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4.3 LE FASI DEL PROCESSO INFIAMMATORIO
Le varie fasi del processo infiammatorio sono:
1. FASE DI RICONOSCIMENTO del pericolo, comune a tutti i processi infiammatori.
2. FENOMENI VASCOLARI fase iniziale della vasocostrizione (un po’ un controsenso se
pensiamo che devono arrivare le cellule, ma ha un fine, che è quello di limitare la
fuoriuscita di sangue, è quindi una fase molto fugace), fase della vasodilatazione o
iperemia attiva (essenziale per far arrivare più sangue in quel distretto così da portare le
cellule), fase della aumentata permeabilità vascolare, fase del rallentamento del flusso
che porta a iperemia passiva o stasi, dovuta al mancato reflusso del sangue.
3. FENOMENI CELLULARI reclutamento di cellule infiammatorie (diapedesi), attivazione
cellulare e rimozione della causa del danno.
4. FENOMENI DI SPEGNIMENTO E RIPARATIVI
4.4 RICONOSCIMENTO
Il pericolo si riconosce tramite i PRR (Pattern Recognition Receptors, ossia recettori di
riconoscimento di profili molecolari) che riconoscono sia i microorganismi che le cellule
danneggiate, quindi sono recettori che vengono chiamati anche recettori di riconoscimento di
profili molecolari o di spettro in quanto riconoscono sequenze particolari che sono presenti sui
batteri o in cellule danneggiate di un certo tipo. Questi recettori sono su tutte le cellule del
processo infiammatorio, soprattutto macrofagi e monociti.
Riconoscono dei profili particolari che sono rappresentati sui microorganismi e si chiamano
PAMPs (Pathogen – associeted molecular patterns) sono strutture che non si trovano mai nelle
nostre cellule e questo è un buon meccanismo per riconoscere il self dal non self, perché solo i
batteri e i virus presentano questi profili molecolari.
I principali PAMPs:
Sono molecole prodotte esclusivamente dai patogeni (marcatori di infezione microbica)
Hanno funzioni essenziali per la sopravvivenza del patogeno
Sono molto conservati nel corso dell’evoluzione
Tali motivi molecolari sono presenti sulla superficie di patogeni diversi, con un solo
recettore noi siamo in grado di riconoscere una quantità notevole di patogeni
Le molecole riconosciute sono poche, circa un centinaio, comuni a tutti i vari
microrganismi.
Alcuni dei PAMPs più comuni sono il lipopolisaccaride (LPS) nei Gram negativi, l’acido
lipoteicoico per i gram positivi, quindi con un recettore già siamo in grado di riconoscere gram
positivi e gram negativi.Poi riconoscono l’RNA a doppio filamento dei virus e i peptidi particolari
che contengono all’inizio N-formilmetionina, esclusivi dei batteri (e di alcune proteine
mitocondriali). Riconoscono anche basi ipometilate come la citosina e la guanina ipometilate
del DNA batterico e naturalmente il maggiore riconoscimento avviene tramite gli oligosaccaridi
ricchi di mannosio e di fucosio delle membrane batteriche.
Quindi riconosce dei componenti strutturali, oltre che la parete, del DNA o delle proteine del
batterio.
Gli stessi recettori sono in grado di riconoscere un’altra gamma di molecole che si chiamano
DAMPs (Damage-associated molecular patterns) cioè molecole legate al danno cellulare,
quando una cellula altera la propria struttura o si rompe. Vengono chiamate anche allarmine,
sono molecole rilasciate quando la cellula perde durante il processo necrotico la sua
permeabilità e comincia a far uscire all’esterno i suoi segnali.
Questi DAMPs sono in grado di legare i recettori dell’infiammazione.
Alcuni esempi di DAMPs:
HMGB1 (High Mobility Group Box 1) è una proteina non istonica che si trova legata al
dna e ha come meccanismo generale quello di determinare in condizioni normali la
trascrizione e in condizioni di stress cellulare di legarsi ad alcuni recettori macrofagici e
indurre la produzione di citochine. (Quando ci sono le citochine stiamo andando verso il
processo infiammatorio)
DNA (quando una cellula muore perde il DNA e questo viene riconosciuto)
Heat Shock Proteins (all’interno della cellula hanno un’azione protettiva, in questo caso
invece stimolano il processo infiammatorio)
Difensine
ATP extracellulare
Cristalli di Urato
Cristalli di silice
Cristalli di Allume
Cristalli di calcio fosfato
-Amiloide
Queste molecole sono anch’esso in grado di dare inizio al processo infiammatorio.
I recettori PRRs (Pattern Recognition Receptors) espressi sulle cellule del sistema immunitario
aspecifico riconoscono sia strutture particolari di cellule microbiche sia cellule alterate, quindi i
PAMPs e i DAMPs.Queste strutture molecolari sono espresse da molti patogeni e dalle cellule
alterate dell’organismo, ma non sono mai espresse dalle cellule normali e questo è un
grossissimo vantaggio per il nostro organismo perché riescono a riconoscere il self dal non self
in modo molto buono e ci proteggono dalle malattie autoimmunitarie.
