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ORGANIZZAZIONE DEL DNA NELLA CELLULA
Negli eucarioti, il DNA si trova nel nucleo, che comunica con il citoplasma attraverso i
pori nucleari, mentre nei Procarioti esso si trova nel citoplasma. Nel nucleo il DNA si
trova in forma più complessa, legato alle proteine e formando macromolecola chiamata
cromatna. Il livello di condensazione però può essere diverso nei vari punti, se il DNA è
più o meno addensato:
Eterocromatina. Comprende le regioni del nucleo in cui il DNA è molto condensato
con le proteine. Essa si divide a sua volta in:
Costitutiva, se raccoglie in sé DNA sempre condensato
Facoltativa, se raccoglie in sì DNA che può essere sia condensato che
non.
Eucromatina. Comprende le regioni del nucleo in cui il DNA è meno condensato.
Le proteine che compongono la cromatina possono essere anch’esse di due tipi:
Istoni, piccole proteine che si sono conservate nell’evoluzione e che hanno una
sequenza fondamentale. La loro sequenza è caratterizzata da un centro di
amminoacidi apolari e due code cariche positivamente, in particolare arginina e
lisina, con terminazione in una coda con il gruppo NH e nell’altra COOH. Nello
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spazio, gli istoni sono disposti in una sfera globosa apolare con due code cariche.
Esistono cinque tipi di istoni, H1, H2A, H2B, H3 e H4.
Non Istoniche, che comprende tutte le altre proteine, con forma e funzione
diversificata tra loro.
In una cellula eucariote, il materiale genetico è tantissimo e se disteso raggiungerebbe
lunghezze di metri, anche se spessore di circa 2 nm,quindi la cellula deve riuscire e
racchiuderlo nel nucleo, aumentandone lo spessore e riducendone la lunghezza. Il
Nucleosoma è costituito da otto molecole di istoni uguali a due a due, cioè 2 molecole di
H2A, H2B, H3 e H4. Su queste strutture si avvolgono 146 coppie di basi, e così via per
tutta la lunghezza del tratto di DNA, unendo più nucleosomi tramite piccole porzioni di
DNA, creando la struttura a “Filo di Perle”, spesso 10 nm, visibile solo se trattato con
particolari sostanze. Il DNA si lega sugli istoni spontaneamente perché possiede due
code cariche positivamente e il DNA è carico negativamente. Questa struttura si
organizza a sua volta in strutture di ordine superiore, originando il solenoide. Non è
ancora chiaro come esso si strutturi ma ci sono delle ipotesi e l’unica cosa certa è la
presenza dell’istone H1. Il filo di perle si avvolge alla molecola di istone H1,
raggiungendo uno spessore di 30 nm e diminuendo la lunghezza a 0,3 mm. Entrano
quindi in gioco le proteine non istoniche, che creano lo Scaffold, cioè l’impalcatura, su cui
si avvolge il solenoide formando domini ad ansa. In alcuni punti il solenoide è attaccato
allo Scaffold,in altri no e forma una struttura larga circa 300 nm, sempre presente nel
nucleo. Quando però la cellula va incontro a divisione cellulare, la struttura si condensa
ulteriormente formando i bracci del cromosoma.
Per genoma si intende la quantità di DNA che contiene l’informazione per creare
l’organismo e farlo funzionare. Nel genoma sono presenti i geni, sequenze di DNA
necessarie per sintetizzare i polipeptidi. Una popolazione ha i soliti geni nei medesimi
loci, ma possono presentare sequenze diverse, che spiegano la tanta diversità che si
presenta in una popolazione. Questo perché i geni possono presentare una variante
allelica, ovvero una variazione di sequenza, che può produrre proteine sinonime, quando
esse presentano le solite caratteristiche e funzioni, o proteine non sinonime, quando
vengono prodotte proteine con caratteristiche e funzioni diverse. Per ogni gene, in una
cellula diploide emergono due copie, una proveniente dal genoma materno e una
proveniente dal genoma paterno. Le varianti alleliche possono essere diverse,e allora
l’individuo (per quel gene) si dice eterozigote, o uguali, e allora si dice omozigote.
