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DOVE ARRIVIAMO CON L’AGO?
Presidi Per La Terapia Iniettiva: Siringhe E Aghi
La
SIRINGA è formata da 3 parti:
Cilindro (detto anche corpo, camicia, parte esterna o camera) su cui sono indicate
le tacche di misura
Stantuffo (o pistone)
Raccordo (o punta) su cui viene innestato un ago, anch’esso cavo, tramite cui
passa il liquido che viene iniettato o aspirato
Sottocutanea
La somministrazione per via sottocutanea è utilizzata per piccole quantità di farmaci
con un’azione lenta, ma
continua. La rotazione delle e nelle sedi di iniezione, il non riutilizzo dello stesso ago, la
tecnica della plica e
l’angolazione dell’ago a 45° qualora si utilizzino aghi con lunghezza superiore a 6 mm,
sono fattori essenziali
per evitare lesioni cutanee e garantire un assorbimento ottimale del farmaco. gli aghi
da 4 e 5 mm possono
essere inseriti nella cute a 90°.
QUANDO SI UTILIZZA LA VIA SOTTOCUTANEA PER LA SOMMINISTRAZIONE DI
FARMACI
La somministrazione sottocutanea è generalmente utilizzata per farmaci non
assorbibili a livello
gastrointestinale, rientrando quindi tra le somministrazioni parenterali come la
somministrazione
intramuscolare, endovenosa, transdermica o tramite aerosol. La via sottocutanea
viene utilizzata per farmaci, in sospensione, che richiedono la
somministrazione in piccole quantità, come ad esempio
insulina, anestetici o eparina a basso peso molecolare (Ebpm),
che necessitano di una diffusione lenta ma continua nel
tempo.
La somministrazione sicura ed attenta rientra certamente tra
le responsabilità dell’infermiere, per cui è necessario eseguire
una tecnica di iniezione sottocutanea che riduca gli effetti
avversi come ecchimosi, ematomi, dolore, lipodistrofie (vedi
insulina).
Il termine lipodistrofia si riferisce a una alterazione del
metabolismo lipidico e nella fattispecie al sito di iniezione
dell’insulina con caratteristiche di lipoatrofia, cioè perdita di grasso
sottocutaneo/depressione
adiposa e lipoipertrofia, cioè la formazione di una massa circoscritta di tessuto
fibroadiposo causata da continue iniezioni nello stesso sito.
SEDI
Sede superiore esterna delle braccia
Sede addominale periomeblicale
Sede supero-dorsale gluitei
Sede antero-laterale della coscia
SIRINGA INSULINA
Esempio di siringa da insulina, nello specifico da 0,3 ml
contenente 30 Unità Internazionali di insulina (in 1 ml di
insulina sono contenute 100 U.I)
SIRINGA EPARINA BASSO PESO MOLECOLARE
(EBPM)
Clexane, nome commerciale dell’Enoxaparina è un esempio di EBPM; è un farmaco che
deve essere
somministrato sottocute.
Le siringhe preriempite contengono una piccola quantità di aria che non deve essere
espulsa prima della somministrazione, perché garantisce la somministrazione
dell’intera dose e rallenta l’assorbimento in quanto
riduce la superficie di assorbimento.
Intradermica
Per somministrazione intradermica si intende l’introduzione di piccole quantità (0.1-0,3
ml) di una sostanza
terapeutica o di un allergene nel derma.
Viene utilizzata a scopo diagnostico (effettuazione di test di sensibilità a diverse
sostanze come tubercolina)
o a scopo profilattico (come il vaccino antitubercolare, bcg)
L’assorbimento della sostanza è particolarmente lento a causa della scarsa irrorazione
del tessuto.
Una volta somministrata la soluzione si osserva la comparsa di un piccolo
rigonfiamento detto ponfo, causato
dalla pressione del liquido sull’epideride sovrastante.
Intramuscolare
L’iniezione intramuscolare o intramuscolo (IM) rappresenta una via di
somministrazione per alcune classi di
farmaci (vaccini e ig, formulazioni ormonali, antipsicotici, antibiotici, in sospensione).
Attraverso questa procedura si introduce un farmaco nel muscolo per un assorbimento
più veloce rispetto
alla somministrazione per via sottocutanea e quando non è possibile utilizzare la via
orale o essa è controindicata.
SEDE DELTOIDEA
Muscolo deltoide: le iniezioni devono essere praticate nel medio muscolo
deltoide e nella parte più compatta del muscolo. Date le ridotte dimensioni
del muscolo, il volume e il numero delle somministrazioni devono essere
limitati.
Volume di farmaco da somministrare massimo 2 ml.
SEDE VENTROGLUTEA
Sede ventrogluetale: considerata la sede di elezione delle iniezioni
intramuscolo, poiché è libera da nervi penetranti e vasi sanguigni. Lo
spessore dello strato adiposo è minore rispetto alla zona dorsogluetale e il
muscolo gluteo medico e il gluteo minore assicurano il massimo spessore.
Si può localizzare ponendo una mano opposta sul trocantere del paziente
(cioè mano sinistra sul trocantere destro e viceversa), l’indice sulla spina
iliaca anteriore e il medio divaricato verso la cresta iliaca, ma al di sotto di
essa. L’area triangolare delimitata dalle due dita risulterà il punto esatto.
Volume di farmaco da somministrare da 1 a 4 ml.
