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Ci sono due variabili cioè due concetti che possono essere misurati e che possono assumere valori
variabili.
Variabile dipendente su asse x (voto) e variabile indipendente su asse y (tempo di studio).
Che relazione c'è fra le due? Positiva. Più è alto il tempo più sarà alto il voto di esame.
Il voto non dipende solo dal tempo di studio, per esempio anche dalla qualità dello studio → se
aumenta, aumenta il voto.
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La domanda dipende da:
prezzo
– prezzo beni complementari e sostituti
– aspettative sui prezzi
– reddito individuale
–
L'offerta (S) dipende da:
prezzo
– costo degli input
– tecnologia
– aspettative sui prezzi
–
La variabile comune che fa da ponte fra domanda e offerta, che spiega sia l'andamento dell'una che
dell'altra è il prezzo del bene.
GRAFICO: Relazione quantità domandata-prezzo → prezzo asse y; quantità domandata asse x
→ la retta curva di domanda è inclinata negativamente e descrive relazione fra quantità domandata
e prezzo → più aumenta il prezzo, più la quantità domandata diminuisce.
La curva viene tracciata in base alle analisi di mercato.
GRAFICO: Relazione quantità offerta-prezzo → prezzo asse y; quantità offerta asse x → la
relazione è positiva → più è alto il prezzo di un bene, maggiore sarà la quantità offerta → la retta
curva di offerta ha pendenza positiva.
Il prezzo di mercato stabilito si chiama prezzo di equilibrio.
Ipotesi 1: se il prezzo fosse a un livello alto nel grafico (P1 = 20) sarebbe più alta la quantità offerta
rispetto alla quantità domandata → ciò è dovuto al fatto che domanda e offerta reagiscono in modo
diverso al prezzo. Prezzo alto: offerta alta e domanda bassa. → situazione in cui la quantità offerta è
maggiore della quantità domandata → non siamo ancora arrivati al prezzo di equilibrio.
Situazione di disequilibrio fra domanda e offerta. Qs > Qd → situazione di surplus cioè eccesso di
beni che restano invenduti.
Ipotesi 2: viene abbassato il prezzo (P2 = 10) → la quantità domandata è maggiore della quantità
offerta A questo punto è
(es. abbassamento prezzi al mercato a fine giornata per smaltire prodotti avanzati).
necessario aumentare il prezzo per poter diminuire la domanda. Qs < Qd → situazione di carenza
perché domanda maggiore dell'offerta.
L'unico punto di equilibrio (P*) possibile è l'intersezione fra la curva di offerta e la curva di
domanda. La quantità offerta e la quantità domandata sono uguali.
Il mercato arriva all'equilibrio attraverso aggiustamenti. I mercati per antonomasia che funzionano
in questo modo sono il mercato ortofrutticolo e il mercato di borsa.
Cosa differenzia il mercato ortofrutticolo da altri tipi di mercato? C'è incontro diretto fra produttore
e consumatore, c'è potere contrattuale, c'è informazione completa prodotta attraverso contatto
diretto senza mediazione.
Quando non vi è informazione completa, l'aggiustamento automatico del mercato può fallire.
GRAFICO: Partendo dal grafico della curva di domanda è possibile studiare come la curva
cambia se ci sono altri fattori che influenzano la domanda?
Ipotesi 1 : aumento del reddito → spostamento della curva di domanda verso destra
Ipotesi 2 : aumento del prezzo dei beni complementari → la curva di domanda si sposta verso
sinistra. I beni complementari sono utilizzati in modo congiunto per la soddisfazione di un
determinato bisogno. (esempio lo zucchero è un bene complementare del caffè, ciò vuol dire che ad un
aumento del prezzo dello zucchero i consumatori possono ridurre sia la domanda dello zucchero e sia anche
. Diminuizione del prezzo, la curva si sposta a sinistra → vediamo un effetto
la domanda di caffè)
indiretto di variazione della curva di domanda del bene in esame.
Bisogna fare un altro GRAFICO in cui P = prezzo zucchero e Q = quantità caffè → la curva di
domanda è negativa .
Ipotesi 3 : aumento del prezzo dei beni sostituti → la curva di domanda si posta verso destra. Per
ogni livello di prezzo di quel bene la domanda aumenta.
[Dati due beni sostitui A e B, l'aumento di prezzo P del bene A aumenta la domanda del
( es. burro )
A
bene sostituto B a parità di prezzo del bene B ( P ). Sul diagramma cartesiano ciò
( es. margarina ) B
equivale ad uno spostamento verso destra della curva di domanda del bene B. Viceversa, la
diminuzione di prezzo del bene A (P ) riduce indirettamente la domanda del bene sostituto B a
A
parità di prezzo P spostando la sua curva di domanda verso sinistra.]
B
Ipotesi 4 : diminuisce aspettativa sui prezzi → la quantità domandata ad oggi diminuisce → la
curva si sposta sulla sinistra.
GRAFICO: Partendo dalla curva dell'offerta cosa succede se:
Ipotesi 1: aumenta il prezzo degli input → Aumento costo input, l'impresa produce meno e offre
meno. La curva di offerta si sposta verso sinistra quando il costo di produzione aumenta e il prezzo
di vendita (p) dello stesso resta invariato, l'impresa riduce la quantità di produzione. In questo caso
la curva di offerta si sposta verso sinistra.
