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V C C C V
Fase abituazione: vocaleconsonante1consonanteconsonante2vocale : = utspu
1 2
V C V C V
Fase test: vocaleconsonante2consonanteconsonante1vocale: = upstu
2 1
∗ Gruppo 4 controllo: familiarizzazione con la stessa sequenza del gruppo 2, ma senza cambiamenti
nella fase test C C C
Fase abituazione: consonante1vocaleconsonante 2 = tsp
1 2
C C C
Fase test: consonante1vocaleconsonante 2 = tsp
1 2
Ci si aspetta che i bambini del gruppo 1 riconoscano il cambio di suoni da pat a tap, e quindi aumentino il ritmo
di suzione quando avviene il cambio.
Cosa faranno i bambini del gruppo 2?
Utilizzo di 2 indici: prima viene calcolata nel gruppo la media del ritmo di suzione durante la presentazione del
primo suono, e poi con il cambio del suono, per indicare se il ritmo in generale aumenta. Secondo indice: per
ogni bambino si calcola la “dishabituation ratio”, la differenza tra il ritmo di suzione prima e dopo il cambio, e
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stabiliscono di contare come “bambini che si sono accorti del cambio” solo quelli che hanno incrementato il
ritmo di suzione del 15%.
Considerando il primo indice, l’aumento generale nel ritmo di suzione, l’incremento maggiore si ha tra tap a pat
(37.5%) e da utspu a uptsu(36.8%). Mentre l’incremento da tsp a pst (13.5%) è paragonabile alla situazione di
controllo (+16.6%).
Prendendo come indicatore l’indice due, considerando dunque solo i bambin il qui ritmo di suzione aumenta a
più del 15% dopo il cambio, la situazione è confusa:
∗ l’80% si accorge dal cambio da tap a pat
∗ il 50% si accorge da utspu a upstu
∗ il 40% si accorge da tsp a pst, come nel gruppo di controllo.
Conclusioni: sono state testate sillabe ben formate, con sillabe impossibili, con sequenze bisillabiche che
contengono una sillaba impossibile. In tutte le condizioni le consonanti critiche (quelle invertite) erano sempre
le stesse /p/ e /t/. il cambio fisico che intercorre tra la fase di familiarizzazione e quella di test era sempre lo
stesso (invertire /p/ e /t/), almeno a livello di fonema individuale.
Quindi i bambini discriminano tra due sillabe legittime come tap e pat, ma non tra sequenze di consonanti
quando si invertono la prima e l’ultima consonante. Poiché nei due casi sono stati invertiti gli stessi fonemi, è
plausibile assumere che questo avvenga perché sono solo le sillabe a essere rappresentate e riconosciute.
Per testare questo è stata inclusa la condizione VCCCV, dove l’aggiunta di due vocali ha trasformato la
sequenza non legittima CCC in due sillabe possibili. I risultati dei bambini di questa condizione sono ambigui:
come gruppo generale c’è incremento nel ritmo di suzione, ma il numero di bambini che se ne accorge è
paragonabile al gruppo di controllo, dove non avviene nessun cambio.
Dunque si può concludere che in generale i bambini si accorgono di un cambio fisico (inversione dei fonemi)
sono in grado di processare unità linguistiche come la sillaba già da
quando ciò avviene nella sillaba,
molto piccoli. 19
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Bambini appena nati:
• Utilizzano info prosodiche (ritmo) di una lingua (discriminano tra lingue che appartengono a classi
prosodiche diverse).
• Applicano le info prosodiche a particolari brani (riconoscendolo anche se letto da un’altra donna).
• L’unità fondamentale del parlato è la sillaba (discriminano tra diverse combinazioni di segmenti fonetici
diversi sono se all’interno di sillabe).
Riconoscere le info prosodiche legate al ritmo, basandosi sulla sillaba aiuta a crackare il linguaggio per
impararlo. Per comprendere una lingua vanno identificate le parole, e per identificare le parole occorre capire
quando “iniziano” e finiscono all’interno delle frasi, benché mentre si parla si emette un flusso continuo di
parole.
I caregivers, o le madri, si rivolgono ai bimbi con modi particolari, il “motherese”, con intonazioni particolari,
con enfasi su parole determinate, e con lessico e sintassi semplificati., tuttavia le “singlewords utterances”
corrispondono solo al 10% degli enunciati, dunque i bambini devono segmentare le frasi per comprendere le
parole.
A che età ci riescono?
Jusczyk, Aslin, 1995. A 7 mesi i neonati riconoscono una parola all’interno del flusso del parlato. A 6 mesi no.
Head turn preference paradigm,: bimbi da 4.5 mesi fino a 18 mesi. Si basa su 2 principi:
⋅ I bambini girano la testa in direzione di un suono
⋅ I bambini rimangono girati più a lungo se ritengono un suono interessante
Il bimbo siede in braccio al genitore, di fronte a lui c’è una videocamera su cui vi è una luce per orientare
l’attenzione del bimbo, ai lati vi sono 2 autoparlanti che emettono gli stimoli sperimentali.
Procedura
Fase di familiarizzazione:
∇ Rendere i bimbi “familiari agli stimoli”
∇ Insegnargli che ogni tanto gli stimoli arrivano da destra e ogni tanto da sinistra
∇ Per far associare il comportamento “gira la testa” con la comparsa dei suoni; i suoni vengono emessi
da un autoparlante finché il bambino continua a guardare in quella direzione. Quando il bambino si
rigira il suono viene interrotto. Così capisce che per sentire un suono deve mantenere la testa girata in
direzione dello stimolo.
