Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il teatro greco e la sua importanza nella riflessione sulla cosa pubblica
La comicità, il riso e la satira costituivano un momento molto sano anche sulla riflessione della cosa pubblica. Come era fatto il teatro greco? Fra gli spettacoli qualunque luogo può essere teatralizzato come il cerchio degli astanti del capo tribù amazonico. Il mitico fondatore della tragedia; all'inizio questo teatro nascente si attribuisce dalla natura drammatica di un canto corale o della tradizione epica. Gli spettacoli nella Grecia si svolgevano all'aperto a causa del clima secco. Da questa narrazione dell'aedo si stacca un elemento di dialogo. Invece che un tizio che parla e canta c'è un dialogo. Nello spazio drammatico del teatro si fa finta che gli succeda qualche cosa di specifico, la nascita del teatro può essere segnalata dallo spazio da un elemento divisorio, la skene è l'elemento divisorio che limita lo spazio teatrale, era fatto da una parete di foglie dentro la quale si creava uno spazio scenico. I teatri greci
nella forma conclusiva sono teatri all'aperto di forma semicircolare in grado di raccolgliere migliaia di spettatori, lo spazio degli attori è delimitato dalla skene, l'entrata e l'uscita degli attori della skene forma la rappresentazione. Il teatro si divide in tre spazi: uno destinato al pubblico, uno al coro e uno agli spettatori. Il pubblico sta in uno spazio disposto intorno alla scena. La collina su cui in origine si sedevano gli ascoltatori della aedo era organizzata con dei gradoni dove si sistemavano gli spettatori. I gradoni si costruivano con una sapienza ingegneristica che era data anche da un'esperienza acustica molto avanzata. C'erano una serie di accorgimenti che rendono confortevole la fruizione dello spettacolo che a volte durava anche molte ore consecutive. Il theatron era lo spazio in cui stavano seduti gli spettatori. Ci sono altre due aree: lo spazio per il coro che è un altro elemento generatore della tragedia e sopravviveaAllo spettacolo tragico antico, come un elemento importantissimo, c'erano dei problemi tecnici molto importanti. Il loro spazio dei coreuti era quello dell'orchestra. Il coro, in tutto questo, è un soggetto molto dinamico che parla, canta e balla. Al centro dell'orchestra c'è un altare di Dioniso che è il residuo che ricorda questa fondamentale espressione del ricordo del mito nei confronti del dio. Il coro movimenta lo spettacolo con una specie di sollievo per gli spettatori e la sua collocazione fisica intermedia tra la cavea e la skene corrisponde a una intermediazione gratuita, il coro è dentro e fuori la finzione dello spettacolo. Svolge una funzione metateatrale. Esprime a voce alta quello che gli spettatori vivono al loro posto non c'è.
Lezione 9
Continuiamo a focalizzarci nel contesto. La poetica di Aristotele, che nel IV secolo a.C. prova a sistemare in una sorta di manuale una sorta di bilancio delle forme della poesia. In una
forma più contraddittoria ci stanno tutti i generi. La riflessione di Aristotele assegna alla tragedia il vertice di una intensità mimetica della poesia, un'epoca di straordinario sviluppo. Il fenomeno del teatro esplode nell'Atene del IV secolo a.C. È un fenomeno strabiliante. Eschilo nasce nel 525 a.C. e muore nel 456 a.C.; Sofocle nasce nel 497 a.c e muore nel 406 a.C; Euripide nasce nel 485 a.C e morì nel 406 a.C. Nel giro di due generazioni si consuma una evoluzione molto accelerata tra Eschilo e Euripide c'è una trasformazione profonda di questo mito del teatro. In Euripide era già ridotto a un puro esercizio ludico. Lo spettacolo teatrale era una articolazione della festa, un contenitore interno a un evento festivo che aveva a che fare con molti elementi della polis. Tutto questo congegno delle grandi dionisie era un momento in cui la comunità e gli stranieri si riuniscono. La commedia si svolgeva durante l'inverno. QuestoIl complesso apparato si avvale di una serie di codici comunicativi. Il costituirsi di queste tradizioni porta alla costruzione apposite: in questo caso il teatro. La presenza degli spettatori fa il teatro. Il teatro greco meglio conservato è quello di Siracusa. L'impianto di questi teatri sono disseminati in tutto il bacino del mediterraneo perché questa invenzione del teatro in età ellenistica il teatro arriva da tutte le parti e nella storia successiva è la storia di una laicizzazione evasiva. Il coro utilissimo per agevolare la fruizione dei primi spettatori diventa via via sempre meno importante fino ad essere perduto. Nella storia del teatro occidentale dove si cercava di fare il teatro greco cercavano varie soluzioni. Teatro olimpico di Vicenza: Andrea Palladio costruisce per un'accademia aristocratica un teatrino di legno e di stucco che rifà in piccolo un teatro greco dove nel 1585 recitano l'Edipo re di Sofocle dove secondo loro diedero
