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• I SAPERI DELL'HOMO TECHNOLOGICUS
Ne "La Repubblica" di Platone viene riportato il dialogo tra Socrate e
Glaucone sull'origine della società e a detta di Socrate "uno stato nasce
perché ciascuno di noi non basta a se stesso, ma ha molti bisogni…", infatti,
viviamo in società per una ragione UTILITARISTA, perché il gran numero di
questi bisogni fa riunire in un'unica sede molte persone che si associano per
darsi aiuto, questa coabitazione viene chiamata STATO o POLIS.
La prima idea di polis Socrate la definisce PRIMITIVA, dato che il primo
bisogno è quello di provvedersi il nutrimento per sussistere e vivere, infatti,
vengono prima soddisfatte le esigenze basilari dell'uomo, per la
SOPPRAVVIVENZA, per poi passare alla produzione di beni superflui nella
società OPULENTA.
Infatti si parla di techné(saper fare) in riferimento all'organizzazione della
comunità:
• POLIS PRIMITIVA: lo stato originario, che nasce perché nessuno è in
grado di provvedere da sé ai propri bisogni e si trova quindi costretto a
servirsi dell’aiuto degli altri, alla base delle comunità umane vi è quindi
un criterio utilitaristico, la sopravvivenza, fondato sulla divisione del
lavoro. Tale nucleo essenziale dello stato è composto da 4/5 persone
che svolgono attività necessarie per soddisfare i bisogni essenziali
dell’uomo.
• POLIS OPULENTA: una volta risolto il problema della sopravvivenza
l’uomo si avvia a nuove sfide e nascono così nuove figure sociali e
professionali. Socrate, per cui l’avvento della società opulenta si
accompagna alla nascita di conflitti tra gli uomini, pone allora il
problema della giustizia in questa nuova società del lusso, in cui
ciascuno vuole avere di più e si trova quindi a minacciare o ad essere
minacciato.
• NUOVA CLASSE SOCIALE: la necessità di difendersi porta alla
creazione di un nuovo mestiere, quello dei guerrieri. Ma chi ci difende
dai difensori?
• TEORIA DEI FILOSOFI-RE: si introduce così un nuovo sapere, più alto
e più nobile di ogni altro, quello della politica. Innanzitutto, secondo
Socrate, i più adatti ad amministrare lo stato sono coloro che non
desiderano avere tale potere, i cosiddetti filosofi-re.
• TEORESI, PRASSI E POIESI
Questa distinzione viene fatta da Aristotele, nel primo libro della Metafisica,
racconta infatti che si svilupparono dapprima le arti necessarie alla
sopravvivenza (sapere tecnico), poi quelle rivolte al piacere e per ultime quelle
che non miravano né alla sopravvivenza né al piacere (sapere scientifico), nel
momento in cui gli uomini non dovevano più occuparsi di attività pratiche (es. i
sacerdoti egizi che svilupparono le scienze matematiche). Aristotele a
differenza di Platone distingue la sapienza (sapere teoretico) e la saggezza
(sapere pratico) ed in particolare opera una tripartizione del sapere che aiuta
a chiarire il diritto:
• POIETICA: saper fare qualcosa(non ha virtù propria) o produrre
qualcosa a fini essenziali (soddisfacimento dei bisogni vitali) nella
società primitiva - a fini superflui (lusso) nella società opulenta
• sapere per fare(ha virtù propria) come mezzo per l’azione
PRATICA:
(“le azioni belle e giuste”- ETICA NICOMACHEA), come l'etica, la
politica, l'economia e il diritto
• TEORETICA: sapere per il sapere o conoscenza(ha virtù propria),
verità fine a se stessa, come la filosofia, la teologia, la matematica e la
fisica - metodo matematico (dimostrativo) - metodo fisico (dialettico), le
dimostrazioni della matematica, valgono "per lo più" e non "sempre"
come nel caso della matematica
Questo vale anche per lo studio delle azioni umane, ovvero per la filosofia
pratica che è pur sempre una scienza, bisogna distinguere la capacità di
cogliere i principi della scienza nella particolarità dell'esperienza, dalla
capacità di dimostrare ciò che è per lo più nelle faccende umane:
• è la saggezza dell'uomo politico → l'intuizione gioca un
Phrònesis
ruolo determinante per sapere individuare ciò che è opportuno in certe
situazioni al fine di scegliere i mezzi attraverso i quali raggiungere i fini
della buona politica.
• è l'indagine della scienza politica → si avvale della dialettica
Epistemè
come metodo dimostrativo per la confutazione della tesi tra loro
contrapposte e assunte all'interno della totalità delle opinioni possibili.
Tali rigide distinzioni tra i saperi vanno relativizzate:
verso l’alto → nonostante la differenza di oggetto,
- le virtù dianetiche del
sapere epistemico, o scientifico, accomunano il sapere pratico a quello
teoretico;
verso il basso → cioè per quanto attiene il mondo della libertà per un
-
duplice motivo: - il primo riguarda le evidenti affinità tra phrónesis, o
saggezza, dello statista e l’epistème, o scienza, del filosofo, perché in
entrambi i casi è richiesta una certa esperienza di vita al politico e al filosofo; -
il secondo caso tanto le scienze pratiche quanto quelle poietiche sono per
l’appunto scienze relative al mondo della libertà.
