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CAPITOLO 25: ATENE, DEMOCRATICA E IMPERIALE:

1. Una società in trasformazione:

Post guerre persiane à profonda revisione degli assetti comunitari, che andava nella

direzione di un ruolo politico ancora più rilevante dei cittadini e di un coinvolgimento

diretto di cerchie sempre più ampie della comunità.

Flotta ateniese à La più imponente del Mediterraneo, offre forza-lavoro ad artigiani.

Forti contatti commerciali di importazione dal Pireo.

Viene favorita immigrazione à stranieri residenti identificati col nome di meteci.

2. Da Cimone a Efialte:

Anni ’80 à ostracismo nei confronti di membri delle élite di spicco à sottolinea

contesto di rivalità tra figure di rilievo socio-politico, ma esprime anche un inedito

ruolo decisionale dei cittadini.

Arconti non eletti direttamente, ma sorteggiati da una lista più ampia à Membri

ambiziosi delle élite non potevano più far conto con certezza sull’elezione, e si

allontanarono dalla carica, che perse peso politico. Al declino del massimo potere

esecutivo (arconti) e del Senato garante dell’ordine avito (Areopago) dovette

corrispondere una maggiore importanza dell’ Assemblea e Consiglio.

Negli anni Settanta e Sessanta, la figura di capo politico-militare più rilevante fu

quella di Cimone, figlio di Milziade, il vincitore di Maratona. Dopo la costituzione

della Lega delio-attica, subito ne guidò le forze al fine di ottenere una presenza

nell’Egeo settentrionale. à Grandi fatti di Nasso (?)

Dopo la metà degli anni Sessanta le sue fortune politiche precipitarono: nel 463

accusato di essersi fatto corrompere dal re di Macedonia. à Disastroso terremoto in

Laconia e Messenia, unito a rivolta, mise in difficoltà Sparta, che invitò Atene,

formalmente ancora sua alleata. La richiesta venne avversata da Efialte, ma Cimone

riuscì a farla approvare (aveva l’idea di una Grecia a due gambe: Sparta continentale

con il ruolo dell’Egeo ateniese). Poco dopo però Sparta rimandò indietro Cimone, che

tornò politicamente indebolito in un’Atene in cui stava prendendo piede una

prospettiva di radicale rinnovamento interno e di rovesciamento della sua

collocazione internazionale.

Efialte riuscì a far approvare le sue leggi, e Cimone fu ostracizzato nel 461. Atene

ruppe con Sparta e si alleò con Argo, anch’essa sulla via della democrazia.

è Nasce una nuova cultura politica: Cittadini prendono coscienza di poter

contribuire in maniera decisiva agli interessi della comunità. (Eschilo, nella sua

Tragedia Le Supplici pensa al potere della Democrazia).

3. La “rivoluzione ateniese”: Efialte e Pericle:

Le leggi approvate da Efialte nel 462/461 modificavano un cardine del sistema

ateniesi: i poteri dell’Areòpago, e accrescevano quelli del Consiglio e dell’Assem-

blea.

I poteri sottratti all’Areopago erano inerenti al controllo e alla sanzione dell’operato

delle magistrature pubbliche: in questo modo l’Areopago perdeva un’importante

modalità di influenza sugli equilibri politici interni.

è C’era la necessità di sviluppare la funzionalità collettiva di una polis

trasformata e di dare piena voce alla collettività civica. à Si dispiega il peso

politico del popolo minuto, impiegato nella flotta e attivo nei tribunali e

nell’Assemblea, e tramontò lo stile politico di matrice aristocratica arcaica

impersonato da Cimone, e con lui il mecenatismo e il clientelismo personali.

Negli anni ’50, introdotte da Pericle alcuni innovativi elementi cruciali della

demokratìa come le giurie popolari, l’applicazione sistematica delle procedure di

sorteggio e la distribuzione di indennità in denaro sia alle centinaia di titolari di

pubblico ufficio, sia ai membri delle giurie. Nel 451: Pericle fece votare legge che

rendeva cittadino ateniese solo colui che fosse nato da entrambi i genitori ateniesi

(Offriva al corpo civico uno strumento per compattarsi e identificarsi come un corpo

privilegiato e definito).

4. Atene, la Lega peloponnesiaca, i Persiani:

La netta svolta in politica estera compiuta al momento dell’approvazione delle leggi

di Efialte e dell’ostracismo di Cimone portava Atene in contrasto con Sparta a causa

dell’alleanza con Argo e con la Lega Peloponnesiaca a causa del comportamento di

Megara, che – in guerra per i confini con Corinto – lasciò la lega e si alleò ad Atene.

“Prima guerra del Peloponneso”, che sarebbe terminata nel 446 con la “Pace dei

Trent’anni”, fu contro i peloponnesiaci, in particolar modo Corinto, ancor prima che

contro Sparta, e derivò da un atteggiamento aggressivo ed espansionista di Atene,

che da un lato interveniva a Megara contro Corinzio, ma nel frattempo era impegnata

nel sostegno offerto dalla Lega delio-attica in Egitto in rivolta contro la Persia.

Tra il 451 e il 449 vennero stretti degli accordi di pace tra Sparta e Corinto e Sparta

e Argo, e anche la Persia stipulò la “Pace di Callia”, dal nome dell’ateniese che guidò

la spedizione dal re Artaserse: le ostilità tra la Lega delio-attica e i Persiani

cessarono, così come quella tra Sparta e Atene: quest’ultima cedeva i porti di

Megara, e le parti si impegnavano a non attaccarsi se vi era la possibilità di un

arbitrato.