Ipotesi 2: miglioramento della tecnologia → La curva di offerta si espande in presenza di
un'innovazione tecnologica di processo consente di aumentare la produttività dei macchinari,
riducendo i costi di produzione. Ciò si traduce in una traslazione della curva di offerta verso destra.
La riduzione dei costi di produzione consente all'impresa di produrre una maggiore quantità di
prodotto (Q) a parità di prezzo.
Ipotesi 3: aumento delle aspettative sui prezzi → ad oggi l'offerta diminuisce, la curva di offerta si
sposta verso sinistra.
GRAFICO: cosa accade dunque al prezzo di mercato di un bene?
Ipotesi 1 : aumento reddito (Y) → la curva di domanda si sposta verso destra, aumenta il prezzo
di equilibrio.
Ipotesi 2: aumento prezzo dei beni complementari → spostamento curva di domanda verso
sinistra → diminuzione prezzo di equilibrio
Ipotesi 3: aumento prezzo dei beni sostituti → spostamento curva di domanda verso destra →
aumento prezzo di equilibrio
Ipotesi 4: diminuzione aspettative prezzi → spostamento curva di domanda verso sinistra →
diminuzione prezzo di equilibrio
Ipotesi 5: aumento costo input → spostamento curva dell'offerta verso sinistra → aumento prezzo
di equilibrio
Ipotesi 6: miglioramento tecnologia →
Ipotesi 7: aumento aspettative sui prezzi → spostamento curva dell'offerta verso destra
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Caratteristiche della funzione di produzione nel lungo periodo
Nel breve periodo l'impresa se vuole produrre quantità differente di output (prodotto) può variare
solo la quantità del lavoro → l'output (y) è funzione della combinazione fra capitale (capitale
fisico) e lavoro Y= f (K,L)
Nel lungo periodo bisogna aumentare non solo la quantità di lavoro, ma anche la quantità di
capitale.
Caso Eataly e di un piccolo bar qualsiasi: Eataly ha 20 vlt la dimensione del bar. Eataly produce 20
volte di più o è in grado di produrre più di 20 vlt di più o meno di 20 vlt?
In termini di produzione è più efficiente perché una scala maggiore di produzione permette ai
lavoratori di specializzarsi in un certo lavoro.
All'aumentare della scala di produzione aumenta l'efficienza per cui l'output aumenta in misura
più che proporzionale.
Ci può essere caso in cui c'è l'effetto x il quale all'aumentare della scala di produzione (capitale e
lavoro) vi sia una situazione in cui l'output aumenta in misura meno che proporzionale, si perde
efficienza?
Se 2Y= f(2K,2L) ? Cosa succede all'output?
E' possibile che 1,5Y=f(2K,2L) ?
Ovvero, quale può essere la ragione che fa si che ci sia un punto in cui l'impresa si fermi, diventi
meno efficiente? → l'organizzazione, gestione e controllo.
Possiamo avere tre scenari:
1. in cui quando capitale e lavoro vengono aumentati in una determinata proporzione l'output
raddoppia 2Y=f(2K,2L) → rendimenti di scala costanti → l'output varia nella stessa
proporzione in cui variano capitale e lavoro → nella realtà situazione difficile da trovare
2. quando capitale e lavoro aumentano in una determinata proporzione, l'output aumenta in
misura più che proporzionale → 3Y=f(2K,2L) → l'output triplica → rendimenti di scala
crescenti → solitamente una scala maggiore quando si parte da piccole dimensioni è un
vantaggio perché si innesca questo meccanismo, nella realtà spesso siamo in questo scenario
finchè la scala non diventa troppo ampia e allora si cade nel terzo scenario
3. quando capitale e lavoro vengono aumentati di una determinata produzione, l'output
aumenta in misura meno che proporzionale → 1,5Y=f(2K,2L) → rendimenti di scala
decrescenti
Cosa succede nei tre casi al costo medio di produzione?
1. rendimenti di scala crescenti → all'aumentare della scala, i costi di produzione aumentano in
misura crescente, costante o decrescente? Decrescente → costo medio (unitario, di una
singola unità) diminuisce
2. rendimenti di scala decrescenti → diminuzione dell'efficienza all'aumentare della scala, il
costo medio aumenta
3. rendimenti di scala costanti → il costo medio resta costante
Economie di scala
Si parla di economie di scala nel caso in cui ci sono rendimenti di scala crescenti, perché
all'aumentare della scala di produzione, il vantaggio dell'impresa è che vi è diminuzione nel costo
medio. Costa meno produrre un'unità all'impresa che ha scala maggiore, rispetto a impresa che ha
scala minore.
Diseconomie di scala
Si parla di diseconomie di scala nel caso in cui ci sono rendimenti di scala decrescenti.
Perché non esistono imprese che producono auto di dimensioni piccole, 50 unità all'anno? Perchè il
costo medio sarebbe talmente elevato che il prezzo di mercato non sarebbe proponibile.
Ci sono dei settori, in cui i costi di produzione sono già elevati di per sé, per natura si può entrare
solamente quando la scala di produzione (dimensione impresa) è già elevata.
Perché non esistono migliaia di imprese che producono auto con la stessa dimensione? Ci sono
mercati che per natura tendono ad essere oligopolistici perch&eac