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IV
La strofa inizia con le parole if I were. Il poeta vorrebbe infatti essere una foglia che vaga nel vento,
insieme alle altre foglie morte, una nuvola che viaggia nel cielo tempestoso e un’onda del mare
sotto al potere del vento.
Se fosse una di queste entità non sarebbe libero: il vento li domina, li rende incontrollabili. Il mare
e la natura in generale non sono liberi: dipendono dalla forza del vento.
L‘infanzia e la giovinezza sono i momenti della vita in cui si è più vicini alla natura, in cui si ha una
immaginazione più vasta e continua. Se fosse bambino, non dovrebbe ora competere col vento e
non dovrebbe pregare di prenderlo con lui. Il poeta vorrebbe tornare a quel tutt'uno con
l'immaginazione, vorrebbe essere trascinato dal vento in quel ricircolo di cose. Vorrebbe essere
sollevato come uno di quei tre enti che ha interpellato per tutta la poesia.
V
Nell'ultima strofa Shelley chiede al vento di fare di lui uno strumento musicale, una lira. Al poeta
non interessa la sofferenza che potrebbe provare nell'essere trascinato tumultuosamente dal vento.
L'autunno è dolce nonostante sia triste e doloroso: Shelley lo invoca, vorrebbe che fosse il suo
spirito, che diventasse un tutt'uno col vento. Vorrebbe che spargesse i suoi pensieri e che questi,
una volta diffusi, possano portare nuova vita, così come fanno le foglie secche e morte che, lontane
dal loro albero, fanno da concime per alberi che nasceranno.
Le parole del poeta sono ceneri e scintille come quelle del vulcano: vuole travolgere l'umanità
dormiente con le sue parole.
Il poeta cita la tromba, un riferimento alla apocalisse della Bibbia, infatti é lo strumento che suona
prima della fine dell'inizio. L'autunno è proprio l'inizio della fine, ma il processo é ciclico. Quando
termina, lascia spazio all'inverno, che lascerà poi il posto alla primavera, che a quel punto sarà più
vicina di quanto sembra.
La conclusione riporta al sonetto precedente: dopo la negatività c’è un barlume di speranza e di
positività.
Love’s philosophy
Scritta sempre nello stesso periodo, presenta ancora una volta la personificazione del mondo
naturale. Shelley vuole convincere la propria amata a concedersi a lui.
La prima strofa inizia con l'unione delle acque: le sorgenti sono lontane ma si uniscono nei mari
grazie al corso dei fiumi. Anche il vento si riunisce. Niente nel mondo è solo: tutto, per legge divina,
si incontra e si mischia, e Shelley chiede quindi alla propria amata di “mischiarsi” con lui.
La seconda strofa parla dell'unione delle montagne con il Paradiso, di quella delle onde nel mare,
dei fiori nei campi. Cita anche il legame tra sole e terra, e tra luna e mare. Vengono usati molti verbi
per descrivere il rapporto amoroso.
Questa poesia, nella sua prima versione, era ancora più esplicita. La rivisitazione non è stata eseguita
per censurare le parole forti, ma per ricercare le allitterazioni.
Defense of Poetry
Quest’opera è la risposta al The four ages of poetry di Peacock, un collega letterato di Shelley.
Shelley gli rispose nel ’21, ma il testo fu pubblicato nel ’40, ben dopo la sua morte. Era uno scritto
privato e non è da considerare come manifesto della sua poesia.
Peacock prendeva un po' in giro la poesia e i poeti: vedeva la poesia come una forma di espressione
inadatta alla società del tempo, che volgeva veloce verso la modernizzazione. La poesia quindi,
secondo lui, rappresentava uno stadio infantile dell'umanità, risultava anacronistica.
Il discorso di Peacock è utilitarista: mette in discussione l'utilità materiale della poesia e Shelley,
sentendosi contrariato, prova a rispondergli.
Le parti della Defense of poetry
La difesa
La poesia dà piacere e lo accompagna: è un miscuglio di saggezza e delizia. In antichità i greci
recitavano e ascoltavano la poesia, la quale agiva (e agisce) stranamente e aldilà della coscienza:
tocca l'uomo senza che lui ne sia consapevole.
Secondo Shelley solo le generazioni future potrebbero giudicare il ruolo della poesia, misurando i
più grandi poeti in un unico insieme.
A quei tempi i poeti non erano capiti e compresi da tutti. Il poeta non scrive per la fama e per la
gloria, ma per lasciare qualcosa di suo. La poesia e il poeta stesso appartengono al tempo. Solo i
grandi poeti possono giudicare i loro colleghi, insieme ai lettori futuri.
Un poeta è un usignolo che sta nella notte e siede nell'oscurità. Canta per rallegrare la propria
solitudine con il suo dolce suono. La poesia è quella musica che ci allieta senza che sappiamo da
dove arrivi e per quale motivo renda allegri.
L’importanza della poesia
L'immaginazione permette di pensare, aiuta nella vita, permette la concezione di bene e male e fa
capire l'esistenza. La poesia allarga l'immaginazione, quindi fa bene alla mente. Riempie la testa di
pensieri piacevoli, stimola e apre al nuovo. La poesia rafforza l'immaginazione così come la
ginnastica rende forte il fisico. Shelley non pensa alla poesia come a un mezzo per insegnare, non è
didattica. Il poeta non vuole trasmettere le idee di giusto e sbagliato, queste concezioni variano a
seconda della società in cui si vive. La poesia trascende il tempo è non si lega a bene o male. La vera
poesia non è il “qui e ora” del poeta, deve essere tutt'altro che didattica: deve essere
trascendentale, superiore.