• LIVELLI DI ASTRAZIONE
I filosofi discutono sin dai tempi di Aristotele e Platone, discutono e si dividono
sia sul concetto del diritto, sia sui fini e modi in cui esso debba essere
rappresentato, infatti esistono varie interpretazioni del concetto di diritto:
• GIUSPOSITIVISMO: per loro il diritto è soltanto quello posto in essere
dagli organi dell'autorità costituita in una dato territorio, ovvero lo stato
sovrano nazionale
• SCUOLA DEL DIRITTO NATURALE-GIUSNATURALISMO: ritengono
che vi sia un parametro di razionalità, dato dalle leggi o diritto di natura,
sulla cui base giudicare della legittimità del diritto positivo
• GIUSREALISMO: insistono sui rapporti di forza, politici o economici
all'interno della società
• ISTITUZIONALISMO: insistono sulla continuità e peculiarità storica
delle organizzazioni sociali
Esistono anche varie interpretazioni dei fini del diritto:
• GIUSNATURALISMO: ritiene che il diritto sia uno strumento di
comunicazione tra i soggetti, a questa si CONTRAPPONGONO coloro i
quali vedono nel diritto un mezzo di controllo sociale, per questo ci sono
anche coloro che sostengono la TESI INTERMEDIA che assume il
diritto sia come medium della comunicazione intersoggettiva, sia come
una tecnica del controllo sociale("utile del più forte"-Trasimaco)
Va fatta una breve digressione metodologica, ovvero il diritto visto come meta-
tecnologia, bisogna infatti, soffermarsi sulle riflessioni di Luciano Floridi ha
svolto a proposito del "metodo dei livelli di astrazione", infatti, occorre cogliere
il punto di vista dal quale si intende esaminare e sottoporre le proprie
argomentazioni attorno a un dato oggetto di studio.
Ad esempio, un robot domestico, a seconda del motivo per cui abbiamo a che
fare con il robot, muta il plesso di proprietà che saranno ritenute rilevanti.
Occorre scegliere il punto di vista da cui descrivere, esaminare e sottoporre le
proprie argomentazioni su un dato oggetto di studio.
Il LIVELLO DI ASTRAZIONE può essere inteso come l'interfaccia che rende
possibile l'analisi del sistema, mediante l'individuazione dei suoi
OSSERVABILI, ovvero le proprietà, caratteristiche o peculiarità rilevanti a
quel dato livello di astrazione, ovviamente tali osservabili potranno essere
ulteriormente raffinati tramite le VARIABILI.
• IL DIRITTO COME META-TECNOLOGIA
Ci sono varie interpretazioni del diritto:
• KANT: per lui la sanzione segna il passaggio dal diritto privato dello
stato di natura al diritto pubblico dello stato civile, così le regole già
presenti in natura diventano definitive(perentorie); il diritto è stato inteso
come tecnica volta alla coesistenza degli arbitri individuali
• KELSEN: per lui la sanzione distingue il diritto da altre forme di
ordinamento sociale e agisce secondo il principio se A allora B, il diritto
infatti è una tecnica del controllo sociale, le cui regole A si attuano
mediante la minaccia di misure coercitive(obbligatorie) B
Ricordiamo comunque che oggi i sistemi giuridici prevedono forme di soft
law(codici di autoregolamentazione)
• LIVELLI DI ASTRAZIONE ne "Il diritto nell'età dell'informazione": ci si
concentra sullo studio sistematico delle tecniche di cui gli ordinamenti
giuridici si servono per disciplinare un determinato settore (come nelle
ICT e nella robotica), cioè si indagano le tecniche di cui il diritto si serve,
il diritto può essere riassunto come un saper fare meta-tecnologico
obiettivo: evidenziare come i processi tecnologici incidano e mutino alcuni
capisaldi del diritto sia per quanto riguarda le fonti del diritto sia riguardo
alle modalità dell’intervento giuridico.
• IL TECNO-DETERMINISMO
Le tesi del tecno-determinismo possono essere rappresentate con il
paradosso del filosofo Zenone di Elea a proposito di Achille e la tartaruga, ma
a ruoli rovesciati. Nella versione del tecno-determinismo, Achille è la
tecnologia e la tartaruga è il diritto, infatti la corsa della tecnologia sarebbe
troppo imperiosa e potente, per poter essere fermata da una semplice
sentenza o editto.
Questa teoria è estremamente popolare, ancora ai nostri giorni:
• I robot presto soppianteranno gli umani sulla terra, per questo la nostra
specie dovrebbe iniziare a riflettere sulla possibilità di finire
miseramente estinta
• Ray Kurzweil in "The Singularity is Near" sostiene che entro il 2045
emergerà un'intelligenza di gran lunga superiore a quell'umana
Non si possono sottovalutare gli effetti e l'impatto dell'odierna rivoluzione
tecnologica, tanto che negli ultimi anni,per indicare l'impatto tecnologico
sull'ambiente in cui viviamo, gli scienziati parlano di antropocene(Stoermer
poi Crutzen) per indicare l'odierna era geologica in cui l'homo technologicus
sarebbe una delle principali concause dei nuovi equilibri climatici e strutturali
del pianeta. Le decisioni politiche, le istanze culturali e i pregiudizi ideologici
conservano però un ruolo importante, come nel caso delle tesi negazioniste
del presidente George W. Bush sul riscaldamento globale.
Si parla perciò di una tensione dialettica tra principi e regole del diritto,
istanze socio-culturali e processi tecnologici,