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REAZIONI AVVERSE DEGLI ANALOGHI GC
Un eccessivo aumento della concentrazione di analoghi dei GC in circolo, per un tempo
prolungato comporta la comparsa di diversi effetti collaterali tra i quali:
- Problemi metabolici come Iperglicemia e conseguente diabete ed insulino-resistenza ed
ipertensione
- Poly-ubiquitinazione delle proteine muscolari per degradazione ed utilizzo degli aas per
scopi gluconeogenici = perdita massa magra.
- Mobilitazione degli acidi grassi dal tessuto adiposo con conseguente accumulo di grasso
a livello viscerale
- Aumento della produzione di androgeni con conseguente irsutismo, impotenza, acne,
aumento della ritenzione idrica.
- Insonnia (ricordiamo che il cortisolo è l’ormone dello stress) e problemi
comportamentali. 9
- Problemi osteomuscolari, il cortisolo promuove l’attività degli osteoclasti con
conseguente osteoporosi.
La ricerca è oggi orientata al mantenimento dell’azione dei GC su NFkB senza indurre gli
effetti trascrizionali dati dalla trans-attivazione delle proteine anti-infiammatorie, con effetti
collaterali di natura metabolica, e, come evidenziato negli ultimi anni, dall’azione di cis-
repressione.
APPROFONDIMENTO: IL SISTEMA RENINA-ANGIOTESTINA-ALDOSTERONE
L’aldosterone è un ormone mineralcorticoide (prodotto dalla corticale del surrene) che promuove
l’up-take di Na+ e Cl- a livello renale. Il riassorbimento di sali comporta l’ingresso di H2O per
osmosi ed un’incremento di volemia. Il segnale che stimola le cellule della corticale del surrene a
produrre e secernere aldosterone è rappresentato dall’Angiotensina II che si ottene
enzyme)
dall’Angiotensina I per azione dell’enzima ACE (angiotensin-converting presente a livello
dell’endotelio renale ed alveolare. L’angiotensina I a sua volta si forma a mediante idrolisi
dell’angiotensinogeno operata dalla renina (erroneamente definita ormone) secreta dalle cellule
iuxtaglomerulari del rene.
L’aldosterone va ad agire sulle cellule del TCD per favorire un aumento della pressione sanguinea
e, con un meccanismo a feed-back negativo, ridurre il rilascio di renina.
Ai soggetti affeti da ipertensione vengono somministrati ACE inibitori per ridurre i livelli di
angiotensina II e quindi di aldosterone. 10
Trasduzione del segnale mediata da recettori di membrana
I ligandi di questi recettori sono molecole idrofiliche localizzate all’esterno della cellula.
Prenderemo in considerazione:
Recettori accoppiati a proteine G
• Recettori con un singolo dominio transmembrana (i) con attività enzimati intrinseca e (ii)
• privi di attività enzimatica intrinseca.
Recettori accoppiati a proteine G
(che attivano adenilato-ciclasi)
I GPCR (G Protein Coupled Receptors) sono definiti anche recettori 7 passi o recettori
metabotropici. Ligandi bioattivi che legano questo tipo di recettore sono ad esempio il
Glucagone e l’Adrenalina.
Il genoma umano codifica per circa 350 GPCR che rispondono ad ormoni, fattori di crescita ed altri ligandi
endogeni. Gli effetti di molti stati patologici sono mediati da un signaling che coinvolge i GPCR per cui quasi la
metà dei farmaci attualmente sul mercato hanno come bersaglio questi recettori. Ne sono un esempio i β-
bloccanti prescritti per l’ipertensione, le aritmie cardiache, i glaucomi e l’emicrania.
Sono costituiti da 7 alpha-eliche trans-
membrana che formano dei loop citosilici ne
versante intracellulare e dei loop esterni nel
versante extracellulare; l’estremo N-terminale
è rivolto all’esterno della cellula mentre
l’esterno C-terminale verso il citosol.
L’estremo C-terminale contiene residui di Ser e
Thr (aas con gruppi funzionali ossidrilici) che
sono facilmente fosforilabili. La fosforilazione
a livello di questi residui comporta una
modificazione conformazionale del recettore
che lo rende meno sensibile al ligando (si dice
che il recettore viene silenziato).
Le proteine G costituiscono una superfamiglia di proteine leganti nucleotidi guanilici (GTP e
GDP). Sono per lo più proteine eterotrimeriche con:
- una subunità α capace di legare GDP o GTP ed in possesso di attività GTP-asica;
- Una subunità β;
- Una subunità ɣ
Fanno parte della superfamiglia delle proteine G anche piccole proteine monomeriche come RAS (oncoproteina
coinvolta nel signaling insulinico e nella divisione cellulare), ARF e Rab (coinvolte nel traffico vescicolare),
Ran (traffico nucleare) e Rho (timing del ciclo cellulare). 11
La subunità α è ancorata al foglietto interno della membrana plasmatica mediante un’ancora
di palmitile (C20) mentre la subunità β è ancorata tramite un’ancora di farnesile (C15) . La
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presenza di un’ancora idrofobica conferisce a queste proteine la capicità di scorrere lungo la
membrana.
