Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
C
seguito che il coefficiente d’ attrito a cui ho fatto riferimento in relazione alla forza di
f C
trascinamento è funzione di Re quindi conoscere Re ci permetterà anche di conoscere f
Vediamo adesso cosa succede nel caso della convezione interna, ovvero gli scambi convettivi
avvengono in ambienti chiusi e quindi gli strati limiti dinamici e termici non sono liberi di
crescere indefinitamente perché incontreranno gli strati limite generati dalle altre superfici,
quindi potranno crescere fino all’ asse del condotto; vedremo che il moto all’ interno del
condotto potrà essere o laminare per tutto il condotto o turbolento per tutto il condotto. Il caso
rappresentativo più importante è il moto di un fluido in un condotto, vediamo nel dettaglio cosa
accade: w
Supponiamo di avere un fluido che scorre alla velocità all’ interno di un condotto
m
cilindrico come nell’ immagine che segue: Se rappresento lo strato limite dal punto in
ingresso sulla generatrice inferiore io vedrò uno
strato limite crescente fino alla metà del condotto
(sezione verde), superata la metà del condotto il
profilo di velocità comincia a diminuire perché il
fluido risente del profilo di velocità determinato
dalla parete superiore del condotto stesso; è
inoltre fondamentale considerare che in questo
caso
la velocità non varia solo nella regione dello strato limite, ma anche sull’ asse del condotto
perché il fluido nello strato limite è rallentato dalla presenza della parete e per il principio di
conservazione della massa se le masse a contatto con la parete si muovono più lentamente,
sarà necessario che le masse nella regione centrale del condotto si muovano più velocemente;
nello specifico quindi avrà fluido fermo a parete, fluido lento vicino alla parete e fluido a
massima velocità sull’ asse del condotto.
Questo discorso si vede chiaramente dal profilo di velocità rappresentato nell’ immagine
precedente, si nota inoltre che la velocità varia lungo l’ asse solo fino ad un certo punto, dopo
di che si manterrà costante; questo fenomeno è dovuto al fatto che nella fase iniziale il fluido
risente meno del condotto perché è appena entrato, dopo di che si sviluppano gli attriti viscosi
e le forze di trascinamento che determinano la variazione di velocità fino ad una condizione di
equilibrio. E’ possibile classificare delle regioni caratteristiche per distinguere proprio le regioni
in cui avvengono questi fenomeni:
- regione d’ ingresso idrodinamica ovvero la regione in cui si osserva un profilo di velocità
variabile sezione per sezione.
- regione idrodinamicamente sviluppata ovvero il profilo di velocità sarà costante in ogni
sezione del condotto successiva alla regione d’ ingresso idrodinamico.
Anche nel campo termico si verifica un fenomeno simile, vediamo le immagini che seguono:
Le due rappresentazioni sono relative
<T >T
T e T
rispettivamente a ; vediamo che in
s s
entrambi i casi in ingresso la temperatura è
costante e poi, in base al tipo di scambio termico
che avviene si sviluppa il profilo di temperatura.
Notiamo una cosa particolare, nella prima
immagine c’è una regione chiamata inviscid
flow region , essa si chiama così perché in
quella regione abbiamo visto che tutti i vettori
velocità sono uguali e quindi non c’è scorrimento
relativo tra gli strati di fluido adiacenti e quindi
non si manifestano azioni viscose.
Vediamo che quando il profilo di temperatura raggiunge l’ asse si individua la regione detta
thermal entrance region; inoltre vediamo che la temperatura aumenta progressivamente,
questo fenomeno però non accade all’ infinito infatti la temperatura del fluido potrà aumentare
finché esso non raggiunge la stessa temperatura della parete, quindi alla fine la temperatura
del fluido raggiungerà l’ equilibrio con la temperatura della parete. Lo stesso discorso vale se il
fluido è più caldo del condotto ma in modo speculare. Sia nel caso del profilo di velocità che
nel caso del profilo di temperatura stiamo notando che le variazioni avvengono nella regione d’
ingresso, volendo posso quindi rappresentare in un diagramma questo discorso chiamando
L L
la regione in cui varia il profilo di velocità ed la regione in cui varia il profilo di
h t
temperatura; il risultato è il seguente:
Dal diagramma in alto vediamo subito che sia h che il coefficiente d’
attrito f variano solo fino al raggiungimento della regione d’ ingresso, a
quel punto poi i loro valori si mantengono costanti; nelle applicazioni
pratiche quando si lavora con condotti molto lunghi la regione d’
ingresso può anche essere trascurata perché essa sarà molto breve
rispetto alla lunghezza totale del condotto.
Questo è il motivo per il quale noi comunque consideriamo h costante in
ogni punto e non lo calcoliamo punto per tutto, stiamo comunque
commettendo un errore ma pur sempre trascurabile; se il condotto è
breve il discorso non vale più.
