Anteprima
Vedrai una selezione di 13 pagine su 57
Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 1 Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 2
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 6
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 11
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 16
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 21
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 26
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 31
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 36
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 41
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 46
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 51
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti dettagliati psicologia generale - parte 4 Pag. 56
1 su 57
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

PSICOLOGIA COGNITIVA

CAPITOLO 1: APPROCCI ALLA COGNIZIONE UMANA

La psicologia cognitiva si occupa dei processi interni (attenzione, percezione, apprendimento, memoria, linguaggio, soluzioni di problemi, ragionamento e pensiero) tesi a comprendere l'ambiente e decidere le azioni più opportuni. La psicologia cognitiva tenta di capire il comportamento umano mentre esegue vari compiti. La neuroscienza cognitiva cerca di utilizzare le informazioni derivate dal comportamento umano e del cervello umano per comprendere l'attività cognitiva. Esistono 4 approcci per lo studio dell'attività cognitiva umana:

  1. psicologia cognitiva sperimentale: Una data specifica da molta importanza alla psicologia cognitiva: 1956. La psicologia cognitiva sperimentale cerca di comprendere l'attività cognitiva usando le competenze comportamentali. Dopo la presentazione di uno stimolo si presentano vari processi cognitivi interni che in seguito producono una risposta. Questo processo che va dallo stimolo alla risposta viene definito processo bottom-up o dal basso verso l'alto. Esistono anche processi inversi dall'alto verso il basso o top-down in cui l'elaborazione è influenzata da aspettative e conoscenze che già possede l'individuo. Quindi possiamo dire che l'elaborazione di una risposta può essere seriale e in molte occasioni parallela. Gli studi della psicologia cognitiva sperimentale si basa su esperimenti rigorosamente controllati e scientifici eseguiti su persone sane in laboratorio. Presenta molti limiti:

    • Il comportamento di un individuo in un laboratorio è assolutamente diverso rispetto alla realtà (manca la validità ecologica)
    • gli psicologi cercano dei risultati in base a velocità e precisione della prestazione
    • le teorie sono solo in termini linguistici
    • i risultati valgono per un caso specifico, non generalizzano

    grande enfasi su processi bottom-up;

  2. neuroscienza cognitiva: Usa le evidenze derivate dal comportamento e dal cervello umano per comprendere l'attività cognitiva umana. Bisogna capire com'è organizzato il cervello e le sue aree. Il cervello è formato da 4 emisferi divisi ciascuno in 4 lobi: frontale,parietale,temporale e occipitale. I ricercatori usano termini più specifici per individuare le aree del cervello che si attivano durante l'esecuzione di un compito: dorsale (superiore o alto), ventrale (inferiore o basso) anteriore (davanti) posteriore (dietro) laterale (a lato) e mediale (in centro). Con questa disciplina si può dire/stabilire dove e quando avvengono i processi cognitivi. Ci sono vari tipi di tecniche per scoprire questo e ogni ricercatore cerca di utilizzare la miglior tecnica in base alla situazione. Le varie tecniche differiscono nella precisione di identificazione delle aree cerebrali attive durante il compito (risoluzione spaziale) e la durata dell'attivazione (risoluzione temporale). Esistono 5 tecniche:

    • registrazioni a unità singola che studia i singoli neuroni
    • potenziali evento-correlati o EEG cioè elettroencefalogramma misura l'attività elettrica del cervello sulla superficie del cuoio capelluto
    • tomografia evento-correlati o PET in cui viene iniettato un liquido marcato con isotopi radioattivi che si accumula nei vasi sanguigni del cervello,un apparecchio misura i positroni emessi dal liquido,un computer traduce in immagini di livelli di attività delle diverse parti del cervello. Ha grande risoluzione spaziale ma presenta un grosso limite cioè che è una tecnica molto invasiva
    • risonanza magnetica utilizza le onde radio per stimolare gli atomi del cervello producendo variazioni magnetiche che vengono interpretate da un computer e trasformate in immagini tridimensionali, forniscono informazioni sulla struttura del cervello e non sulle funzioni. Per verificare la funzione del cervello viene usata la risonanza magnetica funzionale in cui viene misurato il BOLD cioè un contrasto ematico dipendente dal livello di ossigeno ematico. Ha una risoluzione spaziale molto buona. Anch'essa presenta limiti: fornisce una misura indiretta dell'attività neuronale,il segnale BOLD a volte viene distorto e lo scanner utilizzato è molto rumoroso.
    • magneto-encefalografia o MEG prevede l'impiego di un dispositivo superconduttore per l'interferenza dei quanti che misura i campi magnetici prodotti dall'attività elettrica del cervello; essendo di zona trasparente ai campi magnetici fornisce una misura precisissima dell'attività celebrale,ha un'ottima risoluzione temporale

Perché i cognitivisti si distinguono dai neuroscienziati cognitivi?

Obiettivi di neuroscienziati e psicologi cognitivisti sono simili.

  • Sostengono in modo convincente che bisogna studiare il cervello e comportamento inoltre, quindi quando sono impiegati in compiti cognitivi.
  • Utilizzano tecniche di imaging cerebrale
  • Molti di loro studiano gli effetti delle lesioni cerebrali sull'attività cognitiva umana.

Elaborazione seriale

p. 2

  • Indica che il processo in corso deve essere completato prima che possa iniziare quello successivo.

