REGOLAZIONE DEL CUORE
La gittata cardiaca è sotto una regolazione:
➢ ESTRINSECA (fattori che originano dall’esterno dell’organo, come il
sistema nervoso autonomo e gli ormoni). All’aumentare dell’attività
simpatica aumenta la frequenza dei PDA attraverso un meccanismo di
secondi messaggeri, innervando a livello del nodo seno-atriale e del
sistema di conduzione; può così aumentare la velocità di conduzione e il
riempimento atriale per esempio. Tutto questo è detto controllo
SIMPATICO mediante i recettori beta-adrenergici (orto e para). Nel
controllo PARASIMPATICO invece i neuroni parasimpatici rilasciano
acetilcolina che, legandosi ai recettori muscarinici sulle cellule del nodo
SA, provocano l’apertura dei canali per il potassio facendo,
contemporaneamente chiudere quelli per il calcio T e i funny. La velocità
di depolarizzazione spontanea diminuisce e si ha una iperpolarizzazione
della membrana con conseguente allontanamento dal livello soglia per
l’insorgenza del PDA. Il sistema parasimpatico, grazie alle innervazioni a
livello del nodo AV e del sistema di conduzione, può far diminuire la
velocità di conduzione dei PDA, facendo così aumentare il ritardo della
conduzione tra atri e ventricoli, aumentando perciò la durata della
diastole (REGOLAZIONE VAGALE).
➢ INTRINSECA(fattori che originano dall’organo stesso), secondo la
LEGGE DI FRANK-STARLING che afferma che la gittata cardiaca è
direttamente proporzionale alla forza generata dal cuore durante la
contrazione, influenzata dalla lunghezza della fibra muscolare e la
contrattilità. Afferma inoltre che la funzione contrattile del cuore, misurata
dal volume di eiezione, aumenta con l'aumento del volume telediastolico,
ovvero il volume di sangue presente nel ventricolo alla fine della diastole. In
parole semplici, più sangue entra nel ventricolo, più sangue verrà espulso
della legge di Frank-Starling vi è la curva
durante la contrazione. Alla base
tensione-lunghezza del sarcomero e del muscolo papillare. Questo
avviene perché le fibre del miocardio comune a riposo sono un po’ più
corte rispetto alla lunghezza ottimale per la contrazione. Se si aumenta la
presenza di sangue alla fine della diastole e si fa sì che questo provochi
una reazione di dilatazione delle pareti del ventricoli, le fibre del
miocardio comune, più corte di norma, diventano più lunghe, di una
lunghezza ottimale per la contrazione e riescono a produrre una
contrazione più efficiente (regolazione intrinseca)
➢ Molti ormoni possono influenzare la funzione cardiaca (CONTROLLO
ORMONALE), ma quello che ha un ruolo di primaria importanza è
l’adrenalina secreta dalla midollare del surrene che arriva al cuore
attraverso il sistema vascolare. La funzione è simile all’attività nervosa
del sistema simpatico poiché agisce aumentando la frequenza dei PDA.
Oppure gli ormoni TIROIDEI che aumentano anche la sintesi proteica
inducendo ipertrofia cardiaca o l’INSULINA che ha sul cuore un effetto
Ca2+ inotropo positivo, portando ad inibizione dei meccanismi di
riassorbimento del calcio a livello del RER e favorendo la contrazione. Il
glucagone invece incrementa l’entrata di Ca2+ nelle cellule.
Il cuore come ghiandola endocrina invece:
➢ Contiene granuli secretori che contengono il peptide natriuretico atriale
(ANP), che aumenta la volemia e la natriemia, agisce a livello del tubulo
renale e viene metabolizzato rapidamente da endopeptidasi
PRINCIPI DI EMODINAMICA
È un sistema complesso di condotti, perciò è regolato dalle leggi valide per il
flusso di un liquido. La velocità con cui fluisce un liquido è inversamente
proporzionale all’area di passaggio (LEGGE DI LEONARDO). La portata
rappresenta il volume di liquido che attraversa una sezione trasversale per unità
di tempo. Un fluido, quindi anche il sangue, è in grado di fluire attraverso un
condotto quando esiste una differenza di pressione ai due estremi.
Questo è regolato dal cuore, in grado per esempio di spingere il sangue
nell’aorta e farlo circolare nell’organismo facendolo tornare all’atrio destro.
Nel 1800 il medico Poiseuille mise in relazione il flusso di un liquido attraverso
dei tubi simili ai capillari sanguini con pressione e con lunghezza del tubo, il
suo raggio e la viscosità del liquido. Il flusso in un determinato distretto
dell’organismo infatti non dipende solo dalla differenza di pressione, ma anche
dalla resistenza dei vasi al flusso. La LEGGE DI POISEUILLE ci permette
pertanto di descrivere come varia la pressione all’interno di un vaso quando il
sangue attraversa vari distretti. Infatti i vasi diventano sempre più piccoli,
costituendo un sistema IN PARALLELO, con una pressione che diminuisce
man mano. Quando i vasi sono alimentati in serie, la resistenza totale si calcola
sommando le resistenze di ciascun vaso. Ciò è fondamentale affinchè la velocità
alla fine del percorso, come nei capillari, sia molto bassa, consentendo così
efficaciemente gli scambi. La pressione del sangue nelle vene invece diminuisce
molto più lentamente. Nella legge di poiselle il flusso è direttamente
proporzionale alla quarta potenza del raggio, pertanto se il raggio del vaso si
dimezza, il flusso diminuisce sedici volte.
