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Dal capillare sanguigno a causa della pressione idrostatica che è sostanzialmente la

pressione che viene impressa dal cuore e dalla muscolatura dell’arteria fuoriesce dai capillari

che si dice sono SEMIPERMEABILI, del plasma che contiene anche proteine e altri soluti, che

passa dal capillare al tessuto ecco che ogni minuto circa, ovviamente questo dipende

dall’attività fisica, da varie condizioni, ma comunque possiamo dire che circa ogni minuto

vengono travasati dal capillare sanguigno circa 15 mL/min di plasma, ecco che questo liquido

non può rimanere ristagnato nei tessuti ed ecco che abbiamo un sistema che grazie alla

pressione osmotica dovuta alla diTerenza di proteine contenute nel capillare sanguigno

abbiamo riassorbimento nel capillare di circa 13,5 mL/min, di questo liquido che si chiama

liquido interstiziale. Ecco che viene da se essendo che ne escono 15 mL al minuto ma ne

rientrano 13,5 mL/min, abbiamo una diTerenza che rimane nel tessuto, abbiamo del liquido

interstiziale, del plasma che era fuoriuscito dal capillare sanguifero che rimane nel tessuto e

allora questo liquido che rimane nel tessuto deve essere riassorbito da qualcuno, serve un

sistema di scarico, questo sistema che va a drenare il liquido che è rimasto nel tessuto si

chiama SISTEMA LINFATICO e quindi quell’1,5 mL/min che non possono rimanere nel tessuto

e che quindi non vengono riassorbite dal capillare verranno assorbiti dai vasi linfatici e

chiameremo questo liquido interstiziale che viene riassorbito LINFA. La linfa poi viaggia

dentro i vasi linfatici e in qualche modo prima o poi dovrà tornare a rientrare dentro il vaso

sanguigno e di conseguenza poi abbiamo. Si parte dai capillari linfatici, poi diventeranno dei

dotti linfatici più grossi e rientreranno ad un certo punto nel sistema del circolo sanguigno, in

maniera più precisa rientreranno nelle vene. La linfa si riversa alla fine nel circolo sanguigno a

livello delle vene giugulari destra e sinistra della vena succlavia sinistra tramite due grossi

dotti linfatici collettori.

La prima funzione del sistema linfatico che è il riassorbimento del fluido interstiziale deriva

dal fatto che durante lo scorrimento del sangue nel capillare, una parte del plasma, circa 15

mL/min, filtra (perché i capillari sono semipermeabili devono lasciare fuoriuscire le sostanze

nutritive dal tessuto), filtra anche del plasma a causa della pressione idrostatica dovuta al

pompaggio del sangue nei vasi sanguigni e filtra attraverso la parete dei capillari andando

nell’interstizio, di questa quota circa il 90% viene riassorbito dal capillare, mentre ne rimane

circa un 10% nel tessuto, ecco che questo fluido che rimane nel tessuto chiamato qui fluido

interstiziale perché appunto rimane nell’interstizio deve essere riassorbito in qualche modo,

si presenta il capillare linfatico che è a fondo cieco, non gli interessa creare un circolo,

semplicemente prendere quel fluido e riversarlo dentro i vasi sanguigni, mantenendo

l’equilibrio idrostatico costante.

2. Avvicinandoci alla seconda funzione del sistema linfatico, ossia la funzione immunitaria. Il

sistema linfatico si compone di organi linfoidi primari e secondari. Uno degli organi linfoidi

primari è il timo che è deputato alla maturazione dei linfociti T che arrivano dal midollo osseo

rosso, che è infatti il secondo organo linfoide primario e cioè è l’organo responsabile

dell’emopoiesi, cioè va a formare, lì ci sono delle cellule staminali che vanno a formare poi

tutte le cellule che si trovano nei vasi sanguigni e di conseguenza va a produrre anche i globuli

bianchi, tra l’altro è anche deputato alla maturazione dei linfociti B. Quindi i linfociti T vanno a

maturare, arrivano nel timo in maniera abbastanza immatura e poi vanno a maturare nel timo.

I linfociti B maturano nel midollo osseo rosso.

Abbiamo poi gli organi linfoidi secondari, questi sono importantissimi perché è lì che si

sviluppa la risposta all’antigene, cioè la risposta che va a combattere un determinato

patogeno. Tra i secondari abbiamo i linfonodi, la milza, le tonsille, le placche di Peyer che

sono sostanzialmente un gruppo di linfonodi che va a circondare l’intestino.

La milza si trova tra diaframma e stomaco. La milza che funzioni ha? Innanzitutto serve ad

eliminare i globuli rossi senescenti, ha una zona che viene chiamata polpa rossa, in questo

punto va a valutare quali globuli rossi sono troppo vecchi e a quel punto se non funzionano

tanto bene la loro forma viene persa, quando sono vecchi ecco che questi globuli rossi

vengono fagocitati dai macrofagi, ecco perché a livello della polpa rossa della milza sono

presenti tanti macrofagi che fagocitano i globuli rossi senescenti, quindi vecchiotti; però

abbiamo anche la polpa bianca sempre una zona interna alla milza che contiene tantissimi

globuli bianchi ed qua vengono intercettati gli agenti patogeni, vengono quindi attivati questi

globuli bianchi che sono essenzialmente linfociti e macrofagi. Per questo la milza può essere

paragonata ad un grande linfonodo, con la fondamentale diTerenza che sia i patogeni che i

linfociti entrano ed escono per mezzo di vasi sanguigni e non di vasi linfatici.

