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RETE CASUALE

RETE A MONDI PICCOLI

Nel 2002 Barabási ha notato che nella maggior parte delle reti del mondo

reale i nodi si moltiplicano secondo una legge di potenza in una rete a

invarianza di scala, una proprietà secondo cui l’informazione si distribuisce in

dalla dimensione di quest’ultimo; la probabilità

un reticolo, indipendentemente

di connessione a un nodo determinato dipende quindi dal grado di connettività

del nodo stesso. Le reti a mondi piccoli sono infatti contraddistinte da pochi

nodi con un altissimo numero di collegamenti, mentre la maggior parte dei

nodi registra una bassa connettività. È la presenza di questi hub che offre la

chiave per comprendere come mai le reti a mondi piccoli abbiano alti

coefficienti di raggruppamento come le reti regolari ma con un ridotto grado di

separazione media tra i nodi, come nelle reti casuali. Nel corso degli ultimi

anni l’esperienza ci ha mostrato come il fenomeno dei mondi piccoli sia

emerso spontaneamente su internet.

• I MONDI PICCOLI DI INTERNET

Tali ordini spontanei di internet non emergono soltanto nel mondo della rete,

ma anche per quanto riguarda le sentenze della giurisprudenza delle Corti

europee e americane; in tutti questi casi si ha infatti un reticolo in cui poche

pochi file fungono da ponte d’informazione per la gran

sentenze, pochi articoli,

massa dei nodi che compongono quel sistema.

I mondi piccoli rappresentano infatti la forma secondo cui, spontaneamente, si

raggiunge l’equilibrio tra l’esigenza di far fronte alla complessità dei dati e

l’esigenza di ottimizzare la distribuzione dell’informazione all’interno del

reticolo.

GUARDARE GRAFICO p.51

Tale tesi era già stata proposta da Simon, secondo cui la nozione di gerarchia

era la chiave per cogliere l’architettura della complessità, oltre all’idea di

“sistemi quasi scomponibili”, all’interno dei quali la maggior parte delle cose

sarà soltanto debolmente connessa a quelle restanti.

L’ipotesi di Simon sul “mondo vuoto” corrisponde alla nozione di hub, nel

senso che i nodi non solo rappresentano i connettori comuni che accorciano

le distanze tra i restanti nodi della rete, ma si accompagnano ai

raggruppamenti ad alta intensità d’interazione presenti nella mappa delle

relazioni sociali.

Non mancano però problemi e questioni aperte:

• il fatto che il comportamento sociale si auto-organizzi spontaneamente

attraverso le modalità dei mondi piccoli non garantisce affatto la

costanza di tali comportamenti

• il fatto che una rete sociale si organizzi spontaneamente secondo le

leggi dei mondi piccoli non ci dice nulla sulla valutazione valoriale che

dobbiamo dare di quella rete

• è stato fondamentale l’impatto della rivoluzione tecnologica ed i

problemi che si devono fronteggiare o che si creano investono il

sistema nel suo complesso

• I RISCHI DEL SISTEMA

I problemi di cui ci occupiamo, intesi come rischio, investono

progressivamente la totalità del sistema, trascendendo i tradizionali confini

degli stati nazionali sovrani.

Proprio per questo motivo, le questioni che sorgono rispetto alla connettività e

accesso al sistema, al dominio dei suoi indirizzi e alle controversie relative alla

tutela dei diritti e alla prevenzione dei crimini, difficilmente possono essere

affrontate nel nome della sovranità dei singoli stati. I problemi delle società

ICT dipendenti spesso sono infatti affidati a organizzazioni transnazionali; le

competenze di ICANN, una società di diritto privato con sede in California a

proposito della gestione del dominio dei nomi in rete ne sono un esempio.

• CIBERNETICA GIURIDICA

L'intento di Luhmann è stato di rappresentare il diritto come sistema

autopoietico e auto-referenziale, capace di determinare dal proprio interno il

confine o chiusura rispetto all'esterno, tra input e output e tra sistema e

ambiente. Infatti, il diritto deve essere in grado di raggiungere un equilibrio tra

ciò che è dentro e ciò che è fuori, tra la capacità vitale di dotarsi di un’auto-

organizzazione e rispondere alle sollecitazioni e alle sfide dell’ambiente. Nel

caso del diritto, ovvero un ente artificiale, l'obiettivo è quello di porre un limite

all’indeterminata serie di scelte dei consociati, tramite una serie di procedure

non arbitrarie tese a filtrare la complessità di tali scelte. Lo scopo del diritto è

quello di riconfigurare le aspettative del comportamento sociale, in modo da

far chiedere, invece del perché, il come. Il diritto è quindi una sorta di sistema

immunitario per l’intero tessuto sociale, perché mira a sgravare gli individui

dalla fatica di chiedere ogni volta il perché di ogni decisione giuridica.

La selezione delle regole giuridiche deve naturalmente prendere in

considerazione la reazione degli individui, cioè il feedback o retroazione. La

necessità di tener conto del feedback dei consociati non ha alcuna

suggestione morale, etica o democratica nel campo del diritto, ma serve al

sistema per mantenere il suo equilibrio ed efficienza funzionale.

C'è del vero in quel che Luhmann dice quando osserva che entrando in un

tribunale, in un ospedale o in un ufficio postale, spesso l'individuo ha

l'impressione di essere solo un ingranaggio della macchina giuridica.

Esistono, però, una serie di ragioni, sia tecniche, sia filosofiche, sia

sociologiche, che mettono in dubbio il tentativo di Luhmann di concepire il

diritto come una macchina cibernetica auto-referenziale, cale a dire in grado di

stabilire dal proprio interno ciò che è incluso, o al contrario, viene eliminato dal

sistema.

Però, anche ammettendo che il diritto sia soltanto una questione di potere e di

agire strategico, esistono pur sempre fonti extra e contra ordinem (ritorna

anche il fenomeno della completezza citato con Chaitin).

• LA LEZIONE DI LUHMANN

La nozione di rischio alla quale si è accennato non è l’unica, perché il rischio

ha rappresentato una motivazione fondamentale per lo sviluppo delle strutture

sociali e di governance negli ultimi 10 mila anni. Si può infatti, citare

l'introduzione di "Analisi del rischio e società" che fa riferimento al Neolitico

quando i gruppi delle famiglie condivisero conoscenza e risorse per

combattere la fame, la sete, il clima o attacchi dall'esterno, essi stavano

tenetando di venire a capo del rischio che avevano di fronte.

Negli ultimi cento anni, si è comunque affermato un settore di studi della

gestione del rischio, per definire un metodo. Tale rischio inoltre è diventato

sistemico(Ulrich Beck - sociologo tedesco), perché investe la società nel suo

complesso.

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
7 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mari3504 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Pagallo Ugo.