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Disturbi del comportamento alimentare: L'anoressia psicogena o mentale
L'anoressia psicogena o mentale è costituita dall'associazione di disturbi fisici e psichici. Si caratterizza per un rifiuto sistematico del cibo che porta a un marcato dimagrimento, talvolta fino a quadri di cachessia. Questo disturbo colpisce principalmente il sesso femminile e si manifesta in età puberale. Nonostante le diverse evoluzioni, rappresenta una patologia che si avvicina alla psicosi. La gravità dei sintomi può portare le giovani pazienti a quadri di inedia così estremi da condurre alla morte. Questo tipo di disturbo presenta molte similitudini con i quadri deliranti. Nell'anoressia mentale, lo schema corporeo è così alterato che per le pazienti non esiste più una corretta percezione della realtà. Si tratta di un disturbo complesso che riguarda la visione del proprio corpo e il suo utilizzo.
Che l'anoressica fa del proprio corpo emaciato. Perverso. C. Huchard nel 1883 per primo usa il termine anoressia mentale come disturbo psichiatrico. La storia di questa sindrome è stata caratterizzata dalle dispute sulla patogenesi: se organica o psichica.
CONCLUSIONI: possono esistere quadri clinici di grave insufficienza ipofisaria con eziologia ben precisa e caratteristiche semeiologiche facilmente differenziabili dall'anoressia psicogena; con mai un trattamento endocrino ha portato a miglioramenti del quadro clinico; sull'importanza etiopatogenetica non si discute più dei fattori psichici, ma piuttosto sul come e sul perché.
La difficoltà nel trattamento di questi pazienti ha portato a modifiche di modelli teorici e psicoterapeutici:
- Modello psicoanalitico
- Modello relazionale
- Modello cognitivo
L'incidenza della famiglia sulla genesi e sul mantenimento della patologia è certamente notevole, più che in altre psiconevrosi, soprattutto nei.
casi più gravi, se si vuole evitare il ricovero in clinica e conseguente isolamento dall'ambiente familiare, il bisogna inevitabilmente coinvolgere tutta la famiglia nella terapia. Questa sindrome è caratterizzata da: un progressivo rifiuto per il cibo e da una serie di meccanismi per evitare di metabolizzare il eventualmente assunto (come il vomito provocato, l'abuso di lassativi ecc.); cibo un dimagrimento progressivo che può arrivare, nei casi più gravi, fino alla perdita del 50% del peso normale: un'amenorrea precoce e resistente ad ogni forma di terapia. Il quadro classico è appannaggio del sesso femminile in età puberale: molto rara invece nei ragazzi. Disturbi di natura anoressica possono colpire i bambini nei primi mesi di vita, le donne in età matura e le persone anziane. Sintomatologia sono spesso misconosciuti I sintomi iniziali dell'anoressia o sottovalutati Medico e familiari cominciano a dare loro importanza, squando i sintomi del dimagrimento diventano appariscenti. Si è già in pieno periodo di stato patologico. COME INTERVENIRE Porre maggiore attenzione: si notano tratti caratteristici e comportamenti anomali abbastanza significativi, molto prima della comparsa del dimagrimento. Ragazze, fino a quel momento abbastanza normali, anzi a volte piuttosto floride tanto da iniziare una cura dimagrante, cominciano a presentare disturbi gastrici:- rifiuto più o meno immotivato del cibo;
- vomito spontaneo (ma sovente procurato);
- stipsi ostinata e non facilmente spiegabile.
- l'assoluta e irrazionale convinzione di essere grassi;
- l'improrogabile necessità di dimagrire ulteriormente.
I familiari cominciano a preoccuparsi: siamo già in piena patologia. Difficoltà a mangiare, la paziente tocca solo qualche boccone; preferisce alimenti liquidi o che abbiano un minimo potere calorico: frutta, insalata. Rifiuta tutti i cibi ad elevato potere calorico e soprattutto i carboidrati. Inizia a non sedere affatto a tavola, a volte partecipa al pasto familiare ma con un comportamento che somiglia molto ad un cerimoniale. Questo atteggiamento coinvolge tutti i familiari e l'eccesso di insistenza nel spingerla a mangiare stimola una ulteriore resistenza nella paziente, creando così un circolo vizioso che spesso porta l'anoressica non a diventare consapevole dei propri disturbi, ma solamente a stigmatizzare il comportamento ossessivo dei familiari che viene vissuto come unica fonte dei suoi malesseri.