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Motori benzina (HC, CO e pochi NOx) Sviluppo dei sistemi di trattamento:
a) Catalizzatore ossidante per CO e HC, 1970. Si
utilizzano materiali ossidanti aggiungendo
ossigeno con un’aspirazione secondaria e
facendo diventare CO e HC H2O e CO2
b) Catalizzatore a tre vie con sensore di
ossigeno lambda e misuratore di carburante in
feedback, 1980. HC e CO devono ossidare
mentre NOx ridurre in N2. La riduzione è
sfavorita dall’ossigeno quindi si deve far
funzionare il motore con λ=1 e si fa la misura
diretta con sensore lambda che può essere di
due tipi: sonda on-off o lineare UEGO con
segnare proporzionale a λ.
c) catalizzatore close coupled fast light-off in
aggiunta. Per abbattere le emissioni a basse
temperature (accensione motore). Questo
poiché il cat a 3 vie deve raggiungere 300-400°
per funzionare e ci vuole tempo. Nel mentre si
utilizza l’altro cat, meno efficiente ma che
funziona fin da subito.
Catalizzatore trivalente
Formato da un substrato monolitico ceramico a nido d’ape ricoperto da un substrato che aumenta
l’area effettiva di un fattore 7000. Lo strato superiore catalitico contiene metalli nobili costosi come
palladio e platino (accelera l’ossidazione) e rodio (accelera la riduzione). Sull’ordinata abbiamo
l’efficienza del cat (quante emissioni si abbattono) e in ascissa A/F. Con A/F ricco si abbattono
soprattutto gli NOx, con A/F magro soprattutto HC e CO. La zona di ottimo si ha con A/F
stechiometrico, cioè sul grafico lungo la banda nera.
Controllo lambda
Il range A/F per ottenere contemporaneamente ossidazione e riduzione è troppo stretta per essere
realizzata in un motore in funzione senza un controllo ad anello chiuso. Un sensore di ossigeno
nello scarico viene utilizzato per indicare se il motore sta funzionando sul lato ricco o magro dello
stechiometrico e fornisce un segnale per regolare il sistema di alimentazione per ottenere la
miscela aria-carburante desiderata. Mantenere il rapporto di equivalenza esattamente sul valore
scelto vicino a quello stechiometrico non è un'aspettativa pratica di un tale sistema di feedback,
quindi la capacità di accumulo dell'ossigeno (OSC) è incorporata nel catalizzatore. Il cerio (CeO) è il
componente di stoccaggio dell'ossigeno più comunemente utilizzato. Può rilasciare ossigeno
quando il gas di scarico sulla superficie del catalizzatore è leggermente ricco; quindi, può assorbire
e immagazzinare ossigeno dal gas di scarico sulla superficie del catalizzatore quando il gas è magro.
NOx storage catalytic converter (NSC) I motori benzina GDI funzionano con carica
stratificata e quindi funzionano magri. Si formano
quindi NOx. L’NSC accumula NOx a livello chimico.
Nella prima fase dei materiali come il carbonato di
bario BaCO3 accumula fino alla massima capacità.
Poi l’NSC va rigenerato attraverso condizioni ricche
(A/F < 1, T=250-450° per 2-10 secondi), viene rilasciato NO2 che si riduce poi nel catalizzatore
catalitico. Si immagazzina nell’NSC anche ossido di zolfo SO2 in maniera più efficiente rispetto a
NO2, ma SO2 non si dissolve durante la rigenerazione, quindi si fa una rigenerazione apposita a
T>650° con A/F < 1 per 5 minuti.
Filtro antiparticolato benzina GPF e cGPF
Si utilizza solo per benzina GDI (iniezione diretta) dove si forma particolato che rispetto a quello del
diesel ha particelle più piccole. È una barriera meccanica per il particolato e va rigenerato ad
altissime temeprature. La rigenerazione avviene automaticamente poiché il motore benzina arriva
da solo ad alte temperature e va a pulire il filtro senza strategie particolari (rigenerazione passiva).
Motori diesel Curve emissioni di particolato e NO
per un tipico motore diesel per
impieghi gravosi (valori medi del
ciclo di prova in g/kWh). La regione
a basso livello di PM e NO,
tratteggiata, indica i livelli richiesti
per soddisfare le normative sulle
emissioni negli Stati Uniti e in
Europa. La curva “optimized
combustion” indica i livelli ottenuti
con la sola ottimizzazione della
combustione, che sono molto alti.
La curva continua indica il livello
raggiunto ottimizzando anche
l’iniezione. Il cerchio nero indica il punto in cui si ottimizza la riduzione di NOx e di particolato. Le
frecce indicano come si riducono le emissioni agendo anche sui trattamenti post-combustione.
EGR short route
Circuito ad alta pressione da monte della turbina a valle del compressore.
In 15 si ha un raffreddamento dell’EGR per evitare la formazione di particolato (ad alte
temperature). Si ha poi una farfalla che serve a non rischiare un ricircolo dei gas a causa delle
diverse pressioni nei condotti. In questo caso non si ha una distribuzione ottimale di gas tra i
cilindri quindi si rischia di avere fenomeni diversi tra i cilindri.
EGR long route Circuito di bassa pressione da valle della turbina a monte
del compressore.
Vantaggi:
Riduzione temperature significativa nel cilindro.
