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OIC 9 - SVALUTAZIONE PER PERDITE DUREVOLI DI VALORE DELLE
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI
L’OIC 9 ha lo scopo di disciplinare il trattamento contabile e l'informativa da fornire nella nota
integrativa per le perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali.
Tale principio è destinato alle società che hanno i bilanci in base alle disposizioni del codice civile.
(IAS 36 Impairment of assets).
Alcune definizioni:
- perdita durevole di valore, diminuzione del valore che rende il valore recuperabile di
un'immobilizzazione inferiore rispetto al suo valore netto contabile;
- valore recuperabile, il maggiore tra il valore d'uso e il valore equo (fair value) di un'attività o di
un'unità generatrice di cassa;
- valore d'uso, il valore attuale dei flussi di cassa attesi da un'attività o da un'unità generatrice di
flussi di cassa;
- valore equo (fair value), ammontare ottenibile dalla vendita di un'attività in una libera transazione
fra parti indipendenti, al netto dei costi di vendita;
- unita generatrice di flussi di cassa (UGC), il più piccolo gruppo identificabile di attività oggetto di
valutazione che genera flussi finanziari in entrata che siano ampiamente indipendenti dai flussi
finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attività;
- capacità di ammortamento, costituita dal margine economico che la gestione mette a
disposizione per la copertura degli ammortamenti.
Determinazione
Se il valore recuperabile di un'immobilizzazione è inferiore al suo valore contabile,
l'immobilizzazione si rileva a tale minor valore; la differenza è imputata nel conto economico come
perdita durevole di valore.
Se non è possibile stimare il valore recuperabile della singola immobilizzazione, la società
determina il valore recuperabile dell'unità generatrice di flussi di cassa alla quale
l'immobilizzazione appartiene; le singole immobilizzazioni non generano flussi di cassa in via
autonoma rispetto agli altri cespiti.
Ogni anno, alla data di chiusura di bilancio, bisogna verificare se esiste un'immobilizzazione/UCG
che possa aver subito una riduzione di valore:
- se esiste, la società procede alla stima del valore recuperabile dell'immobilizzazione/UCG ed
effettua una svalutazione soltanto nel caso in cui questo ultimo sia inferiore al corrispondente
valore netto contabile;
- in assenza di indicatori di potenziali non si svolge alcun tipo di rettifica di valore.
La società considera i seguenti indicatori:
a) il valore di mercato di un'attività è diminuito significativamente durante l'esercizio, più di quanto
si prevedeva sarebbe accaduto con il passare del tempo o con l'uso normale dell'attività in oggetto;
20
b) durante l'esercizio si sono verificate, o si verificheranno nel futuro prossimo, variazioni
significative con effetto negativo per l'entità nell'ambiente tecnologico, di mercato, economico o
normativo in cui l'entità opera o nel mercato cui un'attività e rivolta;
c) nel corso dell'esercizio sono aumentati i tassi di interesse di mercato o altri tassi di rendimento
degli investimenti ed è probabile che tali incrementi condizionino il tasso di attualizzazione
utilizzato nel calcolo del valore d'uso di un'attività e riducano il valore equo;
d) il valore contabile delle attività nette della società è superiore al loro valore equo stimato della
società (una tale stima sarà effettuata, per esempio, in relazione alla vendita potenziale di tutta la
società o parte di essa);
e) l'obsolescenza o il deterioramento fisico di un'attività risulta evidente;
f) nel corso dell'esercizio si sono verificati significativi cambiamenti con effetti negativi sulle società,
oppure si suppone che si verificheranno nel prossimo futuro, nella misura o nel modo in cui
un'attività viene utilizzata o ci si attende sarà utilizzata.
Tali cambiamenti includono casi quali:
- l'attività diventa inutilizzata;
- piani di dismissione o ristrutturazione del settore operativo al quale l'attività appartiene;
- piani di dismissione dell'attività prima della data prima prevista;
- ristabilire la vita utile di un'attività come definita invece che indefinita;
g) dall'informativa interna risulta evidente che l'andamento economico di un'attività è, o sarà,
peggiore di quanto previsto. In tale contesto, l'andamento economico include i risultati operativi e i
flussi finanziari/reddituali.
Esempio punto c Anni 1 2 3 4 5
Valore di 5%
emissione
Valore 100
nominale
Flussi di 5 5 5 5 105
cassa
Tasso di 8%
mercato
Coeff. 0,926 0,857 0,794 0,735 0,681
attualizzaz
ione
Valore 4,6296 4,2866 3,9691 3,6751 71,4612
BTP 88,02
M= C*(1+i)
C =?
C = Mn/(1+i)^n (al secondo anno diventa M2/(1+i)^2, al terzo M2/(1+i)^2, ecc) --> valore del
BTP
Coefficiente di attualizzazione v = 1/(1+i)^n
Determinazione del valore equo (fair value)
Il valore equo è l'ammontare ottenibile dalla vendita di un'attività in una libera transazione fra parti
indipendenti, dedotti i costi della dismissione.
