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Percorsi dell'italiano e rinnovamento linguistico
Il processo di trasformazione ed espansione che investe l'italiano culminerà in età illuministica nel secondo settecento. Nel 1764 a Milano viene fondato "Il Caffè" da Cesare Beccaria e i fratelli Verri. Date importanti sono il 1754 quando Antonio Genovesi a Napoli tiene in italiano il primo insegnamento universitario europeo di economia politica e il 1769 quando a Milano Cesare Beccaria ricopre la cattedra di economia pubblica. Vengono introdotte nomenclature con elementi greci e latini che favoriscono la convergenza dell'italiano con altre lingue europee; anche lo stesso Leopardi, in un passo dello Zibaldone, affermerà che tutte le lingue d'Europa hanno un buon numero di voci comuni e che parti delle voci pertinenti alle scienze sono le stesse in tutte le lingue colte d'Europa. Nella prima metà del 700 esce la quarta edizione ufficiale del vocabolario della Crusca la cui.importanza è testimoniata dal successo editoriale; il XVIII secolo è una fase di ricerca e di sviluppo per la lessicografia italiana: escono vari dizionari dialettali con l'intenzione didattica e normativa di elencare le voci dialettali giudicate errate, si pubblicano i primi dizionari specializzati (Saggio alfabetico d'istoria medica, e naturale del medico padovano Antonio Vallisnieri 1733), si fa strada l'idea del vocabolario universale (Dizionario universale critico enciclopedico della lingua italiana di Francesco d'Alberti di Villanuova 1797-1805).
Si sviluppano nuovi canali che contribuiscono all'espansione dell'italiano: la scuola, l'istruzione elementare obbligatoria, promozione di manuali, grammatiche e testi scolastici finalizzati all'apprendimento, gazzette e giornali che divulgano la cultura italiana e straniera ad un pubblico non specialista. Il programma del Caffè prevede anche la pubblicazione di un giornale.
Rivolto al pubblico femminile dedicato al belsesso (1788) in cui si parla prevalentemente di moda; il teatro si allarga ad un pubblico più stratificato e nella commedia goldoniana, la convivenza di italiano e dialetto riflette lo status socio linguistico veneziano in cui il dialetto ha un grande prestigio; particolarmente importante è il melodramma che facilita la conoscenza e la diffusione della lingua poetica.
I nuovi modelli linguistici e culturali si sviluppano in linea opposta all'Accademia della crusca, contro la quale Alessandro Verri esprime sul Caffè la polemica Rinunzia avanti notaio al Vocabolario della Crusca, affermando la libertà lessicale e grammaticale in nome della ragione contro il pedantissimo, delle cose contro le parole.
Opera da ricordare è il Saggio sopra la lingua italiana di Melchiorre Cesarotti, pubblicato nel 1785, in cui l'autore si mostra sensibile all'evoluzione linguistica e alla richiesta di rinnovamento lessicale.
ammettendo la libertà espressiva degli scrittori elegittimando l'innovazione del lessico. Novità assoluta sono i francesismi che penetrano nell'italiano in tre diverse fasi: 1) fase di penetrazione, avviatasi nella seconda metà del seicento e affermatasi ai primi del settecento in concomitanza con ciò che avveniva in Francia; 2) la seconda fase corrisponde al rinnovamento culturale dell'epoca illuminista, in cui i libri e la cultura francese caratterizzano il rinnovamento ideologico e linguistico; 3) terza frase che corrisponde alle trasformazioni politiche, sociali e culturali dell'età rivoluzionaria e poi napoleonica. La prima ondata prende il nome di gallomania e riguarda i costumi, lo stile di vita e il modo di esprimersi. L'inserimento di francesismi nella lingua italiana viene documentata in una lettera dello scienziato Antonio Vallisnieri (1722), in cui significativo è il passo che mette in rilievo due aspetti.importanti e correlati del fenomeno:
- la penetrazione del francese avviene in settori attinenti alla vita pratica, come l'abbigliamento, la cucina, l'arredamento di case e giardini;
- l'impiego del francese era favorito dalla scarsa competenza dell'italiano parlato e della scarsa flessibilità dell'italiano agli usi scritti.
Nel settecento, il francese è ampiamente parlato e riveste il ruolo di lingua viva dell'oralità e della conversazione al pari del dialetto. Capolavoro dell'Illuminismo che documenta l'avvio dell'europeismo inglese è Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria pubblicato nel 1764, in cui ricorrono parole-chiave del periodo rivoluzionario e aumentano i calchi come nazione, corporazione, rivoluzionare, e viene rinnovato il vocabolario politico con parole specifiche che lo tecnicizzano (come ad esempio uguaglianza, libertà, patriota, organizzare...).
Modello francese: SVO
soggetto-verbo-c.oggettoorganizzazione testuale e sintattica che influisce sulla costruzione della frase.
Comincia a manifestarsi anche un certo interesse per il mondo inglese la cui diffusione testimoniata attraverso analisi che riportano parecchi anglicismi, soprattutto calchi e mediatici più dal francese (club, mozione, aggiornare…)
Verso fine Settecento si diffondono anche immagini e voci del continente americano: l’interesse per le vicende americane fu accresciuto dagli avvenimenti che avevano portato le tredici colonie inglesi a dichiarare l’indipendenza nel 1776, al punto che l’History of America (scozzese William Robertson 1777) ebbe subito una traduzione seguita da altre edizioni in veneziano e in napoletano.
