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La Materia E La Sua Struttura
- Caratteristiche generali dell’atomo
- Peso atomico
- Mole e numero di Avogadro
- Massa molare
1. Caratteristiche generali dell’atomo
Agli inizi del '900 si scoprirono tre tipi di particelle subatomiche fondamentali (presenti in tutta la materia) cioè il protone (p+), il neutrone (mo) e l’elettrone (e-); con fu abbondante le teorie dell’atomo indivisibile di Dalton. Le caratteristiche fisiche:
Massa (g) Cariche elettrica (C) n unità e- 9,1 · 10-28 -4,6022 · 10-19 -1 p+ 1,6726·10-24 +4,6028 · 10-19 +1 mo 1,6745 · 10-24 0 0
- p+ e mo esprimono in modo significativo sul peso atomico.
- Il numero atomico (Z) è il numero di protoni nel nucleo, equivale al numero di e- che ruotano intorno ad esso in un atomo neutro.
- Il numero di massa (A) è il numero complessivo di nucleoni, cioè di p+ e mo.
- Il nuclide AXZ è una specie atomica caratterizzata da una ben determinata composizione del nucleo, cioè da definiti valori di A e Z.
- Gli isotopi sono nucleidi di uno stesso elemento che presentano quindi lo stesso Z ma diverso A.
- Elemento monoisotopico è costituito da atomi tutti uguali poiché presenta un solo isotopo (es. F, Al, P).
- Elemento poliusotopico è costituito da una miscela isotopica dove i diversi isotopi si trovano in rapporti generalmente costanti detti abbondanze percentuali (Pi).
- Es. 1H presenta 3 isotopi: 1H (protio), 2H (deuterio), 3H (trizio) Pi = ni/ntot 100 le loro abbondanze percentuali sono:
- P(1 1H) = 99,8844%
- P(2 1D) = 0,0156%
- P(3 1T) ≅ 10-17
- Gli isobari sono nucleidi che hanno lo stesso A ma diverso Z.
2) Peso atomico
x) Il peso atomico assoluto è la massa misurata in grammi dell'atomo e vale fra 10-24 - 10-22 g. 1 u.m.a. = 1,6606 10-24 g.
y) L'unità di massa atomica (u.m.a.) è l'unità di misura di riferimento per la pesi atomici e corrisponde alla dodicesima parte della massa atomica dell'atomo di 126C, pari a 1,6606 10-24 g.
z) L'arbitrario peso atomico relativo (M) è definito come il rapporto tra la massa atomica assoluta e l'unità di massa atomica:
M(2311Ne) = m(2311Ne)/1 u.m.a. = 22,989 (u.m.a.)
ME = m(E)/1 u.m.a.
es.) Per un elemento politopico è interessante il peso atomico medio pesato, vale a dire la massa media dell'elemento:
MCl = 34,97 u.m.a. × 75,77 + 36,97 u.m.a. × 24,23/100 = 35,453 (u.m.a.)
MP = Σ(Mi × Pi)/100
perché il Cl è formato per il 75,77% da 35Cl (con M35Cl = 34,97 u.m.a.) e per il 24,23% (P36Cl) da 37Cl (con M37Cl = 36,97 u.m.a.)
) Nel caso di molecole non si parla di peso atomico, ma peso molecolare. Essa si ottiene sommando i pesi atomici di tutti gli atomi presenti nella molecola.
) Nel caso di sostanze costituite da unità macromolecolari (non semplici e discrete) si parla di peso formula, che considera l'unità che si ripete.
3) Mole e numero di Avogadro
Per quantizzare il enorme numero di atomi coinvolti nelle reazioni chimiche, è stata introdotta una grandezza, la mole, che è l'unità fondamentale del SI.
) La mole di una sostanza è la quantità di tale sostanza che contiene tante entità (atomi, molecole, ioni, elettroni ...) quante sono gli atomi contenuti in 12 g di 126C.
) Tale numero è chiamato numero di Avogadro (NA). NA = 6,022 × 1023 entità/mol.
) Dato N risercibile, il numero di moli N è dato dal rapporto tra N e NA.