EGR più pulita
Distribuzione tra i cilindri ottimale
Miglior efficienza turbocompressore
Si può usare EGR in post-iniezione
Svantaggi:
Si può danneggiare l’intercooler e le pale del
compressore (anche erosione e corrosione)
Risposta EGR meno rapida
Incremento HC e CO
Convertitori catalitici
Catalizzatore ossidante (DOC) : per ridurre HC e CO
NOx storage catalyst (NSC) o in alternativa catalizzatore riduttivo selettivo (SCR)
1) DOC: sono costituiti da una struttura portante in ceramica, da una miscela di ossidi composta da
ossido di alluminio, ossido di cerio, ossido di zirconio e metalli nobili attivi (platino, palladio, rodio).
Funzioni:
Ossidazione CO e HC a CO2 e H2O (ossidazione quasi completa dopo i 170-200°)
Riduzione particelle ad alte temperature
Ossidazione NO in NO2 che andrà poi eliminato negli altri catalizzatori
Può essere utilizzato anche per la rigenerazione del DPF/FAP con le post-iniezioni
2) SCR Si basa sulla riduzione di NO, grazie
all’ammoniaca. Reazione principale (rid.):
4 NO + 4 NH3 + O2 = 4 N2+ 6 H2O
Con agente riducente ammoniaca NH3
Catalizzatori: V2O5 / WO3-TiO2
Temperature = 300-400°
L’ammoniaca è tossica e corrosiva quindi si
utilizza l’urea (AdBlue, urea + acqua) che poi
viene scomposta in ammoniaca attraverso
una termolisi e una idrolisi. Solitamente si
utilizza AdBlue al 5% del diesel.
Abbiamo diverse componenti: catalizzatore
ossidante (V), catalizzatore idrolisi urea (H),
catalizzatore SCR (S), catalizzatore ossidante
(O). In V si ossida NO in NO2. In H l’urea
diventa ammoniaca. In S si ha la riduzione degli NOx. Nell’ultimo catalizzatore (O) si ossida
l’ammoniaca in eccesso per non avere sostanze nocive. La quantità di urea utilizzata deve essere
proporzionale agli NO emessi dal motore. Si può utilizzare una mappa di emissione NOx del motore
in base al regime e carico oppure utilizzare sensore che misura NOx in tempo reale.
Filtro antiparticolato DPF È una trappola meccanica per le
particelle solide di soot. È composto
da una struttura a nido d’ape di
carburo di silicio, con molti canali
paralleli molto sottili (300-400
micrometri). I canali adiacenti sono
chiusi per forzare i gas a passare
attraverso le pareti ceramiche porose
(guarda disegno).
Per capire quando il filtro è pieno e va rigenerato si usano dei
sensori di pressione a cavallo del filtro. Si rigenera facendo
bruciare le particelle di carbonio nel filtro, quindi serve ossigeno
comburente e temperature molto alte. Queste temperature si
possono raggiunge in diversi modi:
A volte ad alti carichi con le temperature di scarico
Strategie di iniezione particolari (main retard o post/after),
andando però ad avere una combustione meno efficiente poiché
la temp. di combustione è più bassa, ma si alzano le temp. allo
scarico; oppure parzializzando l’aria comburente con la farfalla dell’EGR
Ossidando il combustibile nel DOC (cat burner): aumento combustibile così da avere molti
incombusti che bruceranno nel cat, così da avere alte temperature per rigenerare
Diminuendo la temperatura di ossidazione utilizzando additivi come la cerina. Si devono
comunque utilizzare strategie di iniezione e tenere attenzione alle ceneri che si formano
dall’additivo che vanno a tappare il filtro
Utilizzare un rivestimento del DPF come ad’ esempio il platino. Meno efficiente
dell’additivo
La rigenerazione in sé avviene
velocemente, ci vuole tempo ad
alzare le temperature. Prima si
aumenta la temp. a monte del
cat, poi quella a valle, che
aumenta ancora di più. Infine,
aumenta quella a valle del DPF
fino ai 600 gradi (senza additivi)
e avviene la rigenerazione.
Esempi di trattamento emissioni diesel (fig. 1 Diesel medio grande, fig 2. Diesel piccolo)
Normativa emissioni
La CO2 non si può eliminare ma al massimo trasformare. Si può abbassare migliorando l’efficienza
dei motori (non è abbastanza), utilizzando l’ibrido oppure utilizzare combustibili sintetici o
biocombustibili che assorbono CO2 quando vengono prodotti e quindi facendo tendere il bilancio
globale di CO2 a zero tra assorbimento durante la produzione e emissione del motore.
Due tipologie di test: intero veicolo
su banco a rulli (spesso per cicli di
guida standard) o motore su banco
prova (per ricavare la mappa di
emissione). Il principio è lo stesso,
ma nel primo caso si misurano i
g/Km, nel secondo si ricava una
mappa.
Nel diluition tunnel si raffreddano i
gas di scarico per congelare la
dinamica di cinetica chimica per
fare una giusta misurazione. Poi c’è
il CVS system che è un dispositivo
volumetrico che salva dei campioni
di volume dei gas di scarico cosi da
trasformarli poi in g/Km.
Mappe di emissione motore. Si mette il freno in RPM e il motore in coppia per fare la
caratterizzazione. Se si integra la mappa si trova l’emissione totale nel ciclo completo.
Vecchio ciclo “new european driving cycle NEDC” Ciclo ormai abbandonato,
troppo schematico e poco
realistico. La prima parte,
che corrisponde al ciclo
urbano, è composta da 4
cicli uguali ripetuti. Si passa
poi al ciclo extraurbano.
Nuovo ciclo: Worldwide harmonised light vehicle test procedure WLTP Molto più realistico e
come possiamo vedere
in tabella definisce
alcune caratteristiche
del veicolo in modo più
accurato e differente
per diverse categorie di
veicolo. Si hanno
infatti 3 categorie, un
ciclo dinamico pi&ugrav