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SONNO REM
EEG torna attivato come nella veglia o stadio 1. La depolarizzazione tonica dei neuroni
talamici e corticali è dovuta alla chiusura dei canali del potassio di tipo leakage. Questo è
dovuto al fatto che la liberazioni di acetilcolina (Ach) ritorna ad essere elevata.
La scarica neuronale sincrona raggiunge frequenze di circa 40 Hz.
Metabolismo cerebrale
SONNO NREM
Attività metabolica e flusso sanguigno cerebrale si riducono, nelle fasi 3 e 4 anche del 40%.
Questo è legato alla fase di iperpolarizzazione dell’oscillazione lenta con conseguente assenza
di attività sinaptica.
Zone come il talamo, l’area cingolata anteriore, la corteccia orbitofrontale, il cervelletto e i
gangli della base sono deattivate.
Le aree motorie primarie invece non mostrano deattivazione, mentre quelle motorie si.
SONNO REM
Il flusso cerebrale e l’attività metabolica sono elevati. Siamo in presenza di depolarizzazione
tonica e di un’alta frequenza di scarica neuronale.
Aree limbiche (amigdala e corteccia paraippocampale) sono più attivate nel REM che nella
veglia, anche le zone che ne ricevono afferenze (es. lobulo parietale e corteccia cingolata
anteriorie). Questo è dovuto all’attività ONIRICA, caratterizzata da una forte componente
emotiva (amigdala) e riduzione del pensiero razionale e controllo esecutivo (cioè
deattivazione corteccia prefrontale dorsolaterale). Ricapitolando:
Attivi corteccia cingolata anteriore, amigdala, tegmento pontino
à
Deattivati corteccia prefrontale dorsolaterale e corteccia cingolata posteriore
à
Capacità di rispondere agli stimoli
Con la disconnessione progressiva dal mondo esterno, la soglia di risposta aumenta dallo
stadio 1 al 4 e rimane elevata nel sonno REM. Questo è dovuto a diversi fattori.
SONNO REM
Chiusura del cancello talamico (thalamic gate). La liberazione di Ach si riduce e porta a
iperpolarizzazione dei neuroni talamocorticali.
Ciò fa si che gli stimoli sensoriali vengano bloccati a livello talamico. L’iperpolarizzazione
ritmica dei neuroni talamici durante i fusi del sonno blocca gli stimoli in arrivo dalla periferia,
poiché è importante un ritmo oscillatorio intrinseco che disaccoppia gli ingressi dalle uscite.
Oscillazione lenta del potenziale di membrana (neuroni corticali, stadi 3 e 4). Per centinaia di
millisecondi i neuroni corticali sono iperpolarizzati, quindi è molto improbabile che essi
raggiungano la soglia di scarica anche nel caso in cui uno stimolo oltrepassi il cancello
talamico. In particolare le aree meno attive sono la corteccia prefrontale, la cingolata e la
parietale sinistra.
SONNO NREM
Abbiamo un’apparente contraddizione poiché il cancello talamico è aperto e i neuroni
corticali sono tonicamente depolarizzati e non mostrano oscillazioni lente del potenziale di
membrana. Le spiegazioni sono diverse:
l’attivazione del cervello è rivolta all’attività intrinseca
• le regioni prefrontali e parietali sono deattivate, e poiché esse contengono aree
• importanti per rivolgere e mantenere l’attenzione sulle cortecce sensoriali gli stimoli
vengono ignorati
deattivazione dovuta al cessare della scarica di sistemi neuromodulatori (es. sistema
• serotoninergico del rafe dorsale)
nel sonno REM il tronco encefalico genera violente scariche fasiche, onde
• pontogenicoloccipitali, che invadono il sistema talamocorticale e possono interferire
con la percezione.
Questa serie di meccanismi isola il soggetto che dorme e permette al cervello di dormire.
Stimoli intensi sono in grado di svegliare il soggetto in qualunque fase del sonno, questp
caratterizza la disconnessione reversibile del sonno da quella irreversibile del coma.
Modificazioni molecolari
Interessano soprattutto l’espressione genica, centinaia di geni, ossia circa il 5% di quelli
espressi nella corteccia cerebrale, cambiano il loro livello di espressione secondo lo stato di
veglia o sonno. Geni coinvolti in: VEGLIA SONNO
Apprendimento Plasticità sinaptica Plasticità sinaptica,
e memoria Potenziamento a lungo termine dell’efficacia consolidamento delle
sinaptica (es. geni pCREB e ARC). L’induzione sinapsi o depressione
di tali geni richiede la liberazione di dell’attività sinaptica.
noradrenalina (da parte del locus coeruleus)
che è elevata durante la veglia.
Trasporto Traffico di membrane e
mantenimento delle
membrane cellulari e
della mielina.
Metabolismo Metabolismo energetico (geni mitocondriali). Sintesi colesterolo (HMG-
Trascrizione (regolazione positiva). CoA sintetasi)
Traslazione (regolazione negativa). Trascrizione (regolazione
negativa)
Traslazione (regolazione
positiva)
Risposta allo Proteine dello shock termico.
shock
Signaling Geni indotti dalla depolerizzazione. Geni che favoriscono
cellulare Trasmissione glutammatergica. l’iperpolarizzazione.
Trasmissione GABAergica.
