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Poiché impariamo a diventare una persona attraverso le interazioni con persone diverse e attraverso
interazioni con la stessa persona, la nostra esperienza del sé è discontinua, composta da diverse
configurazioni, da diversi sé con altre persone diverse.
Dalla molteplicità sana, possiamo cambiare ruoli e interazioni in modo flessibile. Tuttavia, nella
molteplicità dissociativa, la molteplicità dell’individuo è stata dirottata dalla dissociazione e gli stati del
sé non sono semplicemente molti ma dissociati, prendendo il controllo della coscienza senza essere
connessi ad altri stati della mente e comparendo più o meno uno alla volta.
La dissociazione di parti della mente che contengono la coscienza e le emozioni relative all’abuso,
all’abbandono alla trascuratezza proteggono la capacità del bambino di stare attaccato e di crescere
almeno parzialmente.
Sebbene la capacità di dissociazione sia spesso utile nel breve termine, la dissociazione abituale
diventa mala adattiva a lungo termine, specialmente quando il contesto originario traumatizzante non
è più presente.
Un problema per le persone dissociate, gravemente traumatizzate, e che questi pezzi dissociati
nell’esperienza traumatica spesso sono vivi al tempo presente, senza che vi sia la sensazione che
questo finirà presto. L’enigma dell’autocritica e dell’autoattaccamento
Capitolo 7
La recente ricerca sull’attaccamento indica che gli esseri umani sono dotati fino a neonati della
capacità di riconoscere e apprendere che sono come gli altri esseri umani. Gli uomini sono animali
sociali fin dalla nascita, attraverso le comunicazioni precoci interattive riescono a imitare e comunicare
in modo dialogico entro poche ore dalla nascita. La capacità del neonato di essere consapevole delle
emozioni e delle interazioni degli altri equivale a un’intersoggettività primaria. L’individuo apprende che
come gli altri se attraverso un processo bidirezionale: ciascuno influenza ed è influenzato.
Porges propone tre substrati filogenetici dal sistema nervoso sociale che coinvolgono la regolazione
neurale del sistema nervoso. Il CDV è il primo e il più precoce di questi pattern di risposta. È
caratteristico dei rettili e risponde alla minaccia attraverso la depressione dell’attività metabolica.
Il secondo stadio (SNS) di risposta è caratterizzato dal sistema nervoso simpatico che può aumentare
la risposta meta metabolica, consentendo le reazioni di attacco-fuga-congelamento. Il terzo stadio
(CVV), il complesso ventro vagale, e specifico dei mammiferi ed è caratterizzato dal sistema di impegno
sociale. Questo include dei sistemi di segnalazione sociale per il movimento, emozione e
comunicazione, così come la capacità di autocalmarsi. Consente alle persone di usare la
comunicazione sociale al servizio della sopravvivenza.
Porges ha suggerito che mentre permane il pericolo o la minaccia, o quando i sistemi più avanzati
falliscono, l’organismo fa affidamento sull’organizzazione successiva sviluppata più recentemente sul
piano filogenetico. In questo modo, i neonati di Tronick passavano dal coinvolgimento sociale ventro
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vagale, il CVV, all’attivazione simpatica che è un po’ più basso sul piano filogenetico; quando fallivano,
ritornavano alla risposta precoce, il CDV, l’attivazione dorso vagale.
Aspetti di questa risposta dorso vaga sono stati descritti variamente come una risposta dissociativa iper
attivata da Schore, come immobilità tonica e come sottomissione totale descritta da Van der Hart.
Discutendo il complesso dorso vagale, Schore definisce le due risposte psicofisiologiche del neonato
di fronte al pericolo: l’iperattivazione e l’iperattivazione-dissociazione. Nel caso di terrore o trauma,
iperattivazione della componente simpatica del sistema nervoso autonomo (SNA) viene attivata per
prima, insieme con l’aumento delle pulsazioni e della versione sanguigna. A seguito di questa si verifica
l’attivazione parasimpatica che esita nel distacco psichico dell’emozione intollerabile. l’attività dorso
vagale è come un freno all’attività simpatica; rallenta le pulsazioni e abbassa la pressione nonostante
l’aumento dei livelli di ormoni dello stress della noradrenalina è adrenalina. la dissociazione del
bambino in mezzo al terrore implica intorpidimento, evita mento, compiacenza ed emozioni limitate (lo
stesso pattern di un adulto con PTSD).
In un mondo che non ha senso per il bambino abusato o trascurato, in cui il bambino si sente rifiutato è
solo, attribuirsi la colpa può far sì che una realtà spaventosa e incoerente faccia posso una sensazione
di comprensibilità. un altro grave problema per il bambino trascurato o abusato è l’intensa vergogna di
sentire di non importare al caregiver o a un altro significativo che abusa di lui o è trascurante.
La prospettiva che il bambino sia cattivo è stata configurata dall’abusante ed è un aspetto distintivo
della situazione interpersonale. Al bambino può essere stato raccontato dall’abusante che lui o lei vuole
essere abusato e che quello è il motivo dell’abuso. Quindi in un mondo contorto, essere buono, cioè
attaccato all’abusante, dipende dall’essere cattivo.
