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Mairet e la sua opera

Mairet sperimentò soprattutto un vero trionfo con Sylvie (1626), che lo affermò come uno dei primi drammaturghi del suo tempo. Intitolata "tragicommedia pastorale", Sylvie traduce l'incontro dei generi, celebrando un'estetica in cui si mescolano temi tragici, romantici e pastorali. La commedia sviluppa anche una catena d'amore; è presente l'elemento magico; il trattamento del tempo è fantasioso, poiché l'incanto dura più di otto giorni, mentre la scena si sposta da Candia (antico nome dell'isola di Creta) alla Sicilia. Sylvie dedica l'apogeo del drammatico lavoro pastorale e del suo universo poetico di rêverie.

La Tragi-Comédie

Tra il 1628 e 1632 non venivano scritte nuove tragedie ma solamente tragicommedie. Avviene quindi una sostituzione del genere. Il nome "tragicommedia" era una parola che esisteva già nell'antichità, inventata da Plauto nel prologo

dell'Anfiteatro. Ma la tragicommedia del XVII secolo non ha niente a che vedere con l'idea di Plauto. CARATTERISTICHE: - Linearità cronologica: una storia, una serie di eventi, un'azione, si racconta dall'inizio alla fine AB OVO. La tragedia invece comincia in MEDIAS RES, nel bel mezzo dell'azione, quando già è cominciata e tutto ciò avvenuto prima viene semplicemente raccontato attraverso dei racconti retrospettivi. - L'azione è movimentata, c'è la tendenza a moltiplicare gli avvenimenti, i colpi di scena ad accumulare gli eventi e a metterli tutti in scena, quindi è molto impegnativa. Ma al pubblico tutto ciò piace, perché vuole divertirsi, vuole uno spettacolo spettacolare e la tragicommedia lo è. - Si rifà alla tradizione romantica, da cui prende i suoi soggetti, poiché i romanzi dell'epoca, i roman fleuve, erano molto lunghi e narravano una molteplicità di avvenimenti.

avvenimenti. È indifferente alle unità di Aristotele: mette in scena avvenimenti che possono verificarsi in più luoghi diversi -> viaggi ecc. Non si ha preoccupazione per l'unità di tempo: la durata dell'azione è molto ampia, non si limita alle 24 ore che saranno poi il riferimento della tragedia classica. I personaggi sono gli stessi che troviamo nella tragedia: rango principesco, che appartengono alla nobiltà, princi, re, principesse. La trama è dedicata agli amori contraddittori di una o più coppie, e lo svolgimento segue il susseguirsi degli ostacoli che i giovani innamorati devono superare. Termina con l'abolizione dell'ultimo ostacolo e l'epilogo, invariabile (lieto fine, epilogo nuziale), riunisce le coppie di innamorati nella celebrazione di uno (o più) matrimoni. I personaggi sono tipici, come amante, padrona, rivale, padre. Gli amanti vagano in un mondo ostile dove solo il loro valore e la loro

ma sottolinea che queste unità sono fondamentali per creare un'esperienza teatrale coerente e significativa. La tragedia regolare si basa sul rispetto delle tre unità aristoteliche: unità di tempo, unità di luogo e unità di azione. L'unità di tempo implica che l'intera azione della tragedia debba svolgersi in un arco di tempo limitato, di solito non superiore a 24 ore. L'unità di luogo richiede che l'intera azione si svolga in un unico luogo, come ad esempio una piazza o una casa. L'unità di azione implica che la trama debba essere focalizzata su un'unica storia principale, senza sottotrame o digressioni. Queste unità sono considerate essenziali per mantenere la coerenza e la concentrazione dell'opera teatrale. Consentono al pubblico di seguire facilmente la trama e di immergersi completamente nell'esperienza teatrale. Inoltre, l'adesione a queste unità permette agli autori di esplorare in modo più approfondito i temi e i personaggi della tragedia, senza distrazioni o divagazioni. La tragedia regolare, quindi, si distingue per la sua struttura rigorosa e per la sua enfasi sulla coerenza e sulla chiarezza. Questo stile teatrale ha avuto un grande impatto sulla letteratura e sul teatro francese del XVII secolo, influenzando molti autori e contribuendo alla formazione del classicismo francese. In conclusione, le unità aristoteliche sono un elemento chiave della tragedia regolare e del classicismo francese. Queste unità permettono di creare un'esperienza teatrale coerente e significativa, consentendo al pubblico di immergersi completamente nella storia e di apprezzare appieno il trionfo finale dell'amore.

Lui trova una giustificazione. Quindi, produce una sorta di manifesto sul teatro regolare. Secondo lui, la regola delle 24 ore è importante perché è essenziale al successo dell'illusione teatrale. Se mettiamo in scena eventi che si suppone durino mesi, il pubblico si accorge dell'elemento di inverosimiglianza e quindi non si produce quell'illusione di realtà che è essenziale perché abbia luogo la catarsi. Perché avvenga la catarsi, che secondo Aristotele ma anche secondo Chapelain è lo scopo della rappresentazione della tragedia, è necessario aderire alle regole, in particolar modo quella dell'unità di tempo. Una riflessione teorica e nel giro di pochi anni gli autori francesi aderiscono a questa nuova concezione, tutti in qualche modo conformano il loro teatro a questo spirito aristotelico, Corneille in primis dopo la querelle du Cid si conforma pienamente.

QUARTA PARTE Pagina 2 conformano

Il loro teatro a questo spirito aristotelico, Corneille in primis dopo la querelle du Cid si conforma pienamente, è lui stesso grande teorico non solo autore ma anche gli autori di questa generazione.

