TRAIETTORIE EVOLUTIVE
I vantaggi di utilizzare il budget tradizionale:
Programmazione e controllo;
Guida e orientamento;
Supporto decisionale;
Favorisce la motivazione e l’apprendimento.
Gli svantaggi di utilizzare il budget tradizionale:
Privilegia logiche economiche-contabili;
Eccessivo focus sul breve termine;
Considerazione indiretta dell’ambiente esterno;
Spesso non evidenzia in maniera adeguata il legame con la strategia
aziendale;
E’ poco flessibile;
E’ poco attendibile in casi di imprevedibilità degli andamenti.
In particolare, gli ultimi anni hanno dimostrato che il tradizionale approccio al
sistema di budget:
non “vede” fenomeni di natura non contabile;
non “vede” i processi;
non “vede” le performance dei team;
non “vede” oltre le mura aziendali;
non “vede” prima;
non “vede” le performance di alcune aree di staff, ma critiche per il
successo competitivo;
“vede” sempre allo stesso modo;
è uno strumento di controllo più che di guida e di orientamento.
Quindi il budget è obsoleto o inutile? Dipende, dal ruolo che gli viene
assegnato, da come viene elaborato e da come vengono colmate le lacune del
documento.
Il budget resta comunque uno strumento che permette di controllare gradi di
complessità organizzativa gestionale. E’ necessario però modificare alcuni
aspetti tecnici dello strumento e correggere il modo in cui ci si approccia al
budget, riconsiderandone anche i modi di impiego.
In che modo correggere la prospettiva? Rivedendo le logiche di fondo che
ispirano il budget:
Più stretta integrazione con la strategia aziendale;
Ricerca delle variabili che hanno causato specifici risultati economico-
finanziari;
Considerazione di più ambiti: economico-finanziario, sociale e
ambientale.
Per quanto riguarda l’integrazione con la strategia aziendale, sussiste una
duplice necessità dovuta alla crescente complessità del contesto in cui operano
le aziende.
La prima necessità è di tipo esterno e consiste nell’individuazione di strategie
che rendano l’azienda competitiva sul mercato. La seconda necessità è di tipo
interno e consiste nella diffusione delle strategie all’interno dell’azienda e nella
loro corretta attuazione.
Per quanto riguarda la sostenibilità, questa non incide sulla natura dei sistemi
di controllo, ma sull’urgenza e sulla complessità del cambiamento richiesto ad
essi.
Il Management System permette di collegare la strategia alle operazioni
attraverso sei step:
Sviluppo della strategia;
“Traduzione” della strategia;
“Allineare” l’organizzazione alla strategia;
Pianificare le operazioni;
Monitorare e imparare;
Test e adattamenti.
L’esecuzione della strategia ed il conseguente raggiungimento dei risultati è
dato dalla somma di tre componenti fondamentali:
La descrizione della strategia;
La misurazione della strategia;
La gestione della strategia.
Il filo logico che lega queste tre componenti è semplice: “non si può gestire ciò
che non si può misurare e non si può misurare ciò che non si può descrivere”.
Attraverso le mappe strategiche (utilizzate per la descrizione della strategia),
gli obiettivi strategici presenti all’interno dell’azienda vengono collegati in una
catena di rapporto di causa-effetto che visibili i legami tra i temi strategici che
l’azienda intende perseguire.
Di solito vengono prese in considerazione quattro prospettive strategiche:
economico-finanziaria, clienti/utenti, processi interni, apprendimento/crescita.
A questi possono essere aggiunti: dipendenti, fornitori, comunità di interesse.
Il Balanced Scorecard (utilizzato per la misurazione della strategia) è un
sistema integrato di misurazione delle performance aziendali rispetto alle
diverse prospettive strategiche.
Un Action Plan (Piano d’Azione) è un programma che illustra come raggiungere
le prospettive e gli obiettivi strategici.
Bisogna scegliere, inizialmente, le prospettive strategiche che saranno
inglobate nel nostro piano d’azione. Bisogna poi capire come finanziare questi
obiettivi e chi guiderà verso l’esecuzione di questi (quindi, a chi sarà attribuita
la responsabilità). Infine, bisogna capire come controllare l’attuazione dei nostri
progetti strategici.
Partendo dagli obiettivi strategici e quanto definito all’interno delle linee
strategiche aziendali, ogni Owner è chiamato a redigere una scheda specifica
per ciascuna iniziativa, con il fine di fornire modalità, tempistiche, costi e
risultati attesi.
Le strategie devono essere:
Coerenti con la mission e la cultura interna;
Condivise da tutti gli attori aziendali;
Poste al centro dell’organizzazione;
Costantemente tradotte in termini operativi.
Per questi motivi, è necessario che progettati adeguati sistemi di controllo,
misurazione delle performance, incentivazione e comunicazione.
La BSC, descrivendo la strategia di un’impresa, mira ad allineare le diverse
unità di business, le risorse umane e le risorse finanziarie sulla strategia stessa.