Ciclo funzionale delle proteine G eterotrimeriche
Al recettore non attivato è associata la proteina G trimerica con la subunità α legata al GDP. Il
legame del ligando extracellulare al recettore (ad esempio l’adrenalina al recettore β-
adrenergico) determina una modificazione conformazionale del recettore che si trasmette
anche alla proteina G determinando un aumento di affinità della subunità α per il GTP che vi
si lega scalzando il GDP. Il legame con il GTP determina il distacco del dimero βɣ dalla
subunità α che diviene quindi una subunità α stimolatoria. La sub alpha stimlatoria prende
contatto ed attiva l’adenilato ciclasi che catalizza la ciclizzazione dell’ATP in cAMP. La
reazione avviene mediante formazione di un legame ciclico intramolecolare di tipo
fosfodiestere tra il gruppo -OH in posizione 3 ed il gruppo -P legato al carbonio in posizione
5 (legame 3’,5’-fosfodiestere) con allontanamento di un gruppo pirofosforico. La reazione è
resa irreversibile dalla successiva azione di pirofosfatasi inorganiche. L’enzima
Fosfodiesterasi catalizza la degradazione di cAMP ad AMP. Tale enzima è inibito da alte
concentrazioni di caffeina: il ben noto effetto stimolatorio di questa molecola, infatti, è
strettamente legato agli alti livelli di cAMP che è in grado di produrre.
Da unità isopreniche che formano una catena.
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La subunità alpha possiede un’attività GTPasica intrinseca che agisce come un timer interno,
rendendo quindi necessaria la continua stimolazione ormonale per mantenere elevati livelli di
cAMP. Mediante questo meccanismo autolimitante è in grado di staccare l’ultimo gruppo
fosfato dal GTP che diventa GDP, ciò comporta il distacco dall’adenilato ciclasi ed il legame
con il dimero βɣ. La proteina G trimerica con legato il GDP si legherà quindi nuovamente al
Recettore in attesa che arrivi un nuovo segnale.
Come agisce il cAMP?
L’ a z i o n e p r i n c i p a l e d e l c A M P c o n s i s t e
nell’attivazione di un gruppo di proteine chinasi note
come PKA (protein chinasi cAMP dipendenti), enzimi
che utilizzano ATP per fosforilare determiante
proteine, modulandone l’attività. Allo stato inattivo la
PKA è un tetramero (C R ) costituito da due subunità
2 2
catalitiche ‘C’ e due subunità regolatrici ‘R’,
strettamente correlate tra loro a formare due
eterodimeri tenuti insieme dalla proteine AKAP. La
proteina AKAP, oltre ad unire le subunità, ancora PKA
ad alcune strutture cellulari come la membrana
nucleare o i filamenti di actina. Ogni subunità
regolatrice lega 2 molecole di cAMP. Il legame del
cAMP alle subunità regolatrici determina un
cambiamento conformazionale che consente il rilascio
delle subunità catalitiche che possono agire
fosforilando vari enzimi.
La trasduzione del segnale mediata dall’adenilato ciclasi comporta una serie di passaggi che
amplificano notevolmente il segnale ormonale originale. Inizialmente il legame di una
molecola di ormone al suo recettore attiverà la subunità alpha stimolatoria di una proteina G
che andrà ad attivare una molecola di adenilato ciclasi che formerà diverse molecole di
cAMP (inizio dell’amplificazione) ogni 4 molecole di cAMP attiveranno 2 subunità cataliche
della PKA (quindi se ho 20 cAMP ottengo 10 PKAattive) che andranno ad agire su vari
bersagli. L’effetto di questa cascata consiste nell’amplificazione di diversi ordini di
grandezza del segnale ormonale e spiega perché anche una bassa concentrazione di ormone
sia sufficiente ad innescare una risposta intensa.
Come agisce la PKA?
Attraverso 3 vie:
Attivazione della Fosforilasi chinasi b- La PKA fosforila la Fosforilasi chinasi b (b=forma
• defosforilata inattiva) convertendola nella sua forma attiva Fosforilasi chinasi a. La
fosforilasi chinasi fosforila a sua volta la Glicogeno fosforilasi. La Glicogeno fosforilasi
inizia liberare dal glicogeno molecole di Glucosio-1P mediante la reazione di fosforolisi:
rottura del legame alpha-1,4 del glicogeno con ingresso di una molecola di Pi (essendo già
fosforilato ho risparmiato una molecola di ATP e non diffonde attraverso la membrana).
Una fosfoglucomutasi caalizza quindi il trasferimento del gruppo fosforico dalla posizione
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1 alla posizione 6. A questo punto, solo nel
fegato, è presente una Glucosio-6-fosfatasi che
toglie il gruppo fosfato permettendo al glucosio
di uscire dalla cellula. Nel muscolo non è
presente la glucosio-6-fosfatasi ed il glucosio
ottenuto dalla gluconeogenesi intraprenderà la
via glicolitica ed in parte verrà completamente
ossidato, in parte andrà incontro a
fermentazione portando comunque
all’ottenimento della quantità di ATP necessaria
alle richieste. Il muscolo inoltre non presenta
recettori per il glucagone ma solo per
l’adrenalina. Attraverso questa via è possibile
alzare la glicemia in maniera rapida, ottenendo
grammi di glucosio in circolo nell’arco di
millisecondi.
Inattivazione della Glicogeno sintasi - PKA
• fosforila la Glicogeno sintasi inattivandola.
Inattivazione delle Fosfoproteine-fosfatasi - è
• inoltre necessario inattivare le Fosfoprotein-
fosfatasi (PP1) che potrebberro rimuovere i
gruppi fosfato inseriti dalla PKA. Per fare
questo la PKA attiva, fosforilandola, una
proteina chiamata Inibitore I che inattiva le
Fosfoproteine-fosfatasi.
Questi effetti del cAMP mediati dalla PKA, mediante eventi di fosforilazione-attivazione,
appartengono alla VIA RAPIDA in quanto si basano sull’utilizzo di enzimi già presenti nella
cellula.
Il cAMP può mediare anche un’azione lenta agendo a livello del DNA per aumentare la
sintesi degli