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IL COTONE
Importantissima questa pianta che si chiama Gossypium, è costituita da peli impropriamente dette
fibre che rivestono i semi che contengono il frutto della pianta del cotone. Questa pianta si differenzia
in numerose varietà, è un dicotiledone appartenente alle famiglie delle malvaceae, il Linneo ci dice
che i tedeschi lo chiamavano l'albero della lana.
L'origine della pianta del cotone: era una pianta selvatica che cresceva spontaneamente in varie
regioni tropicali. Le piante erano perenni e si presentavano come dei cespugli o alberelli. Quando
l’uomo capì l'importanza di allevare questa pianta per le straordinarie capacità tessili, incominciò a
coltivare la varietà annuale. Queste piante possono essere coltivate nelle regioni dove le piogge sono
quasi assenti come ad esempio Perù, Egitto, Sudan ma anche nelle regioni temperate, dove la buona
stagione è accorciata dal sopraggiungere del Gelo. Attualmente la massima parte della produzione
avviene in coltura annuale a seconda del clima e per le condizioni del suolo. Queste piante possono
essere coltivate tra la latitudine di 40 gradi a nord e 40 gradi a sud, cioè dalla Sicilia al Sud Africa. Tra
i maggiori produttori di cotone ci sono gli Stati Uniti, l'Egitto, l'Unione Sovietica, l'India e la cina. La
pianta del cotone ha dei fiori a forma di campanella di colore giallo chiaro talvolta anche bianchi e
rossi che poi fanno i frutti. Questi frutti sono delle specie di capsule di una grandezza di una noce,
contenente dei semi e dei peli che costituiscono appunto il cotone commerciale; quando la capsula
arriva a piena maturazione si secca e si apre lasciando uscire questo bellissimo bioccolo di cotone. I
peli, possono raggiungere addirittura 40 mm sono molto fini, flessibili, brillanti e resistenti, di colore
quasi bianco. I peli più lunghi vengono filati, mentre quelli più corti servono per confezionare i tessuti
artificiali, come il rayon o la celluloide, addirittura il fulmicotone cioè la polvere da sparo negli Usa. I
semi si usano per fare l’olio, per fare il mangime per il bestiame o per fare i fertilizzanti. La fibra del
cotone è composta quasi da cellulosa pura al 95%, per le varietà più costose e più lunghe, mentre
quelle meno costose sono meno lucenti e hanno un valore commerciale minore. La raccolta del
cotone un tempo veniva fatta a mano, adesso si preferisce a macchina, perchè più veloce e meno
costosa, anche se ancora oggi rimane migliore la raccolta a mano perchè ti permette di raccogliere
solo ciò di cui necessiti. Queste macchine sono delle raccoglitrici pneumatiche che per mezzo di una
coppa aspirano questi bioccoli di cotone. L'epoca della raccolta varia a seconda della latitudine in cui
è coltivata. Dopo la raccolta il bioccolo è sottoposto ad una sgranatura, ossia il processo di
separazione della fibra dal seme. Il cotone così ottenuto viene imballato e si chiama cotone sodo; la
piccolissima peluria che ricopre il cotone viene usata per fare la fibra artificiale come materia prima,
da cui si possono ottenere tantissime varietà tra cui: il fustanio, le mussole e l'organza, le tele, la
percalle i picchè, le spugne, i tovagliati, il mollettone, o anche i Velluti. Molte sono le applicazioni del
cotone, come quello idrofilo, utilizzato nell’industria farmaceutica che va quindi sterilizzato. Anche
l’ovatta che serve per le imbottiture è un altro utilizzo di questa pianta. Il cotone si riconosce dal
marchio di garanzia di puro cotone che può essere messo in mischia con altre fibre, come il lino, o
con dell’elastan se si vuole rendere un po' più elasticizzato il filato. Si usa d’estate perché è un buon
conduttore di calore,come il lino, e quindi lascia traspirare.
IL LINO e CANAPA
Un tempo il lino e la canapa venivano coltivati in Italia specialmente nella zona dell'Emilia Romagna. Il
lino è una fibra annuale il cui termine secondo il Linneo è Linum usitatissimum, appartenente alla
famiglia delle vinacce e arriva fino a un metro e mezzo con fiore azzurro e bianco e foglie strette e
appuntite. I frutti sono delle capsule contenenti piccoli semi bruni, dalla quale si ricava l'olio di semi. Il
termine Lino è antichissimo perchè è stato trovato nelle tombe egiziane rinvenute su queste mummie
fasciate con tela di lino. Il termine italiano lenzuolo deriva da linteolum che significa tessuto di lino. Il
lino si coltiva in Europa, in India, nelle Americhe e in Africa settentrionale. La cultura del lino può
essere fatta per ottenere la filaccia. La raccolta del Lino viene fatta estirpando le pianticelle che poi
vengono fatte essiccare al sole; segue la battitura, la sgranatura e la macerazione. Un tempo la
macerazione veniva fatta in laghetti artificiali dove c'erano all'interno di queste acque, delle sostanze
che servivano a far macerare la pianta dopo di che esse veniva maciullata. Ricordiamo che ogni
pianta al suo interno è composta da questa sostanza detta lignina che va tolta per procedere alla
lavorazione tessile della pianta. La macerazione che è la prima fase, può essere naturale, per
esposizione all'azione prolungata del sole sui prati, ma può essere anche artificiale. La pianta viene
condotta in bagni di acqua dove sono presenti i bacilli di cultura, adatti a provocare la macerazione e
quindi servono a far sciogliere questa lignina o queste sostanze gommose. Tutto poi deve essere
lavato e la parte legnosa viene spezzettata e triturate. Viene poi fatta la filaccia e la parte corticale e
legnosa viene sottoposta alla pettinatura e le fibre troppe corte si usano non per l'industria tessile ma
per altri usi. La filaccia può essere di colore grigio o giallastro e una volta deprezzata diventa di colore
bianco. Il Lino viene classificato in base al paese di provenienza il più bello è quello delle Fiandre, del
Belgio o dell’Unione Sovietica o quello italiano. Col lino si possono fare lenzuola, biancheria,
abbigliamento generico, arredamento, tele pregiate e resistenti, cucirini, merletti.. Il più delle volte il
vino può essere messo col cotone ma soprattutto con la canapa, ad esempio in Emilia facevano
l'orditura delle lenzuola in lino e la trama in canapa, erano lenzuola un po 'grezze ma fresche. Ai
giorni nostri le industrie emiliane hanno fatto dei trattamenti alla Canapa tale da renderla simile alla
seta. Le industrie perciò sono in continua evoluzione e sperimentano nuove lavorazioni, nobilitazioni e
finissaggi, su queste sostanze naturali, per renderle sempre più preziose.
