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IMPOSTE SPECIFICHE vs AD VALOREM
Imposte specifiche: quando l’imposta è misurata in quantità fisiche (es. accisa sulla benzina).
Imposte ad valorem: quando l’imposta è misurata in termini monetari ossia applicata in percentuale
ad un valore monetario (es. IVA: % sul prezzo di vendita)
IMPOSTE SPECIALI vs GENERALI
Imposte speciali (o selettive): sul consumo di un particolare bene o su un particolare reddito o su un
particolare ramo di attività economica (es. accisa: la pago solo sulla benzina) → su specifiche
manifestazioni della base imponibile.
Imposte generali: colpiscono tutto il reddito, tutto il consumo → si riferiscono a tutte le modalità con
cui la base imponibile si manifesta.
LA PROGRESSIVITA DI IMPOSTA
LA STRUTTURA DELLE IMPOSTE
Struttura delle aliquote
L’imposta può essere: ▪ progressiva ▪ proporzionale ▪ regressiva
Per capire la differenza tra le tre tipologie, abbiamo bisogno di conoscere le due forme di aliquota più
importanti e confrontarle. Due aliquote: media e marginale.
→Rappresenta
Aliquota media quanto è dovuto in media dal contribuente per ogni unità di base
imponibile. E’ pari al rapporto fra debito di imposta T(y) e base imponibile y: ta = T(y)/y
→
Aliquota marginale Rappresenta quanto è dovuto dal contribuente per un’unità aggiuntiva di base
T(y)/y
imponibile. Indica cioè quanto varia il debito di imposta al variare della base imponibile tm =
→
Se all’aumentare della base il debito aumenta nella stessa proporzione ta è costante e ta=tm
Abbiamo un Imposta Proporzionale →
Se all’aumentare della base il debito aumenta meno che proporzionalmente ta è decrescente e
ta>tm Abbiamo un Imposta Regressiva →
Se all’aumentare della base il debito aumenta più che proporzionalmente ta è crescente e ta < tm
Abbiamo un’imposta Progressiva
Aliquote legali e aliquote effettive
L’aliquota legale ci dice quanto è dovuto dal contribuente per ogni unità di reddito imponibile.
L’aliquota effettiva ci dice quanto è dovuto dal contribuente per ogni unità di reddito complessivo.
L’aliquota effettiva è un indicatore migliore dell’onere che grava sul contribuente, in tutte le situazioni
in cui il reddito imponibile è significativamente più basso del reddito complessivo, ad esempio perché
ci sono deduzioni o altre agevolazioni.
TECNICHE PER OTTENERE LA PROGRESSIVITÀ
I metodi per realizzare la progressività d’imposta
• Progressività continua (o per classi)
• Progressività per scaglioni
• Progressività per deduzione
• Progressività per detrazione
1. PROGRESSIVITA’ PER CLASSI
L’aliquota media viene espressa come funzione continua e crescente del reddito imponibile. Tutto il
reddito viene tassato in base all’aliquota marginale della classe (o scaglione) in cui esso ricade.
2. PROGRESSIVITA’ PER SCAGLIONI
Si attua tassando frazioni dello stesso reddito con diverse aliquote, in base agli scaglioni. Ogni parte
del reddito viene tassata all’aliquota marginale dello scaglione corrispondente.
DEDUZIONI e DETRAZIONI
Nell’imposta personale sul reddito complessivo si ammettono di solito:
▪ Deduzioni (D) dal reddito complessivo
▪ Detrazioni (d) dall’imposta lorda
Reddito complessivo - Deduzioni = Reddito imponibile
→Imposta
Applicazione delle aliquote lorda - Detrazioni = Imposta netta
INCAPIENZA e IMPOSTA NEGATIVA
Se le deduzioni sono superiori al reddito complessivo o se le detrazioni sono superiori all’imposta
lorda, il debito di imposta è nullo. Ma il contribuente non usufruisce in tutto o in parte del beneficio
delle deduzioni e/o detrazioni. Questa fenomeno è noto come INCAPIENZA,Il problema potrebbe
essere risolto con la IMPOSTA NEGATIVA.
→Rendere
FINALITA’ DI DEDUZIONI E DETRAZIONI progressive imposte altrimenti proporzionali.
Personalizzare l’imposta. Attuare la discriminazione qualitativa dei redditi. Incentivare specifici
impieghi del reddito.
Focus: DISCRIMINAZIONE QUALITATIVA DEI REDDITI: Consiste nel riconoscere un onere di imposta
differenziato alle diverse categorie di reddito. Utilizzata per discriminare fra redditi di lavoro e redditi
di capitale. A favore dei primi perché: ▪ richiedono, per essere ottenuti, un sacrificio maggiore; ▪ sono
temporanei.
PUO’ ESSERE OTTENUTA, Aggiungendo al prelievo personale sul reddito: 1. un’imposta reale su tutti i
redditi diversi da quelli di lavoro; 2. un prelievo sul patrimonio; 3. una deduzione (detrazione)
specifica per i redditi di lavoro.
TAX EXPENDITURES
Abbattimenti del debito di imposta imputabili a previsioni legislative: ▪ deduzioni, detrazioni,
esclusioni, esenzioni, aliquote ridotte, differimenti di imposte. Riducono il gettito e hanno quindi sul
bilancio pubblico effetto analogo ad aumenti di spesa: spese fiscali.
IL PERCHE’ e il COME DELLE TAX EXPENDITURES
Perché: per raggiungere finalità collettive facendo leva sull’azione privata.
