EFFETTI DEGLI ELEMENTI DI ALLIGAZIONE:
Gli elementi di legatura come Cr (cromo), Ni (nichel), Mo (molibdeno), W (tungsteno) e altri
influenzano notevolmente le curve di trasformazione (come quelle nel diagramma CCT) degli acciai e
delle leghe metalliche. Questi elementi agiscono cambiando le temperature di trasformazione, la
velocità con cui si verificano le trasformazioni di fase e la microstruttura finale ottenuta durante il
raffreddamento. Vediamo in dettaglio come ogni elemento influenza queste curve.
Elementi Austenizzanti (favoriscono la fase austenitica):
• Nichel (Ni) e Manganese (Mn): Stabilizzano la fase
austenitica (FCC), migliorando la duttilità e la
formabilità.
Elementi Ferritizzanti (favoriscono la fase ferritica):
• Cromo (Cr) e Molibdeno (Mo): Stabilizzano la fase
ferritica (BCC), aumentando la resistenza alle alte
temperature ma riducendo la duttilità.
Diagramma CCT:
Nel caso del diagramma CCT, invece, si osserva come la temperatura cambia continuamente nel tempo
durante un raffreddamento dinamico.
Rispetto alle curve TTT, dove si ha una trasformazione a una temperatura costante, le curve CCT tengono
conto di come la temperatura cambia nel tempo.
https://youtu.be/KswdEvtEksI?si=OLjQQQxxnd9VucDT
https://youtu.be/6WJDK_LRnao?si=X0AMEeitcPOdMLSJ
https://youtu.be/1uP16c7T_CE?si=58JDpQXdcs7eSx-E
Il punto di velocità critica superiore (Vs)
Il punto di velocità critica superiore (Vs) si
riferisce alla velocità di raffreddamento più alta
alla quale le trasformazioni di fase (come la
decomposizione dell'austenite) non avvengono
più. Se il raffreddamento è troppo veloce, le
trasformazioni non riescono a completarsi in
modo efficace, e ciò può portare a una struttura
non desiderata, come una martensite
incompleta.
In altre parole, Vs rappresenta il limite superiore
della velocità di raffreddamento che consente
ancora una trasformazione di fase adeguata.
Superato questo limite, la struttura risultante non
sarà quella desiderata (ad esempio, non si avrà
una decomposizione completa dell'austenite) e
la fase di trasformazione si interrompe.
TRATTAMENTI TERMICI INDUSTRIALI:
I trattamenti termici industriali prevedono un ciclo termico che consiste in una fase di riscaldo, una di
mantenimento, ad un data temperatura, ed infine, il raffreddamento. Le fasi di riscaldo e mantenimento
sono uguali per ogni trattamento termico, si differenzia invece il raffreddamento.
Nel trattamento termico degli acciai, il
"superamento dei punti critici" si riferisce al
riscaldamento del materiale oltre specifiche
temperature alle quali avvengono trasformazioni
strutturali. Queste temperature sono note come
punti critici e sono identificate con le sigle A1, A3
e Acm
• A1: Temperatura alla quale avviene la
trasformazione tra austenite e perlite.
• A3: Temperatura alla quale, durante il
riscaldamento, la lega di acciaio
ipoeutettoide termina la
• Acm: Temperatura alla quale, durante il riscaldamento, un acciaio ipereutettoide termina la
trasformazione in austenite.
RISCALDAMENTO:
il riscaldamento può essere di
diversi tipi, di solito è di tipo
continuo, oppure a gradini,
per ovviare alla rottura
generata dai gradianti termici,
ad esempio per i materiali di
grandi dimensioni (sopra
50mm).
Solitamente si mantiene alla stessa temperatura il materiale circa ½ ogni 25 mm di spessore.
RICOTTURA COMPLETA:
La ricottura completa, eseguita dopo il riscaldamento dell’acciaio oltre alle linee dei punti critici
(acciaio ipoeutettodico sopra A3 e ipereutettoidico sopra A1), prevende un raffreddamento lento in
forno.
La velocita di raffreddamento è varia dai 5° ai 20°/h, dunque le curve CCT sono tagliate dalla traiettoria di
raffreddamento molto in alto, la struttura che si forma è grossolana con bassa durezza.
Le strutture che si formano potranno essere:
• Perlite + ferrite: grossolana, per acciaio ipoeutettoidico.
• Perlite + cementite secondaria: grossolana, per acciai ipereutettoidici.
EFFETTI E CONSEGUENZE:
• Omogeneizzazione della composizione chimica e della microstruttura;
• Ricristallizzazione della microstruttura;
• Grano cristallino grossolano;
• Elimina le tensioni residue;
• Durezza finale "bassa" e resistenza meccanica limitata.
Con tempi lunghi (costi elevati), distorsioni e ossidazione superficiale.
Lo scopo del trattamento è quello di addolcire il materiali per renderlo più adatto alle lavorazioni.
NORMALIZZAZIONE:
Consiste nel raffreddamento di un pezzo in aria calma dopo la completa austenizzazione. Non è un
raffreddamento lento come quello della ricottura, ma non veloce come la tempra.
La velocita di raffreddamento è varia dai 50° ai 100°/min, dunque le curve CCT sono tagliate dalla
traiettoria di raffreddamento è più bassa rispetto alla ricottura, la struttura che si forma è fine, più
omogenea e regolare.
Le strutture che si formano potranno essere:
• Perlite + ferrite: fine, per acciaio ipoeutettoidico.
