LA DIDATTICA DEL MOVIMENTO: CORPO E APPRENDIMENTO
Il superamento del dualismo corpo mente ha aperto la strada allo studio della dimensione
corporea e alla sua riabilitazione al fine di migliorare la didattica e allo stesso tempo conferire al
corpo una nuova identità considerandolo “come mediatore di apprendimento, come veicolo per la
strutturazione delle relazioni sociali e come strumento privilegiato per la promozione del
benessere psicofisico”.
Fin dalla nascita il bambino entra in relazione con gli altri, prima di tutti la madre, attraverso il
movimento: i primi riflessi arcaici, i movimenti primitivi che a partire dal primo anno di vita
diventano sempre più finalizzati.
Nella definizione del rapporto tra sviluppo e azione di Piaget è chiara l’interconnessione tra agire e
pensare per cui se da un lato l’azione dipende da un programma geneticamente definito, dall’altro
dipende da come l’individuo si adatta all’ambiente attraverso l’assimilazione e l’accomodamento.
Attraverso il movimento il bambino interviene, si esprime e comunica con l’ambiente da subito,
perché l’intelligenza sensomotoria compare molto prima del linguaggio (intelligenza basata sulla
manipolazione degli oggetti). si ha in questo caso un’assimilazione sensomotoria paragonabile a
quella che sarà più tardi l’assimilazione del reale attraverso i concetti ed il pensiero
La motricità, dunque, è una struttura che evolve nel corso dello sviluppo, diventando logica
mentale, organizzazione verbale e pensiero.
Le esperienze motorie del bambino, vissute attraverso il corpo e con il corpo, favoriscono lo
sviluppo di quei meccanismi che gli permettono di accedere ai vari stadi di sviluppo mentale:
agendo e manipolando il bambino entrare gradualmente in una realtà sempre più oggettiva e
razionale nella quale il movimento è prima rappresentato mentalmente e poi effettuato.
Il corpo e il movimento fungono da mediatori della conoscenza e costruttori di questa. Da questo
punto di vista fondamentale è stato il contributo delle neuroscienze.
L’arricchimento esperienziale garantito dalle attività motorie sarebbe in quest’ottica tale da
garantire all’individuo come afferma anche L. Vygotskij, abbondante “il materiale di cui lui potrà
disporre” per sviluppare le proprie capacità. La molteplicità e la ricchezza di esperienze sono,
dunque, per Vygotskij alla base dello sviluppo dei processi psichici superiori; egli considera la
creatività del pensiero e del linguaggio come una risposta culturale al bisogno biologico di
adattamento.
J. Bruner sottolinea l’importanza della componente esperenziale nello sviluppo delle funzioni
cognitive superiori evidenziando il ruolo della corporeità in movimento affermando che “la
crescita dell’uomo è un processo di interiorizzazione dei modi di agire, immaginare e simbolizzare
che ‘esistono’ nella sua cultura, modi che amplificano i suoi poteri. Egli, quindi, sviluppa questi
poteri in una maniera che riflette gli usi a cui li destina”.
Nelle riflessioni di H. Gardner l’attività corporeo chinestresica aiuterebbe l’individuo a sollecitare e
acquisire informazioni. Gli individui possono quindi imparare utilizzando codici linguistici,
presentazioni chinestetiche o spaziali o legami interpersonali. Nello stesso modo in cui varie
intelligenze possono essere sfruttate come mezzi di trasmissione, così il materiale da
padroneggiare può ricadere in pieno nell’ambito di un’intelligenza specifica. Affinchè ciò possa
avvenire è necessario costruire opportunità adeguate dal momento che l’esperienza motoria è in
grado di mettere in moto l’apprendimento arricchendoli grazie all’attivazione di un sistema
polisensoriale.
La dimensione emotiva sociale e quella relazionale della persona trovano, infatti, nelle attività
motorie un ambiente privilegiato di equilibrio e di espressione capace di soddisfare la naturale
predisposizione del corpo al movimento, alla gestualità ed alla relazione con gli altri.
Inoltre, la capacità di usare il proprio corpo in modi molto differenziati ed abili per fini espressivi
oltre che concreti risponde pienamente alle esigenze cognitive individuali.
Corpo e movimento costituiscono, dunque, un nucleo fondamentale intorno al significato
educativo nella vita e nei momenti della crescita di ognuno. Essi contribuiscono a raggiungere
traguardi importanti in relazione alla maturazione dell’identità personale, alla progressiva
conquista dell’autonomia e allo sviluppo delle competenze.
CORPO MOVIMENTO E DIDATTICA
L’attività motoria a diversi livelli si presta a garantire, per la realizzazione di efficaci interventi
educativi:
- l’acquisizione di conoscenze e abilità che altrimenti resterebbero inaccessibili
- una varietà di strategie, di metodi, di attività.
Si fa, dunque, riferimento ad una molteplicità di comportamenti che rappresentano un vero e
proprio canale comunicativo, in grado di veicolare emozioni, sentimenti, atteggiamenti, vere e
proprie competenze cognitive in quanto investono di fatto tutta l’attività dell’uomo sia a carattere
prevalentemente affettivo che più propriamente cognitivo. Occorre, dunque, tenere in massimo
conto la personalità di ciascuno al fine di creare delle situazioni adatte al livello e alle esigenze di
ognuno, per svilupparle in modo adeguato. Le possibilità che il corpo esprime non sono solo il
frutto di una perfetta organizzazione anatomica e fisiologica.
