ESEMPIO VIRUS
Questi meccanismi riguardano ad esempio l’interazione tra un virus e una
cellula che portano la stessa ad essere infettata. La prima fase prevede un
riconoscimento specifico tra le strutture virali VAP viral attachament
proteine o antirecettore del virus con dei recettori della membrana
plasmatica cellulare. Dopo il legame, la cellula porterà all’interno il virus
tramite endocitosi oppure tramite fusione della membrana del virus con la
membrana plasmatica. Successivamente il virus libererà il proprio contenuto
all’interno dell’ambiente citoplasmatico grazie a delle proteine del capside
che riescono a determinare l’apertura della membrana virale.
MECCANISMO DELLA CITOSI (spiegato dopo nel dettaglio)
Un tipo di trasporto a parte vede il coinvolgimento fisico della struttura
cellulare anche a livello citoscheletrico è la CITOSI: tutto quello che entra
per citosi è dovuto al fatto che il citoscheletro cellulare si predispone ad
aiutare la membrana per far entrare molecole all’interno grazie a quel
meccanismo di invaginazione che può avvenire se e soltanto se il
citoscheletro è ben strutturato. Questo ci rimanda alla struttura del
macrofago, che se inattivo non ha un citoscheletro strutturato e non riuscirà
mai a fare citosi e quindi ad avere un meccanismo attivo affinché riesca ad
inglobare l’agente patogeno e a digerirlo. Il macrofago attivo invece, prevede
dei prolungamenti, (lo pseudopodo che nasce dalla strutturazione di filamenti
di actina) che garantiscono la citosi.
La citosi si suddivide in:
• Endocitosi: tutto quello che va dall’esterno all’interno;
• Esocitosi: quello che va dall’interno all’esterno.
I neuroni, ad esempio, comunicano tramite endocitosi perché, la sinapsi
terminale invia delle vescicole ricche di neurotrasmettori e grazie alle stesse
trasmette alla sinapsi successiva l’informazione che sta provenendo dal
sistema nervoso centrale e viceversa perchè anche per la efferente il
meccanismo è lo stesso.
Altro meccanismo di endocitosi lo abbiamo visto per gli spermatozoi che nel
momento in cui vanno in prossimità dell’ovocita, rilasciano degli ioni,
secondo meccanismo di endocitosi, per avvisare della loro presenza.
Del trasporto passivo fanno parte diffusione semplice e facilitata.
DIFFUSIONE SEMPLICE
Si determina a partire da un gradiente di concentrazione. Quella fickiana che
determina lo spostamento della sostanza a cavallo di una certa sezione
dipendentemente dal proprio coefficiente diffusivo e dalle caratteristiche
strutturali della membrana che deve attraversare. Bisogna specificare che il
coefficiente diffusivo di un oggetto che deve passare attraverso la membrana
plasmatica è un coefficiente di diffusione effettivo che tiene conto della
dimensione dei pori che creano permeabilità all’interno dello strato e dalla
concentrazione dei pori stessi.
I parametri di cui si tiene conto per la descrizione del trasporto per diffusione
semplice sono: la permeabilità (vista come resistenza elettrica) idrosolubilità
e coefficiente di diffusione. La permeabilità esplicata dal punto di vista
fickiano dal coefficiente di diffusione effettivo diventa fondamentale perchè è
una funzione del coefficiente di solubilità della sostanza, moltiplicato per il
coefficiente diffusivo diviso lo spazio che la sostanza deve percorrere per
andare da un punto all’altro.
P=k (D/ x)
∆
Dal grafico che rapporta la permabilità rispetto al loro coefficiente di idro e
liposolubilità vedo una retta che all’aumenta del coefficiente di permeabilità
determina un aumento della lipo-idro solubilità. Un esempio è l’etanolo che
ha una permeabilità elevatissima rispetto al glicerolo che invece ha un valore
basso di permeabilità.
Il trasporto passivo non vede un consumo energetico ma sicuramente tutte le
sostanze che passano all’interno della membrana, determinano un
destabilizzarsi di un equilibrio. Quella che varia è L’energia libera di Gibbs
definita come
G=RTln(c2/c1) =2.3 RTlog (c2/c1)
⬚
∆ ⬚
10
C2 è l’ambiente ricevente e C1 è l’ambiente esterno che sta dando.
Il G cambierà a seconda dello squilibrio che si viene a determinare.
∆
Quando siamo all’equilibrio è nullo.
Da un punto di vista dei parametri caratteristici, come qualunque processo
termodinamico che si rispetti, le costanti andiamo a considerare sono
Temperatura (Kelvin) e costante di Boltzmann R= (8.3x10^-3 kJ mol^-1xk-1)
DIFFUSIONE FACILITATA
Avviene per uno squilibrio di concentrazione, da una concentrazione più alta
a una più bassa, ma non è puramente passiva perchè necessita dell’aiuto di
qualche conformazione strutturale che cambia e fa passare le molecole. In
particolare, va a sfruttare o canali ionici o quelle che vengono dette proteine
di trasporto transmembrana dette CARRIER che si trovano a cavallo del
doppio strato fosfolipidico e favoriscono l’ingresso dell’oggetto che può
passare per diffusione passiva, senza attivare rilasci di ATP ma ha bisogno di
queste proteine. Il tipo di fenomeno che si stabilisce dal punto di vista delle
proteine carrier è un riconoscimento altamente selettivo siccome non tutte
le sostanze possono passare per diffusione facilitata. Bisogna stabilire
un’affinità tra la proteina carrier che deve trasportare e la molecola che deve
essere trasportata. Può però accadere che tutte le proteine carrier siano
occupate (saturazione proteica) e a quel punto bisogna attendere che il sito
di legame si liberi.
