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MODA.
Le lesioni neurologiche nei vari disturbi di memoria.
12) Memoria prospettica: lobo frontale.
1. Memoria procedurale: cervelletto, nucleo caudato e gangli della base.
2. Memoria episodica: lobo temporale mediale (nell’area fronto-basale del
3. diencefalo). Parliamo quindi dell’area ippocampale (ippocampo, giro
paraippocampale, amigdala, corteccia peririnale e corteccia entorinale).
Memoria semantica: lobo temporale mediale infero-laterale e polo temporale
4. bilaterale.
MBT verbale: parietale-inferiore e temporale post-superiore.
5. MBT visiva: occipitale SX e frontale inferiore.
6. MBT spaziale: lobo temporo-parieto-occipitale DX.
7. Amnesia globale transitoria: alterazione emodinamica del lobo temporale
8. mediale (SPECT).
Amnesia retrograda pura: frontale e temporale bilaterale; posteriore destra;
9. fascicolo uncinato destro;
Amnesia globale transitoria pura: infarto talamico bilaterale.
10.
Batterie per la valutazione dei disturbi del linguaggio. Fanno parte
13)
dell’approccio neurolinguistico: 1) Esame del Linguaggio; 2) AAT (Aachener
Aphasie Test); 3) BDAE (Boston Diagnostic Aphasia Examination); 4) WAB (Western
Aphasia Battery). Fanno parte dell’approccio psicolinguistico: 5) BADA (Batteria
per l’Analisi dei Deficit Afasici); 6) ENPA (Esame Neuropsicologico Per l’Afasia);
7) PALPA (Psycholinguistic Assessment of Language Processing in Aphasia). Fanno
parte dell’approccio pragmatico: 8) CADL (Communicative Abilities in Daily
Living); 9) ANELT (Amsterdam-Nijmegen Everyday Language Test).
Esame del linguaggio: facile e veloce (1.30 h); interpretazione in base ai
1) comportamenti linguistici; poco adatto ad afasie lievi/pazienti ad alta scolarità; valuta
espressione e comprensione orali, lettura e scrittura;
AAT: programma diagnostico con trattamento psicometrico dei dati e classificazione
2) probabilistica del pz;
BDAE: capostipite dell’approccio neurolinguistico, valuta le afasie sulla base della
3) compromissione di ciascuna unità linguistica (fonologica, lessico e morfosintassi) e
delle principali modalità (produzione e comprensione orali e scritte);
WAB: non viene descritto;
4) BADA: permette la formulazione di una diagnosi funzionale accurata, ma la difficoltà
5) e la lunghezza (5 ore) lo rendono uno strumento non adatto a deficit gravi e a pazienti
a bassa scolarità;
ENPA: dura 3 ore e include cut-off di prestazione normale e una sezione per
6) l’elaborazione numerica;
PALPA: capostipite dell’approccio cognitivo psicolinguistico, esamina
7) separatamente l’elaborazione lessicale e sublessicale e le loro sottocomponenti;
CADL: valuta esclusivamente la capacità di esprimere il messaggio in un contesto
8) comunicativo adeguato;
ANELT: il paziente e l’interlocutore interagiscono in 10 situazioni di vita quotidiana
9) che vengono valutate in una scala da 0 a 5 che valuta il grado di informazione
trasmessa.
Descrivere il fenomeno del completamento nell’emianopsia.
14)
L’emianopsia è un disturbo della visione causato da lesioni alle vie ottiche, alle
radiazioni ottiche, al chiasma ottico o da lesioni monolaterali della corteccia visiva
primaria, lesioni che determinano cecità per l’emicampo visivo controlesionale.
Quando le lesioni si estendono alla corteccia parietale posteriore è possibile che in
alcuni compiti visuo-spaziali si manifesti il fenomeno del completamento, spesso
associato ad anosognosia per l’emianopsia. Il completamento si verifica quando il
paziente completa la parte mancante di uno stimolo visivo: ciò si verifica
principalmente per stimoli semplici e simmetrici, oppure quando al paziente viene
fornita a sua insaputa solo una metà dello stimolo. Se però la metà dello stimolo che
ricade nell’emicampo cieco non è simmetrica rispetto alla metà che il paziente è in
grado di vedere, il fenomeno del completamento sarà meno probabile, il che suggerisce
che i contenuti che ricadono nell’emicampo negletto vengono comunque elaborati a
livello implicito. Infine, non è detto che tutti i pazienti affetti da emianopsia mostrino
il completamento.
Definire il mild cognitive impairment, le caratteristiche cliniche, i sottotipi e
15)
la patologia sottostante.
Il Mild Cognitive Impairment (MCI) è una sindrome caratterizzata da decadimento
della memoria, delle altre funzioni cognitive o di entrambe, ma in una forma tale che
non interferiscono con le attività della vita quotidiana. I deficit di memoria riguardano
soprattutto quella anterograda, cioè la capacità di apprendere nuove informazioni,
deficit superiori a quelli attesi sulla base dell’età e della scolarità del paziente. Spesso,
ma non sempre, il MCI rappresenta una fase pre-clinica nello sviluppo dell’Alzheimer.
In fase di valutazione neuropsicologica, identificare correttamente la forma di MCI
aiuta a comprendere la causa del disturbo e la sua possibile evoluzione. Ad esempio, la
forma amnestica, che può essere causata anche da depressione o demenza vascolare, è
caratterizzata da deficit di memoria marcati a fronte di una relativa conservazione delle
altre funzioni; tale forma ha maggiori probabilità di evolvere in Alzheimer. La forma
di tipo disesecutivo, talvolta causata anch’essa da demenza vascolare, è caratterizzata
invece da un’alterazione delle funzioni esecutive ed è maggiormente associata a
demenza fronto-temporale o a demenza a corpi di Lewy.
