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Anatomia 2
mercoledì 7 marzo 2018 12:22
Apparato cardio circolatorio
Andando a parlare di apparato cardio circolatorio, bisogna in prima analisi andare a definire la porzione fisica che più interessa questa struttura. La porzione corrisponde alla parte toracica, con estensione che va dalla linea giugulare superiore, alla linea inferiore dell'arco costale inferiormente, in cui va a collocarsi il diaframma. I margini laterali sono definiti dal disegno della gabbia toracica.
La struttura diaframmatica, che in una situazione di riposo va a collocarsi ad un'altezza posta circa al settimo spazio intercostale, divide la cavità toracica da quella addominale.
Della cavità toracica, si individuano 3 regioni:
- Mediastino: regione mediana tra sterno (parete anteriore) e colonna vertebrale (parete posteriore) diviso a sua volta in mediastino superiore, inferiore (contenente il cuore), anteriore e posteriore. Quest’ultimo contiene altri organi come l'esofago ed altre strutture venose ed arteriose (aorta).
- Logge pleuro polmonari: rispettivamente di destra e di sinistra
Immediatamente sulla faccia posteriore sternale, è collocato il cuore, pilastro portante del sistema cardio circolatorio a cui si affianca una fitta rete di vasi con la funzione non solo di ematosi, ma anche con funzioni di trasporto di tutto ciò di cui le cellule necessitano o di cui debbono liberarsi.
Tutte quelle strutture che costituiscono vasi sanguigni destinati all'allontanamento del flusso sanguigno dal cuore verso la periferia corporea, prendono il nome di arterie. Il percorso inverso è gestito dalle vene. La differenza tra arterie e vene non è definita dal "tipo" di sangue contenuto (ricco o povero di ossigeno) ma piuttosto dalla direzione, come prima detto, del flusso.
La circolazione è differenziata in grande e piccola circolazione.
Separate tra loro ma poste in serie, rappresentano, quella grande, la circolazione sistemica o nutritiva e, quella piccola, la circolazione destinata all'ematosi (ossigenazione e dispersione del materiale prodotto dagli scambi dei gas).
Per facilitare gli scambi, le pareti dei vasi nei punti di microcircolazione (capillari) sono estremamente sottili e di quindi facile permeazione. La grande circolazione: Dal ventricolo sinistro, il sangue, spinto dal cuore attraverso l’arteria aorta, va a dirigersi verso la periferia del corpo, dando vita, a livello di ciascun organo, ad un letto capillare per il verificarsi dei vari scambi, per poi ritornare attraverso due grandi vasi, le vene cave, al cuore, più precisamente all’atrio destro.
La piccola circolazione segue invece un percorso che, dal ventricolo destro, porterà, tramite le arterie polmonari, ai due polmoni dove si caricherà di ossigeno, per poi tornare nell’atrio sinistro tramite le vene polmonari.
Collocato nel mediastino antero inferiore è avvolto da una membrana che prende il nome di pericardio, un vero e proprio sacco in sé con funzione di involucro cardiaco. Di forma piramidale, con base volta verso l’alto e apice orientato in basso verso sinistra ed in avanti; con le dimensioni di circa un pugno, ha uno sviluppo "disomogeneo" con una maggiore grandezza (e quindi forza) nella sua parte sinistra. Il margine destro del cuore è circa in corrispondenza della linea para sternale, mentre quello sinistro arriva circa all'altezza della linea emiclaveare.
Essendo con essa maggiore orientato antero superiormente, la faccia antero superiore del cuore risulta essere quella sterno costale, quella infero posteriore, quella diaframmatica. Il margine sinistro è più arrotondato e viene detto margine ottuso a differenza di quello detto acuto, essendo più "definito".
Dalla faccia anteriore del cuore mediante due solchi, quello atrio ventricolare detto anche solco coronario e quello inter ventricolare, si individuano i margini di separazione tra atri e ventricoli e tra ventricolo e ventricolo. Dalla posizione anatomica del cuore, si individuano superiormente una coppia di strutture dette auricole (di destra e sinistra), due propaggini che vanno a chiudere i rispettivi atri.
Dalla faccia posteriore si individuano nuovamente i due prima citati solchi, l’atrio ventricolare e l’ inter ventricolare, assieme ad un terzo solco unicamente visibile posteriormente: il solco inter atriale, di divisione tra i due atri, grazie al quale ora si possono individuare gli atri nella loro estensione completa.