Dal punto di vista dell’energia libera di Gibbs, c’è una differenza tra
diffusione semplice facilitata. Il G associato alla diffusione semplice è più
∆
alto perchè la quantità di roba che riesce a passare per diffusione semplice è
tale da riuscire a creare uno squilibrio maggiore, perchè dobbiamo dare il
tempo alla sostanza di passare; la diffusione facilitata invece va a farci
guadagnare un termine di tempo perchè essendo aiutata da un trasportatore
quest’ultimo accelera il processo per cui C2 e C1 tornano ad essere uguali.
Quindi G associata alla diffusione facilitata è più basso perchè banalmente
∆
abbiamo un supporto della proteina carrier che selettivamente prende
l’elemento, lo riconosce e lo porta all’interno.
Un esempio di diffusione facilitata è proprio quella del trasporto del
glucosio. A darci l’informazione sulla condizione di saturazione dei siti di
legame è la Michaelis-Menten che regola il meccanismo di trasporto del
glucosio. Abbiamo a che fare con due substrati, uno è interno e uno esterno
che è il glucosio stesso che si attacca a quello interno. Possiamo osservare il
cambiamento conformazionale a cavallo della membrana stessa.
Vediamo gli step di reazione:
Nel momento in cui il glucosio entra nell’alloggiamento della proteina carrier,
pensata meccanicamente per avere lo spazio per far passare quella
sostanza, vi sarà una prima reazione che regola l’attacco. Quando il glucosio
entra nell’allogiamento, si chiude la pinza di sopra e si apre quella di sotto. Il
cambiamento conformazionale che vediamo è quello che consente l’apertura
delle strutture proteiche verso l’interno.
La Michaelis-Menten descrive come il glucosio diventa da substrato esterno a
uno interno.
La parte superiore di quella sorta di pinza si riapre, l’attività di legame si
spezza perchè non c’è più bisogno di tenerlo contenuto nella proteina carrier
e il glucosio viene fatto entrare nel citosol.
DIFFUSIONE FACILITATA CON SPECIE CARICHE
Differenti sono i trasporti di particelle cariche, perchè in tutti i meccanismi
che necessitano di uno scambio ionico abbiamo a che vedere non solo con
un loro trasferimento ma anche con una quota di potenziale che si sbilancia a
causa del movimento di cariche fintanto che non si arriverà a una condizione
di equilibrio quando il loro gradiente elettrochimico sarà nullo. A questo
punto si sarà stabilito un rapporto tra le concentrazioni di ioni esterne (c2) ed
interne (c1) definendo così un potenziale di membrana che si esprime grazie
all’equazione di Nernst.
Un esempio potrebbe essere il passaggio di ioni calcio, di potassio ecc.
Alla quota di energia libera di Gibbs che definisce il trasporto per
concentrazione, questa differenza di concentrazione viene compensata dalla
carica della sostanza che si sta spostando.
G=2.3RTlog ( c2/c1) +ZF V
⬚
∆ ⬚ ∆
10
Dove Z è il segno della carica che sta passando, F è la costante di Faraday, V il
potenziale elettrico (potenziale di membrana).
Quando G, dovuto solo a scompenso di concentrazione è nullo, allora
∆
l’unica differenza energetica che possiamo misurare a cavallo della
membrana è una differenza di potenziale che nel caso di una condizione di
equilibrio è sempre compresa tra –70 e –90 mV.
DOMANDA ESAME
Data una certa concentrazione di ioni + che deve passare dall’esterno
all’interno della membrana, determinare quanto cambia il potenziale di
membrana e quindi l’energia libera di Gibbs.
Il modo in cui si calcolo il V sbilanciato va a riprendere la definizione di
∆
potenziale come funzione di quanti ioni abbiamo. Z mi dice che se sta
passando carica positiva stiamo depolarizzando, se negativa stiamo
ripolarizzando. Tanto più sensibile la variazione di potenziale tanto più
cambia il gradiente di concentrazione. Si parla dunque di gradienti
elettrochimici perchè andiamo a modificare l’elettrochimica dell’ambiente
cellulare sia a cavallo della membrana che del citosol stesso.
ESERCIZIO
K+ è potassio.
Per trovare il potenziale di membrana utilizzo:
∆
Il V include sia scompenso di segno che di concentrazione.
Svolgendo i calcoli otteniamo circa –89mV.
Dal punto di vista circuitale un ambiente esterno positivo e uno interno negativo ricordano
un condensatore. In realtà parliamo di un parallelo che vede un condensatore
rappresentato dal doppio strato fosfolipidico con una resistenza meccanica deputata a
descrivere tutti quei componenti aggiuntivi che fanno resistenza quali ad esempio il
colesterolo e poi un generatore che è un componente, che assicura di mantenere Il
potenziale tipico di –70mV della membrana.
TRASPORTO ATTIVO
Durante il trasporto attivo di una specie ci troviamo in una condizione di
trasporto contro gradiente elettrochimico e per trasportare la molecola è<
-
Trasporto transmembrana
-
Biologia cellulare - trasporto intercellulare
-
Trasporto di membrana
-
Costruzioni idrauliche - Trasporto solido