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STEREOCRANICA

- Trattamenti stereotassici del distretto cranico- Estrema precisione, quindi insieme alle maschere si utilizza un cuscinotermoplastico (70°)

STEREO BODY

- Più posizionatori con due archi di fissaggio (quello più alto è piùimportante) perché presenta una compressione diaframmatica che servea minimizzare i movimenti respiratori

FASE CONTOURING

Viene dopo il centraggio e vengono individuati i volumi di trattamento

TARGET

GTV: volume tumorale identificabile all’imaging (macroscopicamente);operazione di contouring manuale. Il GTV non è sempre presente perchépotrebbe essere portato via in caso di chirurgia (in quel caso c’è una pregressasede di malattia che può essere definita GTV, altri la definiscono CTV.

GTV-T: si riferisce al tumore primitivo

GTV-N: si riferisce alle stazioni di drenaggio

BIOLOGICAL TARGET VOLUME

Volume tumorale identificabile mediantetecniche di imaging molecolare

(acquisizione di informazioni metaboliche, funzionali) CTV: volume che comprende il GTV + il margine che tiene conto dell'estensione subclinica della malattia/pregressa sede di T/N; non lo vediamo

Anche il CTV non è sempre presente, questo accade quando si fanno trattamenti stereotassici (es metastasi encefaliche)

L'entità dell'espansione deve tener conto di diversi fattori:

  • Istotipo

Per disegnarlo bisogna sapere come si comporta il tumore; conoscere i dettagli anatomici legati alla possibilità del tumore di scorrere attraverso vie periferenziali (vie di fuga); conoscere l'anatomia e sapere dove sicuramente il tumore non può essere andato (barriere anatomiche)

Se vogliamo trattare solo ciò che vediamo usiamo la RM, poi le immagini devono essere riportate nelle immagini di riferimento (TC) tramite delle operazioni di co-registrazione, che vuol dire riportare le immagini nello stesso spazio

RIGIDA: si effettuano delle operazioni di rotazione e traslazione e le immagini combaceranno

ELASTICA: vengono applicate alle immagini delle deformazioni in punti specifici perché c'è una differente posizione del pz

ACQUISIZIONE 4D: si fa quando dobbiamo tener conto della variazione del target in funzione dell'atto respiratorio

Acquisizione con il lettino che si muove lentamente, andiamo a monitorare l'andamento del respiro tramite un "blocchetto" posizionato sul torace/addome superiore (il blocco viene letto dalla camera ad infrarossi).

L'andamento del respiro poi, viene trasferito allo scanner TC e con l'ausilio di un software in post processing abbiamo ciascun pacchetto di immagini che viene trasferito in ciascuna fase della respirazione: in post processing in una curva spezzata in 10 fasi, si hanno 10 pacchetti ognuno copre l'intero volume corporeo

In questi 10 pacchetti (quindi 10 fette diverse) vediamo lo stesso volume

che avrà una posizione differente in ciascun pacchetto, quindi bisogna disegnarlo all'interno di ciascun pacchetto: andiamo ad unire questi volumi tutti insieme, andando poi ad estrarre solo il contorno dell'unione ottenuta. Il volume si muove all'interno del contorno e rappresenta l'INTERNAL MARGIN (IM): è l'estensione di quel volume che bisogna considerare perché stiamo prendendo in considerazione un volume che si muove. Perché facciamo tutto ciò? Perché se non lo facessimo, ma sappiamo di trattare una lesione della base polmonare (ad esempio) e sappiamo che la sua posizione è influenzata dall'atto respiratorio, dovremmo espandere il volume (ci teniamo più larghi perché se ci tenessimo più stretti teniamo fuori una parte della lesione che stiamo trattando). Bisogna dare un ulteriore espansione, ovvero il SETUP MARGIN (SM): che tiene conto delle variazioni nel riposizionamento. ITV: espansione al

CTV (se questo non c'è al GTV) che tiene conto delle variazioni del bersaglio in funzione del movimento respiratorio; tiene conto quindi delle variazioni del contorno, posizione e dimensione del CTV. Per questo si fa una 4D in modo da scoprire tutte le posizioni che il bersaglio assume mentre il paziente respira.

PTV (planning target volume): tiene conto del GTV (se c'è)/CTV, IM (se c'è) e il SM [GTV/CTV + IM + SM = PTV]. Le espansioni vengono fatte per essere sicuri di prendere il target.

ORGANI A RISCHIO (OAR): tessuti sani la cui sensibilità alle radiazioni e la cui posizione in prossimità del target possono influenzare l'esecuzione del piano di cura e/o il livello di dose assorbita dal CTV.