Contro gli utilitaristi
Gli utilitaristi sono così convinti delle loro idee e sono così tanto promotori dell’utile solo perché
hanno un posto di lavoro fisso e perché sono sistemati. Shelley non vuole togliergli merito, ma in
quella società in via di modernizzazione i primi capitalisti, con questo sistema, diventavano sempre
più ricchi, rendendo i poveri sempre più poveri. È un bene che esistano le machine, che permettono
di accorciare e semplificare il lavoro, ma in pratica hanno permesso speculazione e sfruttamento.
Vengono impiegate meno persone, che però vengono sfruttate più di quanto potrebbero fare.
Il poeta e il suo ruolo
L’energia che si trova all'interno delle poesie e delle opere contemporanee è un’energia nuova e
rinnovata. Vengono compresi molti più aspetti rispetto al passato e nemmeno i poeti sanno bene
perchè scrivono, a volte. C'è una spinta, un vento, che trascina le persone nella poesia.
“Poets are the unacknowledged legislators of the world…”: i poeti non sono riconosciuti come
dovrebbero. La società non li comprende, così come non lo fanno gli utilitaristi. I poeti percepiscono
però ciò che sta accadendo, e potrebbero (e dovrebbero) contribuire alle leggi e al mondo, ma
vengono ignorati.
Wordsworth
Fa parte della prima generazione di poeti romantici insieme a Coleridge.
Scrissero un manifesto inconsciamente: nelle Lyrical Ballads la prefazione è quello che oggi è
considerato il manifesto del romanticismo inglese.
Wordsworth nacque nel Lake District, zona dotata di una natura stupenda e tipicamente romantica.
Nel 1790 viaggiò in Francia, dopo aver già conosciuto Coleridge. L'anno dopo ritornò in Francia
poiché ne fu colpito positivamente. La speranza di rinnovamento attirava infatti molti giovani
intellettuali inglesi e faceva loro sperare che anche altrove si verificasse il cambiamento.
I problemi economici lo costrinsero a tornare in patria: era in Francia per tentare di farsi una vita lì.
In Francia si era sposato e aveva anche avuto figli. Andò nel Dorset dove abitava anche Coleridge, e
un paio di anni dopo pubblicarono le loro Ballads (1798). Nel 1800 venne aggiunta la prefazione e
ritornò nel Lake District. Nel 1842 viene nominato poeta laureato. The prelude, la sua grande opera
onnicomprensiva, fu pubblicata dopo la sua morte. È un'opera narrativa che ripercorre le tematiche
passate.
Lyrical Ballads e la poetica di Wordsworth
Dopo l’800 i romantici della prima generazione si ritirarono verso la tradizione, spaventati dagli
eccessi della rivoluzione. In questo contesto si sviluppano le Ballads.
Le Lyrical Ballads sono una raccolta a quattro mani. Sono poesie diverse, scritte però per la maggior
parte da Wordsworth. C'è il fascino del quotidiano, degli incontri e della natura, anche se questi
elementi sono più presenti in Wordsworth che in Coleridge.
La prefazione fu scritta interamente da Wordsworth, con suggerimenti di Coleridge, e venne inserita
nella seconda edizione. Wordsworth spiega gli obiettivi delle sue poesie: cercare di rendere
avvincente la vita quotidiana, voleva fare emergere le leggi fondamentali della natura umana. Le
poesie trattano scene di vita rurale perchè è più autentica: è scandita dai ritmi naturali, l'uomo è
più spontaneo ed è carico di emozioni. Le poesie sono scritte nella lingua con cui parlano le persone
semplici, senza tante figure retoriche complesse: la lingua risulta quindi semplice ed efficace.
La poesia è lo spontaneo traboccare di sentimenti, che non vengono espressi immediatamente.
Le poesie hanno lo scopo di aiutare a sentire meglio i sentimenti che si provano. Al centro della
poesia c'è il poeta stesso con la sua vita interiore. Lo scrittore percepisce, rielabora, si esprime. La
creatività sta nei processi di scrittura e di rielaborazione. L'uomo è come la natura, ovvero una
continua macchina produttiva.
La poesia deve ampliare la capacità di emozionarsi anche davanti alle piccole cose, semplici.
Wordsworth, più di venti anni prima di Shelley, ammette che la poesia aiuta a comprendere meglio
l’esistenza. L'uomo non sapeva davvero ciò che provava, la psicoanalisi non era ancora stata
sviluppata. Wordsworth quindi avvicina la poesia agli aspetti delicati e interiori dell'uomo.
Il linguaggio non è complesso, bensì vicino alla lingua parlata dagli uomini tutti i giorni. Non è un
poeta aulico e complesso, ma è dotato di un linguaggio basico. Raramente c'è la personificazione.
Il romanticismo inglese vede come protagonisti di uno stesso movimento differenti personaggi con
diversi stili. Shelley infatti era quasi agli antipodi di Wordsworth: usava molto la personificazione,
un linguaggio elaborato e ricercato, e le sue poesie erano di difficile comprensione.
Wordsworth invece va un po' contro quello stereotipo che lingua poetica corrisponda
necessariamente a lingua elaborata. Preferisce infatti termini quotidiani ed è più vicino alla prosa.
Nella prefazione usa anche una poesia di Grey, esaltandone la parte prosaica. La lingua deve essere
facile e appropriata per esprim