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01/10/18
Introduzione 1
Il rischio è misurato dalla volatilità : quando un’impresa sostiene del rischio non va male per forza, perché
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questo potrebbe garantirle anche grandi upside . Tutte le volte che c’è un rischio, si ha dei margini alti ma
allo stesso tempo anche dei costi fissi alti. In Italia, per esempio, molte imprese non ci sono più perché c’è
stato un processo di selezione dovuto al fatto che il rischio maggiore è sopportato solo da alcune aziende.
L’insolvenza ha portato le aziende meno attrezzate a sopportare il rischio ad estinguersi.
È stato dimostrato che chi ha investito in 4.0 hanno potenziato molto la qualità dei ricavi, non solo il 4.0 ma
il cambiamento dei modelli in generale.
Ripensare alle strategie è fondamentale, cambiare il modello di business e la struttura finanziaria serve a
limitare il rischio. Bisogna approcciarsi al problema e fare business in maniera innovativa, puntare sul
cambiamento e l’innovazione.
3
Il private equity può essere visto dal punto di vista dell’operatore finanziario e in una logica strategica, ma
anche in una logica di impresa perché è diventato il più grande player sul mercato, gran parte delle
acquisizioni è fatto dal private equity.
Negli anni precedenti il private equity ha conseguito molti utili sulla leva finanziaria.
AIFI: associazione italiana private equity, raggruppa tutti i fondi italiani che investono nel private equity.
Definizione private equity: è un fondo che acquisisce partecipazioni di maggioranza o minoranza in una
logica che questo investimento crei valore, ed entro un determinato periodo di tempo dovrà cercare di
rivendere questa partecipazione e guadagnare sulla plusvalenza di valore. Ciò che differenza le altre forme
di finanziamento è il tempo che risulta fondamentale. Quindi il fondo di private equity gestisce denaro di
terzi per cercare di ridare denaro.
Tra le principali iniziative gestionali che hanno determinato la crescita del business si trovano:
• Lancio di nuovi prodotti
• Incremento della quota di fatturato estero rispetto a quello domestico
• Ingresso in nuovi mercati attraverso l’apertura di sedi commerciali e Joint Venture
• Iniziative di efficientamento dei processi produttivi
1 Con questo termine si indica il grado di variabilità dell’investimento rispetto al suo valore medio: ad esempio se un
titolo azionario ha un livello di volatilità pari a 30 e rendimento medio atteso del 10% significa che, in due anni su tre,
posso aspettarmi che il titolo oscilli tra più il +40% e il -20%
2 Margini positivi.
3 Capitale di investitori esterni utilizzato per finanziare imprese in fase di avviamento, operazioni di leverage buyout,
ristrutturazioni ecc… 3
La finanza strategica si occupa di misurare gli effetti di decisioni finanziarie dell’impresa con l’obiettivo di
raggiungere e consolidare equilibri di sostenibilità finanziaria. Quindi gli impeghi con le fonti.
La compatibilità tra passivo e attivo non è solo la durata, è necessario anche il capitale paziente che si possa
adottare nell’investimento in innovazione e cambiamento.
La struttura finanziaria incide sulle performance e sulle scelte operative.
Modello delle 3 P
1. Preventiva: in grado di anticipare le tendenze economico finanziarie, trasformando i rischi in
opportunità
2. Partecipativa: in grado di dialogare e coinvolgere tutte le «aree» aziendale
3. Proattiva: con il sistema interno ed esterno, contribuendo alla definizione del contesto competitivo
Le opzioni strategiche
Il modello di Gant mira a massimizzare il valore di mercato dell’impresa investendo in attività reale avendo i
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rendimenti superiore al costo opportunità . Se ho una buona strategia posso investire in attività più
redditizie. Il ruolo finanziario è un’unità accentrata.
L’ufficio centrale elabora per ogni parte del mondo. Il WACC di ogni investimento permette di trovare
investimenti che abbiano un tasso di rendimento maggiore.
Il sistema delle decisioni strategiche:
1. Strategie di corporate (di gruppo) alloca le risorse direzione generale
2. Strategia di businessdivisione A, divisione B
3. Strategie funzionaliproduzione, finanza, marketing
4 Il costo opportunità è l'alternativa a cui un individuo rinuncia quando effettua una scelta economica. In condizioni di
scarsità delle risorse e dei beni, ciascuna scelta implica la rinuncia ad un uso alternativo delle risorse. 4
Le strategie di corporate:
Possono essere diverse, si possono dividere in molti modi tra cui:
Sviluppo: concentrazione o diversificazione (concentrazione, ovvero espansione nei business
esistenti attraverso mutamenti nell’ampiezza prodotto mercato e nell’estensione geografica, e
diversificazione correlata e non correlata), attraverso linee interne, esterne o stringendo alleanze.
