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RICORDA: lo xilema presenta cellule a maturità morte
Come si formano le cellule di conduzione?
Inizialmente, le cellule di conduzione sono cellule meristematiche che presentano un denso
citoplasma, pareti primarie molto sottili, tanti piccoli vacuoli e proplastidi. Successivamente, i
vacuoli si fondono tra di loro e si verifica una notevole distensione cellulare causata
dall’espansione del vacuolo. Contemporaneamente, avviene la deposizione della parete
cellulare secondaria all'interno delle pareti longitudinali primarie grazie all'intervento dei
microtubuli e le pareti trasversali vengono forate in modo tale da facilitare il trasporto
dell'acqua. La deposizione della parete secondaria non avviene in modo uniforme e sono
presenti delle punteggiature (che corrispondono tra una cellula e quella adiacente) che
permettono alle cellule adiacenti di scambiarsi acqua e sali minerali. Inoltre, la cellula entra
in una fase di autolisi che comporta la degradazione più o meno cospicua della parete
trasversale.
STRUTTURA DELLO XILEMA: LE TRACHEIDI
Nelle piante vascolari, gli elementi di conduzione deputati al trasporto sono 2: tracheidi e
trachee. Le tracheidi sono più primitive delle trachee e sono le principali cellule di
conduzione nelle piante vascolari senza semi (Pteridofite) e nelle Gimnosperme. In
particolare, nelle Gimnosperme hanno un duplice ruolo di conduzione e sostegno e sono
dette fibro-tracheidi. Sono lunghe e affusolate, con un lume stretto e sono disposte in gruppi
o fasci. Quando si sovrappongono le pareti trasversali delle tracheidi sono molto oblique,
quasi integre (perforazioni) e lungo le pareti longitudinali sono presenti delle punteggiature,
una sorta di forellini in cui la parete cellulare è più sottile ed è generalmente di tipo primario
(se è presente una parete secondaria questa è molto molto sottile). Quando gli elementi di
conduzione si sovrappongono tra di loro, le punteggiature di cellule adiacenti combaciano tra
di loro (le punteggiature di una cellula corrispondono alle punteggiature dell'altra cellula),
permettendo il flusso della linfa e il passaggio dell’acqua. Il flusso d’acqua tra tracheidi è un
meccanismo di trasporto efficiente ma non altamente efficiente ed è meno efficiente di quello
che avviene nelle trachee. Il passaggio dell'acqua avviene da tracheide a tracheide in modo
indipendente (vasi chiusi) e il trasporto complessivo può essere considerato una somma dei
passaggi attraverso le singole tracheidi. Inoltre, la disposizione obliqua delle pareti
trasversali facilita il trasferimento dell’acqua aumentando la superficie di scambio. Il
trasferimento lungo le tracheidi, infatti, è chiamato trasferimento lungo i vasi chiusi perché i
vasi di conduzione sono più stretti e hanno le pareti trasversali ancora presenti seppur
perforate.
LE TRACHEE Le trachee sono elementi di
conduzione tipiche delle piante più
evolute (angiosperme). Hanno un
lume (diametro) molto ampio che
facilita la conduzione e una
lunghezza ridotta. Le pareti
trasversali possono essere più o
meno digerite e in questo caso si
parlerà di trachee con perforazioni o
completamente digerite a formare un
anello e in questo caso le trachee
sono dette elementi vasali. Gli
elementi vasali sono disposti l’uno
sull’altro facendo combaciare le
rispettive perforazioni in modo da
formare dei veri e propri canali di scorrimento della linfa, motivo per cui la conduzione
dell’acqua nelle trachee è estremamente efficiente. I vasi xilematici sono infatti dei vasi
aperti proprio perché le cellule disponendosi le une sulle altre formano una sorta di tubo che
permette una conduzione dell’acqua e dei sali minerali estremamente efficiente.
Le pareti longitudinali dei vasi, sia delle trachee che delle tracheidi, sono irrobustite grazie
alla deposizione della parete secondaria lignificata. Tuttavia, la deposizione della parete non
è uniforme e pertanto si possono distinguere diversi tipi di vasi: anulati, anulo spiralati,
spiralati, doppiamente spiralati, elicoidali, scalariformi, reticolati. Tra questi quelli
scalariformi, reticolari e soprattutto punteggiati offrono una resistenza maggiore al passaggio
dell'acqua.
Sulle pareti longitudinali dei vasi, nei punti in cui la parete non è ispessita ritroviamo le
punteggiature, zone di parete primaria non ricoperte da parete secondaria che permettono
gli scambi di linfa tra i vasi di conduzione adiacenti, forniscono massima resistenza
meccanica al collasso e alla trazione longitudinale e rappresentano una sorta di valvola di
sicurezza per gli elementi di conduzione. Esistono due tipi di punteggiature: semplici o
areolate. Nelle punteggiature semplici, la deposizione della parete
secondaria è continua con l’esclusione di zone
tondeggianti sulle pareti longitudinali. Inoltre, le
punteggiature semplici di due elementi di conduzione
affiancati longitudinalmente corrispondono e formano
una specie di “tunnel”. Questo tipo di punteggiatura è
tipico delle angiosperme.
Nelle gimnosperme le punteggiature sono areolate. In
questo tipo di punteggiatura, tipico delle fibrotracheidi, la
deposizione della parete secondaria riduce il diametro della
punteggiatura con dei prolungamenti (di parete secondaria)
detti areole. Al centro della punteggiatura è presente un
ispessimento di parete primaria di forma lenticolare
chiamato toro che in caso di embolia, viene risucchiato in
modo tale da chiudere il tubo e proteggere la pianta da un
eventuale collasso.
