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SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
Il dramma presenta molteplici similitudini con ''Romeo e Giulietta'', soprattutto perquanto riguarda lo schema narrativo che è lo stesso e il periodo di composizione, avvenuto probabilmente in contemporanea. Se per ''Romeo e Giulietta'' Shakespeare prese spunto dalla novellistica italiana, invece ''Sogno di una notte di mezza estate'' riprende una vasta tradizione letteraria; tuttavia lo scheletro narrativo di entrambe le opere si ispira a un mito di origine classica e di sviluppo medievale, ''Piramo e Tisbe''. Il mito racconta la tragica storia d'amore tra due giovani provenienti da due famiglie in lotta e a causa delle quali escogitano la fuga, passando per il bosco. Tuttavia Tisbe è la prima a presentarsi all'incontro e rischia di essere uccisa da una leonessa che le strappa un lembo del vestito. Una volta arrivato, Piramo trova il lembo insanguinato e...Lontananza sente ruggire la leonessa, credendo che l'amata sia morta. La vicenda si conclude con Piramo che si suicida per poi essere trovato da Tisbe, la quale, straziata dal dolore, decide anche lei di porre fine alla sua vita.
Anche in "Sogno di una notte di mezza estate" vi sono due innamorati, Ermia e Lisandro, ostacolati dal padre di lei, Egeo, il quale decide di rivolgersi al duca di Atene, Teseo, per far applicare la legge della città, secondo cui le figlie avrebbero dovuto obbedire al proprio padre, pena la morte o il convento. Per questo motivo, i due amanti progettano la fuga per il bosco, venendo seguiti da Demetrio, promesso sposo della giovane, ed Elena, innamorata di quest'ultimo. All'interno del bosco si verificherà una confusione di eventi che si concluderà tuttavia positivamente.
La prima novità del dramma sta nel fatto che inizia con un clima tragico per poi finire in commedia, a differenza di "Romeo e Giulietta".
Giulietta'' il cui inizio è tipico della commedia mala fine è tragica, ribaltando in questo modo le aspettative del pubblico teatrale.''
''Stationer'sSiamo a conoscenza di quest'opera grazie al registro degli stampatori, loRegister'', della compagnia (in cui il folletto Puc viene chiamato anche RobinGoodfellow e Demonio, mentre Titania, regina delle fate, è nota anche come ''theQueen'') e soprattutto grazie al trattato di Francis Meres ''Palladis Tamia'' (1598), incui l'autore riporta i drammi visti. Fu rappresentata più volte dalla compagnia e,attenendosi alla testimonianza di Meres, sarebbe stata composta tra il 1593 e il 1596,probabilmente in occasione delle nozze tra Thomas Burgley e Elizabeth Carey, figliadel Lord Ciambellano. Alle nozze avrebbe preso parte la stessa regina Elisabetta I, inquanto nell'opera sono presenti delle chiare allusioni nei suoi
confronti.L'immagine che alluderebbe alla regina viene evocata dal personaggio di Oberon, re delle fate, il quale parla al suo servitore Puc del suo innamoramento per una vestale, seduta sul tronod'Occidente, e di come Cupido avesse scoccato una freccia per farla innamorare, colpendotuttavia una viola bianca tintasi di rosso (riferimento alla verginità della regina).Il primo in quarto fu pubblicato nel 1600, mentre il secondo nel 1619 per poi apparirepostumo in edizione in folio nel 1623, attraverso una raccolta delle sue opere a curadi due attori della sua compagnia.
AZIONE
L'azione si svolge tra Atene e il bosco e consiste in 5 storie semplici che si intrecciano:
- I preparativi per le nozze tra Teseo e Ippolita ad Atene (trama sull'amore legalizzato e caratterizzata da un linguaggio raffinato);
- L'amore ostacolato di Ermia e Lisandro e la coppia Demetrio-Elena (trama sull'amore contrastato e potenzialmente tragico e caratterizzata da un
linguaggioraffinato ma denso di antinomie e di liricità => eufuismo, linguaggio ridondante nel voler essere poetico e spesso usato dagli innamorati e che prende il nome da Eufus, protagonista di una serie di narrazioni in prosa scritte alla fine del '500 dallo scrittore elisabettiano John Lyly);
Le prove di recitazione nel bosco condotte da un gruppo di artigiani capitanati da Bottom che desiderano mettere in scena il dramma di ''Piramo e Tisbe'' per vincere un concorso bandito in onore del matrimonio (trama sulla rappresentazione comica dell'amore ostacolato e caratterizzata da un linguaggio realistico e basso);
Il litigio tra Oberon e Titania a causa del rapimento da parte della regina di un bambino che vuole usare come paggio ma conteso con il compagno (trama fiabesca ricca di versi brevi e di canzoni);
La rappresentazione di ''Piramo e Tisbe'' => esempio di teatro nel teatro.
