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"SBULLONATA". Anatomia 1 - Terenzio Congiu 83 Appunti di Giulia Peis

Vi è un legamento dato dall'inspessimento di una fascia che riveste i muscoli e viene definito legamento inguinale, il quale, più robusto, si tende dalla spina iliaca antero-superiore fino al tubercolo pubico.

È presente una derivazione connettivale che collega il legamento inguinale con l'eminenza ileopettinea, che divide lo spazio in due lacune: la lacuna dei muscoli, dove passano i muscoli ileopsoas e il nervo femorale, e la lacuna dei vasi, che permette il passaggio dell'arteria e dell'avena iliaca esterna per vascolarizzare anteriormente la coscia.

Sia la grande che la piccola incisura ischiatica vengono chiuse da due legamenti che si incrociano, il legamento sacrotuberoso, più esterno, che dalle spine iliache posteriori superiori e inferiori e dal margine laterale del sacro e del coccige raggiunge, espandendosi a ventaglio, la tuberosità ischiatica.

pubica è l'articolazione che unisce anteriormente le due ossa dell'anca. Le superfici articolari prendono il nome di facce sinfisarie e sono costituite da due facce piane e ovalari che si individuano nel pube. Tali superfici sono rivestite da un sottile strato di cartilagine ialina e tra queste è interposto un disco fibrocartilagineo, che funziona da ammortizzatore, impedendo un allontanamento delle due ossa pubiche, ma anche una compressione troppo forte nel punto di contatto tra le due ossa. Questo è costituito da cartilagine fibrosa molto lassa.

pubica è un'articolazione molto poco mobile (meno mobile rispetto alle diartrosi; fa parte, infatti, delle sinartrosi) che consente soltanto piccoli movimenti di scivolamento che si accentuano nella donna nell'ultima fase della gravidanza.

L'articolazione è rinforzata da un fascio fibroso che unisce i due tubercoli pubici, il legamento superiore del pube; inferiormente è presente il legamento inferiore del pube.

Movimenti del bacino

L'osso sacro e le due ossa dell'anca possono mantenere una certa mobilità reciproca tramite un asse trasversale dato dai legamenti interossei. Su questo asse trasversale, le due anche possono oscillare avanti e indietro rispetto all'osso sacro e descrivere, anche se in maniera non troppo ampia, un movimento circolare. Questo serve a compensare l'azione che la muscolatura ha sulla colonna vertebrale.

Nell'immagine sono presenti due

colonne a confronto. Il termine dinamico o statico si riferisce ad una muscolatura più o meno potente. Quando la muscolatura diventa più potente, la colonna si conforma ancora di più ad arco, e quindi un aumento del tono muscolare sia dorsale che ventrale influisce sulla colonna aumentandone le curvature.

Inoltre, la muscolatura dorsale fa capo a forti tendini che si ancorano nel sacro: quindi, anche questo osso è coinvolto e verrà spostato. Il risultato è un suo cambio di posizione reciproco con l'anca, articolata con l'arto inferiore.

Per poter riequilibrare il tutto, deve esserci quindi la possibilità di movimento altrimenti un'azione troppo forte sulla colonna comprometterebbe la posizione dell'articolazione coxofemorale, fondamentale per l'appoggio. Per questo il sacro è mobile rispetto alla colonna e l'anca è mobile rispetto al sacro.

Quindi il bacino è plastico, può muoversi

avanti e indietro, ma anche convergere. Deve essere un elemento di solidità per consentire la deambulazione, ma non troppo rigido. Si possono verificare come possibili movimenti del bacino, la retroversione o l'antiversione.

Si parla di bacino antiverso quando il promontorio del sacro, e quindi la prima vertebra sacrale, si porta in avanti, anteriormente sul piano sagittale. L'antiversione è data da una trazione della muscolatura dorsale.

Si parla di bacino retroverso quando, al contrario, il promontorio si porta indietro. La retroversione è data da una perdita del tono muscolare della muscolatura posteriore.

Tutto quello che si fa con la muscolatura ventrale e dorsale non soltanto lavora sulla colonna ma anche sull'arto inferiore, influenzando l'articolazione coxofemorale.

