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IL METABOLISMO DEL GLICOGENO
Il glicogeno è la principale forma di riserva di carboidrati negli animali. Il suo
metabolismo è connesso alla disponibilità di glucosio nel sangue (glicemia).
Enzimi specifici e sotto stretto controllo di particolari ormoni (insulina e glucagone)
catalizzano la rimozione o l’aggiunta di unità monosaccaridiche al glicogeno.
Anomalie a carico del metabolismo del glicogeno si manifestano in patologie
genericamente definite glicogenosi.
Glicogenosintesi
È l’aggiunta di unità monosaccaridiche alla macromolecola di glicogeno
preesistente glucosio è elevata
quando la disponibilità di e la massa dei depositi di glicogeno
presenti nel fegato si accresce.
Substrato fondamentale della glicogenosintesi è il glucosio, che per essere
incorporato al glicogeno deve essera attivato:
GLUCOSIO-1-P + UTP -UDP- GLUCOSIO mediante l’enzima fosfoglucomutasi
1. l’enzima glicogeno sintasi catalizza l’incorporazione dell’UDP-Glucosio nella
molecola del glicogeno creando tra le 2 molecole un legame che compporta
liberazione di UDP.
La catena viene quindi estesa di 1 unità con creazione di un legame a1-4
glucosidico. preesistenza di una
Affinché la reazione possa avvenire è necessaria la
molecola di glicogeno. In alcuni casi una proteina, la glicogenina, può fungere
da innesco per la reazione.
2. L’introduzione di una nuova ramificazione nel contesto di una molecola di
glicogeno prevede l’intervento di un enzima specifico (enzima ramifcante),
capace di trasferire una porzione del legame precedentemente creato, ad una
catena vicina.
Glicogenolisi
È la degradazione del glicogeno che consiste nel progressivo e sequenziale distacco di
37
singole unità monosaccaridiche a partire dalle catene più esterne della
macromolecola.
Enzimi necessari:
1. Fosforilasi: scinde i legami a(1-4)-glucosidici, da cui dipende la velocità di
degradazione
2. L’enzima deramifcante: scinde i legami a(1-6)- glucosidici .
In entrambi i casi, l’idrolisi del legame procede con la contemporanea
introduzione di un residuo fosfato sul carbonio 1 del glucosio che si libera, generando
in questo modo glucosio-1-fosfato.
L’unità di glucosio 1-fosfato generata dalla glicogenolisi viene trasformata in glucosio
6-fosfato dalla fosfoglucomutasi che:
Nel muscolo: viene ossidata
Nel fegato: tramite la glucosio 6-fosfatasi rende possibile il distacco del fosfato
e la formazione del glucosio
Regolazione glicogenosintesi e glicogenolisi
Sono meccanismi tra loro opposti regolati da:
Fattori allosterici
Meccanismi ormoni-dipendenti
Sono regolati essenzialmente
dal cAMP: secondo messaggero i cui livelli intracellulari sono
controllati da cascate di segnali indotte da
ormoni quali glucagone, insulina e
adrenalina.
- Glucagone ed adrenalina determinano l’innalzamento del cAMP e hanno
un effetto iperglicemizzante
- L’insulina provoca la riduzione dei livelli di cAMP e contribuisce all’effetto
ipoglicemizzante
ione Ca++
AMP.
Glicogenosi: Difetti a carico del metabolismo del glicogeno, caratterizzati
dall’accumulo anormale, per tipo o quantità, di glicogeno. 38
LIPIDI
Alcuni (grassi ed oli) sono importanti fonti di energia, altri hanno prevalentemente
compiti strutturali (fosfolipidi), alcuni agiscono da ormoni o ancora favoriscono
l’assorbimento ed il trasporto delle sostanze nutritive.
I lipidi sono un gruppo eterogeneo di macromolecole accomunate dalla proprietà di
essere insolubili in acqua e solubili in solventi non polari
Comprendono una serie di composti molto diversi dal punto di vista chimico e
suddivisibili in diverse categorie:
- gli acidi grassi,i trigliceridi,i fosfolipidi
le prostaglandine,le cere,i terpeni ,gli steroidi.
-
Dal punto di vista biologico sono una fonte di energia importante per l’organismo, che
può accumularne, quale riserva, quantità elevate nel tessuto adiposo, che agisce
anche da isolante termico e meccanico.
I lipidi svolgono anche altre funzioni importanti: sono componenti strutturali
essenziali delle membrane biologiche ed alcuni di essi agiscono da ormoni.
ACIDI GRASSI
Gli acidi grassi sono acidi monocarbossilici (gruppo
funzionale –COOH) con una lunga catena alifatica, che può
essere:
1. satura (senza doppi legami)
2. insatura (con doppi legami C=C).
Sono abbondanti in natura, anche se per lo più non in forma
libera, ma uniti tramite legami estere o ammidici ad altre
molecole.
La nomenclatura ufficiale assegna un nome all’acido grasso in base alla lunghezza
della catena alifatica.
Il nome verrà poi opportunamente variato in modo da indicare presenza e posizione di
eventuali doppi legami.
Esistono anche alcune abbreviazioni spesso utilizzate in luogo della nomenclatura
estesa.
PROPRIETA’ FISICHE 39
Le proprietà fisiche degli acidi grassi sono determinate
prevalentemente dalle caratteristiche (lunghezza, numero e tipo di
doppi legami) della catena idrocarburica.
La presenza del gruppo funzionale –COOH associato ad una
catena alifatica, fa sì che queste molecole abbiano una testa
polare, che può interagire con l’acqua, ed una porzione altamente
idrofobica.