Come: 1 milione a favore dei paesi del terzo mondo deducibile dal reddito.
▪ Contribuente con tm = 46% su quel milione pagherebbe 460 mila euro di imposta.
▪ Spendendo 1 milione risparmia 460 mila euro → è come se spendesse soltanto 540 mila euro
▪ Il resto ce lo mette lo stato, in termini di minori entrate.
ATTENZIONE, I costi delle agevolazioni fiscali sono meno evidenti dei costi delle erogazioni dirette di
spesa. Occorre valutarne attentamente:
▪ l'efficienza → e cioè la capacità di influenzare le scelte private
▪ l’equità → deduzioni, esclusioni, esenzioni, aliquote agevolate favoriscono relativamente di più
individui ad alto reddito (con alta tm)
Si parte da imposta proporzionale e uguale per tutti (t = 10%) e si arriva a imposta progressiva (t
media cresce al crescere del reddito) → si attua la progressività pur tenendo e applicando un’aliquota
unica.
Si parte da imposta proporzionale e uguale per tutti (t = 10%) e si arriva a imposta progressiva (t
media cresce al crescere del reddito) → si attua la progressività pur tenendo e applicando un’aliquota
unica.
La flat rate tax
Un’imposta con aliquota costante con deduzione universale e costante: T = t*(Y –D)
Un’imposta con aliquota costante con detrazione universale e costante: T = (t*Y) – d
L’imposta così ottenuta è fortemente progressiva per i redditi più bassi (aliquota media cresce
rapidamente nella prima parte della distribuzione del reddito) ma che tende poi a diventare
proporzionale (‘piatta’) al crescere del reddito
Flat rate tax: un esempio
Aliquota legale 30% (costante) Deduzione di 6.000 euro (D) o detrazione di 1.800 euro (d) → stesso
risultato quando: d = (D*t) oppure D = (d/t) Aliquota media effettiva (decrescente)
LA RIPARTIZIONE DEL CARICO TRIBUTARIO
La ripartizione del carico tributario
✓ ✓
Il principio del beneficio Il principio della capacità contributiva ▪ I principi del sacrificio
LA RIPARTIZIONE DEL CARICO TRIBUTARIO DIPENDE: dalle finalità che si assegnano all’imposta, dalla
concezione di equità cui si aderisce.
Esistono due principi: • Beneficio (o controprestazione) • Capacità contributiva
Principio del beneficio (o della controprestazione)
L’imposta deve essere commisurata al beneficio che il contribuente riceve dai beni e servizi pubblici,
di cui fa liberamente domanda e ne costituisce il prezzo. La finalità dell’imposta è finanziare l’offerta
di servizi e beni pubblici (non sono contemplate finalità redistributive). Il principio garantisce che vi
sia equità nello scambio: ciò che si paga corrisponde al beneficio che si riceve
:
Problemi applicativi Free riding nel caso di beni non rivali e non escludibili (= beni pubblici puri).
L’offerta dei beni e servizi può avvenire in una logica diversa da quella dello scambio volontario (beni
meritevoli, esternalità). Non è possibile avere un prelievo personalizzato per ogni individuo. Non sono
sempre disponibili indicatori di beneficio pertinenti.
→
Principio del beneficio: vantaggi Collegamento fra decisioni di spesa e decisioni di entrata:
•trasparenza delle decisioni pubbliche;
• responsabilizzazione di chi decide le spese rispetto a chi ne sopporta il costo.
Di particolare importanza nel decentramento fiscale:
• nel caso dei servizi pubblici locali è più facile individuare i beneficiari e valutare il beneficio sulla
base di appropriati indicatori
• la funzione redistributiva non viene generalmente considerata fra quelle che è opportuno
decentrare.
Principio della capacità contributiva
L’imposta deve essere commisurata alla capacità contributiva dei soggetti e cioè alla loro capacità di
pagarla (ability-to-pay). La finalità dell’imposta non è solo il finanziamento dell’offerta di beni e servizi
pubblici, ma anche il finanziamento di politiche redistributive. L’equità del prelievo si ottiene
mediante l’esclusivo riferimento alla capacità contributiva del soggetto.
Quale equità?
Equità orizzontale (EO): a uguale capacità contributiva deve corrispondere uguale imposta (=
trattamento fiscale uguale degli uguali per condizione economica e non solo).
Equità verticale (EV): a maggiore capacità contributiva deve corrispondere maggiore imposta (= chi ha
di più, paga di più → N.B. non necessariamente imposta progressiva. Solo imposta deve crescere al
crescere della capacità contributiva).
Le imposte non devono alterare la scala distributiva (sono precluse tm >100%) → no funzione
→
espropriativa. Problemi applicativi
1. Individuare un corretto indicatore di capacità contributiva.
2. Individuare criteri di ripartizione dell’onere di imposta in relazione alla capacità contributiva così
individuata. →
I principi del sacrificio Nella tradizione utilitaristica l’indicatore di capacità contribuiva
maggiormente utilizzato è il reddito. La rinuncia a reddito per pagare le imposte determina una
perdita di utilità (sacrificio). L’onere deve essere ripartito in modo da uguagliare il sacrificio che deve
essere sopportato dai contribuenti.
Esistono 3 principi del sacrificio: ▪ sacrificio assoluto uguale ▪ sacrificio proporzionale uguale ▪
sacrificio marginale uguale (= sacrificio minimo collettivo)
I principi del sacrificio si basano su assunzioni non realistiche fra cui: Sacrificio di utilità misurabile e
confront