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APPLICAZIONI:

1. Iodimetria: tecnica in cui si utilizza una soluzione di I2 come titolante ossidante. La soluzione di iodio va standardizzata e si titolano specie comuni come H2S e solfiti.

2. Iodometria: lo ione ioduro reagisce come ossidante a formare I2 (opposto alla iodimetria). Si utilizza per la determinazione di specie ossidanti che vengono fatte reagire con eccesso di ioduro che ossidano a iodio I2 rosso. I2 che si forma viene titolato con tiosolfato = giallo; si usa la soluzione d'amido = blu, si aggiunge il tiosolfato riduce I2 a ioduro = incolore. Il tiosolfato non è standard primario, si standardizza con potassio iodato o bromato. Serve per analizzare ossidanti come permanganato, cromato, iodato).

METODO di WINKLER: metodo iodometrico utilizzato per la determinazione dell'ossigeno disciolto in acqua. Si basa su una catena di reazioni di ossidoriduzione:

  1. Fissazione dell'ossigeno nell'idrossido che precipita: (altrimenti complicato da campionare poiché...

instabile): aggiungo base+ sale solubile di Mn2+ —> ossigeno ossida Mn2+ a Mn3+ e precipita l’idrossido —> ho trasferito l’informazione della concentrazione di O2 nella massa dell’idrossido precipitato Mn(OH)3.

Porto in soluzione: aggiungo H2SO4 per sciogliere l’idrossido e porto in ambiente acido la reazione (perché la iodometria avviene in ambiente acido)2. Ossidazione dello ioduro: in soluzione = ambiente acido + Mn3+, aggiungo KI in eccesso —> ossidazione dello ioduro e riduzione di Mn3+ a Mn2+.

Titolazione con tiosolfato: lo iodio generato viene titolato con tiosolfato.

Titolazione per precipitazione Procedura volumetrica che sfrutta la reazione di precipitazione tra l’analita e il titolante. Come titolante si utilizzano soluzioni di AgNO3, per questo motivo vengono chiamate anche titolazioni argentometriche. Si usa Ag perché forma sali poco solubili con gli alogenuri.

Equilibrio di precipitazione: A + B

—> AB solido precipitato
Costante di equilibrio indicata dal prodotto di solubilità Kps =prodotto delle specie che rimangono insoluzione = [A]*[B] (non compare AB perchè solido quindi ha attività = 1)
Se Kps bassa —> reazione va a completezza.
Curva di titolazione: asse x = volume di titolante; asse y = – log X- (=ioni alogenuro)
Prima del PE: eccesso di analita (cloruro), poi inizio ad aggiungere Ag che fa precipitare l’analita la cuiconcentrazione diminuisce;
Al PE: ho aggiunto moli di Ag+ = moli di Cl- iniziali, nella beuta trovo tutto il Cl che è precipitato. Insoluzione quindi ho Ag+ e Cl- che deriva dal solido poco solubile AgCl;
Dopo il PE: eccesso di argento.
Effetto della concentrazione: più diminuisco la concentrazione, più piccolo sarà il salto al PE.
Effetto della Kps: più piccola è la Kps, più la reazione è completa e più il salto è elevato, NO titolazione

Kps > 10^-7.

Interferenze: le altre titolazioni (acidità e complessazione) possono influenzare la titolazione di precipitazione, bisogna controllare pH e presenza di complessanti.

Punto finale:

  1. Indicatori: due tipologie: che reagisce con l'eccesso di titolante; che si adsorbe sul precipitato subito dopo il PE.
    1. Reazione con titolante MOHR = titolazione di Mohr
    2. Prima di fare la titolazione si aggiunge un sale solubile dello ione cromato; Appena ho un eccesso di Ag+ (= arrivo al PE) questo reagisce con il complessante e si forma Ag2CrO4 rosso poco solubile. Il pH deve essere controllato e attorno ad 8.

