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Processi di germinazione e crescita dei funghi
DIRETTA:
a) EMISSIONE DI TUBO GERMINATIVO
- processi connessi con la germinazione
- divisione dei nuclei
- rigonfiamento per assunzione di acqua
- emissione di un tubetto germinativo
- il numero di tubetti germinativi e il punto di emissione dipendono dalla specie fungina
- il tubo germinativo può presentare tropismi
- positivi: acqua, sostanze nutritive, essudati vegetali
- negativi: luce e altri tubetti germinativi
b) GEMMAZIONE (es. lieviti, Taphrina, Ustilaginales)
INDIRETTA:
a) FORMAZIONE SPORANGIO (es. oospore di P. viticola e di alcuni Pythium)
b) formazione di zoospore (es. zoosporangi di Oomycota)
c) formazione di promicelio o basidio (es. teliospore di Uredinales e Ustilaginales)
d) formazione nuova spora (es. nel microciclo di molti funghi)
TEMPI DI GERMINAZIONE: 50
FATTORI CHE INFLUENZANO LA GEMINAZIONE DELLE SPORE E LA CRESCITA FUNGINA:
I fattori che influenzano lo sviluppo dei funghi
- acqua, umidità e acqua libera (attività
dell’acqua)
- temperatura
- fonti di carbonio
- fonti di azoto
- ossigeno e anidride carbonica
- reazione del substrato
- fattori biologici
- ospiti
- presenza di altri microrganismi
- metaboliti secondari
- luce
- fattori di crescita
- attivatori della riproduzione
Al fine della crescita fungina in ambienti estremi per l’acqua, si riconoscono le seguenti tipologie di miceti:
- xerofili
- osmofili
- alofili
FONTI DI CARBONIO: 51
I BATTERI FITOPATOGENI
RATTERISTICHE GENERALI:
- non formano particolari strutture di resistenza
- sono incapaci di penetrazione diretta
- prediligono ambienti sub-alcalini
- diffusione naturale su lunghe distanze ostacolata
CELLULA BATTERICA:
- organismi procarioti
- dimensioni 1-5 x 0,5-1 mm.
- forma principalmente a bastoncino
LA PARETE: conferisce rigidità alla cellula, struttura differente tra Gram + e Gram –
LA CAPSULA: rato più o meno spesso di polimeri extracellulari
con strato mucoso composto da EPS.FLAGELLI, PILI E FIMBRIE: appendici filiformi di natura proteica
FLAGELLI: conferiscono mobilità alle cellule. I batteri possono essere atrichi, monotrichi, lofotrichi, anfitrichi, peritrichi
PILI E FIMBRIE: favoriscono l'adesione alle pareti dei vegetali.
IL PATRIMONIO GENETICO:
• CROMOSOMA: unica molecola di DNA circolare
• PLASMIDI: piccole molecole circolari di DNA a doppia elica codificanti funzioni cellulari non essenziali ma importanti per la loro patogenicità e competitività nell'ambiente: utilizzazioni di fonti di carbonio insolite, produzione di batteriocine antibiotici pigmenti, resistenza alle sostanze tossiche.
HABITAT DI CRESCITA:
I batteri possono instaurare due tipi di rapporti con le piante, ospiti e non:
1. epifitia: crescita sulla superficie esterna delle piante.