LINFONODI

Lungo i vasi linfatici abbiamo delle stazioni, che vengono infatti chiamate stazioni linfonodali,

che sono infatti dei punti, delle stazioni, in cui la linfa entra e viene controllata diciamo viene

valutata da parte del sistema immunitario e poi viene fatta di nuovo uscire, per raggiungere

poi dotti collettori che andranno a riversarsi nel circolo sanguigno. I globuli bianchi sono

anche presenti nel circolo sanguigno ma visto che il sistema linfatico è un sistema di

drenaggio che va a drenare anche gli scarti dei tessuti ecco che nei vasi linfatici potremmo

trovare vari patogeni e allora è utilissimo da parte del nostro corpo mettere delle stazioni di

controllo a ridosso, in maniera abbastanza regolare lungo i vasi linfatici, così che possano

controllare questo liquido drenato e appena c’è qualche patogeno possono attivare la

risposta immunitaria. Infatti, l’organizzazione del linfonodo favorisce l’interazione tra

LINFOCITI T, LINFOCITI B, APC, cioè cellule presentanti antigene, un’interazione

fondamentale per attivare tutto il sistema immunitario. Tra l’altro nei linfonodi si genera anche

la memoria immunologica. Nel corpo umano esistono determinate zone come collo, radice

degli arti, spazi retroperitoneali dell’addome e della pelvi e il mediastino che sono ricche di

linfonodi, questo perché si trovano in una posizione molto particolare rispetto ai territori

drenati, lì serve che ci siano più stazioni linfonodali per controllare quello che passa, un

esempio su tutti sono i linfonodi presenti nel cavo orale, perché nel cavo orale entra tanta

roba, respiriamo, mangiamo e quindi lì serve avere sotto controllo tutto quello che entra, ecco

che lì ci sono le tonsille, le adenoidi, tutti linfonodi un po’ più grossi con funzioni particolari

però sono tutte stazioni linfonodali che servono a controllare e nel caso attivare la funzione

immunologica.

3. Ma i vasi linfatici sono anche utilissimi per il trasporto lipidico, infatti, rispetto al sangue la

linfa è particolarmente ricca di lipidi, questo perché dopo l’assorbimento intestinale, le

molecole lipidiche vengono riversate nel sistema linfatico sotto forma di particolari

lipoproteine dette chilomicroni. In realtà non tutte le lipoproteine viaggiano nel sistema

linfatico, ma questi chilomicroni sono molto grossi e visto che si fa diTicoltà a farli entrare nel

sistema sanguigno, passano attraverso il sistema linfatico, poi finiranno nel sistema

sanguigno e verranno trasformati, metabolizzati in modo che possano essere portati anche

dal sistema dei vasi sanguigni, però inizialmente vengono assorbiti dal sistema linfatico. I

chilomicroni sono lipoproteine che raccolgono i trigliceridi principalmente ed il colesterolo

che vengono introdotti con la dieta a livello dell’intestino tenue e sono presenti pressoché

solo dopo i pasti, dopo essere stati prodotti a livello dell’intestino passano nel sistema

linfatico (come già detto) e da questo nella circolazione sanguigna fino a raggiungere i

capillari dei tessuti che sfruttano il colesterolo e i trigliceridi, come ad esempio il tessuto

adiposo e quello muscolare.

Ma come funziona la circolazione linfatica?

La linfa contenuta nei vasi linfatici non circola grazie ad una pompa come il cuore (cioè il

cuore non va a pompare anche la linfa), i vasi stessi tra l’altro non hanno una componente

muscolare tale da giustificare una propulsione autonoma, cioè non abbiamo vasi linfatici con

una muscolatura intorno al vaso come avviene ad esempio per le arterie o meglio c’è una

leggera muscolatura sui dotti un po’ più grossi però non permette di far circolare la linfa e

allora servono dei meccanismi che nell’uomo sono sia attivi che passivi, i principali sono: la

compressione esterna dei vasi linfatici sia da parte della muscolatura e anche da parte della

pulsazione arteriosa, ricordiamo che sono vasi che hanno una componente muscolare e

questi vasi linfatici ovviamente sono satelliti di alcune arterie che hanno questa pulsazione ed

è per questi che poi si forma l’edema ad esempio dopo lunghi periodi di immobilità, proprio

perché la muscolatura muovendoci aiutiamo il sistema linfatico a drenare i liquidi, poi vi è

l’attività contrattile presente in alcuni vasi linfatici in quanto i dotti più grossi come detto

hanno una componente muscolare, piccola ma ce l’hanno; abbiamo poi variazione della

pressione interstiziale, qui di le variazioni delle pressioni che sono molto importanti per

l’assorbimento della linfa anche quello concorre a far muovere la linfa e farla rientrare poi

nelle vene e poi abbiamo i movimenti respiratori, in quanto una variazione grossa di pressione

ha l’eTetto anche la cassa toracica quando andiamo a rigonfiare i polmoni, quindi respirare,

inspirare ed espirare ecco che questi movimenti respiratori favoriscono il drenaggio della

linfa, poiché la pressione linfatica è molto bassa al fine di impedire il reflusso della linfa, i vasi

linfatici quelli più grossi sono provvisti di valvole ravvicinate, questo perché se già facciamo

fatica a far drenare la linfa visto che non c’è una pompa come il cuore che la spinge serve

almeno che ci siano delle valvole un po’ come le valvole nei vasi venosi che siano strutturate

in modo tale da non far refluire e far ritornare la linfa nel vaso; la linfa infine si riversa nel

circolo sanguigno a livello delle vene succlavie tramite due grossi dotti collettori: il dotto

toracico, che lo possiamo anche chiamare in maniera più amichevol

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
8 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cusumanogiada di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia e fisiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Avola Roberto.