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TAPPE PROGETTAZIONE
L'attività di progettazione nel sociale è di solito caratterizzata da alcuni fattori:
• si realizzano interventi di aiuto alle persone beneficiarie,
• da forti valenze valoriali, affettive ed etiche connaturate al lavoro,
• dall'alta presenza di personale professionista,
• i progetti sociali richiedono l'interazione di una pluralità di organizzazioni,
• forte dipendenza del settore dai finanziamenti pubblici.
A prescindere dal tipo di progetto realizzato possiamo rappresentare il percorso di un qualsiasi
progetto di intervento tramite 5 tappe.
La prima tappa corrisponde all'ideazione, al momento in cui una o più persone ipotizzano di
realizzare un progetto. La seconda tappa corrisponde a quella dell'attivazione dove viene
identificato il problema e le strategie di intervento. La terza tappa è quella della progettazione dove
si cerca di prevedere quali saranno le esigenze del personale, i tempi, le necessità tecniche e
materiali per garantire l'operatività. La quarta tappa corrisponde alla realizzazione dell'intervento e
attraverso l'avvio delle prime attività si sviluppano processi di confronto e verifica in itinere per
produrre le migliorie necessarie. L'ultima tappa è quella della valutazione conclusiva dove si
definisce la riformulazione, ridefinizione o conclusione del progetto stesso. Esiste una logica di
sequenzialità tra le diverse tappe che tuttavia si accavallano e talvolta si sovrappongono.
IDEAZIONE: le prime tappe sono radicate nell'esperienza, nella storia e nella cultura delle persone
della comunità locale in cui si colloca il progetto; i progetti sono radicati nella rete di relazioni
precedentemente attivata a livello di singoli e organizzazioni. La tappa dell'ideazione può essere
ricostruita tramite le storie dei diversi soggetti coinvolti. Solitamente si dice che un progetto nasce
perché qualcuno ha constatato che esistono una serie di bisogni sociali cui non viene data risposta e
questo progetto d'intervento nasce proprio per dare risposta a questi problemi, per promuovere
maggiore benessere o per ridurre la possibilità che intervengono cambiamenti indesiderati.
ATTIVAZIONE: questa fase intermedia serve a sviluppare partnership ed alleanze significative
con altre organizzazioni, ad individuare ed attivare possibili risorse, ad individuare ed esplicitare le
strategie alla base del progetto, a sviluppare una costruzione sociale della definizione del problema
ad altri enti sociali. Dopo aver chiarito l'ambito ed il fine del progetto che intendiamo realizzare
occorre cominciare ad identificare con più chiarezza qual è il problema o il fenomeno al quale
stiamo per sviluppare un progetto. É importante capire anche quali sono i tempi utili per la
presentazione e realizzazione di un progetto sia in termini di scadenze connesse ad erogazioni di
finanziamenti e prestazioni a gare d'appalto, sia in termini di disponibilità ad essere coinvolti dei
diversi attori istituzionali. In questa fase cominciano a delinearsi le strategie che riguardano
approcci e convinzioni profonde sul cambiamento sociale, su sviluppo, democrazia, salute, qualità
della vita ed orientano le azioni sociali. Risulta utile distinguere 2 tipologie di progetti: quelli che
nascono come iniziativa autonoma interna a un'organizzazione e quelli che si sviluppano a seguito
dell'accoglimento di una richiesta esterna all'organizzazione. Le motivazioni presenti nelle tappe
iniziali di un progetto possono essere molteplici ed anche in contrasto tra loro, il divario tra
dimensione valoriale e ideale e concreta esperienza può rinforzare attese onnipotenti e al tempo
stesso portare delusioni e perdita di senso. Parallelamente all'analisi delle motivazioni può essere
realizzata una più accurata analisi dei dati e delle statistiche in possesso.
PROGETTAZIONE: la stesura del progetto serve come guida all'azione. Al di là dell'approccio
che viene utilizzato il progetto dovrebbe in ogni caso rispondere al requisito di congruenza fra le
sue parti che sono: definizione ed analisi del problema, identificazione degli obiettivi, beneficiari
intervento, modelli d'intervento e attività che verranno svolte, valutazione, mezzi e risorse. Bisogna
adesso esplicitare il problema sulla quale si vuole intervenire, il modo in cui questo si manifesta, le
possibili cause, il perché è rilevante, la sua entità e se a sua volta genera altri problemi e se c'é
qualcuno che si sta occupando già di quel problema o del settore che include il problema. É
necessario acquisire una conoscenza generale del problema e della sua manifestazione, una
conoscenza della realtà economica della zona, degli atteggiamenti dei potenziali datori di lavoro,
conoscenza della letteratura specialistica, dati e statistiche, o se non sono disponibili fare una ricerca
ad hoc. Dopo aver identificato il problema è necessario individuare gli obiettivi che si vogliono
perseguire che possono riguardare caratteristiche dei singoli individui (atteggiamenti,
comportamenti, stati affettivi, percezioni e sensazioni soggettive, livello di soddisfazione, concetto
di se,variabili biofisiologiche), i rapporti tra le persone, le caratteristiche di servizi, gruppi
organizzazioni o intera comunità territoriale. Prima di individuare gli obiettivi specifici, vengono
fissati uno o più scopi generali, cioè una dichiarazione di intenti, desideri con definizione molto
ampia, ma poi si devono definire obiettivi più chiari che indichino quali specifici cambiamenti ci si
aspetta.
