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IL QUESTIONARIO
Il questionario è uno strumento di rilevazione dei dati più utilizzato nelle indagini statistiche. È un modello
costituito da un insieme di domande da sottoporre in maniera identica a un collettivo di unità statistiche.
Ci permette di raccogliere informazioni durante le indagini statistiche; è uno strumento di misura molto utile
per: - Ricerche di mercato
- Sondaggi
- Soddisfazione dei consumatori
- Abitudini di vita
I principi fondamentali del questionario sono:
- Avere ben chiari gli obiettivi
- Chiarezza, semplicità e brevità.
Il questionario rileva:
- Fatti (possesso di specifiche caratteristiche del rispondente, situazioni, avvenimenti, …)
- Conoscenze (informazioni che il rispondente possiede su un dato argomento)
- Opinioni (modo di pensare del rispondente su un dato argomento)
- Atteggiamenti (es. stili di vita)
- Motivazioni (informazioni che spiegano il comportamento e l’atteggiamento del rispondente)
La rilevazione mediante questionario, può generare ERRORI NON CAMPIONARI che possono essere
causati:
• DAL RICERCATORE: durante la fase di progettazione del questionario potrebbe commettere, per
esempio, errori di formulazione delle domande
• DAL RISPONDENTE che incorrendo in vuoti di memoria nel cercare di ricordare eventi passati,
potrebbe assumere un comportamento vago, impreciso
• DALL’INTERVISTATORE che può con la sua presenza condizionare le risposte alle domande o
registrare erroneamente le risposte.
Regole per la redazione del questionario
1. Formulare le domande rispettando importanti criteri
Prima di fare l’indagine è importante TESTARE tutte le domande del questionario:
- La domanda è troppo generica? Potrebbe provocare fraintendimenti da parte di chi risponde ai quesiti
- La domanda è troppo tecnica?
- La domanda richiede uno sforzo di memoria troppo elevato?
I quesiti che implicano uno sforzo di memoria (sempre meglio evitarli se possibile)
andrebbero collocati verso la metà del questionario, per evitare che all’inizio il rispondente
non sia ancora disponibile a tale impegno e alla fine sia troppo stanco. Le domande devono
facilitare il ricordo corretto di un evento passato.
- Evitare che le domande creino un imbarazzo psicologico
- La domanda indirizza in qualche modo il rispondente? (domanda tendenziosa)
- Le possibili risposte sono tutte previste in modo esaustivo e mutualmente esclusivo? (il
rispondente non deve avere difficoltà a capire quale risposta dare)
- Tutte le persone che dovranno essere intervistate sono in grado di rispondere alla domanda?
15
- La domanda è posta in modo chiaro e non ambiguo?
È importante che le domande siano formulate in modo da contenere informazioni sufficienti
a non risultare ambigue.
- La domanda è breve?
Se le domande sono brevi sarà più facile capire la domanda e inoltre si riducono le
possibilità di errore nella risposta.
Un’ulteriore regola consiste nel non effettuare distorsioni nel porre le domande. La domanda di un
questionario deve se possibile essere oggettiva e mettere a proprio agio l’intervistato
- Non deve contenere domande doppie
- Non deve contenere negazione
Le domande devono essere poste in successone, in modo tale che una domanda non possa influenzare
le risposte alle successive domande.
TIPOLOGIA DI DOMANDE PER STRUTTURA:
➢ Domande a risposta libera
➢ Domande a risposta codificata (semplice o multipla)
➢ Domande a scala (molto, abbastanza, poco, per niente)
▪ Richiedono si esprima una preferenza o si assegni un punteggio, scegliendo tra un certo
numero di modalità ordinate
Lunghezza delle scale (n. modalità)
▪ Da 3 a 4: informazioni facili da codificare, poco puntuali
▪ Da 5 a 9: consentono di discriminare di più tra i soggetti (adatte per le propensioni)
▪ Fino a 10: il rischio è la “percezione scolastica”
Numero di modalità pari o dispari?
▪ Un numero pari di modalità costringe l’intervistato a “schierarsi”, ma porta ad una
sottostima degli indecisi
▪ Un numero dispari di modalità aumenta il rischio che le risposte si addensino troppo su
valori medi.
➢ Domande gerarchizzate: per esempio mettere in ordine un certo numero di marche secondo il
gradimento, dalla migliore alla peggiore
❖ DOMANDE APERTE
Vantaggi:
- Lasciano maggior libertà di esposizione
- Codifica a posteriori
Svantaggi
- Elevato livello di arbitrarietà di chi intervista
- Criticità nelle risposte
- Difficoltà con grandi numeri 16
❖ DOMANDE CHIUSE
Vantaggi
- Stesso quadro di riferimento
- Facilita il ricordo
- Stimola l’analisi e la riflessione
- Utilizzabile anche con grandi numeri
Svantaggi
- Esclude le alternative di risposta non previste
- Influenza risposte anche in chi non ha opinioni
- Le risposte offerte non hanno significato uguale per tutti
Come proporre argomenti delicati?
Alcuni argomenti sono psicologicamente difficili da indagare: consumo di alcol, reddito, utilizzare
una serie di domande di approccio. Questo permette di creare un clima di fiducia tra l’intervistatore e
l’intervistato.