Occorre pertanto sviluppare un processo di apprendimento che tenga il corpo al centro
dell’attenzione e che gli fornisca la possibilità di manifestare ed esprimere tutto quanto già
conosce e gli fornisca la possibilità di ripercorrere senza interruzioni quel processo di esplorazione
e di conoscenza in modo da fare quello che non era stato fatto.
Nell’attività quotidiana, gli insegnanti di ogni ordine e grado nonchè educatori allenatori
dovrebbero prima di presentare un’attività motoria porsi il problema di promuovere e potenziare
le capacità e le abilità impegnandosi a conoscere e valorizzare le attitudini individuali, le
conoscenze acquisite.
A tal proposito diventa essenziale l’osservazione del comportamento motorio del soggetto a
qualsiasi età.
È necessario, pertanto, formulare proposte efficaci che nell’ambito di un rapporto educativo,
lascino spazio all’espressività corporea; di qui la necessità, per l’educatore di conoscere bene il
soggetto e le diverse tappe dello sviluppo psicomotorio.
DIDATTICA DELLE ATTIVITA’ MOTORIE: FASI DI PROGRAMMAZIONE E STRUTTURAZIONE DEGLI
AMBIENTI
L’educazione del corpo è diventata gradualmente un elemento educativo fondamentale dei
percorsi scolastici di ogni ordine e grado. L’educazione fisica e motoria si connota, dunque, come
insegnamento all’uso intenzionale e creativo del corpo, come campo formativo rivolto, in altre
parole, verso una corretta gestione e controllo della propria corporeità.
Nella strutturazione degli ambienti da destinare alle attività motorie bisognerebbe:
predisporre gli spazi (per rendere l’ambiente sicuro)
1) valutare possibilmente preventivamente alcuni elementi di rischio (riferibili alle
2) implicazioni fisiologiche, in quanto vi possono essere delle reazioni organiche ad ogni
attività, che variano da soggetto a soggetto, come ad esempio la tachicardia, l’aumento
della frequenza respiratoria, la sudorazione, la vasodilatazione, la vasocostrizione, ecc.;)
eliminare i fattori di rischio ambientale (riferito allo spazio, gli oggetti e gli stessi attrezzi
3) che potrebbero diventare causa di incidenti)
fattori di rischio legati all’esecuzione dell’attività (riferiti all’impossibilità di garantire una
4) continua assistenza diretta per tutti gli allievi e all’imprevedibilità dello sviluppo delle
attività stesse)
Il passo successivo alla valutazione di questi elementi è relativo alla programmazione delle attività
motorie che dovranno:
- essere coerenti con i programmi di studio dei diversi ordini e gradi di scuola cui fanno
riferimento o essere coerenti a piani riabilitativi
- rispondere alle esigenze anatomo fisiologiche dei soggetti destinatari
- rientrare nell’ambito di un modello teorico-operativo
CAPITOLO 14 = descrivere il ruolo preventivo compensativo e riabilitativo delle attività motorie Diversi
ambiti della ricerca scientifica hanno confermato l’importanza del ruolo giocato dalle attività motorio
sportive per lo sviluppo del corpo e la sua tutela nell’ottica della salute e del benessere. In particolare, queste
attività, il più delle volte, non riveste infatti solo un ruolo ludico o agonistico ma anche preventivo e
➢
compensativo. In quest’ottica il corpo aiuta pertanto se stesso servendosi del movimento per: prevenire
➢
l’insorgenza di danni compensare l’assenza di alcune funzioni potenziando quelle esistenti grazie alle
attività motorie preventive e compensative. Le attività motorie si definiscono PREVENTIVE = quando sono
finalizzate ad evitare l’insorgenza di atteggiamenti o la degenerazione di determinate patologie. Le attività
motorie preventive (in seguito AMP) sono indirizzate a garantire la tutela delle condizioni di salute della
➢
persona. Nelle persone diversamente abili le AMP sono lo strumento per: Opporsi a forme di
➢
degenerazione o riduzioni progressiva delle abilità, determinate dal deficit o dalla minorazione Evitare
l’insorgenza di atteggiamenti, posture errate e automatismi che possono essere corrette grazie a delle attività
di prevenzione e compensazione Nella scuola queste attività rappresentano una sorta di patrimonio
trasversale che facilita l’integrazione ed i meccanismi d’apprendimento. Un piano di attività motorie
➢
preventive destinate ad un soggetto diversamente abile dovrà orientarsi in rapporto: Alla definizione
➢ ➢
analitica della patologia Alle tipologie di deficit conseguenti alla patologia Alla definizione delle possibili
conseguenze del deficit in rapporto alle diverse abilità In modo particolare un piano di prevenzione dovrà
➢ ➢
seguire delle fasi: Definizione della abilità; Individuazione delle funzioni VICARIANTI = ricerca di
sollecitazione delle abilita residue che non sono state compromesse e intaccate dalla patologia o dalla
➢
degenerazione di una malattia Costruzione di atteggiamenti, modelli e comportamenti motori che si
oppongano a forme degenerative conseguenti al deficit = che prevendono eventuali squi
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
-
Teorie e metodologie delle attività motorie e riabilitative
-
Teorie e metodologie delle attività motorie e riabilitative
-
Appunti Teorie e metodologie delle attività motorie e riabilitative
-
Test di autovalutazione di Teorie e metodologie delle attività motorie e riabilitative