L’insieme delle varianti alleliche di un individuo si chiama genotipo, mentre la loro
manifestazione si chiama Fenotipo. Talvolta a un genotipo corrisponde un fenotipo, altre
volte no, perché ci sono alcune varianti alleliche che si dicono dominanti su altre
recessive, quindi un genotipo eterozigote ha fenotipo uguale a quello omozigote
dominante. Il flusso dell’informazione genica è il fondamento della biologia. I geni
possono essere trascritti, cioè scritti nel solito linguaggio portando quindi le stesse
informazioni de l DNA. Essi poi escono dal nucleo nel citoplasma e il messaggio viene
tradotto, cioè interpretato in messaggio diverso, generando le proteine. Nei procarioti c’è
una differenza di spazio, quindi il meccanismo è molto semplificato. Negli Eucarioti,
invece, si sono alcuni geni che non codificano informazioni per le proteine e servono alla
creazione di molecole di RNA, come l’RNA ribosomiale e l’RNA transfert, che aiutano
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l’RNA messaggero a tradurre l’informazione in proteina. Il gene presenta un punto di
inizio, detto promotore, e un punto di fine, detto sequenza di terminazione della
trascrizione. Nei procarioti, tutto ciò che è compreso nel gene codifica e viene utilizzato,
mentre negli eucarioti si fa la distinzione tra esoni, cioè porzioni di geni che codificano
una proteina, e introni, porzioni che non codificano niente. Nel nucleo, quindi, dopo la
trascrizione del cosiddetto trascritto primario avviene lo splicing, processo dove gli
introni vengono eliminati e gli esoni uniti per formare il vero RNA messaggero. Nel
genoma ci sono moltissimi singoli, cioè si presentano in copia singola, altri in forma di
ripetizione in tandem, ovvero più copie presenti una di seguito all’altra. I geni ripetuti
sono di tre tipi: i geni che codificano gli istoni, i geni codificanti l’RNA ribosomiale e i geni
codificanti l’RNA transfert, poiché essi sono elementi che servono in grandi quantità. La
porzione di DNA che contiene l’RNA ribosomiale è detto nucleolo, dove sono presenti
anche le proteine e le sub unità ribosomi ali che formeranno i ribosomi. Talvolta possono
presentarsi più nucleoli nel nucleo. Il cariotipo è l’insieme dei cromosomi di un
organismo, si può osservare al microscopio nel momento della divisione cellulare e
nell’essere umano sono presenti 23 coppie di cromosomi omologhi, tra i quali c’è la
coppia di cromosomi sessuali, XX nelle femmine e XY nei maschi, dove Y è più piccolo e
non propriamente omologhi ma detti eterocromosomi,
MITOSI, MEIOSI E DUPLICAZIONE DEL DNA
La mitosi è un meccanismo di riproduzione tipico delle cellule somatiche,cioè tutte le
cellule del nostro corpo, e le cellule germinali, cioè le staminali che originano i gameti,
mentre la meiosi riguarda solo quest’ultime. Con la mitosi si ottengono due cellule
geneticamente uguali tra loro, con la meiosi invece se ne originano due diverse. In
generale le cellule hanno vita ciclica, ovvero si accrescono, duplicano il loro DNA e si
dividono in due cellule figlie. Questo processo di divisione cellulare si divide in interfase e
mitosi. L’interfase a sua volta è divisa in:
G , fase di accrescimento, in cui la cellula si prepara a duplicare il proprio
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materiale genetico.
S, fase in cui la cellula duplica il suo materiale genetico, che sta infatti per Sintesi
G , fase in cui la cellula, dopo aver duplicato il DNA, attraversa un nuovo intervallo
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in cui si prepara alla divisione cellulare.
Il DNA è un doppio filamento che nasce dalla polimerizzazione dei singoli nucleotidi, con i
filamenti ordinati secondo una precisa direzione e antiparalleli tra loro. Il processo di
duplicazione del DNA è detto semiconservativo, poiché i filamenti iniziali si separano e su
ciascuno si costituisce un nuovo filamento di DNA complementare, ottenendo alla fine
due molecole che hanno all’interno una parte vecchia e una nuova. Nei procarioti, il
punto di inizio della duplicazione è unico, poiché il DNA è circolare e breve, mentre negli
Eucarioti ogni molecola presenta più punti di inizio, poiché sono molto più lunghe, e di
solito comprende regioni in cui si ha abbondanza di coppia AT, perché tra loro i legami a
idrogeno sono più deboli. Quando i filamenti si separano, nell’origine della duplicazione si
crea la cosiddetta bolla di replicazione, apertura che aumenta con il procedere della
duplicazione, poiché i filamenti non si separano completamente in tutta la molecola fino a
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che non è stata replicata. Gli estremi della bolla si chiamano forcelle replicative, e sono i
punti in cui avviene effettivamente la duplicazione del DNA. Negli eucarioti si creano più
bolle, che si estendono verso gli estremi fino ad entrare in contatto con le altre, e
contemporaneamente alla duplicazione, avviene la condensazione della cromatina. Le
forcelle hanno direzione opposta, ma in esse avvengono le stesse operazioni operate da
tre enzimi importanti: elicasi, SSBP e Topoisomerasi, quest’ultima a monte, fuori dalla
bolla, che antecede l’avanzamento. L’elicasi separa fisicamente i due filamenti,
rompendo i legami a idrogeno tra le basi con l’utilizzo di ATP. Per la termodinamica, i due
filamenti tenderebbero a unirsi, e ciò viene impedito dalle SSBP, proteine che si legano al
singolo filamento. La topoisomerasi elimina il superavvolgimento che si forma quando il
DNA viene svolto, poiché negli eucarioti esso si trova legato a proteine, e quindi è una
struttura fissa. Quelle del I tipo fanno dei tagli al singolo filamento, che ruota su se stesso
per 360°, rilassando il giro per poi essere ricucito. Quelle del II tipo fanno dei tagli ai
segmenti che sono ormai superavvolti, interessando il doppio filamento, che ruota su se
stesso, scioglie il superavvolgimento e viene poi ricucito. Il processo tra eucarioti e
procarioti è simile, anche se i primi presentano molti enzimi che hanno isoforme che si
occupano di ulteriori dettagli. Per sintetizzare il vero DNA, interviene un altro enzima, la
DNA polimerasi, che forma legami fosfodiesterici tra 3’ OH del filamento di acido nucleico
e il 5’ fosfato di un unico nucleotide, allungando quindi il filamento che già c’è. Ci sono
fondamentalmente tre tipi di DNA polimerasi, dove quella di tipo III è la principale, che
costruirà il DNA, quella di tipo II ripara eventuali errori e quella di tipo I elimina gli
inneschi di RNA. L’attività della DNA polimerasi però può operare su frammenti già
esistenti, quindi l’RNA polimerasi entra in gioco per creare inneschi di RNA, attaccando
singoli nucleotidi per far iniziare la sintesi. La DNA polimerasi in direzione 3&rsq