Le caratteristiche recettoriali:
Nell’immunità innata:
Geni di questi recettori sono codificati in forma germinativa (questi recettori li
ereditiamo con il genoma), si trovano così e non c’è riarrangiamento genico come
invece avviene nell’immunità acquisita
Sono espressi in tutte le cellule di un particolare tipo
Risposta immediata
Riconoscono molte classi di patogeni
Diversi tipi di recettori sulla stessa cellula, che ci permettono di riconosce molte classi di
patogeni
Riconoscono un numero limitato di motivi strutturali ripetuti
[l’unico difetto che ha questo sistema è che non ha memoria]
Nell’immunità acquisita:
Riarrangiamento genico, quindi una risposta più lenta perché si aspetta il secondo
stimolo, dopo che l’antigene è stato processato dalle cellule dendritiche, che hanno i
recettori PRR anche queste e fanno da ponte tra il sistema dell’immunità innata e quello
specifico
Un recettore un peptide, quindi una cellula è specifica per un patogeno
Distribuzione clonale con uno specifico antigene
Specificità per un antigene di un tipo di patogeno
Riconoscimento maggiore, migliaia di antigeni
Memoria
Il fatto di avere due strategie diverse è importante perché così possiamo riconoscere e far
fronte all’infezione.
Le cellule del sistema immunitario aspecifico (soprattutto neutrofili e macrofagi) riconoscono i
vari PAMPs attraverso l’attivazione di PRR, e nel mezzo c’è la cellula dendritica che anche lei
tramite i recettori PRR riconosce molti antigeni diversi.La struttura di questi recettori è
importante perché serve per:
Dare una risposta sulla produzione di proteine che andranno a uccidere il batterio
Produrre le citochine infiammatorie e ampliare il sistema di coordinamento della risposta
Presentare l’antigene al sistema immunitario specifico
C’è un coordinamento quindi tra immunità aspecifica, infiammazione e immunità di tipo
acquisito.
Questi recettori si dividono in recettori solubili, di membrana e citoplasmatici.
1. PRR SOLUBILI:Si trovano nel sangue e nei liquidi interstiziali.
Pentrassine: costituite da 5 anelli e si dividono in corte e lunghe. Tra le corte la
pentrassina per eccellenza è la pentrassina c o proteina C reattiva (PCR) che
viene utilizzata per valutare il processo infiammatorio, anche perché queste
proteine già si trovano attive ma aumentano nel corso del processo
infiammatorio, quindi si ha un’amplificazione di questi recettori. Questa viene
prodotta dal fegato, mentre le pentrassine lunghe sono prodotte da altri tessuti.
Tra quelle corte c’è anche la SAP (Serum Amiloyd P), già nominato quando
abbiamo parlato delle amiloidosi, che è in qualche modo connessa al processo
infiammatorio perché ha la proteina SAP, che dà una base, e poi ha una proteina
che deriva dalla proteina SAA, prodotta dal fegato in seguito all’infiammazione.
Tra queste due proteine c’è una interrelazione con il processo infiammatorio.
Possiamo dire che in alcuni casi le amiloidosi sono malattie infiammatorie perché
forniscono sia il substrato che la proteina che andrà a formare il beta foglietto
tipica dell’amiloide. Le pentrassine riconoscono la fosfatidilcolina,
fosfatidietanolamina nelle cellule microbiche, ma anche le cellule apoptotiche e il
materiale di queste cellule morte. La funzione principale di questi anticorpi
primitivi (perché recettore è tutto ciò che lega, ma prima si pensava fossero posti
solo sulle membrane, perciò in un certo periodo chiamati anticorpi) è quella di
opsonizzare (rendere un antigene visibile per il sistema immunitario e quindi
passibile di fagocitosi) e di attivare il complemento.
Collectine: hanno una parte strutturale simile al collagene e poi hanno la
lectina, che è capace di legare il mannosio (cioè uno di quei PAMPs tipici delle
cellule batteriche), così pure i surfattanti che si trovano negli alveoli. La lectina si
trova nel sangue, e la loro funzione è sempre quella di opsonizzare il batterio e di
attivare il complemento. Quindi hanno un dominio collagenasico legato a un
dominio lectinico, il prototipo principale è la collectina che lega il mannosio
circolante.
Ficoline: hanno una struttura fibrogeno simile e riconoscono l’N-
acetilglucosamina e l’acido lipoteicoico, componenti dei gram-positivi. La loro
funzione è opsonizzare e attivare il complemento.
Fattori del complemento: tutte le vie del complemento possono essere
attivate sia dalle pentrassine e collettine, sia dalla via della lectina (la via
classica attivata dall’antigene anticorpo, nella prima fase dell’infiammazione, ha
poca importanza perché ancora non abbiamo gli anticorpi verso questi batteri,
quindi ha una funzione successiva). Il complemento uccide i microbi tramite il
complesso MAC, che va a formare sulla parete del microbo, portandolo alla lisi, e
poi l’attivazione delle proteine del complemento da c1 a c9 con modalità
complesse, a volte saltando il c1, a seconda della via che si utilizza, si producono
dei frammenti di complemento per esempio il frammento c3b, c5a e c3a, alcune
sono anafilotossine e hanno attività chemiotattica, anche permeabilizzante in
alcune sostanze, mentre il c5b ha una azione opsonizzante e aiuta questo
meccanismo.
Questi sono i recettori solubili e sono proteine plasmatiche chiamate anticorpi primitivi o ante-
antibodies, presenti nel sangue e nei liquidi biologici, aumentano tutti durante il processo
infiammatorio e riconoscono strutture di membrana, funghi, materiale nucleare e cellule morte.
La loro funzione è quella di opsonizzare, uccidere i batteri e attivare i leucociti.
2. PRR DI