    3. Reazione con titolante Volhard
    4. Ho una soluzione che contiene cloruro, prima di fare la titolazione si aggiunge un eccesso noto di Ag+ (titolante) e poi si retrotitola l'eccesso di Ag+ con la soluzione standard di tiocianato in presenza di Fe3+. Al PE, l'eccesso di tiocianato trova il Fe3+ e reagisce a formare il complesso rosso FeSCN2+. Si effettua in ambiente

acido.(Bisogna avere due soluzioni standard: quella di argento e quella di tiocianato).

3. Adsorbimento: FLUORESCEINA = Metodo di Fajans

Prima della titolazione si aggiunge la fluoresceina come indicatore = specie anionica che si adsorbe sul precipitato impartendo un colore rosato.

Quando inizio ad aggiungere argento inizia a formarsi il precipitato, appena aggiungo eccesso di argento la soluzione diventa rosa e si visualizza il punto finale.

Prima del PE: ho eccesso di ioni Cl- sulla superficie del precipitato;

Al PE: si è neutralizzato il cloruro —> il solido è neutro;

Dopo il PE: eccesso di Ag+ sulla superficie del precipitato (carica positiva) fluoresceina si adsorbe perché ha carica negativa.

2) Metodo potenziometrico: elettrodo di seconda specie AgCl + Metodo di Gran

Si standardizza AgNO3 (standard secondario) con NaCl.

Selettività: limitata. Si possono titolare miscele di due analiti purché le loro Kps siano sufficientemente differenti (miscela

cloruro e ioduro = 2 SALTI; miscela cloruro e bromuro si ha UNICO viraggio).

Applicazione: Determinazione di cloruri e tutto ciò che forma specie poco solubili con lo ione Ag2+.

6) Analisi gravimetrica

È una serie di metodi analitici in cui si utilizza la misura della massa per determinare la concentrazione o la quantità dianalita. La misura della massa ha PRECISIONE elevata (più della volumetria).

Procedimento:

Se ho un campione solido devo scioglierlo —> una volta in soluzione uso un reagente per farlo precipitare, filtro per separarlo dalla soluzione e misuro la massa del precipitato.

Il precipitato che si forma deve essere un composto poco solubile (altrimenti in parte precipita e in parte rimane in soluzione), deve essere UNO, con formula ben nota, solido cristallino e facilmente filtrabile.

La precipitazione è un processo lento che ha bisogno di un innesco, anche se ho una soluzione satura/sovrasatura devo introdurre qualcosa che faccia partire.

:
  1. Periodo di induzione: periodo di tempo necessario perché si formino i primi nuclei di cristallizzazione (passaggio di fase da ioni a solido);
  2. Formazione di nuclei: si formano i primi cristalli nanometrici;
  3. Crescita dei cristalli.
Sovrasaturazione: effetto sulla cristallinità del precipitato:
  • Sovrasaturazione bassa: formo pochi nuclei = cristallizzazione limitata, ma do tempo ai cristalli di crescere quindi ottengo POCHI cristalli ma GRANDI;
  • Sovrasaturazione alta: metto velocemente i reagenti = nucleazione elevata ma precipitato colloidale. (Formo molti nuclei di cristallizzazione ma non do tempo ai cristalli di crescere -> rimangono piccoli e disordinati = soluzione colloidale).
Per formare un buon precipitato devo mantenere la sovrasaturazione bassa. Per farlo:
  • Bisogna mantenere Q = concentrazione dell'agente precipitante bassa (ne aggiungo poca, lentamente in modo da non arrivare a sovrasaturazione alta);
  • Mantenere la

solubilità S elevata —> lavoro sulla T (solubilità aumenta con la T) oppure lavoro sul pH.

DIGESTIONE: processo che si effettua dopo la precipitazione = invece di filtrare immediatamente il precipitato si lascia lì un attimo. Consiste nel lasciare il precipitato in contatto con la soluzione dalla quale è precipitato (acque madri) affinché i colloidipiù piccoli si aggreghino tra loro in modo da poterli filtrare.

