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DECIMA LEZIONE
primo appello 23 marzo.
Libro di Pinna "il pastore sardo e la giustizia": abbiamo già detto che si ispira..e che esamina il rapporto tra giustizia ufficiale e giustizia della comunità, ponendosi sempre dal punto di vista del pastore. Il pastore come vede il sistema punitivo, della legge del tribunale: non comprende le pene detentive del carcere perché la sua giustizia di provenienza mira a ristabilire l'equilibrio della comunità non a punire un soggetto anche nel caso della vendetta c'è il risarcimento, c'è un riequilibrio. Come vede il pastore il sistema preventivo, prevenire i crimini, la polizia: non lo comprende, non lo capisce perché in un sistema in cui bisogna ricostituire un equilibrio rotto non ha senso prevenire. Nei confronti dell'apparato della giustizia come si pone → non capisce la questione aggravante, attenuanti di un delitto, ad esempio: se un furto è compiuto di notte il
codice lo prevede come aggravante, secondo il pasotre "dobbiamo rubare di giorno, è ovvio che si fa di notte". Questo è il suo modo di ragionare. Poi generalmente ha un rapporto di fiducia con l'avvocato che lo rappresenta. Ha un atteggiamento non ostile verso il magistrato giudicante, capisce che il giudice deve svolgere un lavoro complesso, vede invece male il pubblico ministero che rappresenta lo stato, l'accusa, quella giustizia che lui non condivide. Da pastore accetta le testimonianze false che sono rese alla giustizia perché la giustizia statale è percepita come una giustizia intrusiva, non sopporta le false testimonianze rese alla comunità. Mentire allo stato si può ma alla comunità no, perché è la realtà da cui si proviene. Nel brano principale di Pinna sarà un classico esempio di un pastore sardo che usa la giustizia per adattarlo al suo schema vendicatorio, usa quella che noi èla giustizia vera dello stato, unica possibile, quella per noi giusta, la usa adattandola a una giustizia che lui conosce (che è quella del... min 8). racconto tratto dalla realtà. In diversi casi che esamineremo la polizia si muovono in maniera errata per vedere gli imputati perché ragionano in termini di stato e non di comunità, quindi pensano che quelli sono i soggetti responsabili, ma in realtà sbagliano, sono fuori strada. (Poi leggiamo Racconti di vita vissuta giudiziali). Secondo film: alcuni elementi caratteristici del film: il rapporto tra legge della comunità e legge dello stato contrapposte tra loro. Poi durante questa vicenda un presunto imputato mente al carabiniere: gli chiede ma c'è qualcuno qui? Io non ho visto nessuno. Esempio di menzogna resa a un elemento estraneo alla comunità. Il primo pensiero che passa al presunto imputato quando le cose cominciano a mettersi male "avvertite mia madre": qui si torna al fatto
Il film racconta la drammatica storia di un pastore coinvolto in una serie di disavventure che lo porteranno a infrangere la legge e a trasformarsi in bandito. Nel film, la figura femminile più importante è quella della madre. Infatti, la sua preoccupazione principale è quella di dare anche soldi alla madre. Quando il protagonista racconta del padre, lui è orfano di padre: usa parole come "era un uomo bravo, buono, si faceva rispettare", che rimandano al concetto di onore, di un onore virtù di una società stabile. Ancora, il ruolo della donna nel film è logistico: è messaggera, riferisce messaggi. Il protagonista dice "ti possono mettere in prigione anche se non hai fatto niente" e "fanno una causa e ti mettono dentro". Gli altri pensano, gli amici, che lui aveva fatto bene a scappare perché non si fidano della giustizia statuale.
CAPOLAVORO DI CALIGOLA Novella in cui si spiega come una vicenda giudiziaria statuale viene usata da un pastore riportandola al sistema vendicatorio.“La posta...lasciare”: abbiamo un soggetto che è già in carcere, in continente, cioè in terraferma volterra. Essendo in carcere per rapina, il tipo lascia i suoi beni in casa, le pecore, ci deve essere qualcuno che se ne deve occupare, suo nipote, il quale se la intende con sua moglie.
“La prima... speciale”: lui comincia a capire perché la moglie era insxistente a invitare il nipote a cena e quindi voleva già da prima della sua partenza a farselo con il nipote.