N = N/NA
) Da NA si può ottenere come rapporto tra: grammi moli atomi
massa 1 atomo C/mass NM(12C) = 12 u.m.a. (u.m.a./%atom = 4,6606 10-24 g/u.m.a. = 4,6606 10-24)
... donò nell’unità di tempo tabelle medie è calcolabile da vm= ΔM/Δt avendo dn no – no mentre quelle istantanee è vi = - dm/dt
- Tale velocità è direttamente proporzionale al numero n, perciò
- dm/dt = λm ; m = λ dt ; integrando tra l’istante to è il generico t
- ∫mmo dm/m = ∫tot dt; log m - log mo = - λ t ; log m/mo = - λ t
- m = e-λt mo = mo e-λt e= 2,71828...
Il tempo di dimezzamento (t1/2) è il tempo necessario affinché il numero di radionuclidi si riduca alla metà.
A: Poiché t1/2 = - log 2/λ = log mo - log m - log(2)/λ = log 2/λ = t1/2
- vs. t1/2 (233U ) ℵ 4,47 • 10ℵ a; t1/2 (14C ) ℵ 5,73 • 10ℵ a
- t1/2 (60Co ) ℵ 5,72 a t1/2 (220Th ) ℵ 10-1 s
Il difetto di massa e l’energia nucleare
- B: Si calcola sperimentalmente le masse effettive (meff) dei nuclei di atomi; si osserva che il rapporto numerico è il risultato ottenuto sommando le massi dei nucleoni componenti (mcalc) che differente, Δm è legato all'energia di legame fra i nucleoni.
- Δm = mcalc – meff = mcalc – ( Z mp + N mn ) – meff
1eV = 1,602 • 10-19 Jmp = 1,007276 u.m.amn = 1,008665 u.m.a
- Applicando l'equivalenza tra masse ed energie di Einstein E = mc2 si trova che ad ogni variazione Δm è associata una ΔE in modoΔE = ...
- Si può calcolare l'energia di legame corrispondente ad un difetto di masso di 1 u.m.a
ΔE (1 u.m.a.) = 4,606 • 10-29 J (2,998) 108 2 m2 = 1,493.10ℵ = 932 MeV
- vs.mcalc(u.m.a) | meff (u.m.a) | Δm (u.m.a) | ΔE (MeV)
- D | 2,015 am | 2,013 am | 0,002 am | 2,75
- He | 4,034 am | 4,014 am | 0,030 am | 28,3
- x)
L'energia media di legame dim nucleoni costituisce un indice del:
... le forze di legame dei neur nuclei e quindi ricche delle stabili
te di un nuclide. Si trova come rapporto tra l'energie di legame
- L'ampiezza (A): è il valore massimo del campo oscillante (Emax, Bmax).
- Il periodo (T): è il tempo che l'onda impiega a percorrere una distanza pari a λ; è l'inverso di ν:
T = 1/ν = λ/v.
Lo spettro delle radiazioni elettromagnetiche è un insieme di radiazioni ciascuna caratterizzata da precisi valori di ν e λ:
ν (H) radiazione λ (m) 1024 γ 10-13 ÷ 10-14 1018 ÷ 1019 X 10-9 ÷ 10-7 1015 ÷ 1016 U.V. 10-8 ÷ 10-9 1013 ÷ 1014 luce 10-7 3 · 1014 ÷ 3 · 1015 I.R 10-3 ÷ 10-7 1012 radio 101 ÷ 10-3- La diffrazione della luce avviene quando l'onda luminosa si trova una fessura che ha una dimensione comparabile della incidente; il risultato è che su un piano distanziato da quello con la fenditura si osservano dei cerchi concentrici alternati chiari e scuri.
- Per l'interferenze tra onde: se si incontrano in concordanza di fase è costruttiva e l'onda risultante ha un'ampiezza maggiore delle due iniziali; se si incontrano in discordanza di fase è distruttiva e s'annullano gli effetti luminosi.
B Natura corpucolare
Nell'interazione con le materia le radiazioni elettromagnetiche si comportano come costituite da fasci di corpuscoli, i fotoni. Questo concetto fu introdotto da Einstein nel 1905 nell'interpretazione dell'effetto fotoelettrico, che la fisica classica non riusciva a spiegare.