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RAPPRESENTAZIONI
Si introducono, a seconda delle grandezze note, sei possibili rappresentazioni di un doppio
bipolo: note le due tensioni di porta si parla di rappresentazione controllata in tensione e le
correnti incognite sono date dal prodotto riga per colonna della matrice dedlle resistenze a
vuoto e il vettore colonna delle tensioni; note le correnti di porta si parla di rappresentazione
controllata in corrente e le tensioni incognite si ottengono moltiplicando riga per colonna la
matrice delle conduttanze di cortocircuito per il vettore colonna delle correnti; note la corrente
della prima porta e la tensione della seconda porta si parla di rappresentazione ibrida e le
due grandezze incognite derivano dal prodotto riga per colonna della matrice H dei parametri
ibridi e il vettore colonna delle grandezze note; analogamente, nota la tensione della prima
porta e la corrente della seconda, si parla ancora di rappresentazione ibrida e le grandezze
incognite sono date dal prodotto riga per colonna della matrice dei parametri ibridi H’ e il
vettore colonna delle grandezze note; in ultima osservazione, note le due grandezze relative
ad una porta, si parla di modello di trasmissione e le grandezze incognite si ottengono
moltiplicando riga per colonna la matrice di trasmissione diretta (o inversa a seconda delle
grandezze note) e il vettore colonna delle grandezze note. Ciascun parametro di R,G,H,T
(rispettivamente matrice resistenze a vuoto, matrice conduttanze di corto, matrici ibride,
matrici di trasmissione) è ottenibile dal prodotto riga per colonna esplicitato per ciascuna
rappresentazione ponendo le grandezze note rispettivamente pari a zero.
TRASFORMATORE
Un trasformatore è un dispositivo elettromeccanico che permette di trasferire energia elettrica
da un circuito ad un altro, modi candone i livelli di tensione e corrente. Esso si dice ideale
quando ha ef cienza massima e quindi è trasparente alla potenza elettrica.
Un trasformatore ideale può essere rappresentato come un doppio bipolo resistivo. Questa
rappresentazione sempli cata permette di analizzare il comportamento del trasformatore
senza considerare le complessità legate ai fenomeni induttivi e capacitivi.
In tale rappresentazione le grandezze individuate ad una porta del bipolo risultano essere
linearmente dipendenti da quelle misurate alla seconda porta del bipolo.
Nello speci co V1= kV2; i2=-1/k i1 laddove si de nisce primario la porta le cui grandezze
relative risultino dipendenti linearmente dalle altre due, mentre secondario la porta relativa
alle grandezze indipendenti.
Assegnano un carico resistivo RL al secondario, esso potrà essere sostituito all’interno del
doppio bipolo da una resistenza equivalente pari a Req= RLk^2 (riporto al primario).
Assegnano un carico resistivo RL al primario, esso potrà essere sostituito all’interno del
doppio bipolo da una resistenza equivalente pari a Req= RL/k^2.
Generalmente un trasformatore reale opera sul principio dell'induzione elettromagnetica,
ovvero la capacità di un campo magnetico variabile di indurre una forza elettromotrice in un
conduttore elettrico.
CIRCUITI MAGNETICI
A tal proposito assume importanza l’analisi dei circuiti magnetici: analoghi (sotto opportune
ipotesi) ai circuiti elettrici ma nel dominio magnetico.
Punto di partenza nello studio di tali circuiti è la Legge di Hopkinson, analoga della legge di
Ohm per i circuiti magnetici, che mette in relazione il usso di induzione e la forza
G
magnetomotrice : dove R prende il nome di riluttanza magnetica, grandezza
R NI
=
.
in generale dipendente dalle condizioni di alimentazione del circuito e considerata costante e
indipendente dalla corrente che attraversa il circuito nell’ipotesi di lavorare nel campo lineare
del materiale; essa è l’analoga della resistenza nei circuiti elettrici così come il usso di
induzione e il prodotto NI (numero di spire bobina per corrente attraversante la setessa) sono
rispettivamente l’analogo della corrente e l’analogo della tensione. Proseguendo con le
analogie, nei circuiti magnetici i tronchi di materiale ferromagnetico sostituiscono i conduttori
=
galvanici. R
fi fi fi fi fi fl
Per concludere, nei circuiti magnetici vale la legge di Gauss dei ussi di induzione che
afferma che la somma dei ussi entranti in un nodo è pari alla somma dei ussi uscenti da
tale nodo (analoga della LKC) e la legge di Ampere delle forze magentomotrici che afferma
che la somma algebrica delle forze magnetomotrici lungo un percorso chiuso è pari a zero
(analoga della LKT).
INDUTTORI MUTUAMENTE ACCOPPIATI
Una bobina di N1 spire percorsa da una corrente i1(t) è posta in prossimità di una seconda
bobina di N2 spire. Supponiamo che la seconda bobina non sia percorsa da corrente. La
corrente della prima bobina genera un campo di induzione magnetica le cui linee di usso
sono in parte concatenate con entrambe le bobine, in parte solamente con la bobina 1.
Possiamo distinguere i seguenti ussi attraverso ciascuna spira:
1 Dovuto alla corrente i1, che interessa la bobina 1.
:
21 Dovuto alla corrente i1, comune ad entrambe le bobine.
:
12
- NaizP21-22
121 NailPez
= =
Con P= permeanza magnetica.
Nel caso in cui anche la seconda bobina sia percorsa da una corrente i2(t) si de niscono i
ussi: Paz
122 Nziz Dovuto alla corrente i2, che interessa la bobina 2.
= Pz2
Nziz
=
-22 Dovuto alla corrente i2 , comune ad entrambe le bobine.