2. endofitia: sviluppo all'interno dei tessuti vegetali
- spazi intercellulari dei tessuti parenchimatici
- interno dei vasidelle piante.• i batteri endofiti possono colonizzare diverse parti della pianta, come radici, fusti, foglie e frutti.• la colonizzazione endofitica può avvenire attraverso ferite, stomi o tessuti sani.• una volta all'interno della pianta, i batteri endofiti possono causare danni diretti ai tessuti o indurre risposte di difesa della pianta.• la colonizzazione endofitica può essere asintomatica o causare sintomi come necrosi, clorosi o deformazioni delle piante.• i batteri endofiti possono anche interagire con altri microrganismi presenti all'interno della pianta, come funghi o altri batteri.• la colonizzazione endofitica può influenzare la crescita e lo sviluppo delle piante, nonché la loro resistenza alle malattie.• la presenza di batteri endofiti può essere rilevata attraverso tecniche di isolamento e identificazione dei microrganismi presenti nei tessuti vegetali.contatto tra il patogeno e la superficie della pianta. Il patogeno si attacca alla pianta tramite adesioni deboli. • ADERENZA: fase irreversibile, specifica, in cui il patogeno si lega saldamente alla superficie della pianta. PENETRAZIONE: Il patogeno attraversa le barriere naturali della pianta e penetra all'interno dei tessuti. Questo avviene attraverso: • Infezioni primarie: il patogeno penetra attraverso aperture naturali o ferite. • Infezioni secondarie: il patogeno penetra attraverso tessuti sani, senza l'ausilio di aperture o ferite. SPAZI INTERCELLULARI E/O NELLO XILEMA: Una volta all'interno dei tessuti della pianta, il patogeno si moltiplica e si diffonde attraverso gli spazi intercellulari o attraverso il sistema vascolare della pianta, chiamato xilema. SINTOMI: La presenza del patogeno all'interno della pianta può causare una serie di sintomi, come macchie, necrosi, deformazioni o alterazioni del normale sviluppo della pianta. ALTRI ASPETTI DEL PROCESSO INFETTIVO: • Alcuni batteri fitopatogeni possono vivere all'interno dei tessuti della pianta senza causare alterazioni evidenti, infezioni latenti. • Molti microrganismi endofiti sono saprofiti, cioè si nutrono di sostanze organiche morte presenti all'interno dei tessuti della pianta. • Talvolta, le forme endofite svolgono funzioni utili alla pianta ospite, sia direttamente sia proteggendo i tessuti dall'azione di altri agenti patogeni. PROCESSO INFETTIVO: PRESA DI CONTATTO E PENETRAZIONE: • I batteri fitopatogeni non sono in grado di attraversare le barriere naturali delle piante, come l'epidermide. • Pertanto, necessitano di soluzioni di continuità della superficie degli organi, come aperture naturali (stomi, lenticelle, idatodi, nettari) o ferite causate da animali, vento, grandine, freddo o pratiche colturali. SPAZI INTRACELLULARI DI PARENCHIMA: ANCORAMENTO: Si divide in due fasi: • ADSORBIMENTO: fase reversibile, aspecifica, istantanea al contatto tra il patogeno e la superficie della pianta. Il patogeno si attacca alla pianta tramite adesioni deboli. • ADERENZA: fase irreversibile, specifica, in cui il patogeno si lega saldamente alla superficie della pianta. PENETRAZIONE: Il patogeno attraversa le barriere naturali della pianta e penetra all'interno dei tessuti. Questo avviene attraverso: • Infezioni primarie: il patogeno penetra attraverso aperture naturali o ferite. • Infezioni secondarie: il patogeno penetra attraverso tessuti sani, senza l'ausilio di aperture o ferite. SPAZI INTERCELLULARI E/O NELLO XILEMA: Una volta all'interno dei tessuti della pianta, il patogeno si moltiplica e si diffonde attraverso gli spazi intercellulari o attraverso il sistema vascolare della pianta, chiamato xilema. SINTOMI: La presenza del patogeno all'interno della pianta può causare una serie di sintomi, come macchie, necrosi, deformazioni o alterazioni del normale sviluppo della pianta. ALTRI ASPETTI DEL PROCESSO INFETTIVO: • Alcuni batteri fitopatogeni possono vivere all'interno dei tessuti della pianta senza causare alterazioni evidenti, infezioni latenti. • Molti microrganismi endofiti sono saprofiti, cioè si nutrono di sostanze organiche morte presenti all'interno dei tessuti della pianta. • Talvolta, le forme endofite svolgono funzioni utili alla pianta ospite, sia direttamente sia proteggendo i tessuti dall'azione di altri agenti patogeni.riassorbimento dell'acqua, con la fusione del batterio alla matrice gelificata della superficie cellulare • ADESIONE fase irreversibile, si verifica entro poche ore con la produzione di adesine (EPS, LPS) riconosciute da recettori sulla parete cellulare. I batteri tendono ad accumularsi nei punti di giunzione tra le cellule dove consolidano l'ancoramento con la produzione di EPS con cui si ricoprono; la fase termina con la moltiplicazione PERIODO DI INCUBAZIONE E COMPARSA DEI SINTOMI: MECCANISMI DI PATOGENESI E SINTOMI: (spazi intracellulari di parenchima) • sottrazione di acqua e nutrimenti dalle cellule parenchimatiche • produzione di tossine • uccisione di cellule • produzione di enzimi litici • induzione di scompensi nel bilancio ormonale patogeni biotrofici (attacco più lento e subdolo) inducono necrosi, clorosi, malattie vascolari cancri e galle patogeni necrotrofici (attacco drastico con rapida morte delle cellule) inducono marciumi molliBatteri patogeni possono permanere a lungo nei tessuti senza manifestarsi, causando infezioni latenti. Pectobacterium atrosepticum e clostridi durante la conservazione della patata.