Il valore equo è l'ammontare ottenibile dalla vendita di un'attività in una libera transazione fra parti
indipendenti, dedotti i costi della dismissione. 21
Se non esiste un accordo vincolante di vendita ne alcun mercato attivo per un'attività, il valore
equo è determinato in base alle migliori informazioni disponibili per riflettere l'ammontare che la
società potrebbe ottenere, alla data di riferimento del bilancio, dalla dismissione dell'attività in una
libera transazione tra parti consapevoli e disponibili, dopo aver dedotto i costi di dismissione.
Ci sono tre livelli di fair value:
- fair value di primo livello, se lo strumento finanziario è quotato in un mercato attivo (valutazione
sulla base del prezzo di mercato 1^ livello di determinazione c.d. mark to market);
- fair value di secondo livello, si può desumere il prezzo di mercato da beni simili (valutazione sulla
base di informazioni desunte da prezzi di mercato di beni comparabili 2^ livello di determinazione
c.d. mark to model);
- fair value di terzo livello, se il fair value è calcolato sulla base di tecniche di valutazione che
prendono a riferimento parametri non osservabili sul mercato (valutazione sulla base di un modello
valutativo 3^ livello di determinazione c.d. mark to model)-
Determinazione del valore d'uso
Il valore d'uso è determinato sulla base del valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede
abbiano origine da un'attività.
Il calcolo del valore d'uso comprende le seguenti fasi:
- stimare i flussi finanziari futuri in entrata e in uscita che deriveranno dall'uso continuativo
dell'attività e dalla sua dismissione finale;
- applicare il tasso di attualizzazione appropriato a quei flussi finanziari futuri.
Ai fini della determinazione dei flussi di cassa futuri e del tasso di attualizzazione si considerano i
seguenti elementi:
a. aspettative in merito a possibili variazioni del valore o dei tempi di tali flussi finanziari futuri;
b. il valore del denaro nel tempo rappresentato dal tasso corrente di interesse privo di rischio di
mercato;
c. il prezzo per sostenere l'incertezza implicita nell'attività;
d. altri fattori, quali la mancanza di liquidità che gli investitori rifletterebbero nella determinazione
del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la società si aspetta di ottenere dall'attività.
Nel determinare il valore d'uso, le stime dei flussi finanziari futuri comprendono:
a) le proiezioni dei flussi finanziari in entrata derivanti dall'uso continuativo dell'attività
b) le proiezioni dei flussi finanziari in uscita che si verificano necessariamente per generare flussi
finanziari in entrata dall'uso continuativo dell'attività (inclusi i flussi finanziari in uscita per rendere
l'attività utilizzabile) e che possono essere direttamente attribuiti o ripartiti all'attività in base a un
criterio ragionevole e coerente;
(c) i flussi finanziari netti, qualora esistano, che saranno ricevuti (o pagati) per la dismissione
dell'attività alla fine della sua vita utile.
I flussi finanziari non includono:
- i flussi finanziari in entrata o in uscita derivanti da attività di finanziamento;
- pagamenti o rimborsi fiscali (imposte e tasse);
- investimenti futuri per i quali la società non si sia già obbligata.
Perdite durevoli di valore
L'art. 2426 dichiara che le società alla data di chiusura del bilancio devono verificare se le
immobilizzazioni abbiano subito una perdita durevole di valore, ed in tal caso devono iscrivere le
immobilizzazioni a tal minor valore.
L'OIC 9 precisa che il valore di riferimento prende il nome di "valore recuperabile", inteso come il
maggiore tra il suo valore equo (ossia il valore di vendita fair value) e il suo valore d'uso.
In alcune situazioni non è necessario determinare sia il valore equo che quello d'uso. Se uno dei
due valori risulta superiore al valore contabile, l'attività non ha subito una riduzione di valore e,
dunque, non è necessario stimare l'altro importo. 22
Se non è possibile stimare l'importo recuperabile di una singola attività in quanto non produce
flussi di cassa autonomi rispetto alle altre immobilizzazioni, i riferimenti ad una attività devono
essere letti come riferimenti anche ad un'unità generatrice di flussi di cassa (UCG).
Una volta che si ha un'indicazione di perdita di valore, bisogna determinare formalmente il valore
recuperabile.
La verifica di valore comporta il confronto tra il valore contabile ed il valore recuperabile.
Rilevazione di una perdita durevole
La perdita durevole di valore rilevata su una unità generatrice di flussi di cassa (UGC) deve essere
imputata a riduzione del valore contabile delle attività che fanno parte dell'unità nel seguente
ordine:
- in primo luogo, al valore dell'avviamento allocato sulla UGC;
- infine, alle altre attività proporzionalmente, sulla base del valore contabile di ciascuna attività che
fa parte dell'UGC.
● Ai fini della verifica della sue recuperabilità l'avviamento è allocato, in sede di prima iscrizione in
bilancio, ad una o più UCG occorre individuare le UGC che ci si aspetta generino i flussi di
benefici che giustificano l'iscrizione in bilancio dell'av