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LA SCUOLA DI GLASGOW E CHARLES RENNIE MACKINTOSH: LA SECESSIONE
Charles Rennie Mackintosh è un designer scozzese che ha interpretato l'Art Nouveau in un modo estremamente personale: a differenza dell'organicismo di Gaudì, i lavori di Mackintosh si riconoscono per una particolare razionalità estetica, egli lavora sul concetto di modulo geometrico, che interseca linee nette e pulite a delicati motivi naturalistici, proponendo edifici, elementi d'arredo e font totalmente nuovi e d'impatto moderno rispetto ai suoi contemporanei. I suoi lavori sono per lo più monocromi e realizzati con un solo materiale, in vista sicuramente di un futuro industrializzato.
Con i nuovi movimenti culturali viennesi, emerse un numeroso gruppo di dissidenza e rilutto verso questo tipo di arte esclusivamente accademica; essi assetati d'arte, presero il nome di artisti della Secessione.
Capeggiati da Olbrich, Moser e Hoffman, si impegnarono a ripulire e rinnovare lo stile liberty.
Riempiendo le sale delle mostre della secessione, di prodotti realizzati con asticelle di legno e incastri a vista. L'effetto era quindi ormai molto vicino a quello del gruppo di Glasgow, capeggiato da Mackintosh.
In Gran Bretagna emerse le figure fondamentali di Christopher Dresser e Charles Rennie Mackintosh. Quest'ultimo, assieme alla moglie Margaret MacDonald, la cognata Frances e suo marito Herbert MacNair, decise di fondare la Scuola di Glasgow, comunemente chiamata come la "Scuola degli spettri" (Glasgow 1868 - 1928).
I loro progetti, soprattutto arredi e mobili, superarono il naturalismo tipico della tradizione inglese, sviluppando una nuova idea di design: Mackintosh iniziò a utilizzare motivi geometrici e ortogonali, partendo da una struttura rettilinea con cui modellava tutti i suoi arredi dalle forme allungate e verticali.
1900
GERMANIA - USA
Se durante l'età vittoriana il paese-guida europeo per la storia del design è l'Inghilterra,
da fine ottocento e inizio 900, sarà la Germania a prendere il suo posto: essa si pone obiettivo la razionalizzazione, lo sviluppo della produzione industriale e l'organizzazione del lavoro a partire da un modello ben preciso, ovvero gli USA. La storia del design tedesco del primo trentennio del 900 è infatti intrecciata con la storia dello sviluppo dell'industria americana. Nell'ambito del design, la questione industria tedesca è decisamente vista come un problema che, negli anni successivi al 1870, si tenta di risolvere guardando ad un modello più sviluppato, ovvero quello americano; l'industria tedesca si approccia al design secondo il principio di "a buon prezzo ma di cattiva qualità", pensando che la concorrenza si basi solo ed esclusivamente sulla questione dei prezzi e non secondo il binomio qualità-prezzo. Le macchine tedesche, come espone Reuleaux, erano già ben studiate e solo seconde a quelle americane.americane mal'apparato industriale tecnico-scientifico tedesco non era ancora in grado di utilizzarle al meglio nella produzione di oggetti e utensili. In poche parole, la Germania, a differenza dell'America, ancora faceva fatica ad utilizzare le macchine per sostituire la mano dell'uomo con vantaggio per il prodotto. Esse erano unicamente viste come possibilità per avere prodotti meno pregiati e a più basso prezzo.
Per poter arrivare a descrivere il modello di nazione-azienda tedesca si dovrebbe partire dal Werkbund ma è necessario sapere che non si sarebbe mai arrivati a questo punto senza una serie di progetti, istituzioni e programmi che dal 1870 in poi confluirono nel settore delle arti applicate: in Germania infatti, seguendo la linea di Henry Cole, vennero aperte una serie di scuole d'arte applicata in stretta collaborazione con musei di oggetti industriali e artistici di vario tipo e provenienza. Grazie a questo metodo di imparare-confrontando,
Nascono i musei artistico-industriali. Le istituzioni più importanti furono la Deutcher Kunstewerbe Verein di Berlino e la Colonia di Artisti patrocinata dal gran duca Ernst Ludwig van Hassen, dortaa Darmstadt nel 1901, in cui nasce il più solido ideale di mistica dellezza e unità dellearti. Qui i maestri chiamati da Ludwig dovevano lavorare insieme facendo dialogare le proprie espressioni d'arte calandole in un contesto commerciale ed economico. A Darmstad si crea quindi una tensione tra la pura estetica e il calcolo economico.