Con la BSC, la strategia viene posta al centro dell’organizzazione e costituisce
la base per la gestione operativa.
A seconda della specifica tipologia di coordinamento che mirano a favorire, è
possibile individuare tre «tendenze evolutive» dei sistemi di controllo:
allineamento (integrazione verticale);
ampliamento (integrazione orizzontale);
apertura (integrazione circolare).
Si crea una “governance integrata” in senso:
verticale (ossia allineando strategie, piani operativi e comportamenti);
orizzontale (considerandone in maniera complementare le molteplici
dimensioni della performance);
sia all’interno del perimetro aziendale, che nell’ambito del più vasto
scenario socioeconomico in cui l’impresa vive ed opera (integrazione
circolare).
CAPITOLO 10
Per reporting s’intende il sistema dei rapporti informativi aziendali, ovvero
l’insieme delle informazioni rappresentate su supporti cartacei e informatici,
prodotte con periodicità e contenute variabile, destinate alla comunicazione
interna ed esterna.
Il sistema dei rapporti informativi aziendali è un complesso ordinato di elementi
e delle loro interazioni che determinano la produzione e la gestione delle
informazioni necessarie a soddisfare le esigenze conoscitive esterne ed interne.
Ha come finalità la produzione e la distribuzione di informazioni ai soggetti che
operano all’interno dell’azienda, la produzione e la distribuzione di informazioni
ai soggetti che operano nel contesto socio-ambientale in cui opera l’azienda e
la condivisione delle conoscenze presenti in azienda.
Il reporting direzionale concerne le informazioni necessarie ai dirigenti aziendali
per conoscere le dinamiche gestionali.
Per reporting operativo s’intende il sistema di report che soddisfa le esigenze
conoscitive del management aziendale.
L’insieme del reporting direzionale e di quello operativo forma il reporting di
controllo.
Il reporting istituzionale consiste nell’insieme delle comunicazioni periodiche
destinate a stakeholder istituzionali (azionisti, altri finanziatori, clienti, fornitori,
Pubblica Amministrazione).
Il reporting socio-ambientale rendiconta le performance in termini di impatto
ambientale della società. Nell’eco-reporting, l’impatto ambientale si traduce
nella misurazione dei consumi di risorse e dell’inquinamento causato dai
processi produttivi.
Il reporting riporta gli scostamenti tra risultati raggiunti e quelli prefissati in
6
sede di pianificazione.
Il reporting offre al top management la rappresentazione del presente per
capire e influenzare il futuro (supporta i processi decisionali).
Il reporting responsabilizza i singoli dirigenti aziendali su parametri-obiettivo
(accountability).
La rilevazione degli scostamenti e la specificazione delle cause consentono di
individuare e comprendere gli errori commessi, di correggerli qualora possibile
e di non ripeterli in futuro.
I report dovrebbero presentare:
7 la situazione normale (ciò che dovrebbe essere);
le problematiche (ciò che esiste e non funziona);
6 Finalità del reporting.
7 Contenuto del reporting.
le cause (ciò che ha provocato tali disfunzioni);
l’effetto (l’impatto del problema su tutta l’unità aziendale);
le opportune raccomandazioni per migliorare la situazione aziendale.
Le informazioni presenti nel report devono essere rilevanti e accurate.
Inoltre deve fare riferimento alle responsabilità dei manager e deve confrontare
i risultati attesi con quelli prefissati, per poi valutarli in maniera tempestiva,
chiara e coincisa.
Il linguaggio contabile è diverso da quello dei manager ed è compito di un
report saldare questa naturale frattura disponendo di dati in modo tale che
siano più leggibili e stimolanti per il controllo od accompagnandoli con
opportuni commenti o integrandoli con grafici e altri mezzi visivi.
Per questo motivo, i report adottano:
tabelle (possono avere come oggetto le quantità acquistate, gli scarti e i
tempi di produzione, ecc.…);
sistemi di indici (margini o quozienti);
rappresentazioni grafiche (permettono la visualizzazione dei dati
quantitativo-monetari derivanti da valutazioni delle performance
aziendali).
La cadenza temporale con cui vengono redatti risponde alle esigenze di
controllo e presenta un’intensità differente a seconda della posizione che i
destinatari nella struttura organizzativa. Si distinguono “report periodici”,
“report su richiesta” e “flash report”.
E’ indispensabile rendere disponibili le informazioni agli utilizzatori nei tempi
idonei. Eventuali ritardi nella trasmissione delle informazioni può rendere
inefficace l’attività di controllo e l’eventuale sistema di incentivazione, se
associato al reporting.
Le informazioni nei report deve essere affidabili e precise. Se il report
presentano inesattezze si può generare un sfiducia nei confronti dello
strumento stesso con il rischio di rendere inefficace il meccanismo di feedback.
Inoltre, si possono manifestare “distorsioni comportamentali”.
L’analisi del contesto economico dove &egrav
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