In base al tipo di funzionamento della struttura:

  • SERIALE: (es midollo spinale), qui bisogna fare attenzione ai punti in cui la dose raggiunge dei massimi
  • PARALLELA: considerare il volume dell'organo che prende una determinata dose

TV (treated volume):

PENOMBRA: è quell'intervallo compreso tra l'80% e il 20% rispetto alla dose prescritta; verso la periferia del fascio si ha una caduta di dose (c'è perdita di dose in corrispondenza dei collimatori)

Riduzione della penombra con l'utilizzo di collimatori focalizzati - Nei trattamenti ad IM al fine di ridurre la dose totale al pz (quindi di concentrare la dose meglio intorno al target) si sottrae il PTV (o più precisamente il TV) all'intero volume del pz: il volume generato prende il nome di RAMANGE VOLUME AT RISK

TPS (sistema di piani di trattamento): sono dei software che presentano dei moduli (significa un insieme di strumenti) che aiutano

nella contornazione

ELABORAZIONE DEL PTA

Acquisizioni immagini

  • Contornazione dei volumi
  • Inserimento dei fasci +- compensatori
  • Valutazione del PT (dal medico), valutazione delle CURVE DI ISODOSE: come si distribuisce la dose al target e alle strutture a rischio e si fa una valutazione del DVH

DVH: istogramma dose-volume; ogni curva è relativa alla struttura identificata riuscendo a vedere quanta dose prende quella struttura

ORDINATE: volume (che può essere espresso in %) della specifica struttura che si vuole analizzare

ASCISSE: dose prescritta

Trasferimento dei dati alla macchina

  • Se il piano di cura rispetta quelli che sono gli obiettivi di prescrizione si ha il trasferimento del piano di cura all'acceleratore lineare e avviene l'erogazione del trattamento

Due approcci per costruire un piano di cura:

  1. FORWARD PLANNING: approccio utilizzato per i trattamenti 3DC, ovvero quelli che prevedono dei campi fissi multipli. Si impostano manualmente i 3 campi (oppure...

2,4,6) per ottenere gli obiettivi di prescrizione, ovvero la dose che riceverà il target e quella degli organi a rischio che non dovrà superare certi limiti. Facciamo poi il calcolo e otteremo la nostra distribuzione di dose e se è tutto ok il fisico ci propone il piano di cura (se invece gli obiettivi non sono rispettati il fisico farà ulteriori tentativi ad es inserire un altro campo...). È un processo di prova ed errore, step by step.

OBIETTIVI DI PRESCRIZIONE: sono le prescrizioni che abbiamo per il target e per gli OAR

2) INVERSE PLANNING: piano che viene utilizzato per gli approcci più sofisticati (IMRT). Abbiamo sempre gli obiettivi di prescrizione (in entrambi i casi li abbiamo fin dall'inizio) che vengono utilizzati sin da subito in modo che il piano di cura li rispetti.

Conformazione di dose: riesco a piegare la dose esattamente in torno al target

MODIFICATORI/COMPENSATORI DEL FASCIO- strumenti che ci aiutano a modificare il fascio: si

può modificare la forma(collimatori), il profilo (si modifica la simmetria del fascio)-FILTRI: modificano il profilo del fascio al fine di avere un miglioramento delladistribuzione di dose intorno al targetCUNEO: servono per omogenizzare la dose ed evitare i punti caldi CUNEO FISSO: viene inserito manualmente in testata DINAMICO (O VIRTUALE): il collimatore primario scorre e va a simulare il profilo triangolare del cuneo-BOLUS: foglio di tessuto equivalente utilizzato per superficializzare la dose(dobbiamo superare il fenomeno del build up). Applicandolo stiamoaggiungendo spessore in modo tale che la zona di risparmio cadrà esattamentesul bolus e avremo il picco di rilascio in corrispondenza della superficie(abbiamo aumentato il tragitto che deve compiere la radiazione con unartificio).Lo mettiamo o in fase di centratura o al TPSIl bolus deve aderire perfettamente alla superficie (soprattutto se lo mettiamoal TPS), perché seno rischiamo che tra

L'interfaccia e la cute si creano delle zone di aria che possono provocare ustione (con il bolus ci si aspetta una tossicità cutanea più alta).

Il bolus termoplastico quando perde calore si restringe ed è difficilissimo da levare (bisogna tenersi un po' più larghi nelle estremità).

RT STEREOTASSICA

Approccio che ti dà la possibilità di mappare uno spazio tridimensionale al fine di guidare un qualsiasi tipo di procedura.

Lo spazio interno ed esterno del pz venivano legati tramite un sistema invasivo di immobilizzazione che veniva avvitato (IN PASSATO).

Approccio utilizzato nel caso in cui si eroga tanta dose in poche volte e serve una dettagliata precisione (OGGI).

La stereotassi è una particolare tecnica di radioterapia che consente di somministrare, in un'unica (SRS) o in poche frazioni (FSRT), una elevata dose di radiazioni ad un volume bersaglio di dimensioni "appropriate", utilizzando un fascio ben collimato.

Può essere eseguita a livello del cranio (intracranica) o del torace, dell'addome e della pelvi (extracranica). Il trattamento stereotassico può essere: - FRAZIONATO (secondo uno schema convenzionale) - Erogato in una sola volta (trattamenti chirurgici) - INTENSITÀ MODULATA GRADIENTE DI DOSE: quando è ripido il valore di dose diminuisce velocemente; i ripidi gradienti di dose non si riescono ad ottenere con una tecnica 3D CL'IM affronta bene l'irregolarità del target (quando ad es ci sono delle concavità all'interno del target) Con l'IM pieghiamo la dose Non è omogeneo il fascio perché si deve considerare il rapporto target/OAR e quindi bisogna risparmiare l'OAR e si da più dose al target.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
25 pagine
SSD Scienze mediche MED/36 Diagnostica per immagini e radioterapia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luchetto33 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Radioterapia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Manti Lorenzo.