Auto incolpa si può essere un modo per affrontare l’intensa vergogna, in questi momenti si è impotenti
e la situazione può sembrare insopportabile. un’autodichiarazione di cattiveria può essere preferibile
all’impotenza potenzialmente soverchiante dal punto di vista emotivo di essere gravemente gettati nella
vergogna da una figura di attaccamento.
Se uno può incolpare sé stesso allora l’abuso o almeno avere un senso.
Mettendo un po’ di energia in uno schema del sé che ha senso, aiuta una persona a sentirsi continua e
sana di mente e possibilmente, almeno temporaneamente, previene il collasso dorso vagale.
Un problema dissociativo centrale origina in un attaccamento carico di traumi. Come gestisce il
bambino il pericolo della perdita dell’attaccamento quando il genitore o la figura di attaccamento è
spaventosamente punitivo? In situazioni simili, la capacità del bambino di sentirsi attaccato in modo
sicuro può dipendere dalla compartimentalizzazione dibatti del sé che trattengono ricordi, percezioni,
cognizioni ed emozioni, incluso il terrore e la collera.
Bowlby, nel suo concetto di disconnessione ha fornito una spiegazione di ciò che succede quando
l’abusante è la figura di attaccamento sono le stesse identica persona. Nella disconnessione,
l’informazione coerente con l’attaccamento viene disconnessa dalla consapevolezza, cosicché il
bambino mantenga nella consapevolezza opinioni favorevoli dei genitori, mentre la conoscenza dei loro
aspetti negativi viene esclusa dal primo sistema di informazione. in questo modo l’attaccamento viene
mantenuto ma conservato in un compartimento separato di informazione, cosicché i sentimenti e le
informazioni contraddittorie vengano mantenuti al di fuori della consapevolezza.
Il sistema nell’attaccamento non opera solo nell’infanzia ma ci riguarda per tutto il ciclo vitale. A causa
del potere preventivo dell’attaccamento e la conseguente dissociazione di emozioni e conoscenza
intollerabili che sono contraddittorie rispetto all’attaccamento, spesso i bambini o gli adulti trovano
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difficile allontanarsi dall’abusante. Questo processo attraverso cui la vittima idealizzata l’abusante
mentre dissocia gli aspetti legati all’abuso è definito come legame traumatico.
Lyons-Ruth hai prodotto il concetto di rappresentazioni procedurali e attive di come fare le cose con gli
altri come un aspetto dell’attaccamento. Questi modelli attivi procedurali (impliciti) delle relazioni sono
spesso adattamenti alle inadeguatezze, incoerenze e difese genitoriali. Sebbene non consci, questi
sono i principali mezzi di scambi e comunicazione umane, che sorreggono le interazioni di gran parte
delle nostre vite. Quando lo sviluppo è andato abbastanza bene i diversi modi procedurali di essere con
gli altri sono interconnessi. Tuttavia, quando vi epoca reciprocità o vicinanza intersoggettiva
compassionevole, alcuni modi impliciti di essere con gli altri possono diventare affettivamente e
cognitivamente sconnessi uno dall’altro.
Quando la conoscenza relazionale implicita è in contraddizione con l’informazione chiara, su Sé e sugli
altri, tale incompatibilità può modelli contrastanti e isolati di comprendere e predire le relazioni umane.
Per esempio, alla persona può essere detto che il genitore abusante era una persona meravigliosa.
Questo organizza modi contrastanti di comprendere e relazionarsi al mondo. Se non c’è una relazione
collaborativa all’interno della quale decifrare queste contraddizioni, questi pattern di relazione restano
isolati e non formulati. Di conseguenza, una persona può essere incapace di formulare il significato di
esperienze dolorose e traumatiche.
Ferenczi ha descritto cosa succede al bambino nel momento traumatico in cui viene traumatizzato e
abusato. Nel suo concetto di identificazione con l’aggressore, egli ha descritto come e perché il
bambino non riesca ad assimilare gli eventi nella memoria narrativa. I bambini si sentono indifesi sia
fisicamente che moralmente, la loro personalità è troppo debole per protestare. La forza degli adulti li
ammutolisce, toglie loro la capacità di pensare.
Mentre si orienta intorno ai desideri e alle richieste dell’abusante, il bambino modifica in modo
accomodante il Sé.
Identificarsi con l’aggressore, per Ferenczi, significa identificarsi con i desideri e i bisogni
dell’aggressore.
Oggi, nell’identificazione procedurale con l’aggressore (espressione facciale, postura e parole), si
invocherebbe l’attività dei neuroni specchio.
Il concetto di identificazione con l’aggressore di Ferenczi ci aiuta a comprendere che non solo
l’aggressore ad è entrato in qualche mondo nel bambino, la psiche è diventata scissa così che una parte
preserva la sensazione di tenerezza rispetto alla relazione mentre altre parti del Sé contengono ricordi
intollerabili terrificanti, e altre contengono aspetti incorporati imitati proceduralmente del
comportamento dell’aggressore.
Howell ha suggerito un’espansione delle osservazioni di Ferenczi, così che l’identificazione con
l’aggressore possa essere intesa come un processo a due stadi:
- Il primo stadio è automatico e avviato dal trauma
- Il secondo stadio è difensivo e intenzionale.
Sebbene l&r