“Questo astio....già” → lui sa per prima cosa che se vuole effettuare la vendetta non deve manifestarla ai compagni di cella, quindi la gelosia che lo consuma deve nasconderla e un altro gesto molto significativo, è che sputa per terra quasi in disprezzo verso la moglie e verso questa relazione con
ilnipote.“Per alcune notti...Volterra.” → giunge il giorno in cui lo liberano e quinditorna a casa. Essendo un sistema vendicatorio la prima cosa che gli verrà inmente è di mettere in atto la vendetta. È stato tranquillo per non dare sospettiche lui fosse il possibile autore della vendetta. Cosa fa: torna a casa, la mogliefa finta di nulla, l'amante di nulla, la sorella di Caligola si rende conto chequalcosa non funziona. Infatti si inventa una scusa e non va al pranzo. E poi hadelle conversazioni, sguarid, in cui capisce che il fratello sta tramandoqualcosa.“Ma si aggiustò....stuoia” → al nipote dà più di quello che lui si aspettava, ilnipote comincia a capire: questa cosa suona da liquidazione. sulla moglieinvece si sfoga sessualmente sul marito ma non capisce, è stato per anni incarcere è normale che ci sia questa sorta di bestialità sessuale. Lui continua afingere, perchè
La vendetta deve meditarla bene, quindi se lui si mettesse subito sarebbe subito identificato, invece continua a comportarsi come nulla fosse, finché non arriva la sua occasione per agire. Come aveva fatto incarcere anche ora che è giunto il momento della vendetta, sputa per terra: la vendetta è arrivata e simula di stare male. Lui ottiene che la moglie vada in paese a chiamare il medico, lui è a letto che sta male, quindi ha l'alibi. Parte e taglia per alcuni sentieri, precede la moglie e quando ce l'ha davanti la ammazza, la soffoca e la pugnala. La cosa importante è che quel pugnale era un coltello che l'amante della moglie aveva lasciato nell'ovile e sa bene che non è un'arma sua ma del nipote. Sputa ancora sulla moglie morta per disprezzo e poi butta il coltello del nipote lì vicino. Lui continua a simulare di stare male, arrivano i carabinieri e dice "io sto qua mezzo dolente nella stuoia, non riesco a muovermi".
"L'indomani...
stallone”!). → comincia il duolo, quelle manifestazioni di lutto per la moglie. Il nipote non si fa vedere, durante il duolo che conosce la comunità, parla di goccia dentro il muro, dice questa è una vendetta che è stata consumata in famiglia. Lui costruisce la situazione e i carabinieri sono portati a interpretare i fatti in maniera diversa: lui non ha dato segni di gelosia, il nipote non si presenta il coltello insanguinato è del nipote, carabinieri: il nipote si è ingelosito quando il marito è tornato ed ha ammazzato la donna: abilità di callgola a gestire in questa maniera la vicenda e infatti ha ottenuto un risultato sperato: compie la vendetta senza essere incolpato dalla giustizia statale. Si punta anche sul fatto che il nipote, preso dalla tensione, di fronte ai carabinieri rende un interrogatorio confusionario: i carabinieri: è chiaro che se questo si contraddice forse ha qualcosa a che fare con il delitto. La voceLa pubblica era tutta contro di lui, la giustizia invece, pignala definisce la cosiddetta giustizia: dello stato: non ebbe dubbi sulla sua colpevolezza e invece sbaglia. Lui riesce con la giustizia statale che ha usato in funzione del sistema vendicatorio a far condannare il nipote che non c'entra nulla col delitto, dice paga rognoso, come aveva detto alla moglie, la vendetta è duplice verso la moglie e il nipote che è condannato a 21 anni di carcere e poi aggiunge, raffredati stallone, tu che facevi tanto il figo a insediare le donne degli altri, adesso ti passa la voglia. Per questo il prof. Ci ha detto che in questo episodio è utile per capire come il apstore usa la giustizia per punire il nipote: la usa la giustizia statale ma non si sottopone a essa: è la vendetta che conta e adatta questa situazione allo schema dello strumento vendicativo, punisce sia la moglie (una donna ha perso l'onore che quindi va punita con la morte) e punisce anche il nipote.
È talmente assennato, calligola che riesce aadottare tutti gli atteggiamenti che lo rendono insospettabili di feronte allagiustizia statale a non a quella comunitaria. E quindi riesce a ottnere ilrisultato sperato.
Esempio per capire il tema pastore sardo, vendetta, giustizia di comunità egiustizia dello stato. BOCCONE FREDDO“Tra una strofa... → prefiche: donne pagate per piangere ai funerali, anche senon conoscono la persona, attitadoras. La madre continua a ripetere inmaniera ossessiva questa frase “figlio giglio..tradito”. Sa ria (duolo). C'è lavendetta alla base: boccone freddo: se io devo fare vendetta per non farmiscoprire subito devo attendere mesi, anni, ingoio il rospo e quando lasituazione è tranquilla pratico la vendetta. Tanto è vero non dando subitosfogo alla mia reazione è probabile che la giustizia statale (polizia) sbagli epeschi la persona sbagliata o pensano che sia una causa errata rispetto allacomunità.
di un evento passato da anni e anni. I carabinieri sono in panico. Non sanno dove sbattere la testa, questo aveva tanti nemici, chi è il responsabile. La madre però sa bene qual è la causa vera. Arriva anni e anni prima rotto il fidanzamento, il fratello della donna che era stato disonorata inizialmente sembra che non se la prenda così tanto, non lo saluta più e basta, non è aggressivo, però lui in cuor suo sa che prima o poi la paga. La polizia va a vista, nell'ombra più totale, sto soggetto aveva avuto altri rapporti con altre vicende, persone e quindi non riescono a risalire a quell'evento. La madre interrogata dalla pula dice si, aveva tanti nemici sicuramente non era ben visto ma sa bene che non sono quelli gli autori del delitto. La pula che non è nel sistema della vendetta non può immaginare che la vendetta si consumi 20 anni dopo, al di fuori del loro schema e quindi anche se la madre aveva ripetuto durante lave