PRESSIONE ARTERIOSA
I vasi sanguigni sono divisi in:
➢ ARTERIE: Portano il sangue dal cuore ai tessuti, con un diametro
compreso tra 2 e 6 mm e uno spessore di 1 mm. L’aorta ha un calibro di
2.5 cm e uno spessore di 2 mm. Le arterie più grandi oppongono poca
resistenza al flusso per le grandi quantità di tessuto fibroso ed elastico e
acquisiscono tessuto muscolare, tanto da essere definite ARTERIE
MUSCOLARI. La differenza di pressione tra l’interno e l’esterno
permette la contrazione. Nel caso di compliance normale, una parte del
sangue arriva alle arteriole e ai capillari, mentre una frazione
considerevole di sangue viene accomodata nelle arterie. Le arterie
vengono stirate grazie al tessuto muscolare e permettono un flusso più
rapido. Durante la diastole ventricolare, avviene il rilasciamento delle
arterie precedentemente stirate. Nel caso di bassa compliance, non
avviene lo stiramento delle arterie, ma il sangue passa direttamente
durante la sistole alle arteriole e capillari, così che il ritorno elastico sia
nullo. Questa azione delle arterie di filtro idraulico consente un flusso
continuo e toglie un carico di lavoro eccessivo al cuore, smorzando le
fluttuazioni pressorie. L’avanzare dell’età e l’irrigidimento delle arterie
porta a patologie cardiovascolari che rendono il flusso intermittente. La
COMPLIANCE in conclusione è definita come il rapporto tra la
variazione di volume e la variazione di pressione tra interno ed esterno.
➢ ARTERIOLE: Hanno poco tessuto elastico ma sono ricche di tessuto
muscolare liscio che gli permette di variare il lume del vaso. Il 60% della
resistenza al flusso dipende dalle arteriole. Possono variare la pressione
tramite la vasocostrizione e la vasodilatazione in seguito a meccanismi
intrinseci nei pressi dell’organo e estrinseci per la regolazione della
pressione arteriosa grazie al loro raggio ridotto. Le arteriole quindi
regolano il flusso di sangue proveniente dalla gittata cardiaca da mandare
ai vari organi a seconda dell’esigenza.
La pressione generata dalla contrazione ventricolare costituisce la forza
propulsiva che spinge il sangue attraverso i vasi del cardiocircolatorio. Nel
circolo sistemico la pressione più elevata è a livello aortico e riflette la pressione
generata dal ventricolo sinistro (120 mmHg- PRESSIONE SISTOLICA O
MASSIMA), per poi scendere gradualmente fino a 80 mmHg durante la diastole
ventricolare (PRESSIONE DIASTOLICA-MINIMA). Mentre la pressione
diastolica rimane elevata, la pressione ventricolare scende quasi a zero, così che
l’aorta e le grandi arterie la mantengano elevata e riducano la pulsatilità a livello
arterioso. Il rapido incremento di pressione dal ventricolo all’aorta può essere
percepito con l’ONDA SFIGMICA O POLSO, trasmessa lungo le arterie con
velocità 10 volte superiore a quella del sangue. Questa pressione va a
scomparire a livello dei capillari (LEGGE DI POISEULLE).
Se il flusso in entrata supera quello in uscita la PAM aumenta; se il flusso in
entrata è inferiore a quello in uscita la PAM diminuisce. Il flusso in entrata è
determinato dalla gittata cardiaca, mentre il flusso in uscita dalle resistenze
periferiche delle arteriole.
La pressione arteriosa si misura a livello dell’arteria brachiale con un manicotto
che viene gonfiato fino a raggiungere una pressione superiore a quella sistolica.
In queste condizioni il flusso del sangue verso la parte inferiore del braccio è
bloccato; la pressione del manicotto viene poi abbassata lentamente. Quando la
pressione del manicotto scende sotto la pressione sistolica il sangue inizia
nuovamente a defluire e si percepiscono i rumori dovuti al moto turbolento del
sangue contro le pareti dell’arteria ancora compressa(TONO DI
KOROTKOFF). La pressione alla quale si sente il primo rumore è detta
SISTOLICA, il livello pressorio al quale i rumori scompaiono è detto
PRESSIONE DIASTOLICA.
La PRESSIONE DIFFERENZIALE, cioè la differenza tra sistolica e diastolica,
va mano a mano a diminuire e quindi si otterrà una pressione arteriosa media
non più dipendente dal polso. Se aumenta la gittata sistolica o diminuisce la
distensibilità del vaso aumenta la pressione differenziale.
I vasi di resistenza principali sono le arteriole, dove c’è una diminuzione
notevole del flusso poichè sono molto più piccole, quindi un calo della
pressione a partire dall’aorta e poi fino ai capillari, vene e venule. I vasi più
piccoli sono e più resistenze creano. Si arriva alle vene e venule dove la
pressione è molto bassa e al cuore destro dove tende a zero. Il flusso dipende
dalla pressione arteriosa media ed è inversamente proporzionale alle resistenze
dell’organo; se ho più necessità che arrivi ad un organo una certa quantità di
sangue, devono diminuire le resistenze a livello di quell’organo. La differenza
pressoria è uguale alla pressione arteriosa media meno la pressione venosa e
quindi varierà il flusso a seconda della variazione della pressione e a seconda
delle resistenze trovate (vasocostrizione o vasodilatazione). A riposo non tutti
gli organi hanno la stessa necessità di sangue, in alcuni durante l’esercizio fisico
aumenta la necessità e quindi, all’au
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