Stabilità: in attesa di tempi migliori (per forte incertezza del quadro economico e cerca di
mantenere una stabilità economica) e stabilità in attesa di uscire dal settore (non cambiare le
strategie in attesa che sia la domanda sia il contesto competitivo assumano una configurazione più
chiara). Se lo stallo dura a lungo la capacità competitiva dell’impresa risulta compromessa. Si tende
a massimizzare la cassa per rendere più appetibile l’azienda a una cessione o per reinvestirla. In
Queste strategie dal punto di vista della finanza sono importanti: rating settoriale perché il nostro
debito dipende dal rating dell’azienda (influenzato sia dal rating settoriale che quello del paese). Se
le strategie di stabilità sono causate da un rating basso di settore, allora anche il rating dell’azienda
sarà destinato a scendere; per questo si deve fare molta attenzione al rating settoriale;
mantenimento di linee di fido: in caso di stabilità le banche possono limitare le linee di fido, questo
però limita l’azienda stessa (riducendole troppo non riesco più a crescere); accessibilità a nuove
fonti durevoli cioè l’azienda per avere più tranquillità e senza la pressione della finanza a breve
termine, cerca finanziamenti a medio-lungo termine e di capitale proprio.
Contrazione: hanno due principali cause: il significativo calo della domanda attuale ed attesa (è un
problema non di competitività dell’impresa, ma un problema di competitività del settore); difficoltà
non transitorie di competere in un segmento o in un mercato (ex Microsoft che acquista Nokia e ad
oggi sul quel segmento ha strategie di contrazione). Le azioni di contrazione non modificano il
business model ma cercano di ridurre il punto di pareggio. La logica di queste strategie è ridurre i
costi badando alla possibilità di renderli più flessibili (basandosi sul costo operativo, rapporto costi
fissi su costi totali, devo ridurre al minimo i costi fissi). Aziende con alte percentuali di costi fissi (ex
automotive) vedi il caso 500; ricerca quindi di efficienza (ex agire sull’intero sistema del valore) cioè
saturando la capacità, condividendo, dando in outsourcing, riducendo il costo dei fornitori avendo
un flusso migliore; riduzione o blocco degli investimenti in particolare di quelli che hanno tempi di
recupero più lunghi. Si punta quindi: al turnaround, recupero quando l’impresa è vitale, ma ha
perso competitività (ex FCA); a diventare impresa captive cioè diventare impresa sub-fornitrice di
un’altra per ridurre i costi, gli investimenti e i rischi; alla cessione totale o parziale; uscire dal
settore attraverso la liquidazione volontaria o fallimentare. Una criticità è rappresentata dalle linee
di credito autoliquidanti, cioè linee in cui il rimborso del finanziamento avviene in parte o
totalmente attraverso il rimborso del credito perché ho meno denaro con cui finanziare la mia
attività. In un momento di contrazione si deve guardare se si può avere una criticità di 5
%2
finanziamento che non sia autoliquidante. Il secondo elemento è finanziare il turnaround;
turnaround significa disinvestire e poter reinvestire in nuovi settori.
8/10/18
Piano strategico
Quando si parla di strategia finanziaria comunque si finisce a parlare di piano strategico o business plan.
All’interno di questo vi dovrebbero essere insieme strategie di prodotto e mercato ecc ma anche le
strategie finanziarie correlate, per questo nel piano strategico devono andare di pari passo, perché poi ci si
gioca fiducia e soddisfazione soci, sistema finanziario e stakeholders.
Il piano strategico: Il piano strategico ha la finalità di predeterminare le linee di sviluppo della gestione sia
in senso quantitativo (dimensioni) che in senso qualitativo (campi di attività).
Le principali caratteristiche di un piano strategico:
• ha una prospettiva di lungo termine (3-5 anni)
• ha carattere innovativo
• si riferisce alla strategia globale
• è costruito come piano-progetto
Programmare un’attività: significa valutare l’attività e fare scelte d’investimento tali da rendere
compatibile le risorse finanziarie all’investimento.
Previsione: Tentativo di anticipare i futuri movimenti di certe variabili economiche, sociali, ecc., ottenendo
informazioni essenziali per orientare i comportamenti e le scelte aziendali.
Programmazione: Fissare in via anticipata gli obiettivi dell’azione aziendale, definire le linee direttive per il
loro conseguimento e sviluppare piani o programmi scritti circa le sequenze degli atti e dei tempi di
esecuzione delle operazioni di gestione. è fondamentale per la valutazione delle aziende.
Il riferimento temporale può variare in base:
ai settori
all’ambiente
al mercato
Gli elementi di freno dello sviluppo: fiscalità, burocrazia, scarsa flessibilità lavoro, scarsa propensione
all’innovazione.
Obiettivi primari: entrata in nuovi mercati, ampliamento prodotti/servizi, migliore sistema controllo
gestione.
Il controllo di gestione: è soprattutto strategico, non solo il bilancio.
Le minacce sono: concorrenza di altri Paesi, concorrenza prodotti innovativi, carenza di risorse finanziarie. 6
Se un’azienda non ha pianificato le sue risorse finanziarie non riesce a portare a termine gli obiettivi.
Gli elementi di successo: l’azienda che riesce ad equilibrare bene l’organizzazione e gli investimenti.
Le modalità principali di internazionalizzazione: Export.
I modelli attualmente adottati sono forme leggere di internazionalizzazione.
Quando l’alleanza strategica inizia ad essere importante competition.
L’investimento diretto è più