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I TURNI CONVERSAZIONALI
Turno: è l'intervento di un singolo locutore
Monologo: è un turno unico, in cui un solo parlante continua a parlare per ore. All'interno della struttura del monologo ci sono diverse mosse pragmatiche e conversazionali, e c'è un interlocutore ma non è ratificato, cioè non può intervenire, che è il destinatario della conversazione (conduttore che parla ininterrottamente al pubblico a casa, che è il destinatario della conversazione che però non può intervenire)
Dialogo: alternanza di turni tra 2 o più locutori - capire come e in che modo questi turni si alternano, come i parlanti parlano uno dopo l'altro o uno sopra l'altro
COPPIE ADIACENTI: successione di due enunciati in una sequenza logico-argomentativa - vi sono due turni, due frasi, messe di solito una di seguito all'altra di cui una è la risposta dell'altra o comunque è legata
logicamente al pezzo precedente ordinano il susseguirsi della conversazione, per passare da un blocco all'altra. Es domanda-risposta (come stai? Bene grazie) Le coppie adiacenti possono essere anche incassate all'interno, sono legate ad un momento contingente nella conversazione, ma non rompono le coppie (A: ciao Maria B: attenta alla macchina A: grazie B: ciao comunque chiara) Ci possono essere delle sovrapposizioni: nel mondo della conversazione si indicano con #ALTERNANZA DEI TURNI: prima parla A e poi parla B Come si stabilisce quando A ha finito di parlare? È essenziale il PUNTO DI RILEVANZA TRANSIZIONALE (PRT), che è il punto temporale nella conversazione in cui B ritiene che A abbia esaurito il proprio turno e che quindi B può iniziare a parlare. Viene identificato da vari elementi: - discesa del pitch decadenza del tono di voce - pausa lunga - fine dell'argomentazione/enunciato - elementi paralinguistici (sguardo, gesto) Le SOVRAPPOSIZIONI avvengonoPer un errata identificazione del PRT–B pensa che A abbia esaurito il proprio turno e quindi lui possa intervenire ma in realtà non era così e si crea quindi una sovrapposizione.
Essere volontaria: possono mostrare partecipazione anticipando la risposta.
Essere involontarie: possono mostrare disinteresse.
Possono essere seguite da delle scuse e da interventi di riparazione con la ri-cessione del turno all’interlocutore.
Possono causare anche escalation aggressive: se B continua sempre a sovrapporsi A può sentirsi minacciato nel suo parlare.
IL REGISTA DELLA CONVERSAZIONE: chi è? Come può essere riconosciuto?
È colui che controlla il potere interazionale, ha cioè accesso a diritti negati agli altri partecipanti ed esercita un potere di controllo su ciò che gli altri fanno e sull’andamento dell’interazione. Si vede molto bene nelle conversazioni asimmetriche, quando uno dei due parlanti controlla la conversazione.