Elaborazione parallela

p. 3

  • Vi sono molte situazioni in cui alcuni processi implicano in un compito cognitivo si verificano nello stesso momento.

Compito Stroop

p. 3

  • I partecipanti devono indicare il colore in cui sono presentate le parole che designano determinati colori ed evitare di menzionare il colore designato dalla parole.

Assunti teorici

p. 15/16

  • Modularità
  • Modularità anatomica
  • Uniformità architettura funzionante tra persone
  • Sottrattività

AC-R Anderson e colleghi hanno proposto questa versione. Secondo Sun le architetture cognitive sono modelli cognitivi ed includono una vasta gamma di applicazioni cognitive.

p. 20

Back Prop

p. 22

  • Meccanismo che consente alle rete di apprendere ed associare una specifica configurazione in ingresso con una configurazione in uscita.

Teoria spazializzazione funzionale

p. 34

  • Proposto da Zeki; secondo cui i patch delle cortecce sono specializzate × 7 funzioni visive.

giorni usiamo di più la visione per azione che ci permette di avere informazioni precise sulla nostra posizione rispetto agli oggetti. I due percorsi ventrale e dorsale in realtà non vengono usati sempre separatamente, ma spesso si aiutano a vicenda questo perché entrambi si proiettano nella corteccia motoria primaria. Grande importanza è l'utilizzo del modo appropriato che richiede il recupero della conoscenza dell'oggetto nella memoria a lungo termine; quest’influenza molto la capacità di afferrare gli oggetti in modo appropriato e questo compito è associato al percorso ventrale che quindi si unisce a quello dorsale per l'azione. I limiti della teoria di percezione e azione si rifanno tutte al fatto che per la maggior parte delle azioni sono influenzate da tutti e due i percorsi.

PERCEZIONE SENZA CONSAPEVOLEZZA

Blindsight: i pazienti con questo problema rispondono in modo appropriato agli stimoli visivi senza un'esperienza visiva consapevole. La loro lesione è situata nell’area visiva principale cioè V1 che serve alla prima elaborazione visiva quindi i pazienti non hanno percezione, ma rispondono al movimento nelle stesse parti lesionate affermando di non vedere niente. Esistono altri 10 percorsi che vanno dall’occhio al cervello e questi pazienti possono utilizzare uno di questi. Ci sono 3 sotto tipi di blindsight:

  • blindisght di azione: questi pazienti riescono a indicare o prendere oggetti nel campo cieco perchè utilizzano il percorso dorsale (paziente G.Y guardare appunti).
  • blindsight di attenzione: i pazienti individuano gli oggetti e i loro movimenti e hanno vaga consapevolezza degli oggetti anche se dicono di non vederli e usano il percorso dorsale insieme alla MT (area del movimento)
  • agnosopia: i pazienti affermano di non avere consapevolezza degli stimoli ma riescono a distinguere forme e lunghezza d’onda e usano il percorso ventrale.

Il blindsight viene valutato attraverso 2 misure: la prima sono i resoconti soggettivi dei soggetti che affermano di non riuscire a vedere niente; il secondo esiste un test a scelta forzata in cui i pazienti devono indicare o tirare ad indovinare lo stimolo. I risultati dimostrano che i pazienti indovinano nella maggior parte dei casi. Inoltre molti pazienti sostengono di avere una visione residua e sono consapevoli del fatto che sta accadendo anche se non vedono niente. La percezione visiva consapevole è associata al percorso ventrale.

Percezione inconscia: in che modo possiamo capire se una persona ha percepito gli stimoli visivi in modo consapevole? Esistono due limiti soglia o criteri:

  • limite soggettivo: il soggetto è incapace di indicare se ha avuto consapevolezza dello stimolo
  • limite oggettivo: il soggetto è incapace di prendere decisioni davanti ad uno stimolo in un test a scelta forzata.

Nella pratica un soggetto hanno consapevolezza dello stimolo in base al limite oggettivo anche quando lo stimolo non supera la soglia limite soggettiva. Le informazioni percepite con consapevolezza sono in genere usate per controllare le nostre azioni e quindi la percezione con o senza consapevolezza influenza il nostro comportamento.

PERCEZIONE DELLA PROFONDITA’ E DELLE DIMENSIONI

Come viene trasformata l'immagine retinica bidimensionale in percezione del mondo tridimensionale?

Esistono vari indizi:

  • Indizi monoculari: vengono chiamati anche indizi pittorici perché usati dai pittori e si presentano guardando anche solo con un occhio.
  1. prospettiva lineare: linee parallele che puntano in una direzione distante da noi e danno l’illusione che siano vicini l'una all'altra man mano la distanza aumenta; questa è senso di profondità in un’immagine
  2. prospettiva aerea: grazie alla luce che si disperde nell’atmosfera noi mettiamo a fuoco gli oggetti vicini rispetto a quelli lontani
  3. tessitura o densità: come i pavimenti che hanno un tasso di variazione di densità di tessitura quando guardiamo da davanti a dietro
  4. interposizione: un oggetto più vicino copre parzialmente un oggetto più distante (illusione ottica di Kanizsa)
  5. ombreggiatura: le immagini bidimensionali non producono ombre, solo quelle tridimensionali lo fanno
  6. familiarità delle dimensioni: quando si conosce la reale dimensione dell’oggetto possiamo usare la dimensione dell’immagine retinica dell’oggetto per stimare la sua distanza
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
57 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 96REBECCA di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Enrici Ivan.