Descrivere un disturbo della rappresentazione del corpo.
16)
L’autotopoagnosia è un disturbo raro della rappresentazione del corpo che consiste
nell’incapacità di localizzare le parti del proprio corpo proprie, altrui o di una figura.
L’autotopoagnosia segue generalmente a lesioni focali, di origine tumorale o ictale,
nella regione occipito-parietale sinistra (o comunque dell’emisfero dominante per il
linguaggio). Tale disturbo si osserva spesso insieme a disturbi quali afasia, aprassia,
NSU, disgrafia, discalculia, agnosia digitale e disorientamento dx-sx, e può essere
rilevato chiedendo al paziente di indicare le diverse parti del proprio corpo, o di quello
dell’esaminatore, o ancora di una figura. Il deficit può manifestarsi anche in un compito
non verbale, imitativo. Gli errori compiuti possono essere: di contiguità (quando si
indicano parti del corpo vicine a quelle richieste, ad esempio il braccio anziché la
mano); errori concettuali, o semantici (quando si indicano parti del corpo
concettualmente simili a quelle richieste, come la mano al posto del piede); errori
casuali, non classificabili in alcun modo.
Quali test permettono di valutare la memoria episodica?
17)
Questionario di memoria autobiografica, suddiviso in 3 parti corrispondenti ad
altrettanti periodi della vita: 1) infanzia e adolescenza (fino a 15 anni); 2) prima età
adulta (dai 16 ai 40 anni); 3) tarda età adulta (dai 41 fino a 2 anni prima dell’esame).
Per ciascun periodo sono previste 5 domande e la procedura richiede 2
somministrazioni a distanza di una settimana. Si valutano la veridicità del contenuto
(la verifica è compiuta intervistando un familiare) e la presenza di dettagli che rendono
specifiche le risposte. Breve Racconto: si legge al paziente un breve testo di cronaca e
gli si chiede di ripetere tutto ciò che ricorda; in seguito alla riproduzione da parte del
soggetto, il racconto viene letto nuovamente. Si tiene poi occupato il soggetto per dieci
minuti con attività diverse dalla memoria verbale, dopo di che si chiede una seconda
ripetizione.
Descrivere il quadro clinico e le varietà di demenza vascolare.
18)
La demenza vascolare è una causa frequente di deterioramento cognitivo. La diagnosi
dovrebbe essere riservata a quei casi in cui siano presenti sia una patologia
cerebrovascolare che demenza e sia dimostrabile una relazione fra le due cose (ad
esempio un’associazione temporale). Sono caratteristiche del disturbo: a) una
patologia cerebrovascolare; b) un improvviso deterioramento cognitivo entro 3 mesi
da un ictus e un peggioramento con decorso a gradini o fluttuante (tranne nel caso di
malattia di Binswanger, che ha un esordio graduale); c) disturbo della marcia e cadute
frequenti; d) incontinenza urinaria precoce; e) sindrome pseudobulbare, rigidità,
depressione e altre modificazioni dell’umore, della personalità e delle funzioni
esecutive; f) disartria senza afasia. Le varietà includono: 1) patologie infartuali o
multi-infartuali da lesione dei grossi vasi; 2) patologie necrotico-ischemiche da
malattie dei piccoli vasi (lacune); 3) malattia di Binswanger (leucoaraiosi), che
presenta alterazioni del tono dell’umore, rallentamento, abulia-apatia e sindrome
pseudobulbare. Infine, alla risonanza magnetica strutturale si evidenziano lesioni
periventricolari estese e lesioni profonde della sostanza bianca.
Descrivere i test che permettono di discriminare l’agnosia appercettiva da
19)
quella associativa.
Copia di disegni: il paziente agnosico appercettivo non sarà in grado di disegnare
1) nessuna figura, mentre l’agnosico associativo riprodurrà le figure senza comprenderne
il significato.
Tracciamento di contorni di uno stimolo: l’agnosico appercettivo fallirà laddove quello
2) associativo porterà a termine il compito.
Percezione dell’orientamento di linee: l’agnosico appercettivo non discrimina tra
3) coppie di linee con orientamento uguale e coppie con inclinazione diversa.
Test di Efron: l’agnosico appercettivo è incapace di distinguere un quadrato e un
4) rettangolo dall’area uguale.
Descrivere l’afasia di conduzione e le sue sedi anatomiche.
20)
L’afasia di conduzione è un’afasia fluente che prevede un deficit di ripetizione con
relativo risparmio della comprensione. Nella forma classica, denominata afasia di
conduzione di riproduzione, tale disturbo è stato tradizionalmente descritto come
causato da un danno del fascicolo arcuato di sinistra, un fascio di fibre nervose che
attraversa il lobo temporale mediale connettendo l’area di Wernicke a quella di Broca.
L’afasia di conduzione di riproduzione può essere spiegata anche come deficit del
livello fonologico. Talvolta, invece, l’afasia di conduzione può essere spiegata da un
deficit di MBT uditivo-verbale, dal momento che i due disturbi interessano le
medesime aree anatomiche e presentano caratteristiche simili: in questo caso si parla
di afasia di conduzione di ripetizione.
Descrivere i test utili per la diagnosi di agnosia per gli oggetti.
21)
Denominazione: nei compiti di denominazione il paziente deve riferire il nome dello
stimolo presentato;
indicazione: il pazient