Il suo andamento es conversazione in classe: regista= insegnante
Dibattito politico/intervista: regista=giornalista moderatore42
IL MODELLO SPEAKING DI Hymes nel 1980 Hymes propone un modello per descrivere il contesto se noi vediamo una conversazione dobbiamo descrivere come avviene, dove avviene, come si svolge ecc, Grice propone di descrivere tutto ciò che sta avvenendo con questo acronimo ESAMES=
SITUATION: si intende il contesto fisico in cui si svolge la comunicazione (es ioseduta su una sedia, in una stanza davanti a un pc, collegata online con altri studenti ecc)tutto ciò fa parte del contesto situazionale-setting (quante sedie ci sono, come sono disposti i partecipanti)-scene (come i partecipanti vedano questo contesto in cui si trovano ad agire)
P=PARTICIPANTS: possono essere diversi situazione normale parlante e interlocutore non ratificati (passante che passa e sente la conversazione) a casa che è un pubblico ratificato ma che
peròpubbliconon ha diritto di parolaE=ENDS: sono dupliciRisultati: cioè quello a cui il nostro dialogo quando è giunto alla fine è giunto (Bdicendogli che non se la passa bene, A decide di dargli un prestito)Fini o scopi: sono quelli che i nostri partecipanti al dialogo hanno in mente prima diiniziare il dialogo (A chiama B per sapere come sta, B gli dice che non se la passabene)A=ACTS: sono quelle forme e quei contenuti che vengono scambiati nel corso delmessaggio, sono la parte concreta della conversazione tutte le varie coppieadiacenti che formano la comunicazioneK=KEY: è la chiave di interpretazione del dialogo, è la chiave di lettura dl messaggio,cioè capire se questa conversazione (si stanno insultando: sono molto amici, lo fannoironicamente; si odiano, stanno litigando)I=INSTRUMENTALITIES: sono gli strumenti attraverso cui avviene la comunicazione, ilcanale attraverso cui avviene la comunicazioneCanale: se avviene in modo orale,
al tavolo ci sono delle sedie, sul tavolo ci sono dei documenti e una tazza di caffè. Il primo personaggio indossa un completo scuro e ha un'espressione seria, mentre il secondo personaggio indossa abiti casual e sembra nervoso. SecondoS: Il primo personaggio inizia a parlare in tono autoritario e usa un linguaggio formale. Dice: "Mi chiamo Detective Smith e sono qui per interrogarti riguardo all'omicidio avvenuto la scorsa settimana. Ti ricordo che hai il diritto di rimanere in silenzio e di avere un avvocato presente durante l'interrogatorio." PrimoS: Il secondo personaggio risponde in modo nervoso e usa un linguaggio informale. Dice: "Ma io non so nulla dell'omicidio! Non c'entro niente, te lo giuro!" SecondoS: Il primo personaggio continua l'interrogatorio, facendo domande precise e utilizzando un tono deciso. Chiede: "Dove eri la sera dell'omicidio? Hai qualche alibi che possiamo verificare?" PrimoS: Il secondo personaggio cerca di spiegarsi, usando un linguaggio emotivo. Dice: "Ero a casa con mia moglie, guardavamo la televisione. Non posso dimostrarlo, ma ti prego di credermi!" SecondoS: Il primo personaggio prende appunti e continua a fare domande, mantenendo un atteggiamento professionale. Chiede: "Hai qualche nemico o qualcuno che potrebbe volerti del male? Qualsiasi motivo per cui qualcuno potrebbe incolparti dell'omicidio?" PrimoS: Il secondo personaggio si agita e usa un linguaggio difensivo. Dice: "Non ho nemici, non ho fatto niente di male! Non capisco perché mi stai interrogando così duramente!" SecondoS: Il primo personaggio conclude l'interrogatorio, ringraziando il secondo personaggio per la sua collaborazione. Dice: "Ti faremo sapere se avremo bisogno di ulteriori informazioni. Nel frattempo, ti consiglio di rimanere a disposizione per eventuali ulteriori domande." PrimoS: Il secondo personaggio si alza dalla sedia e si allontana, visibilmente sollevato. Non dice nulla, ma il suo sguardo esprime un mix di rabbia e sollievo. Questo esercizio illustra l'importanza della lingua e della comunicazione nella comprensione di una conversazione. I diversi stili di linguaggio e i modi di esprimersi possono influenzare la percezione e l'interpretazione di un dialogo.ai due protagonisti vi sono anche le guardie che intervengono limitatamente
P: il suo scopo è quello di accurare la verità e di dimostrare che il robot ha ucciso il professore