Qu'est-ce qu'une tragédie classique ? Le regole di Aristotele:

  • Début in medias res (resserrement temporel)
  • Unità di tempo: il tempo di azione non deve superare le 24 ore
  • Personnages de rang royal ou princier
  • Unità di luogo: la scena si identifica con un unico luogo

Importance de l'enjeu socio-politique à côté de l'intrigue sentimentale:

  • Dall'inizio alla fine
  • Respect des règles (unités, vraisemblance, bienséances)
  • Unità d'azione: tutte le azioni devono essere collegate

Importance des récits (intériorisation de l'action):

  • La vraisemblance: si deve rappresentare solo ciò che è credibile
Sujet mythologique, historique ou (plus rarement) biblique non si devono rappresentare cose a cui il pubblico potrebbe non credere. Corneille- Le Cid Il Cid di Corneille fu rappresentato e pubblicato nel 1637 con il nome di tragicommedia. Nelle successive edizioni dell'opera, 1648-1660, inizia una riflessione personale sul genere tragico e alla fine rinuncia alla tragicommedia, e decide di trasformare il Cid in una tragedia, effettuando le trasformazioni per adattarlo a questo tipo di tragedia regolare. Rivendicava l'unità di azione e tempo. Rimane un finale quasi a lieto fine, che ne fa una tragicommedia, e un'unità di luogo. Ma l'opera si basa sull'interiorità psicologica di personaggi che obbediscono al dovere dettato dalle leggi sociali dell'onore: della famiglia, della razza, del sangue. Gli imperativi restano imposti a priori dall'esterno e in un certo senso si uniscono agli ostacoli esterni delle tragicommedie. Ma staall'eroe non "degenerare", cioè non tradire il suo "popolo", la sua casa e la sua stirpe. Con Chimène e Rodrigue nasce la nozione corneliana di "gloria": valore morale supremo, la gloria non può essere ridotta al senso dell'onore o al senso del dovere; va oltre il dovere collettivo, familiare o sociale del personaggio (vendicare il padre).. si tratta di conformarsi alla più alta immagine di se stessi. Questa intima appropriazione del dovere trasforma l'ostacolo esterno in un'esigenza interiore. Le Cid propone così la prima e unica tragicommedia "classica".→"Querelle du Cid" Quest'opera suscitò scalpore nel mondo delle lettere: l'Accademia di Francia, nel 1637, dichiara che la commedia pecca contro la verosimiglianza, sia drammaturgicamente sia moralmente: troppi eventi si accumulano in ventiquattro ore, Chimène appare come una figlia denaturata (unaragazza non sposa l'assassino di suo padre). Corneille, daparte sua, si affida alla storicità delle sue fonti. Tuttavia, terrà conto di alcune critiche rielaborando la sua opera nel 1660. Corneille preferirà sempre il vero al probabile. Questa lite segnala uno sconvolgimento nella nozione stessa di plausibilità che, d'ora in poi, dovrà tenere conto della coerenza psicologica. Altre opere Dopo un silenzio di tre anni, nel 1640 viene rappresentata la sua prima tragedia d'Horace: racconta la lotta tra orazi e curiazi. Corneille quindi continua ad essere fedele alla storia. Nel 1642, con Cinna, Corneille scommette sull'ammirazione, e inaugura il legame tra il tragico e il lieto fine. Augusto, tradito dalla cinna ma sceglie di perdonarla, vince su se stesso, e questo autocontrollo è una consacrazione nell'ordine del politico e dell'eroico: "Sono padrone di me stesso come dell'universo" può poiaffermare. Con Polyeucle (1643), Corneille si avventura nel terreno contestato della rappresentazione del sacro. Ritroviamo in Polyeucte, convertitosi al cristianesimo e morto martire, la stessa gioia orgogliosa di Orazio, questo entusiasmo conduce il dramma sull'astrada dell'ammirazione, dello stupore, e non verso la celebrazione dell'umiltà cristiana. Corneille sta ancora esplorando nuove formule. La Morte di Pompeo (1643) propone una tragedia la cui originalità sta nella presenza-assenza del personaggio di Pompeo, di cui sul palcoscenico sono visibili solo le ceneri. Altra novità con Rodogune, Principessa dei Parti (1644) in cui rinnova gli schemi del genere tragico facendo del tiranno una madre. La dimensione tragica è duplice, alimentandosi sia della tirannia politica che della vicinanza di legami di sangue tra perseguitati e perseguitati. Quando Corneille nel 1660 pubblica i suoi Discours, fa appello alla Poetique di Aristotele, madistinguendosi nell'interpretazione a differenza di altri che danno il primato alla vraisemblance sulla verità, lui sostiene che se le azioni descritte sono vere non ci si deve preoccupare della vraisemblance, considerando ammissibile qualsiasi fatto anche se poco probabile. Considera inoltre come "necessario" lo spazio che il drammaturgo dà alle bugie in relazione alla verità storica. Egli si oppone anche ad alcuni temi della Poetique: mentre secondo Aristotele alcuni personaggi non sono né del tutto colpevoli né del tutto innocenti, Corneille resta sensibile agli estremi (o cattivo o buono), ciò è legato all'emozione tragi cache preferisce alla catarsi aristotelica; mentre Aristotele elogia un finale infelice, lui predilige una tragedia a lieto fine. Gli ultimi pezzi di Corneille approfondiscono la riflessione sul rapporto tra politica e amore. Gli eroi corneliani rinunciano alla felicità: Corneille lasciache il pessimismo e l'invecchiamento si esprimano. Come in Suréna (1674), la sua ultima tragedia, in cui mescola amore e politica nel lamento elegiaco del loro divorzio: è crollato il sogno eroico di conciliare risentimento e realtà. Quest'ultimo brano di Corneille risuona come un testamento.
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Publisher
A.A. 2022-2023
55 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rosx7 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Corradi Federico.