LA DUCHESSE: è 100% seta, il suo peso è medio alto, corposo e compatto, va bene per tessuti che
non vogliono essere troppo aderenti, per abiti strutturati e può anche essere in rayon, in viscosa,
oppure in fibre chimiche. Presenta un peso che può variare e anche l'altezza può variare; certe
duchesse arrivano addirittura a 2,30 metri. Di solito una stoffa arriva 1.20 metri, infatti più è alta la
stoffa e meno è pregiata, infatti le stoffe di arredamento arrivano anche a metrature molto elevate,
mentre altre come il pizzo Chantilly, arrivano a un massimo di 90 cm. La duchesse viene usata ad
esempio per fare le scarpette delle ballerine e quindi è molto resistente ma delicata al tatto.
IL CADY: che è un tessuto prezioso e il suo nome deriva da Decadi della città spagnola, mentre
secondo alcuni è originaria dell’oriente. Il cady era doubleface perché è costituito da un doppio ordito
ad alta densità di kg che può essere anche di seta, seta increspata, greggia o di qualsiasi tipo. La sua
caratteristica è proprio per il tipo di tela perché può avere il doppio dritto. Questa stoffa in modo
eccellente, può essere leggermente rugosa da una parte e invece lucida nell’altra. Adatta a abiti con
silhouette fluida.
L’ORGANZA: può essere di seta e quindi preziosa, ma anche artificiale o sintetica (in poliestere, in
cotone, in seta, in fibra mista tipo rayon acetato). Il suo nome viene da urgenz ed è chiamata anche
organdis, è un tessuto leggero con un peso intorno ai 40 grammi per metro quadrato, fitto,
trasparente, anche questo preferibilmente con armatura tela. Esiste anche l’organizz che è molto
resistente ed elastico, ed è ottenuta con delle bave di seta, rimane strutturato e vaporoso fortemente
risorto a Z. Esistono diversi tipi che prendono vari nomi ad esempio granatin, organizzino medio,
trafilato comune e può essere più o meno rigida più o meno rafforzata, anche da finissaggi che la
possono rendere liscia, stropicciata, cangiante. E’ molto usata per creare dei volumi sopra altri vestiti
oppure per delle balze.
LO CHIFFON: può essere leggerissimo, composto da ritorti diversi a S o a Z, e viene utilizzato per
abiti molto sottili. Il peso è molto leggero e va dai 40 /50 grammi al metro quadrato. Il nome deriva dal
francese ‘shif’ che vuol dire cencio, straccio.
IL VUAL: che può avere varie grammature fino a 26 grammi al metro quadrato. E’ una stoffa che si
usa a vari strati per creare questi effetti di vedo non vedo anche con altri colori. Un altro tessuto molto
bello è la garza inglese che aveva usato Armani per creare quasi un involucro intorno alla figura, nel
periodo in cui Armani aveva fatto la donna lunare. Inizialmente prodotta in inghilterra, inventata nel
1806. L’intreccio prevede i fili di ordito tesi e molto ritorti affiancati ad altri meno ritorti e più lenti. Può
andar bene per abiti molto ostensivi o con delle lavorazioni molto particolari.
LA GARZA: semplice più ricadente e che non presenta tutte queste torsioni.
LA CREPÈ GEORGETTE: è un tessuto leggero e trasparente, prende il nome dalla sarta creatrice
francese Georgette de la Plante. E’ una stoffa granulosa e opaca, alcuni la definiscono crespo pieno e
può essere increspato in ordito e trama. Il suo filato ha una torsione di 25 su due Z, e ha una densità
di trama minore rispetto alle stoffe viste fino ad ora.
Invece il granitè è una tipologia simile al sablè, ed è un tessuto leggero ma può arrivare a 160/200
grammi per metro quadrato. Si usa per vestiti strutturati e può essere in cotone o in viscosa. Grazie
alla sua robustezza può essere usata anche nell’arredo.
I DAMASCATI: fatti con filati di alta qualità sia in ordito che in trama e possono essere in seta, in
cotone, in lino, anche in oro e in argento. Possono essere anche double face di shantung e non
hanno bisogno di essere foderati.
I VELLUTI ESTIVI: non certo di lana o cotone ma un velluto in seta o artificiale o sintetico ma
solitamente è in seta o viscosa, che rimane più leggero e con tinte vivaci. Il velluto fu in