energia
meccanica si è trasformata in energia termica, e cioè calore.
SISTEMA E AMBIENTE
Tutto ciò che non è sistema avviene definito come ambiente. L' unione di sistema e ambiente si
chiama universo. Esistono tre tipi di sistemi:
sistema aperto: scambia energia e materia con l'ambiente
• sistema chiuso: scambia energia, ma non materia con l'ambiente
• sistema isolato: non scambia né energia né materia. Il sistema
• isolato più grande è l'universo.
VARIABILI DI STATO
Un sistema termodinamico è descritto da un certo numero di variabili di stato. Esse possono
essere:
• Intensive: non dipendono dalle dimensioni del sistema (es: pressione, temperatura, densità)
• Estensive: dipendono dalle dimensioni del sistema (es.: volume, numero di moli)
Somme o differenze o prodotti o quozienti di variabili di stato sono anch’esse funzioni di stato.
ENERGIA INTERNA
Ogni sistema termodinamico ha un suo contenuto di energia interna (U), che è la sommatoria di
tutte le forme di energia del sistema (cinetica traslazionale e rotazionale, potenziale, vibrazionale,
elettronica…). L’energia interna è una variabile di stato.
Come sappiamo la termodinamica è interessata a variazioni di energia interna, invece dei valori
assoluti (in quanto molto difficile da calcolare).
Un sistema chiuso che scambia con l’esterno (ambiente) calore e
lavoro, varia il suo contenuto di energia interna secondo il primo
principio della termodinamica: in ogni sistema chiuso, per qualsiasi
tipo di trasformazione, il calore (Q) ed il lavoro (L) concorrono a far variare lo stato del sistema. La
variazione dell’energia interna (U) è pari a: = – .
In modo analogo possiamo dire: l’energia dell’Universo è costante. Per un sistema isolato ΔU = 0.
CONVENZIONE DEI SEGNI DI CALORE E LAVORO
• L > 0 Lavoro compiuto dal sistema;
• L < 0 Lavoro compiuto dall’ambiente sul sistema;
• Q > 0 Calore assorbito dal sistema (trasformazione endotermica);
• Q < 0 Calore ceduto dal sistema (trasformazione esotermica).
TRASFORMAZIONI
ENTALPIA
L’Entalpia è una funzione di stato, in quanto somma di una funzione di stato (U) e del prodotto di
due variabili di stato (P e V): L’entalpia di un sistema costituito da una sostanza
= + .
chimica è una grandezza estensiva e va espressa in joule (J), ma può essere anche rapportata ad
una ben definita quantità di sostanza (una mole) e può essere espressa anche in J/mol o kJ/mol.
Determinare l’entalpia in valore assoluto è molto difficile, perché è difficile ottenere il valore
assoluto dell’energia interna.
Possiamo dimostrare che sfruttando anche la forma differenziale:
= ( ) ()
= + → = + = + = + +
Per il I principio: Ipotizzo che il tutto avvenga con una pressione costante.
= – . → = − + +
Siccome la pressione è costante, = 0 → = − + .
Abbiamo anche detto che a pressione costante quindi rimarrà solo: .
= , =
,
Si consideri la generica reazione chimica: L’effetto termico di una
+ → + .
reazione è il o in altre parole il contenuto energetico dei prodotti dopo la reazione:
(Z5B
= – = – = ( + ) − ( + )
(Z5B [ & 1(GMG''& (Z5\ZI'& $ ] 6 7
Ricordando che :
=
,
• quando la reazione assorbe calore , il è positivo (reazione endotermica);
, (Z5B
• quando la reazione cede calore , il è negativo (reazione esoter