Articolazione dell'anca o coxofemorale

È un'enartrosi, un'articolazione a sfera, che si forma tra l'acetabolo dell'osso dell'anca e la

testa del femore. Si tratta di un'articolazione particolarmente mobile che presenta tre grandi libertà: consente i movimenti su tre assi, e in virtù di questo ne può assumere un quarto che li comprende tutti. I movimenti fondamentali sono: - Rispetto all'asse trasversale, movimenti di flessione ed estensione - Rispetto all'asse sagittale, movimenti di allontanamento quindi abduzione e adduzione - Rispetto all'asse longitudinale, movimento di rotazione (che per essere pura si deve impedire il movimento di rotazione più distale della gamba sulla coscia, attraverso una flessione) La circonduzione comprende tutti e tre i movimenti, descrive un cono con l'apice in corrispondenza dell'articolazione. Esistono anche i movimenti composti poiché si può avere un'abduzione in flessione o in estensione. Un'adduzione pura si ha quando la gamba arriva in corrispondenza del piano sagittale mediale, ma si puòfemore, ma solo una parte di essa. Questa parte è rivestita da una cartilagine ialina che permette uno scivolamento fluido e senza attrito tra le due superfici articolari. Oltre alla cartilagine, è presente anche una capsula articolare che avvolge l'articolazione e contribuisce alla sua stabilità. Questa capsula è formata da uno strato esterno di tessuto connettivo fibroso e uno strato interno di tessuto sinoviale. Il tessuto sinoviale produce un liquido chiamato liquido sinoviale, che lubrifica l'articolazione e ne facilita il movimento. Per garantire ulteriore stabilità all'articolazione dell'anca, sono presenti anche dei legamenti. I legamenti sono fasci di tessuto connettivo fibroso che collegano le ossa tra loro e limitano il movimento dell'articolazione. Nell'articolazione dell'anca, i principali legamenti sono il legamento ileo-femorale, il legamento pubo-femorale e il legamento ischio-femorale. Infine, per completare la struttura dell'articolazione dell'anca, sono presenti anche dei muscoli che la circondano e la sostengono. Questi muscoli sono responsabili dei movimenti dell'anca e contribuiscono alla sua stabilità. In conclusione, l'articolazione dell'anca è una struttura complessa che permette movimenti ampi e fluidi, ma al contempo deve essere stabile per sostenere il peso del corpo. La presenza di cartilagine, capsula articolare, legamenti e muscoli contribuisce a garantire la funzionalità e la stabilità di questa importante articolazione.

femore; la superficie rivestita dalla cartilagine articolare corrisponde alla faccia semilunare, mentre la fossa dell'acetabolo è riempita da un cuscinetto adiposo. Si tratta di un'articolazione congrua in quanto il segmento di sfera convesso della testa del femore viene contenuto quasi perfettamente nella cavità acetabolare; il tutto viene completato dalla presenza di un cuscinetto adiposo e da un labbro di cartilagine fibrosa molto robusta, il labbro acetabolare, che avvolge strettamente il collo del femore e ne migliora l'adesione alla capsula articolare. La capsula articolare, infatti, si fissa sull'acetabolo e sul labbro acetabolare, e sul femore in corrispondenza della linea intertrocanterica, anteriormente, e tra i due terzi prossimali e il terzo distale del collo anatomico, posteriormente. Più esternamente i legamenti e i muscoli stabilizzano ulteriormente l'articolazione. L'articolazione viene resa ancora più stabile anche

gravi sulla circolazione sanguigna della testa del femore.

negativi che implicherebbero un certo interesse anatomo-clinico (una lussazione dell'articolazione potrebbe lesionare il legamento e, se presente, l'arteria; una nonvascolarizzazione potrebbe comportare la necrosi dell'osso).

In questa radiografia si vede meglio come il femore si articola nella cavità acetabolare. Nell'adulto, in particolare, la testa del femore è ben incassata, ben accolta nella cavità acetabolare.

A livello della cavità, le parti che sono fondamentali per garantire il contatto con il femore all'interno dell'articolazione sono rappresentate dalla componente dei corpi dell'ileo, del pube e dell'ischio, ad esclusione del fondo della cavità che invece ha una parete ossea molto sottile e non ha alcun diretto contatto con la testa del femore.

Un trauma violento a livello dell'articolazione potrebbe portare la testa del femore a sfondare la parete ossea molto sottile della fossa acetabolare, giungendo

così allacavità pelvica. Tra i legamenti più importanti atti a stabilizzare l'articolazione, dobbiamo ricordare quelli che si instaurano intorno all'articolazione, cioè quelli che dalle tre ossa dell'anca si portano al collo del femore, aderendo alla superficie esterna della capsula articolare. Sono strutture connettivali molto robuste che migliorano la resistenza dell'articolazione. - Legamenti ileo-femorale, ischio-femorale e pubo-femorale: Partono dalla Y dell'anca, cioè dall'ileo, dall'ischio e dal pube, e raggiungono avvolgendosi a spirale il collo del femore, posteriormente, e la linea intertrocanterica, anteriormente. Si avvolgono in modo da impedire un movimento che la nostra postura teme, ovvero l'iperestensione.
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A.A. 2021-2022
146 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.ps di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Congiu Terenzio.