2. Stabilire la successione logica dei temi trattati
Nella fase finale la concentrazione dell’intervistato diminuisce ed è perciò opportuno non sottoporlo
a domande che esigono particolari sforzi di elaborazione.
Stabilire la successione logica dei temi trattati (le sezioni del questionario). La sequenza degli
argomenti affrontati deve essere coerente evitando che si verifichino salti radicali.
L’ordine stabilito nella sequenza degli argomenti può condizionare la risposta, creando distorsioni
nei dati. È necessario cercare di raggruppare le domande in gruppi omogenei rispetto alla tematica
affrontata.
I quesiti su temi delicati da affrontare andrebbero invece collocati verso la fine, per sfruttare la
maggiore confidenza e disponibilità ormai acquisita e per non rischiare che un rifiuto a rispondere
possa compromettere l’acquisizione delle informazioni collocate sull’ultima parte del questionario.
3. Predisporre le domande filtro
Le domande filtro permettono di saltare uno o più quesiti successivi se sono verificate alcune
condizioni. Sono utili quando occorre indirizzare particolari di rispondenti verso domande
specificatamente rivolte a loro.
Le domande filtro hanno anche la funzione di evitare che l’intervistato si senta obbligato a
rispondere in modo non veritiero a qualche domanda.
4. Definire la sequenza di domande su uno stesso tema
La sequenza con la quale le domande sono poste può aiutare chi risponde a fornire le informazioni
volute.
L’ordine in cui si fanno le domande può non essere “neutro”: si possono verificare condizionamenti
non voluti ordinando le domande in un certo modo.
Per aiutare chi risponde, si possono usare due “stili” di ordinamento dei quesiti:
- La successione a imbuto: si passa da domande generali a domande più particolari per dare
tempo al rispondente di focalizzare l’attenzione sul tema proposto. 17
Uno dei vantaggi è che si evita che le domande poste all’inizio possano condizionare le
risposte alle successive. Inoltre all’intervistato è permesso di ricordare sempre più
dettagliatamente eventi passati.
- La successione ad imbuto rovesciato: si fanno prima le domande specifiche e poi quelle
più generali; è utile quando si desidera raccogliere opinioni meditate su un determinato
argomento.
Prima della vera e propria indagine è opportuno intraprendere un’indagine pilota che consiste nella
somministrazione di un questionario ad un piccolo campione (pre-test). Il pre-test consente di
individuare gli errori e di porti rimedio per la stesura di un questionario più preciso.
DISTRIBUZIONI DI FREQUENZA E GRAFICI
Quando i dati sono stati raccolti si ottiene un database dei dati che abbiamo osservato, i cosiddetti dati
grezzi. Poiché questi ci dicono ben poco, specialmente quando la popolazione è numerosa, passiamo dai dati
grezzi alle Distribuzioni di frequenza.
Le distribuzioni che andremo a esaminare vanno bene sia
➢ per variabili quantitative discrete
➢ per variabili quantitative continue con classi di uguale ampiezza
➢ per mutabili (variabili qualitative)
• DISTRIBUZIONI DI FREQUENZA ASSOLUTE: si ottiene quando associamo alle modalità che
può assumere un carattere X le corrispondenti frequenze assolute, ossia il numero di volte
(conteggio) che la modalità i-esima di un carattere viene osservata nel collettivo di N unità
statistiche. - Il totale coincide con N
- Le frequenze n sono sempre numeri interi non negativi
i
• DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA RELATIVA: si ottiene quando associamo alle modalità che
può assumere un carattere X le corrispondenti frequenza relative, ossia la frazione di collettivo che
presenta la modalità i-esima, =
- Il totale coincide con 1
- Le frequenze relative f sono sempre comprese tra 0 e 1
i
• DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA PERCENTUALE: si ottiene quando associamo alle modalità
che può assumere un carattere X le corrispondenti frequenza percentuali = × .
- Sono le frequenze relative moltiplicate per 100
- Il totale coincide con 100
- Le frequenze relative sono sempre numeri compresi tra 0 e 100
Ricorriamo alle frequenze relative o percentuali perché spesso le frequenze assolute dicono poco soprattutto
se l’obiettivo è: 18
Descrivere il peso complessivo di ciascuna modalità sul totale delle osservazioni
o Effettuare confronti delle distribuzioni di frequenza X su più popolazioni con numerosità diversa
o
DISTRIBUZIONI DI FREQUENZA UNITARIE: se le n sono uguali a 1 per tutte le modalità, la
i
distribuzione è detta unitaria, e di solito non è mostrata la colonna delle frequenze essendo esse tutte
uguali a 1.
VARIABILE CONTINUA DIVISA IN INTERVALLI DI DIVERSA AMPIEZZA: se il carattere
statistico è quantitativo continuo, le modalità x si possono suddividere in intervalli. Se sono di diversa
i
ampiezza allora occorrerà calcolare le densità di frequenza assoluta. Come si calcola:
➢ Calcolare l’ampiezza di ciascuna classe = −
+1
➢ Calcolare la densità di frequenza dividendo la frequenza n della classe per l’ampiezza della classe
i
ℎ =
La classe maggiormente frequente viene chiamata CLASSE MODALE
Per caratteri quantitativi o per mutabili ordinate si calc