E: K: c'è un contrasto in atto tra i due personaggi e che questo contrasto non viene attuato durante la conversazione
C'è un partecipante che ha maggior potere ed è Will Smith, che è il regista della comunicazionema nella prima parte è l'interrogato il regista della comunicazione, perché cerca di fare altre domande, ma poi il protagonista dice "qui le domande le faccio io"ripresa della regia da parte del protagonista videosecondo
Esempio di scontro per la regia, in cui il regista cerca di riprendere il suo ruolo
LEZIONE 2
Ci sono delle differenze linguistiche tra uomini e donne: che uomini e donne non si capiscano quando parlano è uno stereotipo, le donne sono accusate di non dire mai a veramente quello che pensano e di parlare
sempre in modo esagerato– cosa vuoldire ciò dal punto di vista linguistico? Vuol dire che vi sono delle differenze pragmatiche tra uomo e donna:
- uomini: maggior dirittezza, comunicazione 1 a 1 e uno stile più impositivo, tendono ad imporre di più la loro opinione (andiamo a prendere un caffè)– maggior uso di sfemismi
- donne: maggior indirettezza, comunicazione 1 a molti, utilizzano la strategia pragmatica del dare più opzioni, del non imporsi (ti va se andiamo a prendere un caffè?)– maggior uso di diminutivi, maggior uso di espressioni enfatiche, minor uso di sfemismi
Si tratta comunque di variabili culturali, che sono apprese dal bambino fino ai 4-5 anni– si tratta di variabili culturali, non di genere (una donna può parlare con parolacce)
Uno studio condotto sulle differenze morfo-pragmatiche che si trovano anche in letteratura: contando le battute dei personaggi e i diminutivi utilizzati dai personaggi e dividendoli in due stili comunicativi: report-speaking
style: esibizione di conoscenze e mantenimento del centro dell'attenzione
rapport-speaking style: enfasi sulla condivisione di esperienze e similitudini tra P e A44
la istruzione comunicativa veniva divisa in:
- fighting: in cui due o più personaggi si scontrano tra loro
- chatting: chiacchierare per il mantenimento della rete sociale
Le percentuali mostrano che i personaggi femminili preferiscono uno stile rapport, quindi a creare rete sociale, condivisione, mentre i personaggi maschili uno stile report, con alcune eccezioni sulle protagoniste, che in quanto leader dovevano mantenere il centro della scena.
Conclusione: c'è una variazione nello stile comunicativo e di pronomi personali anche nella commedia classica tra uomini e donne, ma vi è una differenza legata anche al contesto comunicativo, e quindi è anche legato all'intenzionalità del parlante e a quello che vuole ottenere nelle diverse scene. I pronomi personali plurali sono:
usatiscientemente per creare e opporre due gruppi, quindi per confermare o smentire l'appartenenza a un gruppo (noi, voi stiamo creando dei gruppi)
L'analisi della conversazione partendo dallo spunto che uomini e donne hanno un linguaggio diverso hanno analizzato il SESSISMO LINGUISTICO il lessico delle lingue spesso proponga una visione androcentrica della realtà, es il fatto che la lingua degli uomini è considerato lo standard non marcato, in base a cui si dice la lingua delle donne è una varietà rispetto a quella degli uomini (perché i dottori uomini vengono introdotti con "dottor Rossi" e le donne con il loro nome "Laura")
la comunicazione orale per poter essere elaborata deve essere portata a una versione scrittaTRASCRIVERE è un processo di analisi scientifica della conversazione in cui il parlato viene trasportato a una dimensione scritta, da quello che il parlante ha detto a quello che è scritto nel
documento - noi dobbiamo trascrivere quello che il parlante ha detto, anche con gli errori. Una volta questa operazione era detta sbobinare, ora esistono dei software apposta. Non è un'operazione semplice: come si trascrivono le sovrapposizioni, i colpi di tosse, le risate ecc, e come tratto le trascrizioni di lingue non standardizzate ortograficamente (es dialetti)? Bisogna chiedersi a cosa serve la mia trascrizione:
TRASCRIVERE VS ANNOTARE
Con ANNOTAZIONE si intende l'etichettatura di determinati fenomeni linguistici e gestuali - dobbiamo creare una legenda di simboli, di acronimi per particolari fenomeni che ci possono servire. Quando si fa l'annotazione il problema principale è il problema del setaccio: maglie troppo larghe, perdo feno