5. Il “primo” e il popolo. Il tempo di Pericle:

Figura di altissimo livello socio-politico, considerato un Alcmeònide, che da un lato

ne

accresceva il prestigio, dall’altro ne offuscava l’immagine a causa della fama di

“sacrileghi” di cui godeva la dinastia.

Nel 451 fece approvare la legge sulla cittadinanza, che fu un punto fermo della

democrazia ateniese. Nel 446 ebbe un ruolo chiave per Atene: fermò l’intervento di

Sparta e schiacciò con la massima durezza la sollevazione dell’Eubea.

Un’Atene potente per terra e per mare, in capo a un’alleanza di città dalle quali

riscuoteva un tributo, circostanza inaudita in Grecia, era pronta a dispiegare una

marcatissima identità e di proporsi come modello (programma edilizio pericleo, che

ampliava la ricostruzione della città intrapresa con Cimone) à Acropoli ne esce

trasformata, diventando uno straordinario monumento architettonico alla dea Atena,

e uno straordinario simbolo della comunità e della sua identità.

Pericle stratego per quindici anni consecutivi, sino alla sua morte nel 429. à Egli

poteva contare sul suo axioma, un complesso intreccio di carisma, consenso civico e

autorità personale. Tucidide: “di nome era una democrazia, di fatto un governo

(arché) posto sotto la guida del primo cittadino (pròtos anér).

6. L’impero:

Non più volontaria alleanza delle città con Atene, ma dominio di Atene su una serie

di

stati soggetti. Non alleanza egemoniale, ma impero, arché. (“Le città “soggette”

(hypekooi)).

In seguito, la libertà giudiziaria degli alleati venne ulteriormente limitata, e anche i

diritti proprietari furono lesi, perché i ricchi Ateniesi potevano acquistare terra nelle

città alleate, pur non essendo cittadini. Col “decreto di Clearco” imponeva che le città

alleate non battessero più moneta propria, ma utilizzassero quella di Atene.

CAPITOLO 26: LA GUERRA DEL PELOPONNESO:

1. Sparta, Atene, Tucidide e noi:

Distinzione tra “cause e contese” da un lato, e la “motivazione più vera” dall’altro: le

prime erano il sostegno offerto da Atene a Corcìra contro Corinto, la seconda era la

crescita della potenza ateniese e il timore che incuteva ai Lacedemoni. Secondo

Tucidide, la guerra era inevitabile, benché lo storico non sottolineasse il ruolo in

primo piano di Corinto, che spinse fortemente Sparta ad entrare in guerra contro

Atene.

Così, dopo l’intervento ateniese a Megara e le vicende di Corcìra e Potidea

(VEDERE!!!), in un congresso della Lega peloponnesiaca si decise per la guerra ad

Atene.

2. La guerra dei dieci anni:

Nell’estate del 431 l’esercito peloponnesiaco, guidato dal re spartano Archidàmo,

invase l’Attica: gli Spartani volevano provocare gli Ateniesi a battaglia aperta per

sfruttare la loro superiorità nello scontro oplitico.

Per non fare il gioco di Sparta, Pericle decise di concentrare la popolazione delle

campagne all’interno dell’area delimitata dalle Lunghe Mura, rifiutare battaglia

campale e sfruttare il dominio sul mare per approvvigionare la città e per fare

incursioni su punti nevralgici delle coste del Peloponneso. à Pestilenza ad Atene nel

430. Dopo la lunga invasione spartana, Pericle venne identificato come il

responsabile delle difficoltà di Atene, messo sotto processo e rimosso dalla carica di

stratego, morendo poco dopo.

La guerra si ampliò per molti anni. Nel 428/427 molte città dell’isola di Lesbo si

ribellarono ad Atene. L’anno successivo, sparta riesce ad avanzare e stabilirsi in

Grecia centro-settentrionale, luogo chiave in una guerra sempre più globale.

è Sconfitta ateniese a Delio, in Beozia, dopo aver perso Megara.

è A Nord, in Calcidia, Atene perse terreno dopo la decisione spartana di

estendere a quella regione – nevralgica per l’impero ateniese – la guerra.

Dopo anni di guerra, nel 421 si fece spazio un’inclinazione alla trattativa, finché nella

primavera del 421 venne stipulata una pace cinquennale tra la Lega peloponnesiaca

da un lato, e Atene e i suoi alleati dall’altro: la “Pace di Nicia”, dal nome dell’influen-

te

politico ateniese che ne fu firmatario. Tra Sparta e Atene fu stretta un’alleanza

bilaterale di difesa reciproca in caso di aggressione; Atene si impegnava a soccorrere

Sparta in caso di una rivolta servile.

CERCARE VICENDE GUERRA DEL PELOPONNESO SU INTERNET

Atene non capitolò immediatamente: offrì una pace inizialmente rifiutata da Sparta,

che però non seguiva la volontà di Corinto e Tebe che ne volevano la distruzione:

un’Atene debole e legata a Sparta sarebbe stata un buon compromesso alle ambizioni

di Corinto e Tebe.

PAGINA 337 à 343 da rivedere.

CAPITOLO 27: POTERE PERSIANO, NUOVI PROTAGONISTI, CRISI DELLE

EGEMONIE:

Sconfitta di Atene nella Guerra del Peloponneso implica la posizione dominante di

Sparta e la forte influenza persiana nell’Egeo e in Grecia. Un ricorso alla forza, alla

politica e alla corruzione permise ad Artaserse II, re persiano, di divenire con la

“Pace del Re” (386) l’arbitro dei rapporti tra le pole

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

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