FILTRAZIONE: separare il precipitato dall'acqua poter poterlo pesare. Si utilizza carta per filtrare di adeguata porosità in base alle dimensioni del precipitato.

LAVAGGIO: eliminare gli ioni adsorbiti (che rimangono appoggiati sulla superficie) sul precipitato o comunque presenti nelle acque madri. Si lava più volte con poca soluzione di acqua madre (non deve solubilizzare il precipitato). Attenzione alla composizione della soluzione di lavaggio per evitare perdita di analita.

ESSICCAZIONE O CALCINAZIONE:

Si possono utilizzare due procedure prima della pesata:

  1. L'essiccazione: serve per rimuovere acqua dal precipitato = trattamento a 110°C per il tempo necessario ad ottenere una massa costante = significa che è stata rimossa tutta l'acqua.
  2. La calcinazione: oltre a rimuovere l'acqua, trasforma il precipitato = trattamento termico ad elevate temperature (>500°C). Si impiega quando il precipitato originale non ha stechiometria nota con precisione. (Calcinazione dell'ossalato di sodio: stechiometria non nota -> per ottenere calcio ossido: stechiometria nota)

5) INTERFERENZE:

  1. Coprecipitazione: precipitazione di ioni diversi dall'analita = problemi di selettività. Può avere origine termodinamica = specie che hanno Kps simile precipitano entrambe; o cinetica = la precipitazione di una specie avviene prima di un'altra per motivi cinetici -> posso filtrare appena precipita la prima specie).
  2. Occlusione e inclusione: quando formo un

precipitato uno ione estraneo viene trattenuto all'interno del precipitato:

Occlusione: precipitato colloidale con "sacche" di soluzione;

Inclusione: precipitato cristallino che ingloba ione estraneo:

3. Adsorbimento superficiale (risolvo lavando correttamente la soluzione);

4. Sostituzione isomorfa: uno ione estraneo sostituisce uno ione di raggio simile nel reticolo cristallino,

5. Post-precipitazione: se lascio digerire troppo i tempo può precipitare anche una fase diversa.

Riduzione delle interferenze:

1. Controllo delle condizioni: pH e T;

2. Utilizzo agenti mascheranti: complessanti che legano lo ione che non vogliamo che precipiti;

3. Lavaggio adeguato.

Applicazioni: determinazione di ioni metallici. Si utilizzano agenti precipitanti: ne esistono organici (più selettivi) ed inorganici.

È un metodo assoluto: basta una misura diretta per risalire alla concentrazione dell'analita -> elevata precisione ed accuratezza.

MA è applicabile

ta area di un materiale. Si misura in Siemens (S) e rappresenta l'inverso della resistenza. La conduttanza è data dalla formula G = 1/R, dove R è la resistenza. La conduttanza è utilizzata per valutare la capacità di un materiale di condurre corrente elettrica. La conduttanza è una grandezza importante nel campo dell'elettronica e dell'elettrotecnica, in quanto permette di valutare l'efficienza di un materiale nel trasportare corrente elettrica. Materiali con alta conduttanza sono considerati buoni conduttori, mentre materiali con bassa conduttanza sono considerati cattivi conduttori o isolanti. La conduttanza può essere influenzata da diversi fattori, tra cui la temperatura, la composizione chimica del materiale e la sua struttura cristallina. Ad esempio, i metalli sono generalmente buoni conduttori perché hanno una struttura cristallina che permette il libero movimento degli elettroni. Al contrario, i materiali isolanti hanno una struttura cristallina che impedisce il movimento degli elettroni. In conclusione, la conduttanza è una misura della conducibilità di un materiale e rappresenta l'inverso della resistenza. È una grandezza importante nel campo dell'elettronica e dell'elettrotecnica e permette di valutare l'efficienza di un materiale nel trasportare corrente elettrica.
Dettagli
A.A. 2020-2021
23 pagine
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SSD Scienze chimiche CHIM/01 Chimica analitica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ariannagraziano25 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Chimica analitica 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Monticelli Damiano.