Tessuto vascolare: meccanismi di patogenesi:
- Occlusione dei vasi
- Produzione di mucillagini e aumento della viscosità della linfa
- Formazione di tille
- Produzione di tossine
- (Interferenza sul bilancio dell'etilene)
Sintomi:
Appassimenti, avvizzimenti, riduzione della crescita
Evasione:
Formazione di essudati, frammentazione o disfacimento dei tessuti infetti
Sopravvivenza:
- Tessuti lesionati
- Infezioni latenti
- Residui colturali
- Semi, organi di propagazione vegetativa delle piante
- Terreno
Diffusione:
- I vettori principali dei batteri fitopatogeni sono:
- Acqua (pioggia o irrigazione)
- Aerosol
- Vettori animali
- Uomo
Difesa:
Difesa chimica: trattamenti preventivi, sali di rame, (fosethyl alluminio), (bion)
Lotta
BIOLOGICA:- trattamenti con ceppi di Pseudomonadi fluorescenti
- Erwinia herbicola
- scelta del luogo per la coltivazione
- utilizzazione di materiale di riproduzione sano (o risanato)
- tecniche agronomiche
- eliminazione dei residui colturali
- rotazione delle colture
- riduzione degli eccessi di acqua e umidità dell'aria
- concimazioni equilibrate
- pulizia delle attrezzature e degli ambienti
- cultivar resistenti e modelli previsionali
la storia della tassonomia dei batteri fitopatogeni
il presente della tassonomia dei batteri fitopatogeni
SICUREZZA DEGLI ALIMENTI:- residui di fitofarmaci
- micotossine
problematica divenuta importante negli ultimi 30 anni. Effetti negativi su uomo ed animali nel passato
MICOTOSSINE:Composti a basso peso molecolare, prodotti da funghi come metaboliti secondari, tossici a basse concentrazione per l'uomo e per gli animali vertebrati.
I funghi
producono tossine in determinate condizioni, non sempre. (micosi = attacco fungino trasmissibile, micotossicosi = avvelenamenti di origine naturale non trasmissibile)
SOSTANZE TOSSICHE PRODOTTE DA FUNGHI:
- tossiche per microrganismi -> antibiotici
- tossiche per piante -> fitotossine
- tossiche per uomo e animali a elevata concentrazione (etanolo!)
- prodotte da macrofunghi -> veleni
LE MICOTOSSINE:
- sono metaboliti secondari prodotti da alcuni generi di funghi
- Sono generalmente molto stabili chimicamente, difficili da degradare con i comuni processi dell’industria alimentare.
- Tossici a basse concentrazioni per i vertebrati
- Possano causare effetti acuti (tossicità renale e/o epatica) e effetti cronici (carcinogenesi, difetti neonatali, neuro tossicità)
- Possano essere letali
- I principali meccanismi di azione:
- Mutageniche
- Teratogeniche
- Carcinogeniche
- Indebolimento del sistema immunitario
- I sintomi sono
- tipologia di tossina
- dose a tempo di esposizione
- età
- stato di salute dell’individuo esposto
- probabili sinergie o predisposizione genetiche
- stato dietetico
- interazioni con altri stati patologici
- deficienze vitaminiche, bassi apporti calorici, abuso di alcol
Le micotossicosi possono aumentare la vulnerabilità nei confronti di infezioni microbiche
Non sono “malattie infettive”, non si trasmettono da individuo a individuo
È uno dei maggiori problemi in agricoltura a livello globale
Deriva principalmente dall’ingestione di cibi contaminati
Coinvolge: cereali, frutta fresca e secca, prodotti derivati. È difficile eliminare la tossina dal prodotto.
Più frequenti in parti del mondo o in situazioni locali dove:
- la conservazione delle derrate non viene condotta con scrupolo
- i metodi di gestione delle