2.5 CENTRI NERVOSI CHE REGOLANO SONNO E VEGLIA
Due gruppi di aree cerebrali, in antagonismo l’uno con l’altro, sono responsabili dell’alternarsi
sonno/veglia:
RAS: sistema reticolare attivanteà parte rostrale del tronco encefalico e ipotalamo
• posteriore (favorisce la veglia)
HSS: sistema ipotalamico del sonnoà ipotalamo anteriore (favorisce il sonno)
• Sistema generatore del sonno REMà parte dorsale del ponte e del bulbo
• Orologio circadiano (circadian clock)à sede nel nucleo soprachiasmatico
• dell’ipotalamo, influenza l’attività di RAS, HSS e del sistema generatore sonno REM,
facendo si che il sonno non sia frammentato ma che avvenga in un unico periodo
1. SISTEMA RETCOLARE ATTIVANTE E VEGLIA
Il RAS si estende dalla parte rostrale del ponte al mesencefalo e all’ipotalamo posteriore, i
gruppi cellulari che costituiscono il RAS sono i posizione strategica così da poter liberare in
ampie regioni del cervello neuromodulatori che favoriscono l’attivazione del tracciato EEG.
Il meccanismo di base comporta il blocco dei canali del potassio localizzati sulle membrane
cellulari dei neuroni corticali e talamici, con conseguente stato di depolarizzazione. Sono
quindi pronti a scaricare.
Acetilcolina
Cellule colinergiche sono localizzate nel prosencefalo basale e nei nuclei tegmentali
peduncolopontino (PPT) e laterodorsale (LDT).
Le cellule colinergiche del ponte scaricano ad alta frequenza quando il tracciato EEG è attivato
(veglia e REM), mentre riducono la loro scarica in NREM. Esse promuovono l’attivazione
corticale mediante due principali vie di proiezione indirette:
Via di proiezione talamica innerva sia i nuclei specifici del talamo che si depolarizzano,
• che i nuclei talamici intralaminari. Questi ultimi scaricano a frequenza molto elevate
sia durante la veglia che il sonno REM e sincronizzano la scarica corticale nelle
frequenze di tipo γ.
Via di proiezione extratalamica dal ponte raggiunge gli altri nuclei colinergici del
• prosencefalo basale (nucleo basale, sostanza innominata, banda diagonale Broca e il
setto). Queste cellule colinergiche inviano a loro volta un ingresso eccitatorio all’intera
corteccia cerebrale.
Pazienti con Alzheimer, la perdita di queste cellule colinergiche si associa a un rallentamento
del tracciato EEG corticale. Farmaci dotati di attività anticolinergica possono causare
sedazione e aumento di onde lente nel tracciato EEG. Gli agonisti colinergici (es. nicotina)
favoriscono invece l’attivazione corticale.
Istamina
Nell’ippocampo posteriore troviamo cellule istaminergiche del nucleo tuberomamillare (TM).
I neuroni istaminergici proiettano all’intera corteccia cerebrale, scaricano alla massima
frequenza durante la veglia e sono inibiti durante il sonno. Hanno un ruolo importante nel
mantenere lo stato di veglia. Molti farmaci che facilitano il sonno hanno azione antistaminica.
Glutammato
Il gruppo cellulare più numeroso facente parte del RAS è costituito da neuroni sparsi
nell’intera formazione reticolare del tronco encefalico che libera glutammato. Questo
neurotrasmettitore legando recettori metabotropici agisce come neuromodulatore. Questo
influenza l’eccitabilità neuronale. La concentrazione extracellulare del glutammato aumenta
durante la veglia e il sonno REM, diminuisce nel sonno NREM.
Ricapitolando: acetilcolina, istamina e glutammato attivano EEG.
Noradrenalina e attivazione genica
Le cellule noradrenergiche del locus coeruleus (LC), posizionato tra mesencefalo e ponte,
proiettano all’intero cervello.
Esse scaricano con frequenza massima durante la veglia, riducono la scarica durante il sonno
NREM e cessano del tutto di scaricare durante il sonno REM.
La lesione di questi neuroni può produrre una leggera sedazione, ma l’effetto è transitorio.
Infatti la liberazione di noradrenalina in quanto tale non è necessaria per l’attivazione
corticale, ma ha un ruolo chiave nel controllare l’espressione genica del ciclo sonno-veglia. La
forte scarica dei neuroni noradrenergici durante la veglia facilita la risposta neuronale agli
stimoli esterni e consente l’induzione di geni importanti per il potenziamento sinaptico a
lungo termine, come pCREB, ARC, BDNF e NGFI-A. In questo modo si possono ricordare i
risultati delle interazioni con l’ambiente esterno. L’assenza di scarica durante il sonno
impedisce l’espressione di questi geni quando l’attività nervosa è indipendente dal mondo
esterno, altrimenti si rischierebbe di confondere i sogni con la realtà.
Il sistema noradrenergico è il principale componente del RAS che limita alla veglia
l’attivazione dell’espressione genica necessaria per il potenziamento sinaptico a lungo
termine.
Serotonina
Le cellule serotoninergiche del nucleo del rafe dorsale proiettano diffusamente a gran parte
del cervello. Hanno un’alta frequenza durante la veglia, una più bassa durante il sonno NREM
e cessano di scaricare nel sonno REM. La loro mancata attività può contribuire all’aumento
della soglia per il risveglio durante questa fase del sonno.
Le cellule smettono di scaricare quando l’animale presta attenzione a uno stimolo nuovo o
prende una decisione. Al contrario scaricano ad alta frequenza quando l’animale è impegnato
in attività motorie ripetitive.
Dopamina
È un’amina che agisce come neuromodulatore. Neuroni dopaminergici sono localizzati nella
sostanza nera e nell’area tegmentale ventrale. Essi innervano la corteccia frontale, il
prosencefalo basale e le strutture limbiche.
Una lesione del sistema dopaminergico può ridurre la capacità di rispondere agli stimoli,
anche con un normale EEG di attivazione. Ha un ruolo