I tessuti di conduzione sono i primi a differenziarsi durante lo sviluppo della pianta (in
particolare lo xilema) per sostenere il rifornimento.Nella radice e nell’apice del germoglio
sono presenti zone di differente tipologia e grado di differenziazione cellulare e la struttura
dei vasi conduttori cambia nel corso dello sviluppo. Ad esempio, in una sezione trasversale
di radice si possono notare ispessimenti della parete differenti, in funzione dello stato di
differenziamento dei tessuti circostanti. Nella zona centrale, quella più vicina al procambio si
hanno dei vasi anulati e man mano che ci si sposta verso le zone più differenziate (che si
trovano più esternamente) gli ispessimenti sono di tipo elicoidale, poi scalariforme e
punteggiato. Nella zona di accrescimento per distensione, l’ispessimento delle pareti
longitudinali non deve ostacolare la distensione delle cellule, pertanto prevalgono gli
ispessimenti anulari e a spirale mentre quando l’organo raggiunger lo sviluppo definitivo
prevalgono i vasi scalariformi e punteggiati.
Inoltre, la radice può essere suddivisa in 3 zone. Nella parte apicale è presente la zona
meristematica in cui le cellule non sono differenziate (cellule meristematiche), seguita dalla
zona di distensione in cui le cellule sono determinate e dalla zona di differenziazione in cui le
cellule sono completamente mature.
RICORDA: quando è presente la parete cellulare di tipo secondario la cellula è morta
Le trachee sono caratteristiche delle angiosperme, le tracheidi sono presenti anche nelle
angiosperme ma soprattutto nelle gimnosperme e nelle crittogami vascolari.
QUAL'È LA DIFFERENZA TRA XILEMA E FLOEMA?
Lo xilema ha cellule di conduzione a maturità morte, con pareti cellulari secondari ispessite e
lignificate. Presentano delle punteggiature, zone che combaciano tra un elemento di
conduzione e l’altro e che permettono il trasferimento della linfa grezza.
Il floema ha cellule di conduzione a maturità vive anche se durante il differenziamento hanno
perso il nucleo e parte dei componenti cellulari. Necessitano di un supporto metabolico e
sono associate a cellule albuminose nel caso delle cellule cribrose e a cellule compagne
negli elementi dei tubi cribrosi.
TESSUTO CRIBROSO, FLOEMA O LIBRO
È il tessuto di conduzione della linfa elaborata (zuccheri, ormoni, amminoacidi)
che è trasportata da un’area di produzione (es. foglia) a un sito di utilizzo o di
stoccaggio (doppia via). È un tessuto complesso formato da più tipi di cellule
(cellule di conduzione, fibre sclerenchimatiche, cellule parenchimatiche) e le
cellule di conduzione, quelle deputate al trasporto, sono le cellule cribrose (nelle
piante senza seme e nelle Gimnosperme) e gli elementi dei tubi cribrosi (nelle
angiosperme dove formano i tubi cribrosi).
CELLULE CRIBROSE
Sono cellule vive che a maturità perdono nucleo e organelli. Hanno pareti sottili
non ispessite perché il trasporto è principalmente discensionale e disposte una
sull’altra. Necessitano di un supporto di tipo metabolico e sono associate a delle
cellule adiacenti dette cellule albuminose e alle fibre sclerenchimatiche che hanno
una funzione di sostegno. Le cellule albuminose derivano dalla stessa cellula madre e
trasferiscono alle cellule cribrose il materiale di cui necessitano. In particolare, la cellula
madre si divide in due cellule figlie di cui una diventa una cellula di conduzione, perdendo il
nucleo e gli organelli, e l’altra una cellula albuminosa che fornisce supporto alla cellula
cribrosa.
Le cellule cribrose sono caratteristiche delle piante più antiche, meno evolute. Le loro pareti
cellulari non sono ispessite, sono perforate e presentano dei pori attraverso i quali passano i
ponti citoplasmatici che connettono cellule adiacenti (plasmodesmi). Tali pori sono uniformi e
sono raccolti in aree dette aree cribrose distribuite su tutta la cellula.
RICORDA:i plasmodesmi sono particolari connessioni tra cellule adiacenti importanti perché
permettono il trasporto simplastico tra cellule adiacenti.
ELEMENTI DEI TUBI CRIBROSI Gli elementi dei tubi cribrosi sono
cellule di conduzione tipiche delle
piante più evolute.
I tubi cribrosi sono formati da più
elementi sovrapposti. Anche in questo
caso, come nelle cellule cribrose, le
pareti sono perforate e i pori sono
raccolti nelle aree cribrose anche se
lungo la parete longitudinale le
perforazioni sono meno abbondanti
rispetto a quelle presenti nelle cellule
cribrose. Sulle pareti trasversali i pori
sono più grandi e sono organizzati a
formare delle aree cribrose dette
placche cribrose. Inoltre, le
proliferazioni sono riversate da un
polisaccaride detto callosio attraverso
cui passa il cordone di citoplasma che
permette un rafforzamento
dell'apertura del canale di connessione tra cellule adiacenti. Il callosio, insieme ad un
materiale proteico detto proteina P che insieme al callosio ha la funzione di chiudere le
placche cribrose in caso di ferita per prevenire la perdita di linfa elaborata. I tubi cribrosi
sono vivi ma privi di nucleo e nelle nelle angiosperme, la funzionalità dei tubi cribrosi è in
genere limitata ad una sola stagione vege