• Perlite + cementite secondaria: fine, per acciai ipereutettoidici.
EFFETTI E CONSEGUENZE:
• Omogeneizzazione della composizione chimica e della microstruttura;
• Ricristallizzazione della microstruttura;
• Trasformazione dell'austenite a temperature più basse;
• Grano cristallino fine;
• Elimina le tensioni residue;
• Durezza "media" e resistenza meccanica limitata.
Tempi brevi (costi contenuti), distorsioni e ossidazione superficiale.
La lavorabilità dopo la normalizzazione è discreta. La normalizzazione è seguita sistematicamente
dalla ricottura di lavorabilità, ossia un
riscalamento a temperatura inferiore all’intervallo
critico, e la combinazione dei due trattamenti si
chiama RIGENERAZIONE.
TEMPRA:
In seguito ad un riscaldamento per una completa austenizzazione, esso consiste nel raffreddamento
rapido dell’acciaio, in modo da ottenere una struttura martensitica, a temperatura ambiente, senza
incorrere a trasformazioni ad altre temperature. Solitamente si raffredda in olio o acqua.
La velocità di raffreddamento deve essere superiore alla velocità critica superiore.
Le strutture che si formano potranno essere:
• Martensite: aciculare, per acciaio ipoeutettoidico.
• Martensite + cementite (perchè non si ha completa austenizzazione): lenticulare, per acciai
ipereutettoidici.
EFFETTI E CONSEGUENZE:
• Omogeneizzazione della composizione chimica e della microstruttura;
• Grano cristallino estremamente fine;
• Elevata durezza e resistenza meccanica, bassa duttilità, bassa tenacità alla frattura.
☹ ☹ ☹
Distorsioni e ossidazione; Tensioni residue; Microstruttura molto fragile.
Successivamente alla tempra, si effettua il rinvenimento:
Il rinvenimento si definisce come un riscaldamento a temperatura inferiore all' intervallo critico di un
prodotto siderurgico, effettuato dopo la tempra.
I due processi combinati prendono il nome di BONIFICA.
Il rinvenimento si definisce come un riscaldamento a temperatura inferiore all' intervallo critico di
un prodotto siderurgico, effettuato dopo la tempra.
TEMPRA BAINITICA E MARTENSITICA:
La tempra bainitica, o austempering, è un trattamento termico che consente di ottenere una
microstruttura bainitica negli acciai, combinando una buona durezza con una maggiore tenacità rispetto
alla martensite. Il processo prevede il riscaldamento dell'acciaio oltre la temperatura critica per formare
austenite, seguito da un raffreddamento controllato a una temperatura intermedia, generalmente tra
250°C e 500°C, mantenendo il pezzo a questa temperatura fino al completamento della trasformazione
della bainite.
Questo evita la formazione di martensite e riduce le tensioni interne e le cricche che potrebbero
verificarsi con una tempra tradizionale.
Dal punto di vista pratico, la tempra bainitica viene spesso utilizzata su acciai al carbonio di piccolo
spessore o acciai legati, in particolare per componenti soggetti a elevati carichi di fatica, come molle,
ingranaggi e alberi, dove è necessaria una combinazione di resistenza, tenacità e riduzione delle
distorsioni. Un vantaggio significativo rispetto alla tempra martensitica è che la bainite è più tenace e
meno fragile rispetto alla martensite temprata, permettendo di evitare o ridurre la necessità di un
successivo rinvenimento.
Tuttavia, non è adatta per spessori elevati perché sarebbe difficile evitare la formazione della martensite
o della perlite a seconda delle velocità di raffreddamento.
TEMPERABILITA’:
La temprabilità è la capacità di un acciaio di formare una struttura temprata (solitamente martensitica)
in funzione della distanza dalla superficie del pezzo sottoposto a tempra. Essa dipende dalla
composizione chimica dell'acciaio e dalla velocità di raffreddamento applicata. Un acciaio con elevata
temprabilità può indurirsi anche nelle zone più interne del pezzo, mentre un acciaio con bassa
temprabilità tenderà a formare martensite solo vicino alla superficie, lasciando il nucleo con strutture
meno dure come perlite o bainite. L'immagine illustra come la microstruttura
finale di un pezzo d'acciaio dipenda sia
dalla velocità di raffreddamento sia dalla
posizione all'interno del pezzo stesso. La
periferia, raffreddandosi più velocemente,
può sviluppare una maggiore durezza
grazie alla formazione di martensite,
mentre il centro, raffreddandosi più
lentamente, potrebbe avere una
microstruttura più duttile come bainite.
La temprabilità è influenzata principalmente dalla quantità di elementi di lega presenti nell'acciaio.
Elementi come manganese, cromo, molibdeno e nichel aumentano la temprabilità, rallentando la
diffusione del carbonio e consentendo la formazione di martensite anche a velocità di raffreddamento
più basse.
LA PROVA JOMINY: prova tecnologica Per misurare la temprabilità, si utilizza il test
Jominy, in cui un provino cilindrico viene
riscaldato fino a diventare austenitico e poi
raffreddato con un getto d'acqua su una sola
estremità. Successivamente, si misura la durezza
lungo la lunghezza del campione: più lentamente
decresce la durezza, maggiore è la temprabilità
dell'acciaio.
La temprabilità è un fattore determinante nella scelta del trattamento termico. Ad esempio, un acciaio
con bassa temprabilità potrebbe richiedere una tempra in acqua per ottenere martensite anche
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