IL WERKBUND (il progetto)
Questa introduzione permette di trattare del Werkbund, vero punto focale del passaggio industriale tedesco. Il creatore del WerkBund fu Hermann Mathesius, inviato a londra come addetto culturale dell'ambasciata tedesca per studiare l'architettura e il movimento delle arti applicate. Una volta tornato da questa esperienza egli si impegnerà nella scrittura di ben tre trattati sull'importanza
designer e artisti si unirono al Werkbund con l'obiettivo di promuovere una nuova estetica basata sulla funzionalità, la semplicità e la produzione in serie. Questo movimento influenzò profondamente l'arte e il design del XX secolo, aprendo la strada al modernismo e all'architettura razionalista. Il Werkbund sostenne anche l'idea di un'educazione artistica e tecnica integrata, che avrebbe formato nuove generazioni di designer e artigiani. Inoltre, promosse la collaborazione tra artisti e industrie, incoraggiando la produzione di oggetti di design di alta qualità accessibili a tutti. Attraverso il suo lavoro, Mathesius cercò di superare le divisioni tra arte e industria, sostenendo che l'arte applicata avrebbe dovuto essere parte integrante della vita quotidiana delle persone. La sua visione influenzò molti artisti e designer successivi, che abbracciarono l'idea che il design dovrebbe essere funzionale, accessibile e in armonia con l'ambiente circostante. In conclusione, Mathesius e il Werkbund hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo del design industriale e all'integrazione dell'arte nella produzione di massa. La loro visione ha aperto nuove strade per l'arte applicata e ha influenzato profondamente l'estetica e la filosofia del design moderno.politicians and men of culture like Beherens, Hoffman, Oblrich, Fischer, Schmidt, joined the association with the aim of achieving industrial production of QUALITY. There were multiple interpretations of this new project, but in particular the dispute over the conception of the Werkbund divided followers into proponents of design standardization, such as Mathesius (projects designed rationally in order to be industrially produced), and those who incessantly sought the figure of the free artist, such as Van de Velde, a staunch defender of creative freedom. Despite the diversity of ideas within the Werkbund, it became a model for major companies of the 1900s: the point of convergence between different ideas was "designing" before producing, which became an integral part of the production process for many companies of the 20th century. Companies like the Deutscher Werkbund, for example,Passarono da una concezione artigianale ad una prettamente industriale, meccanizzando il lavoro e acquisendo la figura del progettista. Con questa nuova concezione di progetto, grazie ad artisti come Loos, Olbrich e Hoffman, viene lentamente eliminato l'accento individuale dell'artista: l'artista non aspira più al privilegio del genio ma al rigore teorico del progetto. Da questo filone di pensiero nasce quello stile che può essere definito protorazionalismo da cui discenderanno poi l'art deco, lo styling americano, il razionalismo e lo stile novecento. Il contributo del Werkbund (nonostante il dibattito interno e la sua emblematicità si siano spenti con l'avvento della prima guerra mondiale) è stato ed è ancora fondamentale per la storia del design ma non sarebbe sopravvissuto senza il sostegno di episodi meno ideologizzati e più legati al concetto proprio di meccanizzazione, nonché legati alla nascita e allo sviluppo.
Di nuovi settori merceologici come per esempio l'industria elettrica (AEG) o quella automobilistica (Ford).
AEG (la produzione)
Se il Werkbund può definirsi la resa concreta del concetto di PROGETTO, l'AEG può essere utilizzata per descrivere il cambiamento tedesco della produzione. Lo sviluppo del settore tecnico produttivo in Germania e successivamente in tutta Europa è sicuramente stato agevolato dalle invenzioni tecnologiche di fine secolo. (automobile, plastica, macchina da scrivere dinamo ecc cc.) per quanto riguarda l'ambito europeo, la meccanizzazione della produzione parte dai settori della filatura, tessitura o in generale di mestieri semplici e "leggeri", d'altro canto invece, l'America si comporta in maniera diversa, meccanizzando già dai primi tempi i mestieri più complessi (industria pesante) grazie all'ideazione dell'assembly line e alla meccanizzazione del lavoro interno all'azienda.
(teorie di Taylor e Ford). A differenza del Werkbund, che divulga, dibatte e propone una nuova idea di design, l'AEG è la prima azienda a mettere in pratica il quadrinomio "progetto, produzione, vendita e consumo". Il fattore innovativo dell'AEG, non solo consiste in un nuovo modo di affrontare la produzione industriale ma nell'idea di base dell'azienda: a differenza di tutte le aziende del tempo, essa non si limitava a "modernizzare" la produzione di vecchi manufatti ma produceva direttamente nuovi articoli, nati proprio con la moderna tecnologia industriale. Il punto di partenza dell'azienda è infatti una delle più importanti invenzioni del tempo: la lampadina ad incandescenza studiata da Thomas Edison. Riconoscendo in essa un grande futuro e una infinita possibilità di applicazioni, l'ingegnere tedesco Emile Rathenau, dopo l'exposithion Internationale d'Eletricitè, tenutasi a Parigi nel1881,decise di comprare i brevetti di Edison, dando vita nel 1883 alla DEG, una piccola azienda sperimentale che si sarebbe occupata della produzione di lampadine. Visto il successo dell'azienda, cinque anni dopo egli decise di riorganizzare la produzione allargando l'azienda: nasce così l'AEG, che non si limitava alla produzione di lampadine ma di prodotti legati all'elettricità. In breve essa diventa un vero e proprio monopolio pilota del settore elettronico insieme alla General Electric Company. La grandezza dell'azienda non è dovuta solo alla sua produzione ma soprattutto all'immagine stessa dell'azienda: furono la grande attenzione per la pubblicità, la vendita e la ricerca di un'estetica identificativa che stimolarono la politica di design dell'AEG. L'idea di Rathenau era quella di unificare prodotti, stile e in generale ogni aspetto della sua produzione sotto un'estetica inconfondibile che.gridasse il nome stesso dell'azienda