La somma dei ussi comuni a entrambe le bobine prende il nome di FLUSSO PRINCIPALE,
mentre gli altri due ussi prendono il nome di FLUSSI DISPERSI.
I ussi dovuti complessivamente alle due correnti, concatenati con le bobine, sono
N2(911
rispettivamente: 8 (2)
+ +
22
2 = 921
N2(fe2 +
Ez 22)
+
=
fl fl fl fl fl fl
N] Pzziz Nepiz
#2 NINzPiz
+
= + P Per Pel
con = =
Ez NPiz N2
NaNzPiz Pzziz
+
+
= N1(P22 NeNzP
P)
N2(P2
<2 P) M
ponendo La
+ + =
= = ;
; Min
; Lziz
Miz
= 12i1 +
=
+ z
La autoinduttanza
Le 2
=Autonduitanza
Con di
di 1 =
,
M MutuaINDUTTANZA
= foraday
di
Per legge
la .
11 Ma
Ve = M L
V2 = +
Si caratterizza così un nuovo elemento dinamico a quattro terminali (doppio bipolo) chiamato induttori accoppiati e si tratta
ancora una volta di un elemento lineare.
Circuiti LTI in regime sinusoidale
FORMA D’ODNA
In generale la forma d’onda è una rappresentazione gra ca dell’andamento di una grandezza
sica (ad esempio una corrente o una tensione) al variare del tempo.
Una forma d’onda si dice periodica quando esiste un certo valore T di tempo detto periodo
dopo il quale essa ritorna da assumere sempre lo stesso valore.
Nello studio di circuiti LTI in regime sinusoidale, le grandezze i(t) e v(t) presentano forme
d’onda sinusoidali quindi periodiche di periodo T e sono caratterizzate da una frequenza f=1/
T, da una pulsazione ω=2 π/T (e quindi f= ω/2 π) e da una fase iniziale α.
In particolare si lavora nell’ipotesi di grandezze isofrequenziali, pertanto corrente e tensione
sono accomunate da una medesima pulsazione invariante nel dominio del tempo.
Si de nisce inoltre ampiezza Amax il valore massimo assunto dalla grandezza nel periodo.
Una funzione d’onda sinusoidale ha come caratteristica intrinseca quella di presentare valor
medio nel periodo nullo, pertanto si de nisce alternativa.
Per forme d’onda alternative si denota valore ef cace il rapporto Amax/√2=A.
(E)(
In generale per ogni forma d’onda il valore ef cace A= )dt
+
Per ragioni legate all’analisi e alla sempli cazione dei calcoli risulta utile la rappresentazione
delle grandezze in regime sinusoidale attraverso i fasori associati, numeri complessi che
rappresentano le grandezze circuitali indipendentemente dal tempo e che hanno come
modulo l’ampiezza (quindi il valore massimo assunto dalla grandezza o ancora il suo valore
ef cace) e come fase la fase stessa della grandezza sinusoidale.
TEOREMA FONADAMENTALE
In un circuito lineare, tempo-invariante, alimentato da una o più sorgenti sinusoidali di
medesima pulsazione, a regime si stabiliscono tensioni e correnti sinusoidali alla stessa
pulsazione delle sorgenti. (Ipotesi di isofrequenzialità delle grandezze)
METODO SIMBOLICO
Il metodo simbolico viene utilizzato per rappresentare ed analizzare circuiti lineari e tempo in
varianti in regime sinusoidale.
Si procede sostituendo ciascun generatore indipendente di pulsazione omega costante con
un generatore di valore costante uguale al fasore associato corrispondente.
Si sostituisce poi ciscuna variabile di lato (tensione o corrente) con il fasore corrispondente.
Si passa cioè dal dominio del tempo al dominio dei fasori.
fi fi fi fi fi fi fi fi
Si effettuano poi le seguenti sostituzioni:
Rettantacadacitiva d
- (
*
↓ induttiv
REATTANZA
⑧
Fissata omega costante, Xl e Xc sono quantità costanti nel tempo.
In ultima fase si analizza il circuito così trasformato con i metodi già dimostrati in DC
trasportando poi le grandezze di lato ricavate dal dominio fasoriale a quello temporale.
LEGGE DI OHM SIMBOLICA
Così come in DC, in regime sinusoidale le grandezze fasoriali V e I associate alla tensione e
alla corrente risultano essere tra loro proporzionali secondo un coef ciente complesso Z che
prende il nome di impedenza.
In particolare risulta essere V=ZI dove è bene speci care che Z non è un fasore ma bensì un
coef ciente complesso che lega il fasore tensione a quello della corrente.
Tale legge prende il nome di legge di Ohm generalizzata, o simbolica e può essere riscritta
come I=YV dove Y=1/Z e prende il nome di Ammettenza.
In un generico circuito in regime sinusoidale in cui siano presenti resistori, induttori e
condensatori in serie (RLC), l’impedenza risulta essere quel numero complesso la cui parte
reale è pari alla resistenza del circuito e la cui parte immaginaria è data dalla differenza tra la
reattanza induttiva e la reattanza capacitiva dello stesso.
Rappresentando l’impedenza nel piano di Gauss si nota come la reattanza capacitiva apporti
contributo immaginario sempre negativo, mentre quella induttiva sempre positivo. Chiamando
alpha l’angolo che l’impedenza forma con l’asse reale è evidente come per alpha maggiore di
zero si ha XI>XC quindi il carico è ohmico-induttivo; altrimenti risulta Xl<Xc pertanto il carico
sarà omhico-capacitivo.
Analoghe considerazioni valgono per l’ammettenza:
t
fi fi
POTENZE ELETTRICHE IN REGIME SINUSOIDALE
Si de nisce potenza istantanea in un circuito in regime sinusoidale il pr