Quanto più lunga è la porzione alifatica tanto maggiore è
l’insolubilità in acqua. La presenza di una testa polare rende conto
della tendenza degli acidi grassi a formare micelle in ambiente acquoso
Le micelle sono strutture praticamente sferiche, che espongono sulla superficie, a
contatto con l’acqua, il gruppo carbossilico polare, mentre nascondono all’interno,
lontano dall’acqua, la porzione alifatica ed idrofobica
numero degli atomi di carbonio
Il nella catena influenza inoltre altre proprietà fisiche di
queste molecole: dato che le interazioni deboli idrofobiche e di van der Waals
aumentano all’aumentare della lunghezza della catena, anche i punti di fusione e di
ebollizione seguono la stessa regola. La presenza di doppi legami, specie se in
configurazione trans, influenza fortemente questi parametri fisici.
Quindi le molecole insature (specie se in configurazione trans) avranno quindi punto di
fusione molto più basso rispetto ad acidi grassi della stessa lunghezza, ma saturi.
PROPRIETA’ CHIMICHE
Dal punto di vista chimico gli acidi grassi hanno le stesse caratteristiche degli acidi
carbossilici. Sono acidi deboli con una costante di acidità Ka = 10-5 , quindi in
acqua sono per lo più nella forma indissociata.
Le reazioni principali, che coinvolgono il gruppo funzionale carbossilico, sono quelle di:
1. saponificazione: reagiscono con gli idrossidi di metalli alcalini formando sali
solubili in acqua, detti saponi.
2. Esterificazione: reagiscono con alcoli a formare appunto legami estere. Nei
tessuti umani, la maggior parte degli acidi grassi è presente in forma
esterificata.
Alcune reazioni possono coinvolgere la catena alifatica, che quando insatura, può
andare incontro ad ossidazione
I TRIESTERI DEL GLICEROLO
Sono molecole abbondanti negli organismi animali e vegetali e svolgono funzioni
diverse. Sono una riserva energetica importante, in quanto, rispetto ai carboidrati,
forniscono a parità di peso, il doppio delle calorie. Inoltre, essendo altamente
idrofobici, l’accumulo avviene senza trattenere molecole di acqua. Alla funzione
energetica si associano anche quelle di isolamento termico e protezione
meccanica.
Sono costituite da una molecola di glicerolo, un polialcol,
Esistono molecole in cui gli acidi grassi legati al glicerolo sono:
- uno (monacilgliceroli)
- due (diacilgliceroli).
Le caratteristiche fisiche sono riconducibili a quelle degli acidi grassi, anche se nei
triacilgliceroli, essendo il gruppo carbossilico degli acidi grassi impegnato nel legame
con il glicerolo, anche la minima porzione idrofilica viene persa, rendendo le molecole
completamente apolari ed idrofobiche. 40
Anche per le proprietà chimiche ci si deve rifare a quanto detto per gli acidi grassi,
considerando inoltre la presenza di legami estere nella molecola. L’idrolisi di questi
legami è una delle reazioni più importanti, essendo la prima tappa del catabolismo di
queste molecole, essa infatti libera i componenti del trigliceride: tre acidi grassi ed
una molecola di glicerolo
SAPONIFICAZIONE I trigliceridi possono andare incontro a saponificazione se
riscaldati in presenza di idrossidi di metalli alcalini: in queste condizioni si ha
infatti la rottura dei legami estere e la formazione di sali di acidi grassi.
IDROGENAZIONE Se gli acidi grassi presenti nel trigliceride sono insaturi,
possono subire reazioni di ossidazione oppure di idrogenazione.
Il metabolismo dei lipidi
Fasi:
1. l’emulsionamento a livello intestinale
2. l’idrolisi ad opera delle lipasi
3. la riesterifcazione negli enterociti
4. forrmazione dei chilomicroni
5. il trasporto nel sangue
6. la ridistribuzione ai tessuti.
1.EMULSIONAMENTO A LIVELLO INTESTINALE
La fase preponderante della digestione avviene nell’intestino tenue. In questo tratto
intestinale avviene un processo fisico fondamentale per consentire l’attacco
enzimatico dei lipidi da parte degli enzimi digestivi.
I lipidi, grazie alla secrezione della bile accumulata nella cistifellea, vengono
emulsionati e suddivisi in piccole sfere micellari che consentono il contatto tra
enzimi digestivi contenuti nell’ambiente acquoso e i lipidi idrofobici.
2.IDROLISI AD OPERA DELLE LIPASI
Contemporaneamente alla secrezione della bile si ha anche la secrezione dei succhi
pancreatici, che contengono i diversi enzimi digestivi in grado di scindere i legami
presenti nelle molecole:
Lipasi pancreatica/Lipasi ormone-sensibile/Lipasi lipo-proteica:
- consentono l’adesione alla superficie delle micelle lipidiche, idrolizzando i
trigliceridi per rendere possibile l’accesso all’interno nel cuore delle micelle
dove sono contenuti i prodotti della liposi
Procolipasi:
- è una proteina che viene attivata nel lume intestinale tramite
proteolisi parziale catalizzata dalla tripsina
- Fosfolipasi
- Colesterolo esterasi
Avvengono altri processi digestivi a carico di: 41
- Esteri del colesterolo: sono attaccati dalla colesterolo esterasi che scinde il
legame liberando colesterolo e 1 acido grasso (solo il 40-50% del colesterolo
può essere assorbito)
- Fosfolipidi: sono idrolizzati da un enzima pancreatico, la fosfolpasi A2 che
rimuove l’acido grasso e genera lisofosfolipidi che possono essere rapidamente
assorbiti.
La fospolpasi A2 permette anche la formazione di lisolecitina che facili