A differenza dei solchi, “disegnati” esternamente alle pareti cardiache, i setti, sono invece delle strutture di netta separazione poste internamente alla cavità cardiaca. Il setto atrio ventricolare a divisione tra atri e ventricoli, quello inter ventricolare a separazione tra i ventricoli e quello inter atriale tra i due atri.
Le comunicazioni tra gli atri ed i rispettivi ventricoli prendono la nomenclatura di atri ventricolari destro e sinistro. I punti di arrivo in cui giunge il flusso sanguigno entrante nel cuore, sono anch’essi identificati e le vene sono catalogate come seno delle vene cave per l’atrio destro e tetto cardiaco per l’atrio sinistro con l’arrivo delle vene polmonari.
L’atrio destro presenta lateralmente l’auricola destra il cui profilo è rilevato mediante i muscoli pettinati.
Il ventricolo destro si può suddividere in 3 porzioni principali. Quella inferiore è la porzione apicale. Superiormente si va ad individuare la porzione che fa subito seguito allo sbocco venoso: la porzione di afflusso. La porzione del ventricolo attraverso cui il cuore spinge nelle arterie il sangue è la porzione di efflusso, o cono polmonare. Nel caso del ventricolo destro si individua l’orifizio arterioso detto, in questo caso, polmonare che, affiancato a quello atrio ventricolare, offre passaggio al sangue verso i polmoni.
Le cavità sinistre del cuore sono pressoché uguali a quelle destre. Da un punto di vista funzionale è suddivisibile, come la porzione destra, in una porzione apicale, una di afflusso ed una di efflusso, quest’ultima detta radice aortica. Anche il ventricolo sinistro avrà due orifizi: quello atrio ventricolare di sinistra e quello aortico, corrispondente a quello polmonare destro.
Sia quello destro che quello di sinistra concedono delle propaggini dette trabecole carnee.
Essendo dotati di due orifizi, i ventricoli necessitano della presenza di valvole che permettono di indirizzare il flusso sanguigno nella direzione corretta. Tali strutture sono le valvole atrio ventricolari destre e sinistre e le valvole aortica e polmonare per il ventricolo sinistro e destro e la valvola atrio ventricolare di destra e quella di sinistra. Queste valvole hanno il compito di rendere unidirezionale il flusso sanguigno e non semplicemente lo scopo di “consentire” il passaggio del flusso.
Quella atrio ventricolare destra, tricuspide, è formata da tre lembi valvolari ancorati alla circonferenza arteriale mediante l’anello fibroso, corrispondente all’orifizio atrio ventricolare. Il margine libero dei tre lembi valvolari presenta un’inserzione tendinea che aggancia ai muscoli papillari, posti nel corrispondente ventricolo, per opporsi alla forza generata dalla contrazione ventricolare.
Rispetto a quella di destra, quella atrio ventricolare sinistra presenta solo due lembi ed è perciò chiamata bicuspide o mitrale. È costituita da un analogo tendine, due lembi valvolari su cui ancorano altrettante inserzioni tendinee con aggancio, a sua volta distinto dalla tricuspide, a muscoli papillari.
Le valvole arteriose disposte tra ventricoli e vaso arterioso (aortico o polmonare) sono costituite da 3 lembi, ciascuna a forma di nido di rondine, o a tasca, con la convessità verso il ventricolo. Tali valvole hanno la medesima conformazione, sia che si parli di valvola semilunare aortica o di valvola semilunare polmonare.
Il cuore, come già detto, è per la più una struttura muscolare, la quale presenta una struttura tendinea di inserzione che costituisce lo scheletro fibroso. Esso presenta una struttura pressoché planare, costituita da quattro anelli valvolari delle altrettante prima citate valvole. Oltre agli anelli fibrosi atrio ventricolari di destra e sinistra e agli anelli fibrosi polmonare ed aortico, è formato anche dai cosiddetti t trigoni, strutture di collegamento dei 4 anelli.
Permette l’inserzione del miocardio, dei lembi delle valvole cardiache e, inoltre, isola elettricamente il miocardio ventricolare da quello atriale, facendo così in modo da consentire contrazioni indipendenti di una porzione rispetto all’altra.