Per quanto riguarda la lingua poetica, il richiamo “al buon gusto” significò il rifiuto della poesia barocca e il recupero del linguaggio poetico tradizionale secondo le esigenze di chiarezza e semplicità. Nasce
L'esigenza di una lingua unitaria, il cui centro propulsore sarà Alessandro Manzoni con le sue idee romantiche. Nell'ottocento, come reazione all'influenza francese, nasce l'intenzione di recuperare i valori del patrimonio letterario linguistico suddivisi in due correnti:
- Il purismo capeggiato dal veronese Antonio Cesari; aspirano a una lingua naturale, semplice e popolare e la lingua antica è vista come una giovane fanciulla;
- Il classicismo che guarda ai valori artistici, letterari e nazionali della tradizione linguistica del 500, rivalutando la moderna cultura scientifica e filosofica, il cui massimo esponente è Giacomo Leopardi.
Viene rivalutata la letteratura dialettale, considerata uno strumento educativo per diffondere più facilmente la cultura nel volgo; in questo periodo però la valorizzazione della letteratura dialettale è vista negativamente, come un ostacolo alla diffusione nazionale della "comune lingua".
e Alessandro Manzoni diventa il promotore del concetto del dialetto come lingua viva e vera, arrivando a proporre il fiorentino come strumento di unificazione linguistica nazionale.DA LINGUA DELLA LETTERATURA AL LINGUA D'USO NAZIONALE
Le fasi di composizione dei Promessi Sposi sono tre e corrispondono alle fasi di elaborazione linguistica del Manzoni:
- Fermo e Lucia, scritto tra il 1821-23 e non pubblicato;
- prima edizione a stampa dei Promessi Sposi, 1825-27 (Ventisettana);
- seconda edizione definitiva, 1840-45 (Quatantana).
I protagonisti del romanzo sono personaggi popolari, paesani come Renzo, Lucia e Agnese, e per questo motivo troviamo notevoli ibridismi e regionalismi lombardi con lo scopo di caratterizzare l'ambiente e i personaggi; sulla base dell'intento manzoniano di ricercare una "lingua universale", accantona l'abbozzo "Fermo e Lucia", e inizia la stesura
della prima edizione: ricerca una maggiore uniformità fondata sul toscano, eliminando molti lombardismi (fase tosco-milanese); Dopo la pubblicazione dei promessi sposi, Manzoni compirà un viaggio a Firenze rendendosi conto che il fiorentino non è quello dei libri o dei vocabolari, ma dell'uso vivo, paragonando il fiorentino al suo milanese. Matura così nel poeta la convinzione che solo il fiorentino vivo può essere la via per l'unificazione linguistica e da qui, a partire dal 1838, avvia la correzione del romanzo in vista della seconda edizione. Correzioni generali dell'edizione definitiva:
- eliminazione di lombardismi (tosa > ragazza);
- introduzione di fiorentinismi vivi (guance > gote);
- eliminazione dei doppioni;
- introduzione di uno stile semplice e separazione tra voce narrante e personaggi.
Dopo l'edizione definitiva dei promessi sposi, Manzoni pubblica nel 1847 la Lettera a Giacinto Carena con la quale circoscrive la
sua proposta alla diffusione del solo fiorentino colto per ottenere unità linguistica, dato che "la lingua italiana in Firenze, come la lingua latina era in Roma, come la francese in Parigi". In seguito all'unità d'Italia, Manzoni invierà al ministro della Pubblica Istruzione, Emilio Broglio la Relazione sull'unità della lingua e i mezzi per diffonderla nel 1868, seguita da un'Appendice nel 1869. Ancora una volta ribadisce la fiducia illuministica nell'adozione del fiorentino come mezzo di sostituzione dei dialetti e propone la compilazione di un vocabolario della lingua italiana fondato sull'uso vivo di Firenze, accompagnati da vocabolari dialettali che traducono in fiorentino i vocaboli delle varie parlate. Tra il 1870 e il 1897 esce il Novo vocabolario della lingua italiana secondo l'uso di Firenze ad opera di Giovan Battista Giorgini. Grande successo riscuoterà nel 1887 il Novo dizionario universale della lingua italiana.Lingua italiana di Policarpo Petrocchi che separa nella stessa pagina due livelli di lingua: d'uso e fuori uso (arcaismi, voci rare o tecniche). Per la diffusione di una lingua, Manzoni pone la scuola, al centro del processo di unificazione e diffusione dell'italiano, avviando un'editoria scolastica specializzata. L'importanza del fiorentino vivo, fu determinato dal successo di libri per l'infanzia di autori toscani, come Pinocchio di Collodi (1883), Ciondolino di Vamba (1896) o i libri di Ida Baccini e di autori non toscani tra cui Cuore del piemontese Edmondo De Amicis (1886). L'importanza di Pinocchio Pinocchio sarà per le giovani generazioni scuola di lingua viva e colloquiale, ricco di fenomeni tipici dell'oralità, sia nel narrato sia nei dialoghi ("si vede che quella vocina me la sono figurata io"); di esclamazioni e di onomatopee ("intanto la fame l'ho sempre i piedi non li ho").