Quindi bisogna distinguere tra obiettivo generale che indica una definizione, alcuni sottobiettivi se
lo scopo generale è troppo ampio, e poi degli obiettivi specifici che indicano chiaramente i
cambiamenti o risultati attesi, da ogni obiettivo discendono uno o più obiettivi specifici. Bisogna
inoltre fare una distinzione tra obiettivi assoluti e relativi, il primo significa eliminare del tutto una
condizione sfavorevole, mentre il secondo indica lo specificare la percentuale di cambiamento
attesa. Quando vengono fissati gli obiettivi è indispensabile la collaborazione di chi si occuperà di
valutare l'efficacia dell'intervento, ed il suo compito sarà quello di assistere nella scelta degli
obiettivi specifici in modo che il loro raggiungimento o meno possa essere agevolmente valutato.
Si parla invece di obiettivi individualizzati quando all'interno di alcuni scopi generali, si fissano
obiettivi specifici e diversi per i singoli casi di cui il progetto si fa carico. Gli obiettivi non devono
essere dissonanti con i valori della popolazione target. Se invece un progetto ha necessità di
svolgersi in più fasi per essere realizzato allora gli obiettivi delle prime fasi possono non riguardare
i beneficiari, vengono definiti strumentali o intermedi in quanto il loro conseguimento è strumento
per raggiungere l'obiettivo finale.
Con la delineazione dell'obiettivo generale si identificano anche i beneficiari dell'intervento, di cui è
importante riconoscere le loro caratteristiche socio demografiche, valori, credenze, abitudini,
bisogna capire anche la modalità di contatto, l'accettazione delle attività, e prima di ogni altra cosa
se la popolazione target percepisce il problema sul quale si vuole intervenire. Molte delle attività
previste dai progetti prevedono un coinvolgimento attivo della popolazione bersaglio che dovrà
essere contattata e dovrà dare la propria adesione al progetto. Stabiliti gli obiettivi bisogna decidere
cosa dovrà essere fatto per raggiungere i cambiamenti desiderati nella popolazione bersaglio e da
questa dipende la decisione del modello di intervento, cioè un tentativo di tradurre le conseguenze
che riguardano la regolazione, modificazione e controllo di comportamenti, atteggiamenti, reazioni
psico-fisiche o condizioni comunitarie in ipotesi sulle quali possano basarsi le azioni.
Nel modello d'intervento bisognerebbe specificare le ipotesi causali e le ipotesi d'intervento. Le
prime indicano le influenze che uno o più processi ha su un comportamento o la condizione che si
cerca di modificare. Le seconde sono affermazioni che specificano relazioni fra un progetto, quello
che verrà fatto e il processo come associate all'ipotesi causale con il comportamento o la condizione
che si vuole cambiare. In sostanza specificare un modello d'intervento significa decidere le attività
con alta probabilità di apportare un cambiamento. Nella scelta del modello d'intervento bisogna
tener conto oltre che dell'efficacia di altri criteri, quali attività scegliere che possono essere messe in
pratica, evitando interventi a bassa fattibilità e interventi che comportano elevati rischi di produrre
effetti negativi. Infatti uno dei criteri più importanti per la scelta delle strategie e dei modelli di
intervento è quello di privilegiare quelle modalità dove abbiamo le più elevate probabilità di
raggiungere i risultati sperati, ovvero di rendere il più possibile efficace l'intervento. Accanto alle
attività primarie, cioè connesse direttamente al cambiamento nei beneficiari, bisogna considerare e
progettare tutte quelle necessarie all'avvio del progetto stesso, cioè le attività secondarie
(acquisizione risorse, corsi di formazione, etc...), e quelle relative al contatto della popolazione
target. Prima di passare alla progettazione operativa sarà necessario stabilire i tempi e la sequenza
con cui dovranno essere realizzate le diverse attività (WORKPLANE).
PROGETTAZIONE OPERATIVA (IMPLEMENTAZIONE): è la fase dove si sviluppa un
piano per organizzare concretamente le diverse azioni e solo quando questa fase sarà completata si
potrà conoscere con precisione i mezzi e le risorse necessarie per la realizzazione di un progetto.
Sviluppare un piano d'azione significa convertire il progetto in una sequenza logica di compiti e
azioni in cui è necessario organizzare: le attività d'avvio, le attività di contatto con la popolazione
target, le attività connesse al cambiamento, le attività connesse alla valutazione, le attività di
collegamento con eventuali altri servizi e le attività di coordinamento generale. Importante sarà
realizzare uno schema temporale per stabilire in quale ordine di tempo debbono essere svolte le
diverse attività e quali risorse saranno già disponibili e quali attivare.
É necessaria coerenza tra progetto sociale e progetto economico e che tutto ciò che viene previsto
nel progetto siano tradotti in valore monetario,e una coerenza con le diverse voci di spesa. Il budget
può essere economico quando è inteso come previsione di cost