Una giusta rappresentazione filologica, ovviamente era una cosa nata morta. Un'altra reinvenzione della tragedia greca è l'opera lirica: alla fine del '500 una serie di intellettuali facenti parte della camerata dei Bardi ragionando sulla poetica di Aristotele credono di capire che la tragedia greca fosse cantata. C'è la perfetta sintesi ed equilibrio tra musica e recitazione. L'opera lirica esplode come un fenomeno di questo made in Italy e si irradia in tutta Europa, per fortuna senza avere nulla in comune con la tragedia greca. Il teatro greco non si può rifare. La tripartizione dello spazio ci può suggerire come venivano fatti questi spettacoli. Logeion dove c'erano gli attori. Theatron gli spettatori e Orchestra dove c'era il coro. La poetica di Aristotele ha esercitato un fascino straordinario nella cultura europea occidentale. Fu tradotto in varie lingue. Piacendogli tanto decisero anche di rifarlo. In queste riscritture
delle tragedie un problema difficile da risolvere era che cosa farsene del coro. Il coro era considerato ingombrante, gli imitatori classicisti posteriori non sapranno bene come usarlo questo coro. La lirica è un genere di grande fortuna. Orchestra è uno spazio molto grande e praticabile dove i coreuti cantano, parlano e ballano con una funzione interna alla storia. Il coro nell'Edipo re si identifica con i vecchi della città di Tebe e gli anziani si rivolgono al grande re che li ha salvati dalla sfinge. Da una parte il coro sta dentro la finzione drammatica, dall'altra il coro si rivolge agli spettatori e rivolge a loro commenti e sensazioni. Lo spazio dell'orchestra è questo spazio del coro che conserva al centro questo altare di Dioniso. Oggi chiamiamo orchestra quell'insieme del gruppo degli strumenti musicali. Il coro è un residuo per cui ora noi chiamiamo orchestra quello spazio che all'inizio era lo spazio del coro.palcoscenico è unospazio rettangolare su cui si muovono gli attori della scena nel quale gli attori parlano, alle spalle degliattori c'è la skene: è lo spazio da cui compaiono gli attori, la schene del teatro greco è lo spazio dove sisvolge l'azione, tutto il sistema del teatro è condiviso dagli attori, ci sono delle regole. Primo: illogeion ha una ccesso da destra e uno da sinistra, quelli che entrano da sinistra sono gli stranieri,mentre l'uscita di destra porta alla città. La skene può essere più o meno decorata. Ci sono pure deisupporti scenotecnici molto semplici. Oppure quando il meccanismo si è consolidato, questa skenepuò essere fatta con pannelli dipinti, ci può essere un minimo di macchineria la quale è legata alletecnologie di reti, leve e carrucole. ci sono tre tipi di macchine. Il deus ex machina, l'enchiclema permostrare qualche cosa che era accaduta esternamente come cadaveri.
Sul palcoscenico della tragedia greca dove i fatti si rappresentavano con un verosimile, Aristotele dice che la catastrofe e l'orrore vario non viene mostrato direttamente al pubblico ma raccontato al pubblico. Questo per ragioni di verosimiglianza perché mostrare l'orrore è molto difficile. Le tragedie di Seneca mostravano di tutto e di più.
Machina: è la macchina vera e propria, la gru. Gli attori al massimo erano tre perché la scena era piccola e stretta. Eschilo introduce il secondo attore e poi successivamente saranno tre. Gli attori erano merce rara e preziosa perché dovevano avere delle buone capacità di memorizzazione, una bella voce. L'attore si presentava sul palcoscenico in maniera metaforica irriconoscibile: aveva dei calzari che lo alzavano (i coturni), aveva costumi molto drappeggiati e impegnativi, aveva una maschera di legno che aveva anche una funzione megafono. La recitazione dell'attore era una.
recitazione poco mobile, fatta tutta di parola. C'era una convenzione espressiva piuttosto schematica e ridotta ai minimi termini e a questa staticità ponevano rimedio le evoluzioni del coro. Era un'esperienza fisicamente impegnativa fare l'attore. C'erano delle tecniche anche per creare degli effetti sonori. Dal tetto della scena può comparire un personaggio che è chiaramente un dio. Si trattava di un intreccio multilineare di codici in grado di costruire una realtà fittizia. Il fatto che l'agente assisteva a una serie di storie attraverso dei mezzi che venivano via via raffinati. Eschilo realizza tutte queste trovate e tutti questi elementi. Aristotele già maneggia delle informazioni che risalgono a molto tempo prima e fissa delle immagini generando questo sogno del teatro e identificando nel teatro greco una serie di archetipi. Atene costruisce la propria immagine e la propria identità attraverso la filosofia e il teatro. Noiabbiamo uncorpus di testi a cui ci possiamo riferire. Le tragedie avvengono al di fuori della città. La famiglia era rappresentata come una catena di destini. Le tragedie parlano di vendette, di conflitti edei grandi problemi della tragedia umana, sono problemi privi di soluzione. Nelle tragedie greche lasoluzione non c'è, ci possono essere delle tragedie di lieto fine. La tragedia propone un problema, eallora perché si sottoponevano a questa cosa? La tragedia è l'esperienza del limite della condizioneumana.Le tragedie greche sono un esercizio collettivo di affrontare i temi scomodi.La tragedia ateniese ci mostra i personaggi dentro i conflitti con una serie di comportamenti diversiche vengono codificati. La riflessione globale che possiamo fare è che in un contesto come quellodella polis democratica è importante proporre ai componenti della società il concetto del limite e chela comunità umana è destinata a undestino cieco e inesorabile rispetto al quale possiamo comunque fronteggiare valorosamente. Ovviamente rimane un modello assoluto, centra un problema chiave della condizione umana. La traged