In questo caso la lunghezza caratteristica non è più la lunghezza del condotto bensì il diametro
perché il fattore limitante allo sviluppo dello strato limite è proprio il diametro, quindi sarà
determinati dal diametro ed essendo il diametro costante anche Re è costante e poiché Re
indica il tipo di moto che sviluppa il fluido abbiamo spiegato perché in un condotto il fluido o
scorre sempre in modo laminare o sempre in modo turbolento, nello specifico il numero di
Raynold si può scrivere in questo modo ; anche in questo caso
esistono dei valori
limite che indicato il tipo di moto che assume il fluido lungo tutto il condotto, nello specifico
valgono le seguenti relazioni:
Solitamente nei condotti scorrono flussi turbolenti, tuttavia negli ambienti civili
si preferisce garantire un moto laminare per ridurre il rumore, questo si fa ad
esempio nei canali d’ aria degli impianti di climatizzazione. Una quantità
4 A
=
D
fondamentale è il diametro idraulico, esso è pari a con A area e
H P
P perimetro, il tutto è da riferirsi alla sezione trasversale; questo
discorso è fondamentale perché siccome il diametro idraulica parla genericamente di area e
perimetro della sezione trasversale, io posso riadattare il discorso anche ad esempio a condotti
rettangolari; ovviamente in base al tipo di diametro che scegliamo posso influenzare il tipo di
moto all’ intero del condotto perché vado a modificare il numero di Raynolds ovviamente
fissata la velocità media.
Io posso valutare anche la lunghezza d’ ingresso idrodinamico e termico, nello specifico
dove D è proprio il diametro idraulico; questi valori sono stati ricavati sperimentalmente
e sono tabulati.
Facciamo adesso un’ osservazione, abbiamo detto che il profilo di velocità che si sviluppa nei
condotti e di tipo parabolico; da questa osservazione Clausius ha definito un profilo di velocità
all’ interno del condotto dipendente dal
raggio al quale stiamo valutando la velocità, nello specifico Clausius ha detto che
con R raggio esterno del condotto ed r raggio interno del condotto.
A partire da qui Clausius ha ricavato il valore degli sforzi di taglio, noi abbiamo detto che
, ma ora
conosco una legge per la velocità e quindi posso derivare w(r) ed ottengo ;
analogamente abbiamo
detto che quindi eguagliando i termici posso ricavare il coefficiente d’ attrito
che è quindi pari a C
; a questo punto diciamo una cosa, il coefficiente d’ attrito f
in realtà noi non lo usiamo per i moti in condotti bensì per i moti su lastra piana aperta infatti
C
nel grafico riportato sopra al posto di compare una semplice f , essa nello specifico si
f
chiama fattore d’ attrito, esso è quello responsabile delle perdite di carico all’ interno dei
64
=
f
=4
f C
condotti e . A questo secondo la relazione appena ricavata posso dire che
f ℜ
Sia quando abbiamo valutato il profilo di velocità che quando abbiamo valutato il profilo di
temperatura, abbiamo fatto riferimento a dei valori medi, vediamo adesso come calcolarli:
- velocità media in un condotto: questo caso è abbastanza semplice infatti basta applicare il
teorema della media e così ottengo
- temperatura media in un condotto: questo caso è più complesso perché per calcolarla devo
applicare il bilancio di energia e ottengo
; il fatto che sia
presente il termine T(r) mi dice che la temperatura media dipende dal profilo di temperatura
che come sappiamo è abbastanza difficile da calcolare quindi esistono due approcci diversi che
T
permettono di avere in modo alternativo, vediamoli di seguito:
m
1) considero di avere un fluido che scorre in un condotto il cui flusso termico è costante,
quindi la temperatura del fluido varia.
Io so che dove A non è più la sezione trasversale ma il
perimetro della sezione trasversale del condotto per la lunghezza del condotto, ovvero la
superficie esterna del condotto sulla quale avviene il flusso termico. Piuttosto che lavorare sull’
intero condotto, consideriamo una fetta infinitesima quindi 2 πrdx=dA
dove praticamente infatti abbiamo
−T )
h(T
detto che A=P*L , mentre il termine deriva dal fatto che sto riscrivendo il flusso
s m
termico che nel nostro caso è convettivo. Ma abbiamo anche detto che
. (T −T )
m c
e lo so perché sto riscrivendo in termini infinitesimi. Eguagliando le due
p u i
. .
q 2 πrdx x q A
s s
=T + =T +
T T
e
equazioni ottengo i u i
. .
m c m c
p p
2) considero di avere un fluido che scorre in un condotto la cui temperatura è costante,
quindi il flusso termico del fluido varia, ovviamente il flusso termico cambia perché
all’inizio ho un gradiente di temperatura tra fluido e parete abbastanza alto, man mano
che avviene lo scambio fluido e parete raggiungeranno la stessa temperatura e quindi il
flusso termico si dovrà annullare.
La temperatura di parete è costante quando il condotto al suo esterno è circondato da un fluido
in cambiamento di fase poiché sappiamo che durante i passaggi di fase la temperatura si
mantiene costante;
Con la legge di Newton so che , vediamo perché
( )
= −T
∆ T T : se scrivo il bilancio ci energia del sistema ottengo
medio s m medio
dove il termine
( )
−T
h T pdx (pdx=A) &