Fase test:
∼ Gli stimoli vengono presentati da uno o dall’altro autoparlante senza particolari assunzioni, e si
registra il comportamento del bambino: per quando tempo rimane a guardare da una parte o dall’altra.
Si assume che i bimbi indugino più a lungo a sentire suoni interessanti: talvolta interessante corrisponde a
nuovo, altra a familiare.
Quattro esperimenti di Jusczyk e Aslin, 1995
Esperimento 1:
Si attira l’attenzione del bimbo accendendo la luce della telecamera di fronte al bimbo.
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Nella fase di familiarizzazione presentare una parola singola ai bimbi 15 volte (cup/cup/cup/…). E poi l’altra
parola (dog/dog/…), mentre il bambino guarda in direzione dell’autoparlante.
Nella fase di test presentare i 4 brani con le 6 frasi. I brani vengono fatti ascoltare finché il bambino rimane a
guardare nella direzione dell’autoparlante, quando si girano per più di due secondi la riproduzione viene
interrotta.
Verificare se i bimbi guardano più o meno a lungo a seconda della frase che contiene o no la parola specifica.
Partecipanti: 24 bimbi americani di 7.5 mesi.
Una donna ha registrato 4 brani diversi, ognuno di 6 frasi, le quali avevano una parola in comune. Poi sono
state registrare le 4 parole separatamente, e ogni parola pronunciata 15 volte. (un brano era: the cup was
bright and shiny. A clown drank from the red cup. Ecc x6). Viene fatto anche con dog, feet e bike.
I 24 bimbi vengono divisi in due gruppi: uno della fase di familiarizzazione sente cup e dog, l’altro feet e bike.
Risultati: registrati i tempi medi di ascolto per i 4 brani, divisi tra due blocchi: brani che presentavano le parole
familiari, e brani che non le presentavano.
19 bimbi si 24 mostravano tempi di ascolto maggiori per le frasi con le parole familiari. Tempi medi 8.29 s per
brani familiari, mentre 7.04 per brani non fam. Differenza significativa.
Quindi i bimbi di 7.5 mesi riconoscono nel flusso del parlato una parola presentata prima in modo
isolato.
Esperimento 2: 24 bimbi ma di 6 mesi. Stessa procedura.
Risultati: 13 bimbi su 24 hanno tempi di ascolto maggiori per brani familiari 8.45, mentre il tempo medio di
Non riconoscono una parola nel flusso
ascolto per brani non fam è di 7.97: la differenza non è significativa.
del parlato.
Esperimento 3: verificare se i bimbi estrapolano dal flusso del parlato la parola, o solo alcune proprietà
fonologiche di essa. Stessa procedura, ma sostituzione delle parole della fase di familiarizzazione con altre
non parole. Cup tup; feet zeet; bike gike; dog bawg.
Ai bimbi si presentano nella fase test le frasi originali, non con le non parole.
Hyp: se i bimbi sono sensibili solo alle proprietà fonologiche, allora dovranno preferire i brani anche con le
non parole. Se invece riconoscono le parole per intere, non dovrebbero mostrare preferenze.
24 bimbi americani di 7.5 mesi. 12 bimbi familiarizzati con tup e bawg, 12 con zeet e gike.
Risultati: 11 bimbi su 24 preferiscono i brani con le parole non parole, se familiarizzati con tup mostravano di
preferire la frase con cup. Tempo di ascolto medio per non parole 6.93 s, mentre 6.51 per brani originali.
Differenza non significativa. Essendo la differenza non significativa si può concludere che i bimbi non
preferiscono semplicemente le info prosodiche, ma riconoscono le parole nell’interezza.
Esperimento 4: verificare a che età i bimbi estraggono parole dal flusso del parlato e le riconoscono. Con 24
bimbi di 7.5 mesi. Stesso esperimento ma contrario.
I bimbi vengono familiarizzati con le frasi (e non con le parole singole come prima) contenenti le parole target,
e nella fase test viene loro presentata la parola target e altre parole non sentite nella fase di familiarizzazione.
p
Hyp: se il bimbo preferisce la parola target, si presume che l’abbia estrapolata dal flusso del parlato, e
riconosciuta. 21
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Risultati: 18 bimbi su 24 ascoltano maggiormente la lista di parole target, rispetto alle parole nuove. 10.43 s per
parole target, e 8.32 s per parole nuove. La differenza è significativa.
Quindi bimbi a 7.5 mesi, ma non a 6, riconoscono almeno alcune parole nel flusso del parlato, e le
parole estratte sono complete, non si basano solo su proprietà fonologiche.
Segmentare il flusso del parlato: BANKIRITUBENDUDIFIN
Da quali parole è composto? …
Assumi che ti chiami Kiri e tuo padre Dudi. La segmentazione potrebbe divenire:
BAN KIRI TUBEN DUDI FIN
E da qui posso dedurre che anche ban e fin siano parole (tuben è ambiguo, potrebbe essere tu ben).
Dunque in TAMFINAIBANKIRISAN potrei trovare:
TAM FIN AT BAN KIRI SAN
Questo spiega come a partire da poche parole familiari, riconoscendole nel flusso del parlato, si possa poi
ipotizzare quali siano le altre parole, e usarle per identificarne poi altre.
Studio di Bortfeld, 2005. Riprende l’esperimento di Jusczyk e Aslin. Provano a familiarizzare bimbi di 6 mesi
con frasi in cui la parola target compariva subito vicino una parola sicuramente nota al bambino (il loro nome o
mommy):
∼ Maggie’s bike had big whe