Atene è il luogo della Legge, della
Razionalità e del Giorno ed è rappresentata da Teseo e Ippolita, mentre il bosco è il luogo dell'Irrazionalità, della Notte, della promiscuità e della fuga, dove avvengono in una notte situazioni assurde che si concludono il mattino dopo, il giorno delle nozze, con il ritrovamento da parte di Teseo di Ermia, Lisandro, Demetrio, Elena e Bottom in stato confusionale ai margini del bosco, portando infine al ritorno all'ordine con lo scioglimento del dramma => pace tra Titania e Oberon e 3 matrimoni (Teseo e Ippolita, Demetrio ed Elena, Lisandro ed Ermia), la cui cerimonia è intrattenuta dalla rappresentazione di ''Piramo e Tisbe'' degli artigiani. La storia di Ippolita e Teseo non si interseca con quella di Oberon e Titania, pur entrando entrambe in contatto con le altre tre storie. PERSONAGGI I nomi dei personaggi, i quali risultano schematici e senza approfondimenti psicologici, sono fortemente simbolici: Puc = il termineEra usato nel Medioevo per indicare il Demonio, per poi prendere nel '500 una connotazione più positiva, rappresentando uno spiritello bonario. Il suo compito è quello di rendere le situazioni confusionarie. Infatti, su ordine di Oberon, deve recuperare la viola insanguinata dalla freccia di Cupido per fare uno scherzo a Titania: poiché il suo succo, se spremuto, ha il potere di far innamorare qualcuno della prima persona vista, allora l'intento è quello di versarlo sugli occhi di Titania durante il suo sonno. Ciò porta a delle conseguenze divertenti, in quanto Titania si innamora a prima vista dell'artigiano Bottom, la cui testa è stata trasformata proprio da Puc in asino a causa della sua incapacità a recitare. Sarà Puc a recitare l'epilogo;
Titania = il nome deriva probabilmente da Diana con cui condivide alcune caratteristiche, quali il simbolo della fertilità. Regina delle fate (entità naturali che nel
Medioevo erano considerate malvagie per poi diventare fautrici di scherzibonari, come rapire bambini intelligenti e belli per sostituirli con altri brutti estolti (i 'changeling'), Titania, insieme a Oberon, si trova nel bosco vicino ad Atene per augurare un matrimonio propizio a Teseo e Ippolita e il litigio con il compagno sconvolge il mondo idilliaco del bosco;
Gli artigiani = Shakespeare attinge dalla realtà come presa in giro e li chiama in base alle loro professioni. In particolare Bottom si riferisce anche al fondo, richiamando il fatto che questo dramma sembri non finire mai;
Teseo e Ippolita = nella mitologia Teseo era colui che era riuscito a sconfiggere il Minotauro grazie al filo di Arianna, mentre Ippolita era la regina delle Amazzoni, donne guerriere, divenuta poi moglie di Teseo. Il fatto che i rappresentanti della Razionalità di Atene rievochino figure mitologiche non è casuale: infatti sul piano diegetico si scopre che Teseo ha
avuto una relazione con Titania, così come Ippolita con Oberon. A complicare ancora di più le cose vi è il fatto che dal punto di vista mimetico le due coppie erano solitamente interpretate dagli stessi attori, dimostrando come Teseo-Ippolita e Oberon-Titania rappresentino apparentemente due poli opposti, rivelando tuttavia una relazione molto più intima; Ermia, Lisandro, Elena e Demetrio = nome sempre di origine classica. Demetrio è promesso sposo di Ermia, sebbene inizialmente fosse innamorato di Elena ed Ermia sia innamorata di Lisandro. I vari amori vengono messi in discussione nel momento in cui Puc, sempre su ordine di Oberon, sparge il succo della viola non solo su Titania, ma anche su Demetrio, in quanto il re assiste a un litigio tra il giovane ed Elena. Tuttavia il folletto commette un errore, in quanto scambia Demetrio con Lisandro, spargendo il succo sugli occhi di quest'ultimo per poi riuscire finalmente a trovare anche Demetrio. La mattina dopo,I giovani vengono ritrovati da Teseo ed Egeo fuori dal bosco, credendo di aver vissuto un sogno seppur uguale per tutti. La coppia Ermia-Lisandro si è ristabilita, mentre Demetrio sembra essere ancora sotto effetto dell'incantesimo, sposando infine Elena. TITOLO La Midsummer, nel folklore, indica il passaggio dal disordine della primavera all'ordine dell'estate che, fin dai tempi più antichi, simboleggia il passaggio dall'età acerba a quella adulta (rito di passaggio collettivo). Infatti i personaggi entrano nel bosco con inesperienza per poi sperimentare la promiscuità e uscirne maturi il giorno successivo. Gli stessi Teseo e Ippolita avrebbero vissuto la stessa esperienza per poi fidanzarsi in età matura, passando così dall'amore promiscuo all'amore legalizzato. L'autore non sta solo rappresentando questa vicenda particolare, ma un qualcosa di archetipico che riguarda tutti e che è sempre accaduto e sempre.accadrà.RIFLESSIONI METATEATRALI
Per metateatro si intende qualcosa che va aldilà dell'azione scenica, quando un autore inserisce all'interno della trama elementi di carattere teorico in cui parla della propria arte. In questa opera sono presenti nel V atto delle riflessioni di carattere metateatrale:
Quando, dopo aver ascoltato il racconto dei 4 amanti, Teseo ammette di non credere nelle storie fantastiche ("antique fables", in cui l'aggettivo significa sia vecchio che grottesco) e che l'immaginazione accomuni il poeta, il pazzo e l'innamorato. Il pazzo vede più diavoli di quelli che l'Inferno può contenere, l'innamorato vede la bellezza di Elena (di Troia) in una fronte egiziana (ritenuta sgradevole), mentre l'occhio del poeta va dal cielo alla terra e dalla terra al cielo, ossia fornisce dimora ("local habitations") a qualcosa di inconsistente, percependo l'essenzialità.
di un'idea per poi renderla concreta (ripresa concetto della bellezza di 'Tamerlano il Grande'