SEDE DORSOGLUETA
Sede dorsogluteale: è la sede più utilizzata, ma allo stesso tempo anche
la meno raccomandata considerando la presenza di grossi nervi, vasi
sanguigni e tessuto adiposo che rendono questa sede quella
maggiormente correlata a complicanze. Inoltre, il paziente deve
assumere una posizione prona o di decubito laterale con il femore
ruotato che permette il rilassamento del gruppo muscolare affinché si
minimizzi il dolore nel punto di inserzione dell’ago.
Volume di farmaco da somministrare massimo 4-5 ml.
SEDE RETTOFEMORALE
Sede rettofemorale: è forse la sede più dolorosa. Localizzata a metà tra
la cresta iliaca superiore e la rotula, nel medio anteriore della coscia.
Viene utilizzata solitamente per l'auto somministrazione o quando le
altre sedi sono controindicate. L'assorbimento è più lento rispetto al
braccio, ma più rapido rispetto al gluteo.
Volume di farmaco da somministrare da 4 a 5 ml.
SEDE VASTOLATERALE
Sede vastolaterale: localizzata tra il grande trocantere del femore e il
condilo femorale laterale del ginocchio, nel terzo medio della coscia. In
questa sede non sono presenti grandi vasi o complessi nervosi.
Volume di farmaco da somministrare da 4 a 5 ml.
TECNICA Z-TRACK
La tecnica del tratto Z, Z Track, consiste nell'utilizzare la
mano non dominante per tirare di circa 3-4 centimetri la cute
e il tessuto sottocutaneo da un lato rispetto al punto di
inserzione. La mano dominante invece introduce l'ago
tenendolo a 90° rispetto la cute. Una volta terminata la
somministrazione del farmaco, estrarre l'ago velocemente
rilasciare il tessuto ed esercitare una leggera pressione
(senza eseguire il massaggio post-iniezione). Questa tecnica
permette di creare un percorso a zig-zag impedendo così al
liquido di risalire nei tessuti sottocutanei. Il movimento
deciso anche in questo caso permette di minimizzare il dolore.
MANOVRA DI LESSER
La manovra di aspirazione (manovra di Lesser) consiste nell'esercitare una pressione
negativa, aspirare, prima dell'iniezione retraendo lo stantuffo per circa 5-10 secondi,
con lo scopo di verificare che la punta dell’ago non sia posizionata all’interno di un
vaso al fine di garantire che il farmaco non sia inavvertitamente somministrato per via
endovenosa.
Farla sempre??? Quando si utilizza la dorsoglutea SI, NO per via sottocutanea, NO
per deltoide.
INTRAMUSCOLO: ISTRUZIONE OPERATIVA
Materiale occorrente:
Registro della terapia (cartaceo o informatizzato)
Farmaco prescritto
Soluzione disinfettante più batuffoli di cotone o garze
Siringhe e aghi
Contenitore per taglienti
Bacinella reniforme
Dispositivi di sicurezza
Endovenosa
INDICAZIONI
Attraverso la via endovenosa possiamo somministrare farmaci o fluidi direttamente nel
torrente circolatorio
Farmaci irritanti se somministrati per via intramuscolare o sottocutanea.
Permette un’azione farmacologica più rapida e precisa, e quando è necessaria una
somministrazione
controllata.
Per via endovenosa possiamo somministrare anche supporti nutrizionali, sangue ed
emocomponenti.
La somministrazione può avvenire o in ambiente ospedaliero, oppure al domicilio ad
esempio, dagli infermieri
dell’assistenza domiciliare, sempre su prescrizione medica.
Il paziente è incosciente o non collaborante.
ENDOVENOSA OBIETTIVI
Ripristinare e mantenere il bilancio dei liquidi e degli elettroliti
Somministrare farmaci
Fornire nutrienti
Trasfondere sangue e emoderivati
VANTAGGI
Rapida somministrazione del farmaco
Assorbimento pressoché istantaneo
Dosaggio terapeutico costante nel tempo
In bolo azione rapida ed immediata
Infusione con un dosaggio farmacologico estremamente preciso
SVANTAGGI E RISCHI CORRELATI ALLA TERAPIA ENDOVENOSA
I più frequenti sono:
La flebite: è un'infiammazione della tonaca intima della vena, provocata:
Dal movimento dell’accesso vascolare nell’endotelio (flebite meccanica)
o Dall’iperosmolarità o pH della soluzione (flebite chimica)
o Dalla contaminazione del catetere da staphylococcus epidermidis e
o staphylococcus aureus
(flebite batterica)
Infiltrazione
Stravaso
Emorragia
Sovraddosaggio
Incompatibilità tra i farmaci e soluzioni
Allergie
EFFETTI DELLA SOMMINISTRAZIONE ENDOVENOSA
Gli effetti della somministrazione e.v. di una soluzione sul comportamento dei liquidi
corporei dipendono
dall’osmolarità della soluzione rispetto all’osmolarità plasmatica del paziente.
L’osmolarità è la concentrazione di una soluzione e si esprime in milliosmoli di soluti
per litro di soluzione
(mOsm/l). Solitamente il plasma ha la stessa osmolarità degli altri liquidi corporei, vale
a dire circa 275-300
mOsm/l.
-osmolarità plasmatica = eccesso di liquidi
-osmolarità plasmatica = presenza di emoconcentrazione e disidratazione.
INDICATORI DI ECCESSO DI LIQUIDI
aumento della pressione arteriosa
distensione vene giugulari
dispnea
aumento della FR
crepitii o ronchi nell’auscultazione
edemi periferici
edemi sacrali nei pazienti allettati
edemi diffusi
palpebre gonfie/ guance piene/ edema periorbitale
aumento del peso
riduzione dell’ematocrito/ dei livelli sierici degli elettroliti/ dell’azotemie/
dell’osmolarità plasmatica